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Lettera pubblicata il 11 Ottobre 2005. L'autore, Seb, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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CB,
“secondo uno studio scientifico risulta che dedicare tre ore al giorno per dieci anni ad uno scopo, consente ad una qualunque persona di raggiungere obiettivi d’eccellenza in quella specifica situazione” – grazie per il riscontro, su cui rifletterò perché, al momento, pur ammettendone la valenza, non rientra nei miei concetti consolidati.
lo considero valido per obiettivi concreti; meno per obiettivi di sostanziali modifiche della propria indole naturale, che può sì cambiare, ma molto raramente. secondo me, perché un radicale cambiamento possa essere reale e stabile necessita di tempi lunghi (10 anni sono persino tanti) ma SOPRATTUTTO deve nascere da spontanei desideri e da un lento affastellarsi di modifiche del proprio schema mentale, magari consolidato da decenni.
personalmente, diffido dalle improvvise rivoluzioni di un modo di essere. lo immagino momentaneo, capace di ripensamenti e di ritorni alle consuete abitudini. opinione soggettiva, che, per essere più chiara, sintetizzo con “il lupo perde il pelo ma non il vizio.”
mi scuso per la digressione dal tema e ti saluto cordialmente.
Golem se prendessi in considerazione il fatto che anche chi non la pensa come te possa essere nelle condizioni di avere ragione; ed in oltre, che il perché di quelle diacronie possa non corrispondere a quello che intendi, forse potresti anche liberarti da quell’assurda supponenza che ti contraddistingue.
Vedi nella chiusa del tuo intervento, ti poni la domanda di chi non capisce, eppure si tratta di una risposta semplice da darsi; l’unico giudice in grado di stabilirlo è chi ha creato le regole del gioco, cioè la natura. Si tratta quindi semplicemente d’imparare a leggere correttamente quanto impone, sia attraverso le filosofie speculative che quelle mistiche. Ciò che non è possibile fare è rinchiudersi in un rifiuto globale ad ogni forma di conoscenza, che conduce inevitabilmente ad una considerazione narcisistica del sé assolutamente egotica. Io non comprendo quando dici che per noi occidentali non vale nulla la filosofia orientale e viceversa; in occidente la nostra cultura è essenzialmente speculativa, mentre in oriente, Giappone compreso, c’è l’idea speculativa che nasce con Confucio, ma anche quella mistica a noi sconosciuta.
rossana il sistema nervoso centrale continua a modificarsi per tutta la vita, e nel cervello si formano continuamente nuove sinapsi, mentre quelle che non sono più utilizzate degenerano. Questo sofisticato processo, noto come neuroplasticità, che comprende anche l’arborizzazione dei neuroni, nel loro insieme quindi si avrà una plasticità sinaptica, una intrinseca e una strutturale, e che riveste un ruolo importante sia nei processi di apprendimento, sia in quelli di recupero di funzionalità addirittura con lo spostamento di attività in aree attigue. Durante il giorno quindi, migliaia di miliardi di sinapsi, stimolate dai fattori provenienti dal mondo esterno, si accrescono e si rinforzano o addirittura nascono, e poi durante la notte si riducono di circa un 20%, e quando scendono sotto una determinata soglia di funzionalità, si annichiliscono. Si tratta di un meccanismo che consente non soltanto un apprendimento di ordine culturale, ma che comprende ogni forma di apprendimento, compreso quello emotivo. Si tratta di un processo molto ampio e veloce nei primi momenti della vita e che va gradualmente e rallentare con l’età. I cambiamenti possibili sono quindi di ogni ordine e grado.
Sono cassato CB. Sei affidato alle attenzioni della signora “in”…Ross.
Certo che citare Galileo per confrontare l’incomprensione che sei costretto a sopportare ti avvicina molto all’empireo del Divino Itto.
Resti comunque “non omologato”. Su questo non ci piove.
Ciavo
CB,
approfondirò il commento 1311, in quanto, se accolto in totalità, scardinerebbe un concetto acquisito con esperienza diretta, quindi difficile da rimuovere, in particolare rispetto ad abitudini di vita e di espressione di sé.
quanto alla filosofia orientale, in Occidente ritenuta dai più una non-filosofia, ricordo che questa risultava amata da personalità come Novalis e Goethe, apprezzata da Schelling, prediletta da Schopenhauer, seguito da Paul Deussen, amico fraterno di Nietzsche, che all’antica saggezza dell'”eterno ritorno” dedicò il suo capolavoro. voci isolate, purtroppo, zittite da Hegel. tuttavia, di recente l’Oriente sta filtrando nei suoi aspetti di base, come meditazione, yoga, shiatsu, reiki, agopuntura, medicina naturale…
forse basterebbe NON volersi porre due righe sopra tutti gli altri e NON generalizzare per evitare di appellare chi pensa e vive in modo diverso come immaturi, infantili, illusi, incapaci di sapere cos’è l’amore e cos’è la realtà, traumatizzati da violenze, carenti d’esperienze, immorali, malati di solitudine/isolamento, incoscienti, troppo o troppo poco intellettuali/colti, banali, indegni di esprimere opinioni… tutto questo non ha NIENTE a che fare con le IDEE, nei confronti di chiunque.
