Ho 33 anni e nella vita sono stato a lungo molto solo, a causa della mia profonda timidezza ed insicurezza. Avevo amici, ma con loro non mi confidavo. Frequentavo ragazze, ma mi sembravano tutte irraggiungibili. L’unica storia che ho avuto prima di stare con il mio amore perduto è stata a 19 anni ed è durata appena 6 mesi. Sono stato lasciato, e ho sofferto molto, per alcuni mesi. Poi mi sono bloccato. Per anni non ho avvicinato nessuna ragazza, fino a quando, all’età di 25 anni, non ho conosciuto s.
Quando ci siamo messi insieme io ero molto innamorato, della vita e di me stesso prima che di lei. Ricordo che pochi mesi prima di conoscerla ebbi una specie di visione improvvisa sul mondo e sulle persone: un giorno ero all’università, e senza nessun motivo apparente cominciai a provare una sensazione di profonda empatia con i miei compagni. Era come se sentissi per la prima volta che eravamo tutti sulla stessa barca, che tutti soffrivano e giovano per cose molto simili, e che questo rendeva possibile entrare veramente in contatto con le persone. Ricordo anche di aver pianto, all’improvviso e senza un motivo, per i problemi altrui di cui ero a conoscenza, e che prima di allora non mi avevano mai toccato così profondamente.
Dopo poco conobbi s. e me ne innamorai immediatamente. Da allora siamo stati insieme per 7 anni, fino a quando lei non mi ha lasciato per la prima volta. Stavamo male in quel periodo, ma mai avrei immaginato che la nostra storia potesse finire. Ed invece lei ad un certo punto è sparita, senza dirmi nulla. Per alcuni mesi non ci siamo sentiti, poi abbiamo cominciato a rifrequentarci, rimettendoci insieme dopo circa sei mesi. Io ero al settimo cielo, perché in quei mesi di distacco avevo patito le pene dell’inferno: avevo smesso di mangiare e mi svegliavo letteralmente piangendo ogni mattina. Da allora però è andato tutto degenerando. I primi mesi a dire il vero sono stati molto belli: ci comportavamo come se non fosse successo nulla, come una coppietta appena formata. Il sesso era ottimo (come sempre del resto), la comunicazione però era completamente bloccata. Non c’era un passato, ma non c’era nemmeno un futuro. Io non sapevo e non chiedevo perché lei mi avesse lasciato. Allo stesso tempo avevamo smesso di fare qualsiasi progetto o investimento sul futuro (prima che mi lasciasse si parlava di matrimonio). Dopo pochi mesi le cose sono precipitate.
L’inverno scorso io ho cominciato a stare molto male. L’incapacità di affrontare il nodo della prima separazione mi faceva vivere in una condizione di profonda frustrazione. Tutto mi appariva irreale e privo di senso, e mi sentivo totalmente incapace di guardare nel mio cuore. Così mi sono chiuso e ho smesso di parlare con s. L’ho allontanata, capendo a posteriori di averlo fatto nella speranza che lei mi venisse a cercare e a riprendere in qualche modo. Ad un certo punto però mi ha lasciato di nuovo, iniziando subito una relazione con un ragazzo molto più giovane di lei. A quel punto sono ripiombato in un inferno ancora più tetro di quello dell’anno prima, ma questo inferno non è durato che poche settimane. Il ricordo di quanto fossi stato male per la prima separazione ha mosso qualcosa dentro di me: non potevo più stare così male, il mio corpo e la mia anima si rifiutassero di ripiombare in quell’abisso. Ho smesso totalmente di cercarla e di sentirla, e ho trovato dentro di me delle risorse che nemmeno lontanamente pensavo di avere. Il pensiero di lei con un altro bruciava tantissimo, ma sanciva anche una sorta di punto di non ritorno. Le carte in tavola erano cambiate totalmente, e non c’era più verso di aggrapparsi al pensiero di lei nella paura di restare solo: lei era altrove, e quella dipendenza affettiva che ci legava, anche nello stare male insieme, era stata recisa. Mi distraevo, uscivo sempre, e ho avuto l’enorme fortuna di trovare dei nuovi amici ed amiche, con cui mi sono trovato molto bene e che mi hanno accolto da subito con molto affetto.
