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Lettera pubblicata il 11 Ottobre 2005. L'autore, Seb, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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… conoscere parti di sé, talmente represse da sbalordirci addirittura. La sensazione che più d’ogni altra viene riferita dagli scambisti, è infatti proprio il senso di libertà che si prova; dove cioè ogni forma di fantasia repressa trova la sua liberazione, ma non mancano riferimenti della rilassatezza dell’ambiente e dell’educazione che i vari partecipanti hanno nei confronti gli uni degli altri. Vorrei far presente che, traendo spunto dalla mia esperienza, ho costatato che ci sono coppie che frequentano soltanto l’ambiente deputato agli incontri e della conoscenza e che solo in determinate condizioni si spostano nelle zone calde, al solo scopo di guardare.
Golem la trasmissione di Giletti a cui mi riferivo, segnalata da rossana, è “non è l’arena” del 8/04/2018 e la puoi trovare qui, posizionando poi il cursore alle circa 2:58:50:
https://www.youtube.com/watch?v=xyR3GbbjNU8
in realtà qui puoi anche trovare le precedenti, del 18/03/2018 e del 25/03/2018:
https://www.youtube.com/watch?v=uW3WhqNXWwo
https://www.youtube.com/watch?v=eMovBvbbds8
in particolare quest’ultima potrebbe darti utili motivi di riflessione. Oltretutto chiarirti per sempre quanto sbagliata sia la tua idea che trattasi di un mio concepire personale.
CB, la TV -una certa TV- serve a far “audience”, quindi ad attrarre pubblico che guarderà gli spot pubblicitari e muoverà l’economia del consumo che vi sovraintende. È naturale che più è “stuzzicante” il tema più saranno gli spettatori, e il fenomeno scambistico è stuzzicante, come tutto ciò che gira intorno al sesso, lo sappiamo bene, e da sempre.
Ti sto ripetendo da mesi che non ho niente da scoprire da un’attività che non mi attrae e non ha niente di innovativo, se non come sdoganamento semiufficiale di un desiderio che è solo la manifestazione di un’ossessione sessuale, che porta in sè voierismo e bisessualità se non omosessualità. Pratica lecita, sì, ma che sarà sempre relegata nell’ambito delle aberrazioni sessuali. A maggior ragione quando si tratta di mettere in gioco un rapporto che si vuole ritenere d’amore. Come ti ho già detto, il presunto milione di “scambianti”, in termini antropologici non significano niente di più di quanto significhino i praticanti del tiro con l’arco. È un “passatempo” piacevole per chi lo pratica. Ma non torneremo a cacciare con la faretra in spalla così come non ci ameremo in dodici.
La tua limitata “corte” ti compiace perchè vi è portata per natura, non illuderti.
rossana ovviamente hai visto giusto, ma io ho un po’ ironizzato su ciò che aveva scritto Golem a riguardo.
Personalmente anch’io sono contrario agli eccessi, al troppo, anche se comprendo che si tratta di valenze personali; in pratica, ciò che è eccesso per me, potrebbe non esserlo per te e viceversa; ma non solo, c’è anche da considerare che il me di oggi, non vede la stessa valenza del me di ieri. Ciò che voglio dire, non è che le culture orientali rifuggano la concezione degli eccessi, ma li vedono in una luce più elastica di quanto siamo soliti fare noi nella nostra cultura; per loro, trattandosi di una rotazione, ogni elemento è considerato come l’avvio di un nuovo ciclo.
Noi qui stiamo provando a riflettere sulla sessualità in genere ed in maniera riflessa di quegli aspetti che in qualche modo ne vengono coinvolti, come ad esempio l’amore. Vorrei riportare recenti cognizioni scientifiche che potrebbero aiutarci a delineare meglio le modalità in cui essa si sviluppa. Cerco si banalizzare per renderlo più comprensibile.
Tutti noi abbiamo, per così dire, un acceleratore ed un freno nel cervello; per agire su questi comandi possediamo una specie di programma emotivo che possiamo ridurre a tre condizioni basilari che…
… si possono riassumere in: aspettativa; godimento e voglia. La situazione quindi è questa; accade qualcosa di rilevante di cui il cervello ne viene informato, si attiva quindi l’aspettativa, è come se ci si ponesse la domanda: “ehi, questo è interessante”. Nella fase successiva si attiva il godimento che ne determina la piacevolezza, al grido: “ehi è piacevole”. Infine, se lo stimolo va oltre un certo limite, si passa al successivo livello che è la voglia, al grido “ooh, ne voglio ancora”.
