Sono sempre stata una persona sensibile. Molto, forse troppo. All’inizio ero una persona che avrebbe fatto amicizia anche con le pietre… Adesso sono l’asocialità fatta persona. Forse, quando passi tanto tempo a sentirti dire che sei un mostro, cominci a pensare di esserlo sul serio… Perché la sensibilità e l’intelligenza a volte sono un fardello tremendo… Mi hanno insegnato ad essere una persona che va in profondità, ma non sempre in profondità ti raggiunge la luce. Ed è proprio questo che gli amici dovrebbero fare, no? Portarti luce quando ti perdi. E invece no, gli amici non esistono. Ho creato un mondo intero di immaginazione pura… Ma non si puà vivere di sogni, per quanto si dica. Non si può vivere pensando di morire… Né sperando di avere un incidente, sperando di rimanere mutilati o comunque feriti, così il proprio dolore sarebbe reale, non solo nella propria testa… Cose che ti portano all’autolesionismo puro, appoggiare le dita al surgelatore per farti ustioni da gelo… Incapace di sfogare la mia ira su qualcun’altro, tutto quello che posso fare è sognare e farmi del male, preda del dolore più sordo e della rabbia più nera. Possibile che questo mondo sia solo di aspetto fisico? Io amo la medicina e la psichiatria, cosa che non dovrei fare, a causa della mia giovane età. Aveva ragione Nietzesche. Se guardi dentro l’abisso, anche l’abisso vorrà guardare dentro di te… Vorrei qualcuno che, se anche non mi dicesse che va tutto bene, perché lo so che non va così, potesse aiutarmi a capire… Qualcuno che mi parlasse, perché le uniche persone che mi parlano non siano solo nella mia testa.
Grazie.
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Categorie: - Me stesso
capisco molto bene come ci si sente….assillati dalla solitudine senza la possibilità di poter reagire…volere il bene delle persone…dare tutto se stessi per donare un po’ di serenità verso l’altro e poi accorgersi di essere solo uno strumento dal grande potenziale ma usato per i propri fini e finire in seguito gettato in quell’abisso di cui parli…io mi sto laureando in lingue ma la psicologia e la psichiatria mi hanno sempre affascinato e, anche se non ne posseggo alcun rudimento (meno che per programmi televisivi quali voyager o simili) ho sempre usato questo strumento nel linguaggio e nei fatti per essere presente per chi mi voleva bene…ma poi è sempre la solita storia….quando dai troppo e anche più del dovuto mettendoci cuore anima e passione in un modo o nell’altro finisci con l’essere condannato ad ascoltare sempre la voce del silenzio…si dice che parlare sia arte ed ascoltare un dono…ti lascio la mia mail se vuoi parliamone
latino1987@hotmail.it
Ti chiedo: come potrei aiutarti? Cosa senti di aver bisogno di sentirti dire? Quali sono quelle domande che non riescono a trovare risposta?
Personalmente sto vivendo cristalizzata dentro la bolla dei dilemmi e delle non-risposte senza poterci uscire e ci sto alquanto schifosamente, per cui, davvero: prova a superarlo. Spero che a te vada meglio.
Se la serenità si potesse regalare, e se ne avessi, sarei contenta di dartene un po’ della mia. Invece malauguratamente tutto quello che posso fare è far parlare il cuore, tu prova a sentirlo…
“Quando passi tanto tempo a sentirti dire che sei un mostro, cominci a pensare di esserlo sul serio”. Questa è la frase che, parola più parola meno, ho scritto ieri da queste parti. E il riferimento su Nietzsche l’ho incontrato l’altro giorno, soffermandomici un bel pò lì a scorrerci gli occhi avanti e indietro, mentre “aiutami a capire” è la frase che negli ultimi tempi continuo ossessivamente a chiedere.
La sensibilità -se portata agli estremi poi!-, penso sia tra le caratteristiche più controverse, come qualcuno scriveva il diletto di chi la riceve e la disgrazia di chi se la deve portare addosso. Questo non puoi fare altro che accettarlo, sei fatto/a così.
