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Lettera pubblicata il 11 Ottobre 2005. L'autore, Seb, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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ALLEGRA, bello che stai vicino mil mare 🙂 io amo molto il mare, anche in inverno. E come del verde ne ho proprio “bisogno”, di andarci o cmq di sapere che c’e’, a portata di sguardo e passeggiata, magari anche con la pioggia. Sul paese piccolo: si, ho capito il concetto. Del resto hai tutto il diritto di sapere tu i tuoi equilibri e di dire cio’ che ti va a chi scegli tu. capisco che pero’ se una cosa ti entusiasma magari vorresti poter dire anche senza pensarci “bello ieri al prive'”. con i tuoi amici piu’ stretti, anche non scambisti, se ti va lo fai? – Io devo dire che, a parte il fatto che ognuno sempre sceglie cosa ha voglia di dire a chi, e non per mere ragioni di timore di giudizio (inteso anche piu’ come rotture di scatole), devo dire che oltre ad avere amici molto “eterogenei”, frequento un ambiente in cui dal punto di vista delle scelte di relazione e preferenze sessuali e’ piuttosto aperto.
X LUNA
la voglia di esplorare nuove frontiere può partire da un solo elemento della coppia o da entrambi, ma anche se parte da uno solo, in caso di affiatamento e complicità della coppia, l’illuminato (per così dire) partecipa le proprie fantasie all’altro patner che può o meno condividere, ma ripeto, se c’è affiatamento, anche il patner partecipato finisce per assecondare e condividere il desiderio trasgressivo del proponente.
Tra l’altro bisogna considerare anche il contesto e le circostanze che spingono un patner alla richiesta di trasgressione (ad es. il marito che chiede alla moglie di scambiare e lo fa durante un amplesso, ossia quando il sesso è più esaltante e coinvolgente e le difese e barriere culturali sono meno opponibili). Lo scambio di coppia è solo un gioco e se suscita un pò di gelosia tanto meglio, fa parte del gioco; naturalmente si gioca con persone che piacciono e cmq si deve riuscire ad apprezzare il sesso fine a se stesso; diciamo che si arriva per gradi e dipende dalle esperienze pregresse di ognuno di noi. A proposito: anch’Io ho un rapporto con gli animali a dir poco discutibile; ho un gatto che viene a dormire con me e che mangia solo pollo AIA, oltre al secco.
@Luna: si, il mare e’ stupendo, in base ai miei turni vado spessissimo con il mio kavalier King sulla spiaggia a leggere ne sento proprio la necessità oppure ci vado a correre con la mia musica preferita.
Direi che hai centrato in pieno il problema, forse mi ritrovo qua a parlare delle mie esperienze e ad cercare di avere dei pareri proprio perché non me la sento di parlarne con nessuno, non voglio che la voce si sparga, ho solo una migliore amica di cui mi fido e alla quale racconto tutto ma abita lontano….ho altre due o tre persone a cui vorrei raccontarlo e so che mi rimarrebbero amiche e non mi giudicherebbero ma non mi fido al 100% che lo raccontìno per sbaglio e così non lo dico.
Dott hai ragione ci si arriva per gradi….ma una volta che ci si è’ arrivati dici che si può tornare al gradino precedente e sentirsi comunque pienamente soddisfatti? Chissà’…..
DOTT, spero bene che il gatto (se ne ha voglia) dorma con te. E che tu non russi troppo. Ahi ahi, hai un gatto consumista, dunque (anche se paghi tu) e che si fa infinocchiare dalle marche… Il mio gatto e’ piu’ illuminato, vuole mangiare anche gli spinaci, possibilmente freschi in foglia. Per il resto: chiaro, propongo io o proponi tu o ce lo proponiamo. Che sia scambismo o altro. e non necessariamente occorre mandare un fax o segnare sulla lavagnetta “oggi chiedere a xxx se vuole farsi sco.... bendata ecc ecc”. anche se segnarlo sulla lavagnetta potrebbe essere simpatico. Il fatto che non mi attira lo scambismo non vuol dire che non ho idea di come funziona una proposta, una novita’ che germoglia anche spontaneamente ecc. il mio discorso era che se ti piace l’idea di fare sesso di gruppo ti piace anche quando sei single, anche nel caso ti piaccia l’idea di farlo in coppia. e anche se tua zia concetta a cena ti dice che sporcaccione chi lo fa. Dissento, secondo me, sul concetto “piu’ illuminato”. E se il tuo partner non avesse la tua fantasia o predilizione ma ne avesse altre che non sconfinferano a te quale scala deciderebbe chi ha piu^ watt e led di illuminazione? non sono molto d’accordo anche sul concetto che se c’e’ affiatamento finisce con l’assecondare. Cioe’, penso di capire cio’ che intendi perche’ il concetto di affiatamento ce l’ho ben presente, e anche fuori dal letto
e sessualmente parlando lo vivo, de panza, come fondamentale. C’e’ gente che dice “non siamo affiatati sessualmente, pero’…”. Ognuno sa per se` e ha le sue ragioni, ognuno ha il suo concetto di chimica e cosa sia affiatamento o meno per una coppia o un individuo non puo’ deciderlo un altro. Cio’ che posso dire per me e’ che non ho mai avuto un amore, anche lungo amore, senza una forte reciproca “chimica”, non giocoso, e in cui vivessi come un problema comunicare, da quel punto di vista, non a parole o a parole. ma venendo al tuo concetto: dunque secondo te l’affiatamento, in una coppia legata da una fortissima chimica e spontaneita’, finisce nel momento in cui uno dei due non condivide una precisa fantasia? E non la condivide non per barriera culturale ma perche’ non e’ una sua fantasia affine. Cosa che a me non sembra fantascientifica perche` se parli con la gente o anche con altre coppie mica a tutti piacciono o eccitano le stesse cose e situazioni. e cio` che per un altro e` la fine del mondo per un altro mah… o indifferente o anche fastidioso e non per ragioni culturali. La mia amica bisex e che ha vissuto un triangolo pure alla luce del sole e’ bigotta perche’
Perche’ a lei non piacciono cose che piacciono a me o non si troverebbe a suo agio in cio’ in cui io si?