Approfitto di queste poche righe rimastemi, insufficienti per il prosieguo, per dare a Golem qualche indicazione di verità.
Considerando le banalità e le ovvietà che dico, mi piacerebbe imparare a concepire qualche argomento un po’ più concreto e fattivo, ma ho qualche difficoltà a scorgerne. Come ti ho già detto, mi sembri estremamente simile a quel Ruggero del programma di Giletti che rossana aveva già indicato e che io ti ho riportato in precedenza.
Vedi Golem, tu mi hai già detto tutto, ma a me è sembrato questo tuo tutto, si possa ridurre a un tuo sentire e nulla più, mi sarebbe invece tanto piaciuto avere qualche elemento su cui riflettere.
Comunque sono contento di non dire niente, affinché non biasimarmi per chimeriche scelte.
Caro CB, il mio sentire per me è più che sufficiente per sapere se una cosa mi piace o meno. Direi che su questa base si è regolata l’umanità per millenni, e lo fanno persino gli animali, pensa un po’. In realtà, questa elementare logica ha definito lentamente il concetto di bello e di buono, che in fondo sono sinonimi.
Devi sapere che quel concetto di bellezza è collegato a quello di “sopravvivenza”, anche se le sovrapposizioni culturali ne hanno fatto perdere gli antichi riferimenti, che tuttavia permangono all’interno di quei giudizi. Certo, quello che è bello per me non lo è per te, ma vi sono indicatori, che almeno in termini strettamente numerici, e al di là dei gusti personali, ci dicono qual’è il “bello” (o il buono) prevalente, che poi è quella caratteristica che ha tracciato la “qualità” di una cultura, che nel caso che trattiamo riguarda la nostra.
Ora, che tu vada a ravanare nella cultura orientale, o in quella dei Sumeri per cercare una ragione recondita alle tue scelte, potrà affascinare la tua modesta “corte” ma non uno come me, che non si fa abbindolare dalla “confezione” quando questa è piena solo di orpelli, come gli specchi per allodole che prepari tu, e scusa la presunzione. >>>
>>> Andare a pescare qua e là senza tenere conto del PERCHÉ certe culture hanno prodotto certi effetti, peraltro discutibili per l’interpretazione che vuoi dargli, conferma a chi di cultura e lucidità ne ha un minimo sindacale solo una cosa: che sei un imbonitore. Ma attenzione, non di altrui candori, ma dei tuoi. Perchè io sono convinto, tanto da metterci la mano sul fuoco, che tu hai tanti di quei problemi con la tua identità sessuale, ma altrettanta vergogna proveniente da un’educazione sessuofobica, che hai “voluto” trovare una soluzione scientifica al tuo “bisogno”. È una cosa che ti ho già detto ma che ti ripeto, perchè ne sono sempre più convinto mano a mano che leggo quello che scrivi.
Tu, come tanti, hai bisogno del conforto sociale di non essere un “diverso”, perchè è quello il tuo vero problema, e non lo scambismo; quello è l’ologramma, non il vero “focus”. Risolverlo “scientificamente” ti fa sentire assolto razionalmente, se poi te lo confermano “gli altri” lo sarai pure socialmente. Allora che fai per superare il muro della “moralità” occidentale ? Ti leggi superficialmente tutto quello che trovi su Internet e fai un patchwork che somiglia a una tesi. Una ci crede, ma mille no. Più uno: me.
Ciav.
condivido golem – 1167 1170 e in alta percentuale l’ 1174
Ho visto i 3 video proposti da cb -non e’ l arena-
nella puntata del 18 mar al 3h,19’la p.star ferrari afferma che fare del sesso un °°mestiere°°se cosi’ si puo’ dire come fa lei,e’ pesante stressante da un punto di vista mentale e psicologico.Questa affermazione fapensare.
Giletti sa fare il suo,con gli ospiti,e per fare salire l’audience della massa critica.
Poi come al solito,direi all’italiana,si va da un estremo all’ altro, cioe’ dall’integralismo cattolico,che co......,al libertinaggio individualista senza freni,che palle, il tutto e’ una strategia calcolata x fare audience.