Da allora la mia vita è cambiata totalmente, ed in meglio. Sarei disonesto con me stesso se dicessi che questi ultimi mesi non sono stati i più belli e intensi della mia vita. Ho imparato a soffrire mantenendo la mia integrità, cosa che prima non riuscivo a fare, considerati i livelli di autocommiserazione e di terrore del distacco che mi caratterizzavano. Il pensiero di s. era sempre presente, e mi faceva molto male, ma questa strana e inaspettata forza interiore che sentivo dentro di me mi portava a cercare di legarmi molto con le persone. Come otto anni fa, sentivo un grande senso di condivisione e di vicinanza. Mi sono di nuovo innamorato di chi mi stava accanto in quel periodo, riuscendo, credo, a darmi molto. Ma ricevendo molto di più. Ho iniziato a capire quanto fossi disabituato a parlare di me: quando stavo male con s., mi mancavano proprio gli strumenti per guardarmi dentro. Con i miei amici “storici” infatti non parlavo, perché ero sempre stato abituato a fare così: era il mio carattere ed il mio ruolo. Queste nuove persone invece mi hanno conosciuto in una veste totalmente nuova, al punto che mi viene da ridere a pensare a come sarebbe potuto essere se mi avessero incontrato anche solo due mesi prima.
Trovare un luogo in cui sentirmi accettato e ammirato ha rimesso a nuovo la mia autostima. Tutta la mia vita ha assunto una nuova prospettiva: la fine della storia con s. non era la fine di tutto. Io continuavo a pensare a lei, ma riuscivo anche a stare nel presente, non chiudendomi a nulla e cercando sempre il contatto con le persone. Così dopo circa un mese ho conosciuto r., con cui ho iniziato ad avere una relazione a distanza (lei vive a londra). La nostra storia è cominciata con i piedi di piombo, perché io non potevo evidentemente ancora sentirmi libero. La distanza era un bene: ci vedevamo ogni due-tre settimane, ma passavamo dei bei week end. Ogni volta cha andavo da lei o lei veniva qui mi sorprendevo di come riuscissi a stare bene con lei: facevamo in effetti una vita da coppietta, che sul momento sembrava molto appagante e rassicurante, ma che non mi lasciava mai veramente un senso di mancanza e di desiderio quando dovevamo separarci. Stavo bene con lei quando la vedevo, ma stavo bene anche senza. Di sicuro non ero innamorato di lei, ma in lei vedevo tante qualità che mi piacevano e mi attiravano. Così ho pensato che forse avrei potuto innamorarmi col tempo, che la cosa giusta da fare era andare avanti giorno per giorno, vedendo cosa succedeva. Alcune volte le ho parlato di come mi sentivo, e del fatto che comunque non ero libero dalla mia storia precedente, ma poi questi discorsi morivano là. Con lei infatti ero sempre molto caldo e affettuoso: mentre a parole le comunicavo la mia distanza, il mio corpo si comportava in modo opposto. parlavamo spesso dei nostri problemi e ci supportavamo a vicenda (lei mi è stata molto accanto quando ho avuto un problema al lavoro). Ci divertivamo parecchio, e l’intesa sessuale era ottima.
In sei mesi di relazione con r. ho visto s. appena due volte. In entrambi i casi non ci siamo detti praticamente nulla, e io non ho chiesto nulla in giro su di lei. Non sapevo se la frequentazione con questo ragazzo fosse continuata oppure no, e non volevo saperlo. Un paio di mesi fa però ho ricominciato a sognare s. tutte le notti. Sognavo di parlare con lei senza riuscirci, oppure che mi scriveva delle lettere incomprensibili. Ci ho pensato parecchio su, alla fine ho deciso di richiamarla. Di acqua sotto i ponti ne era passata, e mi sentivo abbastanza forte da poter sostenere un confronto con lei. Così le ho scritto, per sapere se le andava di vedermi, ma lei mi ha risposto dicendo che pensava che fosse ancora troppo presto, che dovevamo entrambi aspettare di sentirci più forti. Per un po’ ho lasciato perdere, poi ho provato a risentirla dopo averla incontrata ad una cerimonia, e il suo atteggiamento era completamente cambiato. Così durante le vacanze di natale ci siamo rivisti, varie volte. Siamo usciti un paio di sere ed abbiamo pranzato più volte a casa mia. Ci comportavamo come amici, evitando però accuratamente discorsi che riguardassero le nostre rispettive situazioni sentimentali. Alla fine ci siamo sbloccati e lei mi ha detto che stava ancora con questo tipo, mentre io le ho detto dell’esistenza di r. Da allora anche lei ha iniziato a cercarmi.
Poterla rivedere mi ha di sicuro rimesso a contatto con i miei sentimenti, tanto che la prima cosa che ho fatto è stata riflettere seriamente su quello che stavo facendo con r. vedere s. mi ha fatto sentire nettamente che io non ero innamorato di r., nonostante fosse obbiettivamente più bella, e avesse delle virtù e qualità umane in più rispetto ad s. Così l’ho lasciata, facendo forse una cazzata, ma mi è sembrata la cosa più onesta da fare nei confronti di tutti. Lasciandola ho capito che r. era innamorata di me, e mi sono sentito una merda. Avrei dovuto essere molto più chiaro con lei, forse allontanandomi prima. Ribadire che non riuscivo a guardare più in là del presente non era evidentemente abbastanza. Avrei dovuto essere più realista, invece di pensare che basta dirle le cose per cambiare la realtà. Non l’ho fatto, un po’ per ingenuità un po’ per egoismo. Io ci avevo creduto veramente, pensavo che l’innamoramento potesse arrivare con il tempo, e invece non è arrivato. Ora un po’ mi manca, ma non abbastanza da spingermi a chiamarla e a cercare di riavvicinarmi a lei.
