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Lettera pubblicata il 11 Ottobre 2005. L'autore, Seb, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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mettersi a nudo…Ti pare cosa facile? Il farlo ci rende vulnerabili, inoltre spesso ci resta l’amaro in bocca perchè difficilmente chi ci ascolta sa mettersi in empatia con noi per poterci capire sino in fondo. Spesso resta null’altro che mero sfogo, e poi ci ripigliamo i nostri fardelli forse più pesanti di prima. Ho scoperto che più parliamo e più facciamo radicare in noi il problema.
Mettersi a nudo vuol dire aprire il nostro cuore, la nostra mente, dare all’altro la possibilità di giudicare il nostro comportamento, di fare una pagella in cui veniamo accolti o respinti. Anche a Seb è capitato di voler aprire il suo cuore e di essere frainteso dalla coppia con cui esce, come è successo anche a me stessa, in questo blog recentemente. Sai dopo come ci si rimane?? Mortificati ed intristiti !! Se sei un tantino sensibile, ti senti rifiutato ed incompreso, alla fine, ne vale la pena?? Credo che aprirsi sia giusto ma occorre prima munirsi di corazza…Un caro saluto
ma io non voglio esserti ne gradita ne fidata ne piu’ nota …Clarice ma
stai vivendo un principio di menopausa…..sei impazzita…..io non sto
urlando anzi….. sto ridendo …….e non mi interessa neanche piu’
replicare…..semidio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Orfeo, Clarice ha bisogno di te….
Clarice ha bisogno di un uomo, forse si scioglie un attimo…..
Oh Clarice, grazie, ho già fatto da me, grazie a Google.
Serendipità è un neologismo ancora poco usato nella lingua italiana mentre è assai più diffuso nel mondo anglosassone. Proviene infatti dal vocabolo inglese serendipity, parola coniata nel 1754 dal letterato Horace Walpole il quale, rimanendo colpito dal racconto dei “Tre principi di Serendippo” di Cristoforo Armeno, ne estrasse un personalissimo principio.
Serendipità è dunque – filosoficamente – lo scoprire una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un’altra. Ma il termine non indica solo fortuna: per cogliere l’indizio che porterà alla scoperta occorre essere aperti alla ricerca e attenti a riconoscere il valore di esperienze che non corrispondono alle originarie aspettative.
Oltre ad essere spesso indicata come elemento essenziale nell’avanzamento della ricerca scientifica (spesso scoperte importanti avvengono mentre si stava ricercando altro), la serendipità può essere vista anche come atteggiamento, e – come tale – viene praticata consapevolmente più spesso di quanto non si creda. Ad esempio tutte le volte che si smette di arrovellarsi nel ricordare un nome, nella speranza che l’informazione emerga da sé dalla memoria, in realtà ci si sta affidando alla serendipità.
Una famosa frase per descrivere la serendipità è del ricercatore biomedico americano Julius H. Comroe: «la serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino».
Entro per caso qui dentro, ma… resto allibito, posso?
Di tutti i discorsi mi ha colpito un atteggiamento, di tale gnos’ 69 che dice:
“insinuare che qulacuno si irrgidisca su un arogomento molto particolare poerchè ci sono scheletri nell’armadio con riferimento al dato argomento, è calunnioso, volutamente calunnioso è pertanto passibile di reato e quindi di denuncia…laddove possibile avvierò le vie legali affinchè la persona esca dall’anonimato e subisca le giuste conseguenze e laddove ne ravvisi la responsabilità del moderatore e lo ritenga necessario ( vista l’evidente disattenzione prestata) e chiaro che anch’egli sara chiamato in causa”!!!!
caspiterina, è proprio vero che la libertà fa male, era meglio quando si stava peggio, di certo!
Certo che… non ho parole, tutto qui!
Salve a tutti, arrivederci!
ciao Seb, ci provo.. perchè è un termine che per sua natura rifugge un pochino le spiegazioni…comunque esiste anche in italiano come neologismo…serendipità . E’ un termine che indica la scoperta inattesa e imprevista di un qualcosa che non si stava cercando. Cè di mezzo anche , in parte, il concetto di epifania, rivelazione…non stavi cercando quella roba lì però quando la trovi supera le aspettative della tua ricerca originaria e, in un certo senso, ti apre un nuovo orizzonte, ti offre un’intuizione che va oltre la ricerca stessa….
La serendipità non è solo un fatto di fortuna; richiede anche apertura mentale, disposizione alla ricerca, e l’umiltà intellettuale necessaria a riconoscere l’importanza dell’esperienza che si è fatta cercando qualcosa e trovandone un’altra…bah..non so..si è capito cosa intendo?
Quindi è il mistero dell’intuizione, sì, proprio quello che in molti manca e che in me forse è troppo!
Proprio su questa scia che mi divertirò ad allungare il brodo di questo blog, tanto da annoiarvi a morte, fino a farlo morire.
Il gran ritorno di quest’argomentazione è stato troppo, fin troppo. Si sono sviscerate troppe cose e niente di niente. Scambio o non scambio? Questo è il problema.
Giorni fa ascoltavo il brano “Il triangolo” di Renato Zero: che forza ragazzi, proprio la verità.
