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Lettera pubblicata il 17 Luglio 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore eglevittoria.
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Giampaolo,
magari frequentando donne non più ragazze, riuscirai a trovare chi è un po’ più stabile.
Quello che ho potuto constatare io è che le persone che non hanno mai raggiunto obiettivi importanti e personali, DA SOLI, contando solo sulle proprie forze, in linea di massima sono sempre insoddisfatte.
Crescono con dei buchi esistenziali, con delle insoddisfazioni personali, e quindi si attaccano a chi, momentaneamente, quei buchi riesce ad asfaltarli, ma così facendo nasce un altro problema, ossia non si è capaci di centrarsi su se stessi, non si capisce da che parte andare, perché non si capisce CHI si è e COME si è.
Tu hai detto che hai circa 40 anni e che tu e la tua ex siete state insieme per circa 20 anni, quindi vuol dire che vi siete conosciuti da ragazzi.
Io non so com’era e cosa faceva la tua ex, ma forse il fatto di non essere maturata LEI come persona, da sola, ha contribuito a non essere centrata con se stessa, anche se lei, ad un certo punto, ti ha detto cosa voleva.
Io, per pensieri miei,avevo sempre rifiutato di, anche solo pensare, di costruire qualcosa di importanti con ragazze..ragazze, appunto,e non donne, non formate a livello personale, con il raggiungimento di obiettivi personali. Quando ho deciso di fare qualcosa di importante, l’ho fatto non con una ragazza, ma con una donna (giovane perché ha 32 anni) ma già formata.
Non so se mi sono spiegato perché vado di fretta. Casomai ne riparliamo.
Fai una cosa, inizia a cambiare squadra del cuore e vedrai che tutto andrà meglio 🙂
Ciao a tutti
Golem,
ovvio e scontato che l’ “amore” risponda a un’inclinazione egoistica, volta a soddisfare bisogni, più fisici per il maschio e (fino a ieri) più emotivi/conservativi per la femmina e i suoi cuccioli. l’essere umano NON fa niente per niente. alcuni fanno risalire persino il peccato originale a un eccesso d’amor proprio…
forse era preferibile il costume anteriore al 1800, quando ci si sposava, e ci si rispettava, almeno formalmente, per mettere a segno un contratto, quasi sempre dinastico o di stabilità sociale famigliare, che doveva durare l’intera vita. questo non escludeva affatto relazioni amorose al di fuori del matrimonio, che di solito avevano la durata (a loro congeniale) di fiammate, più o meno lunghe e sofferte, senza, in linea di massima, mettere a repentaglio la famiglia. persino alle donne erano generalmente concesse, DOPO che avevano messo al mondo il primo erede. bastava un po’ di buon senso e di tolleranza da entrambe le parti, spesso già delineate dalla cultura dell’epoca oppure da definirsi in modo esplicito prima del sì.
si è voluto concentrare eros con agape (per di più spingendo all’osso una rischiosa ricerca di verità in entrambi i contesti), con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. non c’è ombra di dubbio che le due espressioni d’amore umano siano raramente sovrapponibili in egual misura per entrambi gli interessati. la differenza finisce quindi per farla il tipo e il tenore di vita che si può condurre o meno con un/a partner. secondo me, se si hanno idee chiare su tali aspetti, la durata dell’unione si basa più su questi che non sul sentimento o sull’attrazione fisica. molto importanti, anche, la spontanea condivisione di forti interessi e passioni in comune o la presenza di figli, amati e desiderati da entrambi. in ultima analisi, tutto fa sempre capo a SINGOLE persone, alla loro maturità, alla loro capacità di correttezza e di responsabilità.
Anna Karenina e Madame Bovary hanno rotto in letteratura lo schema d’unione precedente, privilegiando l’amore sentimentale, instabile e volatile, rispetto ai figli e al legame maritale. non so quanto questo tipo di scelta, assolutamente trasparente, sia stata un bene, per loro e per tutte quelle che le hanno precedute nei fatti o seguite negli esempi. forse sono evoluzioni che non possono essere arginate e che portano, poi, una volta pagato il loro prezzo collettivo, a impostazioni di vita di coppia nuove, forse meno stabili e meno durature ma più sincere.
buon pomeriggio!
Ciao M.
Inizio dalla cosa più importante, la squadra del cuore. Quella non si può cambiare ! E poi perché dovrei farlo ?
Mai in B ! Triplete ! 3 finali (vinte) in tre settimane ! Chi altrettanto ?
Detto questo caro M, ti faccio presente che ho moooooolto più di quaranta anni. E frequento donne più che ragazze.
Ma le ultratrentacinquenni sono proprio quelle più strane e complicate.
Ciao Rossana. Se escludiamo la descrizione dell’amore fatta dalla letteratura, la semplice vita quotidiana di noi lettori di “quei” romanzi, non è altro che la rappresentazione più o meno “educata” di una necessità di “sopravvivenza”, sia fisica che identitaria. Nessuno si uccide “per amore” alla maniera delle nostre eroine da te citate se non a causa di un sopraggiunto tracollo psicologico che impedisce di continuare a vivere, ma NON perchè non possiamo più amare l’oggetto della passione, ma perchè non possiamo da lui essere amati. La paura della solitudine, in parole povere. Quella paura, che migliaia di anni fa ci ha lentamente convinto che è “l’unione” che fa la forza. E maggiore è “la forza” è più alta è la possibilità di sopravvivere. Da qui la famiglia, il gruppo, la tribù e via via sino alle società.