Interrompere la storia con r. e iniziare questa strana frequentazione con s. mi ha chiaramente destabilizzato. Abituato alla staticità più assoluta in otto anni di rapporto mi trovo ora a vivere esperienze che credo mi siano mancate nella mia adolescenza e post-adolescenza. Mi sento un semi-analfabeta da un punto di vista affettivo, e ho paura di fare ulteriori danni, a me e agli altri. Ma sento di non potermi fermare, di aver ancora bisogno di capire cosa cerco e cosa voglio.
Vedere s. è obbiettivamente difficile. Lei mi sembra molto perplessa e mi ha detto chiaramente che non vuole tornare con me (senza che io glielo abbia chiesto né fatto intendere in alcun modo peraltro). Io però provo un grande sollievo a poter parlare con lei, ora che ho imparato a non morire alla sua vista. In fondo credo solo di voler avere la possibilità di conoscerla e farmi conoscere, ora che entrambi in qualche modo siamo cambiati. Le impressioni di questi giorni mi portano a pensare che io sia in effetti ancora innamorato di lei, ma questo non significa necessariamente che pensi che possiamo stare insieme. Io vorrei avere la possibilità di amarla, non so in che modo , ma penso di non poterne fare a meno. La vita che fa s. è molto diversa dalla mia, e molti dei suoi amici non mi stanno simpatici. Penso anche che i miei nuovi amici siano troppo diversi da lei, mentre li sento molto più affini a me. Nonostante questo però io continuo a considerarla una parte fondamentale della mia vita, a cui non voglio rinunciare. Voglio starle accanto e voglio capire quanto la amo. Vorrei anche che lei vedesse il mio amore, ora che non mi aspetto nulla e non le chiedo nulla in cambio.
Non so cosa succederà nelle prossime settimane, ma ho i miei spazi e i miei luoghi sicuri in cui rifugiarmi. C’è in particolare questa mia nuova amica, che conosco da pochi mesi, ma a cui racconto tutto, con cui ho stretto un rapporto molto intenso e appagante. Se ho bisogno di lei c’è sempre, come io per lei, ed è così affettuosa e accudente con me da costituire quasi una figura materna. Anche la sua situazione sentimentale è alquanto travagliata, e tra noi si è creata subito una notevole complicità. Ci sentiamo tutti i giorni e ci vediamo spessissimo. Facciamo insieme un sacco di cose e ci divertiamo molto. Io le voglio un bene dell’anima, ma ho sempre pensato a lei come amica, perché considero il nostro rapporto estremamente prezioso e penso vada protetto da eventuali implicazioni sentimentali. Così c’è ora questa situazione un po’ assurda: io riesco a vedere s. solo perché v. (la mia amica)riesce ad appagare i miei bisogni affettivi. È una situazione sicuramente instabile e pericolosa, considerato anche il fatto che un paio di giorni fa ci è capitato di fare sesso, ma tra noi sembra esserci una trasparenza una mancanza di censure che ci preserva da malintesi o investimenti sbagliati sull’altro.
A questo punto della mia vita credo di avere molte possibilità davanti a me, ma ho una gran paura di muovermi maldestramente e di fare danni. Il pensiero di s. in un qualche modo mi fa bene, perché mi spinge a non fermarmi nella mia crescita personale. Se ho reagito con tanta positività al distacco da lei, è forse anche perché coltivavo dentro di me il desiderio di riprovare in futuro a corteggiarla, da persona più forte e consapevole. In effetti è proprio quello che sto iniziando a fare in questi giorni, senza forzarmi e forzarla in nessun modo. Mi chiedo però che senso abbia investire tutta questa energia su una persona che mi ha già lasciato due volte. Con s. sto facendo esattamente quello che sento, sto assecondando i miei istinti, che mi portano inesorabilmente nella sua direzione, cercando però di mantenere tutti i miei spazi. Forse sto sbagliando e rischio solo di farmi male. Che ne pensate?
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Categorie: - Amore e relazioni
Ma io mi domando perchè?
Perchè sei tornato sui tuoi passi visto che già una volta avevi sperimentato questa cosa? Ma soprattutto perchè se non avevi dimenticato la tua ex ti sei messo con un altra?
