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Lettera pubblicata il 11 Ottobre 2005. L'autore, Seb, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Ci risiamo. Io provo soltanto a stimolarvi altre visioni, non sto a chiedervi di cambiare idea o di considerare le mie, che tra l’altro non lo sono in quanto tali, migliori delle vostre, sto solo ad illustrarvi quali altre aspettative ci sono oltre quelle tradizionalmente accettate, punto.
X LUNA
Io non voglio avere delle giustificazioni del tuo comportamento, voglio soltanto trovare aspetti altri che potrebbero essermi sfuggiti. Mi piacerebbe comprendere cosa non ho colto nella mia vita tradizionalista che a me sembra piatta già nel termine in sé, in quanto si riduce ad un conservatorismo, ad un ripetersi invariato di uno schema preordinato. Mi chiedi perché sia avverso alla fede tout court; perché ritengo non porti a nulla di buono. La nostra evoluzione è frutto di un certosino e continuo lavoro di rigenerazione e sperimentazione. La fede per me è foriera di regresso, di un rinchiudersi in egoistiche nicchie.
X SAM
Non esiste una mia opinione del mondo ed una sbagliata. Per me esistono riflessioni più o meno attinenti al vero e quelle più incentrate su una visione egocentrica del mondo. Io considero, cosa peraltro dimostrata con esperimenti scientifici, che una visione collaborativa sia più sintonica con socializzazione, sviluppo, crescita, bene diffuso; mentre un aspetto competitivo sia più organico con asociale, guerra, capitalismo, appropriazione di beni altrui. Se così non è, ben venga, ma non è sufficiente esserne convinti, bisogna averne delle certezze comprovabili.
X tutti
Pensavo che per festeggiare il Natale, ogni regione si esprime con tante invenzioni culinarie ed i dolci ne rappresentano il piatto forte. Quello che però è l’essenza stessa del Natale è il panettone. Ad un certo momento però la gente, in maniera sempre più incisiva ha iniziato a provare avversione per la frutta candita, così il Pandoro ha scalzato di fatto il primato al Panettone. Mi chiedo e chiedo a voi tutti, cosa è avvenuto; come mai la frutta candita ha iniziato a non piacere più?
A me personalmente piace l’arte anche se non mi considero un appassionato nel senso proprio del termine. So che ci sono degli amanti che farebbero qualunque cosa per possedere un’opera di valore, anche a costo di trafugarla e poi tenerla nascosta al mondo in un proprio caveau. C’è però anche chi non solo ama possederla, ma piace anche esporla di tanto in tanto in qualche frequentata mostra perché tutti possano ammirarne la bellezza. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate?
Ovviamente queste due domande sono soltanto uno stimolo a rispondere a due aspetti psicologici che si possono trovare nel nostro agire quotidiano. Personalmente non m’interessa avere delle risposte, mi preme di più che voi provaste a riflettere su questi aspetti, cercaste cioè di esaminarne ogni possibile risvolto. Se poi se ne vuole discutere, significa che non solo si desidera mettere alla prova le proprie convinzioni, ma che si brama anche di condividerne i progressi.
io non posso intervenire sono un amante del panettone con tutto quello che ci può star dentro mentre il pandoro lo mangio ma già al terzo morso mi stufa un po’…allora lo puccio nel latte…va beh ma che Sto a a scrivere…..a chi può interessare……….
Riflettevo su ciò che è avvenuto recentemente tra Allegra matta e LUNA. La prima ha commentato un intervento di dott50, coinvolgendo la seconda nel suo riflettere. Io che in qualche modo condivido il suo modo di concepire, ho compreso immediatamente che quell’atteggiamento era dettato dalla volontà di esprimere il suo pensiero. LUNA invece, pur non comprendendone le ragioni, l’ha interpretato come un coinvolgimento inappropriato. In verità ci sono stati altri casi analoghi in passato, ma provo ad esprimere una mia valutazione, che ripeto, è soltanto mia e non è avvalorata da alcunché. Quando si è avversi ad una cosa, le persone che sappiamo invece ad essa concordi, ci appaiono come rivali tout court, quindi se anche dicono cose condivisibili, ci sembra nascondano ragioni che anche se ci sfuggono, devono essere necessariamente ostili. Il fatto ad esempio che io esprima un determinato argomentare per ampliarne il contesto, suona alle orecchie di SAM, ed è avvenuto anche con LUNA, over, colam’s, dott50 ed altri, come un mio personale senso di superiorità. Questo meccanismo è stato ben espresso da molti studiosi del carattere umano, uno tra tutti Pirandello che ha scritto: “… l’essere agisce necessariamente per forme, che sono le apparenze che esso si crea, e a cui noi diamo valore di realtà. Un valore che cangia, naturalmente, secondo l’essere che in quella forma e in quell’atto ci appare. E ci deve sembrare per forza che gli altri hanno sbagliato; che una data forma, un dato atto non è questo e non è così. Ma inevitabilmente, poco dopo, se ci spostiamo d’un punto, ci accorgiamo che abbiamo sbagliato anche noi, e che non è questo e non è così; sicché alla fine siamo costretti a riconoscere che non sarà mai né questo né così in nessun modo stabile e sicuro; ma ora in un modo ora in un altro, che tutti a un certo punto ci parranno sbagliati, o tutti veri, che è lo stesso; perché una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile. La facoltà d’illuderci che la realtà d’oggi sia la sola vera, se da un canto ci sostiene, dall’altro ci precipita in un vuoto senza fine, perché la realtà d’oggi è destinata a scoprirsi illusione di domani. E la vita non conclude. Non può concludere. Se domani conclude, è finita.”
