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Scambio di coppia, il gran ritorno

di Seb
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 11 Ottobre 2005. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 4.815 commenti

Pagine: 1 250 251 252 253 254 482

  1. 2511
    CoppiaBiricchina -

    Caro dott50, non posso che concordare sul fatto che esista una differenza tra lealtà e fedeltà, anche se ritengo che trattando di tradimento, sia più appropriato parlare d’infedeltà. Nell’esempio che tu citi, è giusto dire che si tratta di lealtà, almeno fino a quando si esprime sinceramente come stanno le cose, ma quando invece si tradiscono le aspettative, cioè si attua ciò che si vuole senza alcuna condivisione, indipendentemente dalla lealtà o meno a palesarlo, come io indicavo, allora ritengo che si tratti più propriamente d’infedeltà.
    Per meglio chiarire ciò che ho espresso, prendiamo il tuo esempio: “dire alla propria moglie che si è attratti sessualmente da sua sorella e che alla prima occasione utile cercherai di portartela a letto può essere un segno di lealtà (o di arroganza) verso la propria moglie, ma non di fedeltà.”. A determinare la differenza tra lealtà e fedeltà è l’asserzione: “cercherai di portartela a letto”. Difatti si è leali nel dire ciò che si prova, ma portarla a letto, suona come “indifferente” a ciò che la moglie pensa di quanto andremo a fare. Se lei quindi non condivide che tu lo faccia, ma lo farai comunque, allora si tradirà la sua aspettativa, cioè saremo leali, ma infedeli.
    Non metto in dubbio che il rapporto con la moglie possa essere appagante e quindi esaustivo anche nella monogamia, ma io rivolgevo l’attenzione all’avversione allo scambismo che è cosa diversa. Una coppia che trova nella monogamia un suo appagamento, non necessariamente avversa lo scambismo; non ritengo siano condizioni consequenziali. Trovo che l’avversione nasca da altre fonti che a me sembra individuare in cognizioni preconcette derivanti da fattori legati alla cultura, quindi di carattere morale, sia di ordine sociale che religioso, a meno ché non siano dettate da fattori psicologici, derivanti da discordanze tra il proprio essere ed interferenze esterne, cioè tra Io e Super-Io.
    Se nel rapporto creato tra la mia compagna e me, c’è lealtà, cioè correttezza e sincerità, non necessariamente si deve essere o monogami o scambisti. In entrambi i rapporti posso trovare lealtà verso il partner, allo stesso modo può esserci fedeltà o infedeltà, dipende dal tradire o meno il patto lealmente stabilito tra i partners.
    Il fatto poi di provare avversione per il rapporto opposto, non può essere che derivante da una cognizione preconcetta di partigianeria o tifoseria. Se vivo la mia condizione di coppia, di qualunque genere essa sia, in maniera libera da costrizioni pregiudiziali e/o distorsioni psicologiche personali, non posso che trovare indifferente gli altri tipi di rapporti. In questo caso, si considera chi pratica le altre scelte, semplicemente come spinti da condizioni derivanti da diversi modi di concepire le cose, senza misurarne la qualità.
    Nel momento che si è disposti a dibattere, argomentando le ragioni delle proprie scelte, si è in un ambito costruttivo e leale, e ciò vale indipendentemente da quali scelte si sono poste in essere.

  2. 2512
    dott50 -

    Archiviamo “l’infedeltà annunciata” che non sembra meritare ulteriori commenti. L’incomprensione, ancor più che l’avversione da parte dei monogamici rispetto allo scambismo, può più semplicemente derivare dalla mancanza nei monogami, di sollecitazioni mentali in senso scambistico od ancor più estesamente verso pensieri sessuali trasgressivi; perciò è anche comprensibile un loro preconcetto verso bisogni che non avvertono: Dalle mie parti si dice: “Il sazio non può capire chi è affamato”. Credo Tu sia un pensionato laziale; dimmi se sbaglio

