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Lettera pubblicata il 24 Febbraio 2022. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore marc.
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DeepHouse, allora, tu vedi il problema dell’altezza non eccessivamente grave al confronto con quello delle dimensioni del pene, poi dici che ti fa più paura la cecità, ecco, qua ti contraddici da solo. A questo punto io potrei pensare lo stesso al contrario di te, capisci?
Perché per quanto mi riguarda per come la vedo io quello è l’ultimo dei problemi, parlo delle dimensioni del pene, comunque non era mia intenzione offendervi ma solo farvi capire che vi pigliate via male per una cosa da niente, ma guardate quanti casini stanno succedendo in questo Paese piuttosto, esempio la pandemia e la guerra, cose che portano all’esasperazione, dai su.
Saluto con sincero affetto anche te.
Tommy era per farti capire che per me se c’è un problema che ritengo maggiore del pene piccolo, quella è la cecità. Dovrei averlo scritto qualche anno fa anche nel thread in cui generalmente posto. Tu lo vedi come ultimo dei problemi perchè non ne soffri, ovvio, il detto: “Chi è sazio non crede al digiuno” ne fa fede. Tu probabilmente credi che io sminuisca gli altri problemi, compresi quelli della vita quotidiana? ti sbagli totalmente, il periodo è quello che è, ma va affrontato in ogni modo possibile, non serve disperarsi troppo, le cose comunque possono cambiare (in meglio? in peggio? non ci è dato da sapere) ma ognuno di noi ha delle debolezze difficili da affrontare, perchè difficili da sconfiggere, perchè ognuno pensa ai cavoli suoi e amen. Io ho questa mia debolezza (però che al tempo stesso mi da forza di reagire e tentare di combattere lo stigma), gli altri non so. Salutissimi anche a te, caro amico.
Tommy,
mi ha fatto piacere leggere di te e delle tue idee, in questo momento della tua giovane vita, a seguito della recente brutta esperienza con l’altro sesso.
Per amor di chiarezza, mi sono sì isolata e sto molto bene da sola ma ho conservato i pochi affetti che sono riuscita finora a salvare. Pochi ma ottimi, che mi offrono interscambi arricchenti nel reale, dove si è meglio conosciuti nei fatti, al di là delle parole.
Capisco il tuo proposito di allontanarti dal sito e ti auguro buona sorte.
@rossana, credimi, hai fatto la cosa migliore a isolarti da tutto e da tutti, anch’io appena posso me ne vado, tanto con certa gente squallida dall’etichetta facile il nostro futuro sarà solo la rabbia.
permettimi quindi di darti un consiglio rossana, allontanati anche tu da questa laD.
Un forte abbraccio.
P.s: Per quanto riguarda le brutte esperienze vale sempre il vecchio detto:”Tutto è bene quel che finisce bene”.
Poteva andare peggio!
Tommy,
grazie per il suggerimento di allontanarmi da LaD, che già ho ricevuto da altri saggi utenti.
In effetti, lo sto mettendo abbastanza in pratica limitandomi a interagire, molto meno di anni fa, e selezionando sempre di più, anche qui, gli interlocutori d’interesse. Con le piccole dosi ci si difende meglio da utenti perniciosi che non meritano attenzione.
Ti dedico il pensiero che mi è venuto in mente leggendo i tuoi post:
“Simili a fiori si schiudono i pensieri,
centinaia ogni giorno,
lasciali fiorire! Lascia a ogni cosa il suo corso!
Non chiedere qual è il guadagno!
Vi deve pur essere gioco e innocenza
e dovizia di fiori,
altrimenti per noi sarebbe
troppo piccolo il mondo
e la vita non un piacere.” (H. Hesse)
Calza bene anche con la tua conclusione della storia amorosa, tendente a valorizzarne l’aspetto meno nefasto.
Abbraccio ben volentieri ricambiato, forte forte.
“Per tutte le violenze consumate su di lei,
per tutte le umiliazioni che ha subito,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le sue ali che avete tarpato,
per tutto questo:
in piedi, signori, davanti ad una Donna!”
(W. Shakespeare)
Una consapevolezza sorprendente a fine 1500. Molti uomini ancora non si rendono conto di come per una donna sia stato difficile per secoli mantenere anche soltanto un minimo senso di rispettabile identità.
Forse deriva da tutto questo l’eccesso di leggerezza e di libertà delle donne di questo millennio.
Chi decide cosa è eccesso e cosa non lo è? Per caso c’è una qualche formula, una qualche equazione? Lo stabilisce qualche regola universale? Forse prima di farsi detentori di verità assolute ( o assolutiste ) bisognerebbe capire un assunto fondamentale: ognuno ha la sua vita e la sua storia e ognuno deve fare le sue esperienze, che possono essere differenti da quelle di un altro.
Il vittimismo è un modo ambiguo e sottilmente aggressivo di porsi di fronte all’esistenza, poiché si attribuisce sempre ad altri o al destino quanto ci capita di spiacevole nella vita.
Nausica,
giusto: nessuno può decidere cosa sia un eccesso, se non con un punto di vista soggettivo. Opinabile, come qualsiasi sensazione personale.
“Essere liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie catene, ma vivere in un modo che rispetta e valorizza la libertà degli altri.”
(Nelson Mandela)