Guarda mi limiterò a dirti che le risposte le troverai nella tua esperienza pregressa, perchè te lo dico per esperienza personale che le minestre strariscaldate fanno solo male.
In ogni caso auguri per un futuro radioso…
Ciao…lunghetta la tua lettera!Bella storia, per alcuni aspetti, vicina alla mia. Come ho scritto anche in altri commenti, io sono contrario al “ricominciamo”. Ma forse sono la persona meno adatta a dirtelo…perchè una piccolissima parte del mio cuore, ha lasciato uno spiraglio aperto a tale evenienza.
Però, dopo a freddo, pensi a tante cose: al matrimonio. Anche noi dovevemo sposarci. Il giorno che mi ha lasciato, sono andato dal prete, che doveva consacrare la nostra storia. Sai, cosa le ha risposto?”Secondo te, chiamare il prete, mi faceva ritornare con te?”…giusto, dico io, ma è un atto dovuto dalla pazzia di quel momento. Cosa potevo fare. Ho chiamato la madre…aspetto ancora una sua risposta.
Meglio adesso, amico mio. Chi ti dice che non lo possa rifare, magari un domani da sposati e con dei figli?
Per le storie a distanza…beh, lascia perdere. Alle donne devi dare il 100%…se le dai il 99%…ti lasciano.
Non meritavo di essere lasciato. Ma non ti nascondo che un giorno, anche io vorrei rivedere la donna della mia vita. Magari accadrà…il mondo è piccolo.
no, se dai il 100 % ti lasciano di sicuro, anzi ti lasciano comunque, prima o poi.Meglio fottersene
ciao poinos,
di quel che ho letto mi sono rimasti impressi un paio di punti e sono quelli che vorrei sottoporti:
1)nella vita sono stato a lungo molto solo (…) Poi mi sono bloccato.
2)io riesco a vedere s. solo perché v. (la mia amica)riesce ad appagare i miei bisogni affettivi.
forse il tuo problema, aldilà di tornare o meno con S. è la maniera in cui ti relazioni con gli affetti. Probabilmente hai paura di tornare a sentirti molto solo. Questo “bisogno affettivo” io lo condivido solo in parte.
E’ bello essere circordati di persone che ci amano e che amiamo ma se l’amore si traduce in bisogno subentra, credo, una dipendenza dannosa.
Mi sembra che tu da una parte vuoi S., ma dall’altra non la vuoi in senso stretto, forse desiderandola più che altro perché rappresenta la tua stabilità. E’ amore questo?
Non saprei ma non credo…
Sai già che con lei non funziona perché avete provato diverse volte a far girare le cose e non è andata come avrebbe dovuto.
Soprattutto non credo che si possa amare una persona desiderando solo amarla senza volere nulla in cambio. L’amore in una coppia dev’essere ricambiato per essere sano altrimenti induce frustrazione.
Io propendo per una dipendenza dalla tua s., e forse proverei ad andare da uno psicologo per chiarire a me stesso le cause di tanta confusione affettiva. Non c’è nulla di male e può aiutarti a riscoprirti e a riscoprire il senso delle tue vicissitudini sentimentali.
calub, se torno sui miei passi è perché credo di aver già provato seriamente a staccarmi da lei. ora che non mi sento più morire per la sua mancanza, mi rendo conto che dimenticarla semplicemente non è quello che voglio, e forse nemmeno quello di cui ho bisogno.
negli ultimi giorni credo di aver capito che un mio problema con lei è la sua incomprensibilità. sia quando stavamo insieme che adesso, ho sempre avuto una sensazione di incoerenza tra quello che dice e quello che pensa e fa. forse ho solo bisogno di smitizzarla e di imparare a vederla per quello che è.
Che confusione sarà xkè ti amo è un’emozione che cresce piano piano stringimi forte e stammi più vicino se ci sto bene sarà perché ti amo. …
Ciao poinos…secondo me tu non hai ancora superato il suo abbandono.
Il voler mantenere un rapporto di amicizia con lei è solo il desiderio inconscio di tornarci assieme, perchè lei ti dava la sicurezza che a te manca.
Ora magari ritrovi in questa amica, quello che prima trovavi nella ex, che non è amore, ma stabilità emotiva . Da come descrivi il vostro rapporto, forse per lei non è solo pura amicizia e c’è il rischio di farle male davvero,
Se poi parliamo di amici, il fatto che devi sentirti ammirato dalle persone per stare bene e non ti basta quello che pensi di te stesso, è un altro sintomo di insicurezza.
Io ci sono passato pari pari, l’unico consiglio che ti do è IMPARA A VIVERE DA SOLO! Solo se stai bene con te stesso puoi star bene con il resto del mondo.