E non voglio nemmeno dirti cose belle per forza. Ma una, spontaneamente, mi viene: è una vita che mi dico che ci sarà un perchè da qualche parte, ci dovrà pur essere. E sai che forse, ma lo dico sottovoce, l’ho trovata una possibile via al senso? Non ne sono proprio convinta, ma ci sto arrivando.
Ti provo a raccontare una piccola storia. E’ la storia di una persona insignificante che è cresciuta alla bell’e meglio soffrendo non poco, incapace di gestirla questa ipersensibilità. Nulla di eclatante, eppure un dramma per lei. E adesso, arrivata ad un’asocialità aspra senza ritorno, si guarda indietro e sai cosa ritrova? Tante macerie, davvero tante. Ma anche qualche stellina, così rara!, minuta ma non puoi immaginare quanto preziosa, incastonata tra i ricordi. Ho avuto la fortuna di incontrare qualche essere speciale, e ho il sospetto di averlo potuto fare solo attraverso il filtro della sensibilità, senza di lei non avrei mai potuto nè incontrarli nè apprezzarli, adorarli. Mi hanno accarezzato l’anima, ecco il punto. Ed è ciò che auguro a chiunque, a quelli che se lo meritano, magari è proprio questo che ci vorrebbe anche a te, chissà. Facendolo, mi hanno resa un pò migliore, diventando nell’insieme una bussola per i giorni bui.
Accenni di amici fantomatici. Gli amici non sono lusso di questi tempi, ho paura. Non ho alcun segreto da svelarti, del resto io di amici non ne ho mai avuti e non saprei nemmeno che dirti in proposito, ma forse c’è qualcosa che non c’entra con l’amicizia. Ed è l’Affetto. Quello che piano piano ti si insinua dentro e vi dimora, si nutre di luce riflessa di se stesso mentre ti riscalda con la sua fiammella inesauribile. Questo è quello che mi aiuta a ricercare, per quanto con scarsi risultati, la mia serenità. Fosse anche sol
o illusione. Ogni tanto ho l’impressione che proprio lo sia, ma perlomeno funziona!
A volte illudersi serve per non sprofondare. Ho passato l’adolescenza a ricercare continuamente la Verità a tutti i costi, incapace di distinguere il reale dall’irreale, diventando vagabonda alla smaniosa ricerca di un chè di nitido, preciso, eterno, valido sempre e comunque. E a mio modo lo faccio ancora. Ma la verità temo sia inafferabile miraggio tantopiù per il sognatore, incapace di non sovrapporci la fantasia. Ho l’impressione che tu appartenga a questo tipo di persone.
Cosa significa la frase “possibile che questo mondo sia solo di aspetto fisico”? Quello è una gabbia, bella o brutta che sia, che poi è sempre la solita menata: è soggettivo. Ma resta una gabbia dalla quale non si può sfuggire. La fisicità la vedo solo come il mezzo per esistere in questo dato luogo chiamato mondo e in questo dato tempo che è la parentesi da quando nasci a quando muori, per esternare limitatamente l’interiorità. Tutta l’importanza che ne viene attribuita non è che formalità, per quanto piacente. Ma è il dentro quello che conta. Non lo scrivo per ipocrita retorica, non per frase fatta. Perché penso davvero sia l’unica cosa che realmente abbia spessore, sostanza.
C’è chi dice siamo esseri di luce, ignari però di esserlo. Il cuore mi dice che sia così. C’è chi racconta di dimensioni e frequenze dove via via si affina la spiritualità. Non stento a crederlo. Per come vedo e considero io l’essenza a discapito dell’involucro, non può che non essere così. E francamente è quello che spero di comprovare il giorno che me ne andrò da qui, finito il mio percorso.
