Cara Monica,
non so bene neanch’io il motivo per cui ti scrivo, dopo quel nostro incontro.
Era diverso tempo che non ci vedevamo e mi erano mancati quei caffè da te e sopratutto quel nostro parlare.
Pensavo che fosse nato un feeling tra di noi, così perlomeno io lo sentivo, ma forse mi sbagliavo.
Credevo che fossimo diventati amici e mi era venuto da pensare anche a qualcosa di più. Venire da te in quel periodo era una cosa che mi faceva stare bene. Le cose anche pesanti apparivano così lievi mentre conversavamo insieme e tutto appariva sospeso in un aria che non so definire se non di dolcezza.
Ora mi hai confidato che, invece, tu stavi male allora. Non mi ero accorto di nulla, anzi mi apparivi così sensibile, dispiaciuta si, per i tuoi problemi di lavoro, ma equilibrata, comprensiva con me ma anche con te stessa e con il mondo. Sopratutto ti sentivo vera ed in qualche modo vicina.
Con grande pazienza leggesti anche quel primo capitolo di quel mio libro che non riesco a finire, dandomi quei buoni consigli. Ne avrei voluto altri e non solo sulla mia scrittura.
All’inverso è oggi che ti ho sentita chiusa e senza più parole, anche se nel nostro incontro hai parlato ininterrotamente tanto che non sono riuscito a dire quello che avrei voluto. Ho stentato a riconoscerti, anche fisicamente mi sei apaprsa magra e contratta.
Mi hai detto che oggi hai un compagno, forse per tenermi a distanza, per dirmi che sei felice.
Non ce n’era bisogno, io non ti avrei chiesto niente di quello che non avresti voluto.
Non so, mi sembra di essere tornato ragazzo, forse non avevo capito niente e del resto non sarebbe la prima volta.
Una cosa putroppo, mi è chiara: la nostra amicizia non poteva e non può essere, così tu hai deciso e di questo me ne dispaice molto.
Adesso anch’io non ho più parole così terminerò con una frase un po’ poetica, tanto per sdrammatizzare. Quella freddezza, che il vortice dell’esistenza ha calato su di noi, ci ha tolto ogni slancio di ricerca. Cercavamo qualcosa in quel nostro parlare senza rendercene conto, che non abbiamo messo a fuoco, forse era la felicità.
Ciao,
Claudio
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Categorie: - Amicizia
I brividi. Non fraintendere, ma a volte i viaggi sono la sola cosa a cui ci si può aggrappare, vuoi per abitudine vuoi per paura, ma è difficile per certe persone riuscire in ciò che per altri sembra normale. E a volte si arriva a un punto in cui è d’obbligo una scelta: se rischiare e magari stare male, o dare retta alle paure e lasciare andare, anchese fa male.
Chissà se Monica ha seguito il cuore o il cervello. Secondo me ha seguito l’istinto dopo aver riflettuto a lungo. Ma Claudio non è una sconfitta. Forse preferisce soffrire da sola piuttosto che far soffrire un altro.
Claudio…è una tragica ma bellissima lettera d’amore…però ti posso dire che ” con il senno di poi son sempre piene le fosse “!
Ora stare a rinvangare con i se e i ma serve a poco…bisogna chiarirsi e dirsi apertamente in faccia le cose…non devono stare sospese in aria..peccato….davvero.