Personalmente non so se sia meglio essere concordi con la moltitudine della gente o se sia più utile esserlo con le menti eccelse che costituiscono il nostro futuro in quanto meno legate ad un sentire di pancia. Io trovo più interessante la seconda modalità, anche se essa può essere più rischiosa, e se contiene in sé la necessità ad un maggiore impegno.
X CB: Vorrei esprimere qualche commento, se mi consentite:
1) Non ci voleva Pirandello per definire la “relatività del pensiero” consistente nell’evoluzione dinamica dello stesso in rapporto al tempo ed al luogo.
2) Sia ben chiara una cosa IL TRADIZIONALISTA non necessariamente accetta la regola costituita senza analizzarla e criticarla, ma può farla propria, seguendo un iter logico di pensiero ed in piena libertà condividerla.
3) La tendenza alla trasgressione e tipica di quei sogggetti emotivo-dipendenti; ossia di quei soggetti che hanno bisogno di eccitazione emotiva, hanno bisogno di esplorare e sperimentare situazioni che diano loro una carica emotiva. Quì si parla solo di trasgressioni sessuali; ma il vero trasgressore sperimenta emozioni che gli possano derivare anche da latre situazioni, mi viene in mente l’eccitazione che ti provoca il gioco d’azzardo; oppure partecipare con dei delinquenti ad una rapina od altro evento criminoso; così come pilotare una automobile a 300 Km orari. Cosa ne pensi di queste trasgressioni? Sono espressione di una libertà, come la chiami Tu, oppure riguardo al gioco d’azzardo sei un tradizionalista?
Sarebbe interessante scegliere una data in cui tutti gli interessati a questa discussione potrebbero incontrarsi, magari in un bar o ristorante, per poter disquisire in maniera più esaustiva rispetto a quanto abbiamo fatto fin ora
A questo punto allora mettiamoci anche le droghe come trasgressione, e ce ne potrei aggiungere di cose che mi vengono in mente da non fingere più ma mi ripeto io non vedo lo scambismo come una trasgressione ma come un piacevolissimo stile di vita che non causa danni a nessuno e credo sia stato ampiamente accettato visto che nessuno a saputo dare delle risposte per smentirmi ma chi è’ che dice che lo scambismo e’ una trasgressione, quale regola si trasgredisce? Per me trasgredisce chi tradisce la moglie visto che ha fatto una certa promessa sull altare….. (Ma a cosa pensava in quel momento? Boh…) ti amerò ti sarò fedele per sempre bla bla bla altroché se trasgredisce. Lo scambista e’ sincero fin dall inizio o ti va bene o cercati qual con altro!
CB, io non sono mai stata dipendente dal concetto tradizionalista o dall’anticonformismo quindi, a parte che non mi interessa granche’ leggere le mie emozioni e scelte ecc in queste chiavi il termine tradionalista (che poi non vuol dire una cosa sola) non mi richiama ne’ l’idea di noia, tunnel e piattume ne’ di rassicurazione rispetto l’accetazione altrui o il controllo sulla realta’, idem trasgressione non mi sembra di per se’ un termine sinonimo assoluto di liberta’ e apertura mentale o soddisfazione.
Perche` nella tua vita sino a qualche anno fa non ti trovavi a tuo agio per te lo sai o puoi saperlo solo tu. Non ho idea di cosa ti sei perso o non perso. Non so chi intendi per menti eccelse visto che pensi che non siano state in contatto con la loro pancia, cosa abbastanza improbabile. Personalmente non considerando e non vivendo la vita in dipendenza dai concetti sopracitati non leggo le scelte di relazione o sessuali in queste chiavi, ne’ le altre scelte
Cara Allegra, non importa a chi interessa ciò che scrivi. La cosa importante è il pensare, poi da cosa nasce cosa e si può anche addivenire a qualche riflessione interessante. A me la frutta candita piace ed il panettone anche, ed anche se non ne vado matto mi piace comunque più del pandoro. Una volta la frutta candita piaceva da morire ma… oggi non più, chi sa perché. Forse c’entra la società, i mass media, gli interessi aziendali. Chi lo sa, comunque è avvenuto un cambiamento e non credo sia legato a libere scelte individuali. Penso che esista un potere fortissimo che c’impone anche i gusti, e fino a quando non capiremo questo, esso potrà pascere e crescere ed a me questo fa impressione. Quando uno, facendo le cose più infamanti, può controllarci fino al punto d’imporci un gusto personale, convincendoci nel contempo di essere artefici delle nostre scelte, allora non c’è modo di fermarlo, costringendoci ad un totale annientamento.