  3. 2513
    CoppiaBiricchina -

    Dott50, amico mio, trovo interessante l’ipotesi sulle sollecitazioni erotiche dei monogami, anche se a me pare un po’ azzardata una valenza genetica. Mi riservo d’indagare, anche se temo che essendo troppo generalizzato e così strettamente legato allo spazio ed al tempo, mi fa supporre che ci debba essere un fattore più circoscritto alla società che li accomuna. Il fatto poi che gli scambisti siano indicati con il termine “trasgressivi” rafforza quest’ipotesi.
    Io ho vissuto per la maggior parte a Bologna, anche se sono Napoletano, ma avendo la famiglia un po’ a Roma ed un po’ a Napoli, da poco mi sono trasferito a circa metà strada in maniera da raggiungerli più facilmente.
    Se ti va d’intraprendere un dibattito più ampio e variegato, potremmo trovarci in PV, io sono su alice, così si potrà anche evitare che questo forum si limiti solo a noi due.

  4. 2514
    dott50 -

    Voglio solo dire che le sollecitazioni erotiche dei monogami naturali sono proiettate solo vs il/la prorio/a patner, se poi questa spinta sessuale sia anche genetica non te lo so dire, sicuramente è per lo più acquisita; a tal proposito vorrei ci capissimo su di una cosa, quando parliamo di istintualità innata di vita o di morte che sia, si intende la “libido”, ossia LIBIDO=ISTINTO SESSUALE DI VITA/ISTINTO AGGRESSIVO DI MORTE. Se ad es. prendiamo l’istinto sessuale (di vita) alla nascita consiste nella LIBIDO cioè “nell’eccitazione sessuale potenziale” che rispetto al comportamento sessuale futuro attraverso le fasi di maturazione(fase orale, anale, fallica) necessita di esperienze vissute, perciò anche l’ES di ogni persona dipende in gran parte dalle esperienze inconscie fatte dall’individuo dopo la nascita. Quando ero universitario, per un lungo periodo abbandonai quasi del tutto gli studi, per il gioco d’azzardo e frequentavo assiduamente le bische clandestine; l’eccitazione che provavo la sera, quando si avvicinava l’ora di andare in bisca la possiamo definire LIBIDO. Non so che cosa sia PV; se vuoi ti do il mio indirizzo mail al quale puoi scrivermi, però noto che di tanto in tanto qualcuno si intromette nel forum…cmq

  5. 2515
    ste -

    Noooo fate pure…oramai siete così amici, potreste anche scambiarvi le mo…oops magari già lo fate…ahahahah…(battuta goliardiica)…!!!

    Cmq Dott, cercavo una frase che facesse capire un po’ il senso del mio pensiero…quando hai scritto “Il sazio non può capire chi è affamato”, mi sono riconosciuto nel sazio, piccola modifica: “Il sazio non può capire chi è affamato, figuriamoci gli ingordi…”…!

    Buona continuazione…

  6. 2516
    dott50 -

    X STE
    premesso che non ho nessuna moglie da scambiare, noto che cmq segui la discussione nonostante ne avversi l’opinione mia e di coppia B. Non ti sembra di coltivare una curiosità fin troppo morbosa per l’argomento?

  7. 2517
    ste -

    dott seguo la discussione semplicemente perchè mi arrivano le notifiche sulla mail e non so come disattivarle…
    Inoltre non ho ne voglia e tempo di continuare una discussione dove le posizioni di ognuno sono nette e contrastanti tra loro, sinceramente non reputo di avere nulla da imparare e nulla da insegnare…!
    Comunque se ti da fastidio non rispondo più…
    Ah…vedo solo ora il tasto “Modifica le tue sottoscrizioni”…
    Arrivederci…