A llegra fa del suo privato cio’ che vuole e oi pensa agli altri equilibri. Non.e’ che non lo.fa perche’ vive in un piccolo paese o per i colleghi o.gli.amici. Un altro.step.potrebbe essere fare “outing”.. Ma perche’? Per chi? E se e quando se la sente
.Intelligentemente non.si.cfr con cosa dovrebbe essere ma cio`che e`e gestisce i suoi equilibri.
@luna “fare outing” mi fa ridere ma in effetti e’ vero alle volte mi dico ma si ora racconto tutto e chi se ne frega, chi mi vuol bene veramente mi accetterà comunque…ma poi mi dico che non ha senso….nessuno di chi conosco alla fine mi viene a raccontare per filo e per segno con chi o come sco..pa…e quali acrobazie mette in atto o se lo fa probabilmente mi racconta solo quello che in effetti mi vuole raccontare e alla fine che mi cambia dirlo?Niente….di sicuro non vinco una medaglia…il mio equilibrio e’ nella coppia…è’ con lui che non devono esserci segreti…il mondo può farne volentieri a meno del mio outing….ho solo una seconda migliore amica e collega che mi spiace non raccontarglielo ma lei è’ così categorica su tutto si, molto bigotta…non ce la posso fare.
ALLEGRA, infatti l’avevo virgolettato 😉 se hai un’amica che percepisci come “bigotta” ma che consideri comunque un’amica probabilmente, oltre ad un legame d’affetto, vi legheranno altri piani di affinita’. Le ragioni per cui scegliamo di esternare cosa a chi sono varie. E non solo legate al giudizio. Del resto secondo me se di testa abbiamo o pensiamo di avere una mappa (per esperienza e per i messaggi che da’) di come ragiona tizio e di come potrebbe reagire ecc e’ anche de panza (istinto) che scegliamo se dirgli una cosa o no. Io qdo ho un progetto a parte che mi piace godermelo e non ne parlo molto in generale non ne parlo con chi e’ piu’ “disfattista” o pessimista per sua natura, chi e’ su una lunghezza d’onda da quel punto di vista totalmente diverso ecc. Non per non sentire un’altra concreta o utile campana per un confronto utile (cosa che faccio, ma so/sento con chi posso farlo) ma anche per non disperdere energie o accumulare anche non inconsapevole negativita’ altrui di cui mi devo poi liberare. Esempio banale: io all’universita’ facevo esami anche molto ravvicinati, con una mole di libri che per altri erano “impossibili in quel tempo”. Alcuni piu’ che altro (rispettabilissimo) avevano bisogno di sentirsi strasicuri il piu’ possibile per presentarsi e avevano un loro schema di piano di lavoro. Io avevo il mio e i miei tempi e accettavo piu’ serenamente anche la pressione dei tempi stretti e il rischio di non farcela. Il punto stava tra me e me prima di cosa ne pensasse caio o sempronia. Sarebbe stato “grave” se io non mi fossi concessa di fare, per altro quasi sempre fruttuosamente, a modo mio. Nel lavoro di gruppo i parametri sono diversi, ma anche la’ in realta’ ognuno porta piu’ fruttuosamente possibile le sue peculiarita’.