Da altro thread, a riprova di accanita ricerca di consensi e di incoerenza
2
rossana – 18 giugno 2015 10:57
Rossella,
grazie per il tuo commento, anche se stavolta dissento dall’affermazione che la monogamia sia genetica.
“I biologi, antropologi biologici, ed etologi comportamentali spesso usano la monogamia come termine sessuale, se non genetico. Essi postulano i seguenti quattro aspetti della monogamia:
– Monogamia coniugale si riferisce a unioni di solo due individui.
– Monogamia sociale si riferisce a due individui che vivono insieme, praticano sesso con l’altro, e collaborando ad acquisire risorse di base, come un riparo e cibo.
– Monogamia sessuale si riferisce a due individui restanti sessualmente esclusivi l’un l’altro senza avere partner sessuali ulteriori.
– Monogamia genetica si riferisce alle relazioni sessualmente monogame con prove genetiche di paternità.”
“La monogamia è massima fra gli uccelli, si stima il 90% delle specie, la cui prole necessita di entrambi i genitori per sopravvivere, mentre è rara fra i mammiferi con diversificazione tra i gruppi.
( Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Monogamia )
—
per carenza di spazio, riporterò più tardi la conclusione del post.
“forse basterebbe NON volersi porre due righe sopra tutti gli altri e NON generalizzare”
O forse basterebbe non vivere nel mondo delle fiabe per immaginare di utilizzare la filosofia orientale indossandola in occidente come fosse un vestito esotico preso dall’armadio.
(Per l’effetto “immagine” è interessante notare nel post relativo il profluvio di citazioni e nomi d’effetto da frequentatori di Wikipedia)
P.S. La “vera” monogamia umana è una “scelta”. Anche questa evidenza basterebbe per inquadrare i termini della questione nei soli termini umani, senza disturbare l’etologia.
rossana in verità la monogamia trova la sua ragion d’essere per ogni specie, solo per rispondere ad esigenze particolari ed è limitata alla sola ragione che l’ha stimolata, difatti anche le specie più monogame la rappresentano soltanto nell’ambito specifico della riproduzione e svezzamento in cui è necessario raggiungere la massima fitness riproduttiva. Se si osservano ad esempio i gibboni dalle mani bianche (Hylobates lar) che presentano moltissime analogie comportamentali umane, sembra che seguano uno stile di vita monogamo per tutta la vita legato principalmente alle necessità alimentari. Si cibano prevalentemente di piccoli frutti polposi, colorati e con notevoli quantità di saccarosio, dispersi in ampie aree, creando la necessità di una difesa territoriale. Si è notato che i piccoli restano legati all’ambiente familiare fino alla maturità sessuale, circa otto anni, e dato che la longevità di questa specie è di circa 25 anni, e che il periodo tra un parto ed il successivo è di circa 2–3 anni, è evidente che la monogamia diventa una quasi necessità. Non mancano comunque delle separazioni quando la coppia risulta non ben assortita o per infertilità, evento che si registra prevalentemente nei primi anni di unione.
Golem ma chi stabilisce qual è il mondo delle fiabe; tu? Capisco che per te qualsiasi cosa esca dai tuoi schemi mentali sembra fantasiosa e senza costrutto, ma il solo fatto che qualcuno la pensi, dovrebbe farti capire che è reale. Lo capisci che anche la fantasia più sfrenata, contiene in sé la realtà? Correre a duecento all’ora, seduto su una comoda poltrona, in una carrozza trainata da nulla, non è forse sembrato fantasia? O farsi quattro passi sulla luna? Forse può sembrare una metafora, ma lo sai che ai tuoi piedi il tempo scorre più velocemente di quanto faccia all’altezza della tua testa? In verità, caro Golem, la sola cosa veramente insensata, sono le tue convinzioni!
Mi sembri una di quelle persone che non avendo mai fatto immersioni, dicono che a loro non piace perché li spaventa da morire. Solo che tu non ti accontenti di questo, ma ti piace andare a cercarle per dirgliene di ogni, convincendoti tra l’altro di essere un maestro. Parli di filosofia orientale come qualcosa che attiene soltanto a quel mondo, senza renderti conto che la natura è sempre la stessa ovunque tu vada, e saperla leggere ha la stessa valenza in ogni dove; si può imparare dovunque e da chiunque, necessita soltanto acquisire la capacità a farlo.
Se fossi nata in oriente adesso saprei come esercitare la meditazione. Potrei anche levitare ed esercitare tecniche telepatiche con effetto sicuro. Potrei viaggiare nella Natura prendendo davvero la forma dell’acqua e cadendo dal cielo su chi mi pare.Non è ironico, dico sul serio:sarebbe bello provare un’altra mentalità.