Ma perché ti fai del male? Dovresti volerti un po’ più bene, sai? Dovresti provare a cercare qualcuno che ti ricordi quanto vali, nei tuoi lati buoni e in quelli brutti, che sicuramente avrai sia in un verso che nell’altro. Anch’io non mi sono tanto voluta bene. Poi un giorno, nel mentre me ne volevo meno del solito, ho incontrato in salotto la foto il visino della bambina che un tempo sono stata. L’ho guardata e mi sono detta che se non io, lei, lei no che non se lo meritava. Mi è così dispiaciuto per lei! E poi ho pensato il pensiero che ancora ho in testa da quel giorno e cioè che siamo stati tutti bambini, solo che ce lo dimentichiamo, quando consideriamo noi stessi e quando consideriamo gli altri. Ed è proprio quella tenerezza che manca al mondo, credo. Sai cosa mi viene in mente? Una frase che racchiude quello che penso e che mi piace molto, che dice “bastava un’inutile carezza a capovolgere il mondo”. Non so se avesse potuto valere per il mondo, nella mia infanzia e nei miei anni peggiori un’inutile carezza forse mi avrebbe resa oggi una persona meno debole, meno malinconica e meno inetta. Lo penso dal profondo, questo. Ed è questo il motivo per cui, quando leggo lettere come la tua, tutto quello che posso fare è dire: dimmi come posso aiutarti e nel mio piccolo ci provo.
Hai avuto il coraggio di scrivere, continua..
Chiedoaiuto,
comprendo molto bene come ti senti, e vorrei poterti aiutare. chiedere aiuto è già un passo in avanti, nella ricerca del proprio equilibrio interiore ma soprattutto devi sforzarti di aiutarti da sola.
posso sapere quanti anni hai?
Sweetly hai scritto qualcosa di straordinario, gli occhi si erano incollati allo schermo come mai mi era successo prima d’ora.
Huxtable,
sei gentile, ti ringrazio, ma sono anche certa che se ti fermi un po’ ad ascoltarti puoi scrivere qualcosa di meglio : )
Cara autrice o caro autore: ci sei!???!!?
E’incredibile, Chiedoaiuto e Sweetly… Avete scritto quel che sento io, quel che non ho mai il coraggio di dire a parole. Io sarei onorata d’essere vostra amica, di certo non sarei perfetta, ma cercherei di essere la migliore che posso.
Cara Sweetly, quello che hai detto è straordinario. Ho visto una foto a cui tengo molto oggi, una in cui sono su un elefante. Ho ripensato a quanto avevo pregato per poterlo fare, e ho pensato che forse ci voleva questo… Non mollare mai per ottenere quello che la bambina in quella foto avrebbe desiderato… Grazie. Per Rossana, ho quattordici anni.
Cara Gwen, anch’io sarei onorata di essere tua amica! Se vuoi parlarmi, puoi scrivermi… Scusa il nome dell’email, è il nome di un gioco che facevamo io e mio fratello da piccoli. capramannara@gmail.com
Ciao ragazzi!
mi state viziando con le gratificazioni, così mi fate arrossire!
Dai su, veniamo al dunque: Chiedoaiuto, hai risposto!!!!!
Ti stavamo aspettando..
Spero che anche a te sia effettivamente servito ritrovare quella foto. Parlale.. dico sul serio, parlale. Tra te e te, a voce alta, non ha importanza, come preferisci.
Per quel che mi hai suggerito: io sto provando a non deluderla, quella bambina e tu stai provando a non deludere il/la tuo/a?
Perchè non ho ancora capito se sei un ragazzo o una ragazza?
Com’è che alla tua età leggi Nietzche? Posso chiederti che scuola frequenti? Io un’idea me la sono fatta, vediamo se la mia mente contorta ci ha azzeccato!…
Dolce Gwen, che carina!
Quello che scrivevo a Chiedoaiuto vale anche per te: scrivi quello che vuoi, io sono qui! Anche se non posso promettervi niente, sono qui!
Buonanotte a tutti