Tolta la tara sessuale e riproduttiva, che attiene alla fase giovanil-passionale, l’amore può essere un bellissimo incontro di due necessità di “do ut des”, che possono durare fino alla morte, e raccontare anche di un rapporto bello, sereno e civile. Ma se vogliamo vederci il “sogno” dobbiamo ricorrere a Madame Bovary, o ad Anna Karenina o altri esempi analoghi, come giustamente citi con quelli che hai fatto.
Fin’ora l’unico amore “disinteressato” che io intravedo è quello materno. Ma anche lì c’è l’impronta degli istinti che ne “comanda” il gesto, e in ogni caso quel “dare” della madre al figlio contiene una profonda ragione che ha comunque un ritorno in termini soggettivi. Perchè anche se significasse “morire” per quell’amore, il ritorno sarebbe la continuazione della “propria” vita attraverso il figlio. Nulla è “spreco” senza un fine, sia pure auspicato e ancorchè nobile come quello contenuto nei sentimenti umani che riguardano “l’amore”.
L’altra forma di sacrificio della propria vita per amore dell’altro è quella del Cristo. E intorno a questo “Esempio” si è disegnata tutta la nostra cultura morale, compresa quella sacrificale, che ha abbracciato inevitabilmente anche quella che attiene all’idea “divina” che spesso abbiamo dell’amore profano.
Un saluto
Golem,
concordo a grandi linee con quanto hai scritto nel post 984.
tieni presente che nei grandi romanzi ottocenteschi le eroine che hanno iniziato a rompere con la letteratura gli schemi d’unione precedenti (a doppia morale, nel senso del “si fa ma non si dice”) dovevano per forza finire tragicamente affinchè il libro potesse essere accettato dal punto di vista morale.
Flaubert fu trascinato in giudizio per la sensualità (d’eccezione per l’epoca) espressa dalla sua Madame Bovary, e riuscì ad uscirne senza pagare uno scotto troppo alto proprio per via della morte (punitrice) con cui aveva chiuso la storia.
niente è comunque del tutto codificabile in amore, ed è forse bene che sia così!
perfettamente d’accordo con te, invece, sull’esempio di sacrificio cristiano, che probabilmente influenza anche in amore… mentre per me quasi mai è disiinteressato nemmeno l’amore di una madre…
buona serata!
Be’, naturalmente immaginiamo una donna che abbia scelto una maternità in condizioni di equilibrio psicologico, perché altrimenti ritorniamo al solito discorso di “appoggiare” su altri le proprie mancanze o bisogni che fossero. E purtroppo anche quando si tratta di innocenti non è escluso che a loro volta non diventino dei ” tappabuchi” delle nostre carenze di identità. Siamo sempre alla ricerca del nostro persone benessere, fisico e psichico, e lo perseguiamo anche attraverso l’uso dei sentimenti, nei modi che abbiamo discusso.
Un caro saluto.
Giampaolo,
lasciale proprio perdere le ultra cinquantenni, soprattutto se hanno alle spalle storie finite male, o non ne hanno mai avute!
Sono più fulminate di certe trentenni!!!
Sulla questione Serie B e Juventus…..beh, non apro il discorso, ma ho un amico che ai tempi lavorava alla Telecom (Telecom…capisci a me!) , era un tecnico e si occupava proprio delle trasmissioni delle telefonate.
Mi ha ben spiegato come funziona il meccanismo che consente di mantenere registrate certe telefonate e alcune no.
Ti dico solo che, anni fa, mentre stava facendo manutenzione, ha saputo, PRIMA DI TUTTI, dell’acquisto di un giocatore di calcio, mi pare Gabriel Batistuta.
Ce ne sono di misteri italiani e di cose che vanno COME DEVONO ANDARE. Capisci a me anche su questo 🙂
Ma ormai è storia passata.
Ciao a tutti
Saluti
Passo e chiudo
ciao a tutti
e in particolare a golem, rossana e Valinda! purtroppo ragazzi in questi giorni sono senza collegamento internet a casa, e quindi mi è un pò difficile intervenire. ma si tratta di una situazione momentanea, quindi i misogini del forum ne approfittino per festeggiare ancora un pò perchè poi la vostra maria grazia tornerà a dare energicamente battaglia ! so che vi sono mancata… vero M ?.. 😀
a parte gli scherzi, ho compreso che per capire realmente il punto di vista altrui bisognerebbe vivere IN PRIMA PERSONA le loro stesse vicende. diversamente, per quanto ci si sforzi, non sarà mai possibile. e la questione dell’ aborto non fa eccezione. un uomo non potrà mai capire cosa attraversa una donna che deve compiere scelte difficili e sofferte, come ad esempio l’ interruzione di una gravidanza. e al tempo stesso anche una donna non potrà mai capire fino in fondo cosa frulla nella testa di un uomo. quindi temo che non serva a nulla stare qui a scornarsi all’ infinito sulla questione.
Ah quindi hai la connessione che non va?….Si certo come no, inventane un altra, che questa sa di muffa.
maria grazia c’è il topic dei buffoni sai che risate!!!!!