  8. 2518
    CoppiaBiricchina -

    Dott50, scusa il mio atteggiamento, ma forse c’è ancora qualche motivo d’incomprensione nelle nostre espressioni che ci ostacola ed io ambirei dissolverli. In ciò che volgarmente indichiamo come cervello, ci sono diverse parti o strutture che ci permettono il nostro governo; alcune sono fisicamente identificabili, altre lo sono funzionalmente, come la mente. La suddivisione in Es, Io e Super-Io è di quest’ultimo tipo. L’istinto di vita e quello di morte, nascono nell’interazione di queste parti della nostra mente, perciò non risulta perfettamente corretto quello che affermi. Non è l’Es in quanto tale ad avere esperienze inconsce, ma piuttosto la triade nel suo complesso. Durante lo sviluppo di questo meccanismo si attraversano diverse fasi evolutive come hai indicato; quasi sempre avviene che queste non siano perfettamente oltrepassate o almeno non con pieno successo, diciamo che l’esame quasi mai è superato con il massimo dei voti e ciò crea qualche disfunzione più o meno grave.
    Se consideriamo il rapporto sessuale, è possibile individuare tre ordini di grandezza su cui agisce: individuale; sociale; e naturale. Diciamo che quelli sociali vogliono essere una sorta di prevenzione alla conservazione della collettività, ma la sua insita arroganza dovuta alla sua natura prettamente umana, la porta a superare i suoi limiti, trasbordando spesso sia nell’ambito individuale che in quello naturale. In realtà sia quelli individuali che quelli naturali sono ampiamente sufficienti al loro scopo, quelli sociali perciò si trovano ad essere un aberrante duplicato di questi. Un’interferenza disarmonizzante che spesso crea confusione, in modo particolare a livello psicologico e sociologico.
    Tempo addietro ebbi l’occasione di leggere che la sessualità nell’uomo, proprio per le attività mentali di quest’ultimo, svolge un notevole compito nello sviluppo della personalità ed in particolare per l’evoluzione in senso sociale, comprendendo: l’affettività, l’emozionalità e la relazionalità. In pratica essa, a differenza di ogni altro tipo di piacere che dipende da recettori periferici particolari, è subordinata direttamente al sistema nervoso centrale, soprattutto a livello corticale. Questo spiega l’aspetto essenzialmente psichico della variabilità individuale della stessa. Il riconoscimento della sessualità come fattore determinante ad uno sviluppo non solo personale, ma anche e soprattutto sociale, deve far comprendere come, alla repressione della sessualità, corrisponde una repressione allo sviluppo sociale. Un bambino allevato in un ambiente circoscritto e limitato, non potrà mai raggiungere una sua personalità completamente matura, come una sua limitazione alimentare non gli consentirà di avere una struttura fisica adeguata. La principale necessità sociale dovrebbe quindi essere quella di espandere le libertà legate alle fantasie individuali, quindi sessuali, artistiche ecc…, al fine di ottenere un miglioramento individuale e quindi anche globale.

    — Continua —

  9. 2519
    CoppiaBiricchina -

    Del resto è universalmente riconosciuto che le civiltà si sono sviluppate in relazione agli scambi, non solo commerciali che ne erano la ragione scatenante, ma soprattutto per quelli umani che permettevano uno sviluppo complessivo più avanzato ed armonico. Avere una società chiusa, limitata nelle sue negoziazioni, ne riduce enormemente lo sviluppo, sia a livello individuale che collettivo, un po’ come avviene in quei paesini rimasti fuori dal mondo, abitati per lo più da “buzzurri”.
    Personalmente credo che sarebbe molto costruttivo imparare a distinguere le nostre convinzioni basate su fatti oggettivamente concreti da quelle invece dogmaticamente trasmesseci senza adeguate verifiche. Queste ultime spesso ci creano problemi a livello psicologico proprio perché nella nostra vita reale abbiamo modo di sperimentare la loro disarmonia con la realtà. La pratica di meditazione sui koan Zen potrebbe darci interessanti spunti di riflessione in questo senso.
    Nel post 2515 di ste, si può notare un tipico esempio di: né concetto, né non-concetto, come espresso nelle pratiche Zen. Notare che non si tratta di opposti tra essere e non essere, ma propriamente nell’opposizione tra “non essere” e non “non essere”. Il detto riportato, che in napoletano è: ‘O sazih nun crer’ ‘o riun’; che sta ad indicare che chi possiede, ha difficoltà a comprendere chi non ha, viene trasformato in una qualità che non possiede; difatti è indicando un senso non contenuto, espresso con:“ingordi”. Risulta chiaro che l’intero costrutto modifica totalmente l’escatologia del significato inserendo valori del tutto alieni, ma presenti nella mente di chi li esprime. Il termine “ingordo” inserisce un senso non espresso di “non ingordo”, associandolo al “sazio” che così ne diventa l’espressione. In questo modo il monogamo viene innalzato a livello qualitativo a chi non ha bisogno, contrapponendo così la condizione di bisognoso allo scambista. Questa digressione permette di comprendere perché spesso si esprime il concetto di critica che è subliminare in molte espressioni, creando disappunto che spesso viene indicato poi come incomprensibile, invertendo la posizione della vittima con quella del carnefice.
    Ad esempio, considero il valore di chi pratica il naturismo, come valore in sé, mentre chi tende a condannare un simile atteggiamento lo interpreta come pratica trasgressiva, tramutandola in “nudismo”, valore socialmente spregiativo.
    Nell’olismo, si tende ad evidenziare i rapporti che intercorrono tra le cose :”se stappo un fiore, da qualche parte c’è una stella che piange”, purtroppo però è ancora troppo radicato il concetto meccanicistico, in cui si vede lo specialista come una superiorità qualitativa. Il risultato è che quando vado dal medico generico, dicendogli: “dottore ho un malessere di cui non comprendo le origini”. Questo mi manda a fare una serie di esami, curandomi per far rientrare nella norma i valori trovati alterati, trascurando così la causa del malessere che percepisco.

