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Lettera pubblicata il 24 Febbraio 2022. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore marc.
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Segue per Dante,
al fine di evitare, se possibile, che i commenti siano spostati in chat.
Soprattutto sui social, dove si vorrebbe poter continuare a interagire, non bisognerebbe mai aprire un conflitto con nessuno, a meno di avere la consapevolezza che si potrebbe poi essere costretti a continuare il contrasto allo sfinimento.
Ma anche nel reale, in diversa forma, nella sostanza il suggerimento non cambia:
“Con la prepotenza bisogna andar cauti: meglio di tutto è aggirarla. Non serve la provocazione diretta, sarebbe un conflitto inutile, quasi il più sterile che si possa immaginare.” (Elias Canetti)
Rossana e Dante, mi hanno colpito i vostri commenti sugli anni sessanta. Io non ero ancora nato all’epoca, eppure sento di doverli apprezzare. Un periodo in cui non c’era l’opulenza di oggi, ma non si moriva di fame. C’era più semplicità e si andava verso un miglioramento delle condizioni economiche e sociali.
Trader,
proprio così: c’era più semplicità, tutto migliorava molto rapidamente, si rifiutava la guerra e si tendeva all’amore.
Non sono stata nelle forme una figlia dei fiori ma lo sono rimasta nella sostanza.
https://youtu.be/u31moHsGjCQ
Sembra un altro mondo, e in effetti lo era: un mondo in cui prevalevano sia la speranza nel futuro che tendenze a obiettivi positivi, per tutti.
Hahaha.🤣
“Quelli che hanno fretta colmano le loro lacune con i frutti dell’immaginazione. Quelli che hanno pazienza sopportano abbastanza bene la loro ignoranza e sanno custodire dentro di sé le proprie incertezze, in attesa di vere conoscenze debitamente provate.
(Pier Vincenzo Piazza )
Trader, di che anno sei?
Se non sono indiscreto.
@rossana, condivido ciò che hai detto.
Golem, che ci trovi di divertente?
In questa epoca moderna non c’è proprio niente da ridere.
No, io trovavo divertente avere come genitori un rododendro e una magnolia. Comunque Dante, io cerco di farmi andar bene ogni momento della vita, anche questo. Che poi, a parte il traffico e le spiagge del Salento affollate, mai siamo stati meglio di oggi.
Nei ’70 a Milano c’era un morto sparato la settimana, ma ero giovane, la vita mi sorrideva, le ragazze non mancavano (grazie alla liberazione sessuale e agli hippyes) e quegli spari alla fine erano come fuochi d’artificio.
Dante “Trader, di che anno sei?”
Dante, sono un millenial, quella generazione di nati tra il 1980 e 1996.
Immagino che la vita negli anni sessanta fosse come racconta Rossana. Ormai ci si stava lasciando indietro la seconda guerra mondiale e il benessere stava lentamente aumentando, quindi non dovevano esserci più gli stenti di pochi anni prima, ma non c’era ancora la ricchezza che si sarebbe sentita i due decenni dopo. C’era l’essenziale, ma non ancora il superfluo. Forse in questa condizione socioeconomica modesta, ma non drammatica, si viveva più semplicemente, più genuinamente. Nel bene e nel male, grandi avvenimenti sociali iniziarono al termine di quel decennio e continuarono negli anni successivi: il sessantotto, le proteste di piazza, quelle studentesche, l’emancipazione femminile. Certo, poi ci furono anche gli anni di piombo.
Ok Golem nel 70 a Milano c’era un morto sparato la settimana, d’accordo.
Ma guarda l’aumento di omicidi, vedi per esempio i femminicidi e le aggressioni de parte delle baby gang che stanno mettendo ferro e fuoco Milano, e non solo lì da quelle parti.
In quegli anni tutto questo schifo non succedeva, dimmi se mi sbaglio.
Trader, grazie per la risposta, non voglio più entrare in Chet perché non so se riesco ancora a moderare i termini contro certi personaggi, i vampiri energetici sono fra noi.
Dante, tu non sei felice e tutto ti sembra brutto, quindi sogni una ipotetica epoca ideale dove pensi che saresti stato meglio. In realtà in ogni periodo storico potresti trovare momenti peggiori di quelli che viviamo oggi. Dove la vera emergenza non è la criminalità, che diminuisce di anno in anno, specie a Milano, che ha avuto gang criminali da Chicago anni ’30 nei ’70, come fuVallanzasca. Il vero problema di oggi non è il rischio di essere sparati, ma la “solitudine”, perchè se è vero che i social hanno moltiplicato le conoscenze ne hanno diluito l’intensità, e comunque la gente ha meno interesse verso la “relazione” e più verso “l’introversione” egoistica, almeno così mi pare di percepire.
Poi c’è il livello di aspettative indotto dal sistema consumista che frustra molta gente, quando 60, 70 anni fa bastavano poche “sicurezze” per sentirsi “bene”, pur essendo proporzionalmente
molto più poveri di oggi. Insomma è sempre tutto relativo. E poi, comunque, indietro non si torna, meglio cercare di vivere bene il momento. Carpe diem, trote noctis.