Con continue interruzioni polemizzanti fra gli ospiti che non lasciano finire di esprimere un concetto o un pensiero.
Ho sentito cmque alcuni cose che condivido.
E’ un nuovo fenomeno di costume,su cui ci sara’ sempre da parlarne,approfondire,anche pke non e’ tutto rose fiori come hanno presentato,c’e’ il rovescio senza nessun dubbio,anche fra le coppie piu’ disinibite.
Pero’mi rimane una sensazione a pelle,piu’mi acculturo,di questo fenomeno scambista che e’ quello di vendere LA MERDA X CIOCCOLATA finissima.Ripeto come un mantra o un rosario ognuno poi fa cio’che…
Golem, essere convinti di qualcosa non è motivo sufficiente a riconoscerla come giusta, valida, universale, condivisa, …. Ciò che la rende considerabile, è che sia assoggettata a leggi immutabili che sono solo quelle della natura, e non già i valori umani che si modificano nel tempo. La bellezza ad esempio non ha alcuna valenza, tant’è che gli artisti non sono più interessati a rappresentarla. Sulla bellezza infatti non c’è dibattito proprio perché non può esserci. Del resto sei costretto ad ammettere che ciò che è bello per te, potrebbe non esserlo per me.
Il fatto che tu consideri il numero degli aderenti a qualcosa, è di una futilità assoluta; questo sì che è una ricerca di consenso. Di fatto non si può neppure determinare un metodo per scegliere quali numeri considerare, i metodi statistici infatti riescono a determinare solo ciò che non è.
La monogamia tradizionale ha esclusiva valenza sociale, non è infatti considerata immutabile né dalla natura, né da tutte le società umane. Certo tu puoi sceglierla e ritenerla giusta, ma non hai alcun diritto a considerarla come una scelta universale.
Quando una o entrambe le posizioni prospettiche di un dibattito, si fondano su un credo, non è possibile giungere ad alcuna conclusione;…
… si accetta o meno il credo, ma non si può determinane la valenza.
Qui di specchietti per le allodole ne vedo soltanto nelle tue elucubrazioni esuli da valenze. Il mio ravanare in altre culture serve solo a farti rendere conto che la tua visione è legata esclusivamente ad un credo; il fatto che tu non consideri valide le scelte poligame presenti in altre culture, mostra nei fatti, che la tua posizione è relativa ad uno specifico credo e non ha valenza universale alcuna.
Golem finalmente hai ammesso che subiamo una cultura sessuofobica, soltanto che io me ne dissocio, mentre tu ci cadi dentro a pié pari, e quindi di problemi devi averne tu che ne sei succube, e non io. Vedi Golem, io potrei dirti senza problemi che sono gay, o bisex, o qualunque altra cosa, perché non ritengo alcuna di queste condizioni manchevole di alcunché, ma sono sicuro che per te non è la stessa cosa. Non so proprio che farci, ti lascio alle tue insane convinzioni.
alb mi piacerebbe commentare ciò che dici, ma mi rendo conto che ciò comporterebbe un disperdersi del nostro percorso cognitivo, dico perciò che è futile pensare all’audience, ma risulta invece utile cogliere le modalità e i contenuti degli interventi, per farsi un’idea da coltivare.
CB, analizzare con attenzione quello che scrivi è una lezione per chi vuole avere un esempio concreto di incoerenza e lucida paranoia. Non ti accorgi nemmeno che mentre stigmatizzi quella che a te appare una posizione preconcetta tu ne proponi una peggiore.
Come puoi asserire che essere convinti di qualcosa non è motivo sufficiente a riconoscerla come giusta, valida, a maggior ragione se quella posizione dà piena soddisfazione come nel mio caso e in quelli di milioni di altre persone per altre milioni di situazioni. E quale altra posizione si dovrebbe andare a cercare se si è in perfetto equilibrio?
Tu peraltro quello che stai proponendo è una condizione che ti soddisfa se ne sei così entusiasta, quindi seguendo la tua logica non appena raggiunta dovresti immediatamente disconoscerla in ragione della tua anacronistica logica, che in realtà è un’arrampicata sugli specchi per tentare di far apparire sensati i tuoi deliri.
Poi, gli effetti della cultura sessuofobica riguardava te, non me, e il fatto che sia stata una caratteristica della nostra come di altre culture non vuol dire che siamo “usciti” tutti traumatizzati da quell’esperienza. >>>