Ma mi riferivo al contatto con noi stessi e cio` che per noi e^ dimensione privata. Il fatto che tu possa concepire una tua dimensione legata al sesso in cui entrano (coi confini che tu valiti armonici per te e non quelli altrui) altre persone non cambia che quello sia il tuo privato che TU vivi e gestisci come credi in rapporto all’esterno e il circostante. Anche perche’ non possiamo controllare gli altri e perche’ piu’ facciamo cio’ che sentiamo veramente in linea con noi e meno abbiamo bisogno delle conferme esterne. Certo piace di piu’ l’empatia e il rispetto per le nostre scelte anche di chi non per forza la pensa o vive come noi che l’opposizione e se l’opposizione “attiva”. Ma per me il nucleo centrale non sta in cosa ne pensa un altro di come vivo ma se io vivo in accordo con il mio sentire. In armonia con il mio sentire innanzitutto e in armonia con chi e’ piu’ vicino. Non e’ una visione da orticello perche’ il mio concetto di armonia e’ in realta’ esteso, pur nella consapevolezza della diversita’, intesa come rispettabile valore e del fatto che non si possono.controllare gli altri e non esiste una voce sola. E penso anche che il valore di solidarieta’ e sinergia e equilibrio va oltre le etichette di una singola tendenza, o religione (penso alle realta’ in cui pare sia previsto un “tesseramento” o conversione per avere solidarieta’…. Cosa questa che ho toccato con mano in alcune realta’ e altre no). Di fatto penso che se una scala vogliamo considerarla per forza io non la vedo rispetto una preferenza o un’altra, una trasgressione o un’altra ecc ma rispetto l’equilibrio, l’ascolto di se’ e il proprio sentire un concetto di “qualita’ di vita” che per me non ha un significato materiale, non consumistico, non in primo luogo certamente. Comprendo che se in qualche modo ti freni dal dire cio’ che liberamente vorresti dire cio’ ha in se’ una parte di frustrazione. Pero’ scegli anche di farlo, sentendo che non puoi controllare gli altri e decidendo cosa hai balle o no di gestire
È evidente che i miei interventi sono motivo di scontro e quindi proverò ad astenermi da esprimere pensieri troppo… esuberanti. Permettetemi però di dare delle risposte a quelle domande che mi sono rivolte.
X Nadir
Quando ho parlato di natura, a me sembrava evidente riferirmi alla natura nel suo stesso essere e non ai suoi componenti particolari. Alle leggi esplicitate in essa e non a quelle espresse all’interno delle sue specificità. In un branco di leoni ed esempio, le regole sociali stabiliscono che il maschio dominante sia il più forte ed ha diritto a trasmettere i suoi geni, deve mangiare per primo e scegliersi il boccone migliore per mantenere il suo imprimatur di difensore del gruppo e del territorio, anche se non partecipa in modo preponderante alla caccia. Non è così per le tigri.
Le regole sociali, quindi comportamentali, morali e di gusti, sono opinabili e quindi discutibili. In Iran una donna è maggiorenne a nove anni ed un uomo a quindici, a El Salvador invece un uomo è maggiorenne a venticinque anni. La nostra legislatura stabilisce che si è maggiorenni a diciotto anni indipendentemente dal sesso. Qui in Italia se vai a letto con una dodicenne sei un pedofilo, in Iran dove una donna è considerata come merce di scambio, può essere data in matrimonio a nove anni in cambio di una dote. In quel paese il nostro valore di pedofilia perde la sua valenza. Questo non c’entra nulla con le pulsioni di morte e di vita che sono insite in ogni organismo vivente.
Ritornando a Bruno e Galilei, non li ho presi a campione per paragonarmi a loro, me ne guarderei bene. Non si tratta di arroganza, neppure se erroneamente presunta, ma d’indicare quanto sia pericolosa una posizione fondata esclusivamente sulla fede, intesa come scelta emotiva. Formulazioni di questo tipo contengono in sé il germe dell’insicurezza che possono condurre ad aspetti patologici in quando destabilizzati da valori cognitivi sicuramente più ponderati. La cultura prescientifica dominante all’epoca di Galileo, era fondata su convinzioni emotive. Era sotto gli occhi di tutti che la terra fosse piatta ed altrettanto ovvio era che tutto il firmamento ruotasse intorno ad essa. Questo possiamo esperirlo in qualunque momento anche oggi. Soltanto che noi sappiamo che questa è soltanto un’impressione, perché abbiamo cognizione della realtà. A quel tempo però che non vi era questa cognizione, perdere la sicurezza per quelle, ritenute eresie cognitive in quanto non riconosciute come giustificazioni oggettive, spingeva ad assumere atteggiamenti patologici come quelli appunto evidenziati verso Bruno e Galilei.
X dott50
Ho scritto: “Vedi caro dott50 noi siamo abituati a considerare…”. Ora è evidente che il “noi” non sta come un “me e te”, e neppure come un plurale maiestatis, ma come un noi generalizzato, cioè un “noi tutti”, la gente in genere. La tua reazione è stata: “Io non condanno un bel niente!!! Non considero immorale il naturismo!!!…”.
— Continua —