Mi sembra che la forza di chi ha idee diverse dagli scambisti non sia di capire, ma di voler convincere a capire che questa pratica non è normale. In pratica: o la pensi come me o sei out. Ahimé, proprio come il carattere della coppia della nostra ultima delusione! Che tristezza ragazzi!
Comunque coi dolori poi viene il callo, lo sapevate voialtri questo?
A proposito Sonia ti sono grato per aver capito la mia sensibilità e la mia sofferenza, ma vi è da precisare, riguardo al tuo ultimo post (811), che noi NON usciamo più con quella coppia, quindi cambia il tempo del verbo: esce diventa USCIVA.
Giusto per precisare tempi e modi.
(Vuoto e frivolo = svuotato e leggero)
Però… interessante questa discussione!!!
Anche questo è un punto di vista, mi pare. Ma molto interessante:
http://www.donnamoderna.com/sesso/articolo/idA040001008157.art
Salvo non condividere nulla di tutto ciò, oppure esserci completamente “in mezzo”!!! 🙂
il mio secondo nome è tolleranza…..
cji ha letto i miei post sa che non ho certezze non ne voglio trasmettere ne ho mai preteso di far passare le mie tesi per oro colato, anzi creo di non avere mai avuto la pretesa di esprimere tesi…
sono un fumatore incallito, ma rispettoso, ci sono luoghi ovvi dove non ho mai fumato prima ancora che lo vietassero e avendo figli fumo in terrazzo non in casa…eppure soffro dell’intolleranza gretta dei non fumatori che a volte sono i più irrispettosi…
Non tollero però e l’ho già detto i depositari delle verità assolute, ma con quelli capaci di dialogo come ad esempio Orfeo sono stato in grado di instaurare un confronto mai ultimativo, ed alla fine producente…
Spostare il bersaglio non è correttissimo…non lamento il confronto o la diveristà di opinioni su un argomento delicato come lo scambio di coppie, lamento esattamente le frasi che ho riportato che non sono da confronto ma da insinuazione di un sospetto assolutamente illeggittimo, ne quanto mai gradito, per la gravità assoluta dell’argomento: la pedofilia…
ribattere frase su frase ha un senso se le frasi da ribattere si limitano all’espressioni di concetti, di opinioni, di valutazioni se devono invece tentativi prepotenti di argomentare la propria intolleranza con insinuazioni che ribadiscono mi paiono calunniose, che senso ha ribattere…???
Non ritengo di appartenere ad un gruppo ad una casta in nessun senso, ritengo invece che quella che viene mossa critica sia assolutamente un pregio di chi è qui a confrontarsi, la necessità di esprimere i propri dubbi sulle scelte del prorprio vissuto ed eventualmente riuscire a dipanarli proprio grazie a chi qua dentro ci ha messo il vissuto…
gente come SEB CLARICE AWOMANAMAN ALDEBARAN ORFEO ma anche MARI che ha i suoi motivi pre gridare allo scandalo ha il suo vissuto e da quello dipende una sua ideosincrasia nei confronti di certe pratiche che non condivide, ma a parte loro ne scordo certamente altri…
Ma quanti sanno cosa costa in termini di investimento dei propri sentimenti del proprio vissuto coniugale, decidere di approcciarsi a questo mondo???
“Chi è causa del suo male pianga se stesso” si dice così no!?!
ebbene qualcuno di noi e anche qui per questo per piangersi un pò addosso…
Ho sempre avuto l’impressione condivisa da SEB come leggo nel suo ultimo post che ci sia più impegno di qualcuno a dimostrare che siamo malati piuttosto che da parte NS a convinciar egli altri in toto a praticare lo scambio di coppia.
Penso( che miracolo!!!) che la necessità di apparteneza ad un gruppo mantenendo la propria individualità non sia poi così esacrabile…
la società non è forse un gruppo??? Con tutte le sue espressioni…e la necessità di socialità non viene additata da nessuno come un male del pianeta.
Ora noto con immenso piacere che certe mie abitudini sono diventate piccole abitudini di tutti all’interno di questo blog, questa muta solidarietà espressa anche con l’uso di due parentesi……
che incorniciano uno stato d’animo mi provoca quasi commozione…
persone che no si conoscono con esperienze sia simili sia dissimili si confrontano si piacciono si detestano una bella girandola sempre piene di piccole esperienze di vita…
anzi mi stupisce che gente così piena di emozioni, di cose vissute(inflazioniamolo questo termine), abbia il tempo di scrivere due righe qui per darcele in pasto, col rischio poi di essere non già offeso ma malamente criticato a priori…
per quanto mi riguarda aprezzerei anche la presenza di un sacerdote all’interno di questo blog che argomenti i suoi punti di vista sul tema in questione…ma di inquisitori preferirei ce ne fossero meno, poichè e proprio dell’inquisitore procurare del male affinchè si confessino colpe che non si hanno…
Ma ognuno è libero di essere quello che vuole anche inquisitore se lo ritiene necessario, sarebbe bello capire però che giovamento se ne può trarre dall’inquisire…non una crescita personale, l’inquisitore non può accrescere la sua conosceza perchè salda è in lui la conoscenza assoluta derivata dalle sue certezze dal suo credo, e allora l’inquisizione è fine a se stessa, non giova al confronto(non ce ne è proprio di confronto), ed è sterile…
(rinfrancato ma amareggiato)