Stavo rileggendo SAM, divertendomi molto. Certo che commentarlo sarebbe non soltanto inutile, ma alimenterebbe ancor più le sue convinzioni. Già; è evidente che il suo ego non gli permette di avvedersi delle assurdità delle sue convinzioni. Voglio evitare ogni commento in quanto ritengo gli altri adeguatamente capaci di comprendere da soli l’assurdità di tali affermazioni.
Riflettevo invece sul senso tradizionale di concepire la coppia. Due persone di sesso opposto unite dall’amore eterno. Due cuori ed una capanna per intenderci. In verità una condizione irreale, in particolar modo fino a non molti anni fa, dove un’unione tra uomo e donna era dominata da considerazioni economiche più che emotive. Retaggi di questa concezione si ritrovano ancora oggi presenti in alcune comunità del nostro territorio nazionale e non solo, come la dote, il chiedere la mano ecc. Considerare la donna come un bene personale da parte dell’uomo non è ancora del tutto estinto. Anche se la donna ha conquistato posizioni in parte più paritetiche, non è difficile imbattersi in cognizioni di subalternità come ancora esistono sui posti di lavoro, o anche quelli espressi dai vari tradizionalisti.
Un’immagine trasmessa dai romanzetti rosa o più subdolamente da una cognizione socialmente malata, dove l’uomo espone i suoi beni materiali o fisici, ed a cui la donna può cedere qualora ne consideri il valore. Non si ritiene neppure possibile che una donna possa possedere una personalità in grado di decretare una propria scelta personale indipendente da ciò che le si offre. Se mi lascio affascinare dalla bellezza di una donna e cedo alla tentazione possedendola, non ha la stessa valenza se a fare altrettanto è la mia compagna. Consideriamo ad esempio ciò che scrive SAM: “ti piace che ti trombano la moglie? E fattela trombare!”, mi chiedo; avrà considerato l’aspetto opposto?
Caro dott50, siamo qui proprio per fare e ricevere commenti al fine di migliorare la nostra comprensione del mondo, altrimenti non vedo quale altra ragione potrebbe esserci a questo nostro disquisire.
Ciò che ci appare incomprensibile è l’astrazione da se medesimi, in pratica reimparare ad imparare, riconoscere l’errore dei nostri gesti e delle nostre intenzioni. Conquistare la chiara distinzione fra mezzo e fine. Riuscire a sperimentare una totale immersione nella realtà, liberi da costrizioni che inconsapevolmente ci reprimono proponendoci una concretezza dissimile da quella che ci circonda. Ritornare a quella ingenuità infantile per osservare il mondo in un modo del tutto nuovo, per reinventarlo fuori dagli schemi tradizionali.
Cosa significa: ‘Non ci voleva Pirandello per definire la “relatività del pensiero”…’. A me pare evidente quanto ciò sia riduttivo, quello che sottolineavo è la potenza immane della restrizione a cui siamo assoggettati e che c’imprigiona su un percorso obbligato senza possibilità di fuga. Rendendo addirittura invisibile la verità alla nostra cognizione.
Mi sono più volte impegnato a chiedere lumi sul presunto iter logico seguito per accettare la regola costituita, ma ne ho ricevuto solo invettive per essermi permesso di chiedere giustificazioni. Se si è seguito un percorso logico senza assoggettamenti di sorta, ma attraverso il proprio libero arbitrio, perché non mi si vuol rendere partecipe di una così importante rivelazione.
Scusa dott50 ma questa è proprio bella: “La tendenza alla trasgressione e tipica di quei sogggetti emotivo-dipendenti”. Ma la trasgressione, nel senso di trasgredire una regola tradizionale, è dovuta proprio al fatto che quei soggetti tendono a rendersi indipendenti dalla costrizione emotiva. Nel nostro caso la trasgressione ha valore di opposizione al modo di concepire tradizionalmente il sesso all’interno della coppia e non ha un senso universalizzante. Non vedo cioè attinente il fattore adrenalinico che prova il giocatore d’azzardo con quello che prova il delinquente in una rapina o il pilota di F1, e men che meno con quanto prova uno scambista. Il valore adrenalinico-sessuale può semmai essere comparato tra scambisti e non, ma anche questo è poco significativo, in quanto potrei avere situazioni stressogene differenti anche nello stesso individuo con attivazioni difformi del sistema simpatico.
Mi permetto di suggerirti uno stupendo libricino della Adelphi, scritto da Eugen Herrigel dal titolo: “Lo zen e il tiro con l’arco”. Si tratta di un illuminante, lucido e utile resoconto scritto da un professore tedesco di filosofia che andando in Giappone per tenere un corso di filosofia occidentale, decide di intraprendere lo studio dello Zen.