  10. 2520
    CoppiaBiricchina -

    Caro dott50, per rispondere alla tua domanda sul PV: era se ti andava di dibattere per mail; io sono “cp.pali”. Per dare seguito a quando dicevo in precedenza, cerchiamo di ritornare sui nostri passi.
    Io “sono” perché il mio cuore batte, il mio cervello funziona e tutte le altre parti del mio corpo fanno ciò che fanno, ma non c’è nessuna delle mie parti che può dire di essere “me”. Io sono tutte loro insieme, ma c’è di più, esiste una qualità che nasce dall’interazione funzionale di tutte loro, un di più che ha origine nella sinergia di tutte le parti insieme.
    Una coppia è l’unione di due esseri uniti da molteplici cose, non solo dall’amore o soltanto dal sesso, ma da tutto quello che hanno i loro esseri più la sinergia che ne deriva, considerare tutto come un’unione monogama, lo considero una cecità, per me significa disconoscere parte del valore che scaturisce dalla loro unione. In una coppia non ci può essere una sola visione delle cose, né un solo piatto per nutrirsi, né nessun’altra cosa univoca. Ciò che prova la mia donna, io posso condividerla, ma non posso avere il suo stesso sentire, e così è per lei. Provare a limitare quello che nasce da questa sinergia è una mostruosità.
    Per non apparire dogmatico, provo a dare una ragione a questo mio sentire.
    Nei precedenti post ho fatto cenno ai koan Zen, a cosa servono: essi provano a stabilizzare la mente costringendola a ridurre la sua prevalenza sul sentire. Proviamo a riportarne uno: “battendo le mani si ottiene un suono, qual è il suono di una mano sola ?”. Sembra una domanda a cui dare una risposta che però è impossibile dare. Un altro meccanismo particolare lo si può riscontrare nelle frasi autoreferenziali, ad esempio: “In cuesta frase ci sono tre erori”. Come si può notare, si possono rilevare soltanto due errori: “questa”, che è scritto con la “c”; ed “errori”, a cui manca una erre, pertanto la frase è sbagliata in quanto afferma di avere in se tre errori, quindi il terzo errore risiede nel significato stesso della frase. Se però ci sono tre errori, come abbiamo potuto costatare dal suo esame, allora essa è esatta, ma se è esatta non ha tre errori, allora è sbagliata, ma se è sbagliata, allora è esatta… cioè si crea una sorta di cortocircuito mentale.
    Imparare a riconoscere questi meccanismi, ci può aiutare a comprendere dove è nascosta la verità che non sempre si può cogliere di primo acchito. La natura spesso sembra volersi prendere gioco di noi, in realtà però, siamo noi stessi la causa di questi errori, anche se poi, noi siamo parte integrante della natura. Altro cortocircuito?
    Proviamo però a proseguire su questo cammino cercando di aggiungere altri tasselli ad un sentire che altrimenti ci sfugge.
    Il nostro buon Dante Alighieri, nel suo IV canto ci ha lasciato scritto: “In tra due cibi distanti, e moventi d’un modo, prima si morria di fame, che liber’uomo l’un recasse a’ denti.”. Cioè noi moriremmo se fossimo totalmente liberi, non si può essere liberi dalla natura.

    — Continua —

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