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Ho deciso di rinunciare ad avere figli

di eglevittoria
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Luglio 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1.066 commenti

Pagine: 1 64 65 66 67 68 107

  1. 651
    M. -

    Rossana,
    le risse su temi importanti non sono inevitabili. Basterebbe portare argomentazioni logiche per evitare risse, ma spesso si ricevono insulti, ma poco mi importa. Lascio le risse da bar agli stolti, accompagnati dalla mia indifferenza.

    Non devi invidiare la mia fede, per il semplice fatto che io non credo nell’esistenza di un Dio. Essendo occidentale sono cristiano per cultura, ma non credente. Quindi le mie convinzioni non nascono dai dettami della chiesa, ma per un discorso puramente naturale e logico.
    Commetti un errore quando vuoi far rientrare la non condivisione dell’aborto nella sfera religiosa, cattolica per quanto riguarda noi italiani, e ti spiego il perché.
    “…Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo…”
    Questa è una parte del giuramento di Ippocrate, vissuto tra il V e IV secolo a.C.
    Sicuramente non era cristiano, tanto meno cattolico.
    Così come si sono occupati di aborto (non condividendolo) persone laiche come Bobbio ad atee come Pasolini.
    Questo per dirti che il tema aborto tocca le coscienze di tutti, in tutto il mondo, non solo dei religiosi.
    Hai fatto riferimento alla Chiesa e all’uso dei contraccettivi, ma questo è un altro discorso, anche sul piano giuridico, infatti lo sperma in sé e gli ovuli in sé non godono di nessun diritto, mentre il feto sì. Il feto è tutelato a livello giuridico. Il feto è vita, uno spermatozoo ed un ovulo no, infatti non è nemmeno detto che in seguito ad un rapporto sessuale non protetto si arrivi alla procreazione. Lì non c’è vita. Vita che c’è sicuramente quando avviene la fecondazione.
    E non si può paragonare il feto ad un qualunque altro ammasso di cellule. Il feto ed un cumulo di cellule, come lo è una ciocca di capelli, non sono la stessa cosa, quindi non possono essere equiparate per valore.
    Su internet ci sono foto e video di feti abortiti. Guardali e dimmi se non è umano ciò che vedi. Si sono verificate situazioni in cui un feto è riuscito a sopravvivere dopo l’espulsione. Purtroppo per poco tempo, ma questo dimostra che il feto è vivente, è umano.
    Hai fatto riferimento agli omicidi. Bene. Qualcuno è disposto a giustificarli? Perché la soppressione di alcune vite deve essere accettata ed altre no?
    A questa domanda non si può rispondere che il feto non è vita.
    Il feto è sempre stato considerato vita, già nel nuovo testamento quando ci si…

  2. 652
    M. -

    riferisce all’essere umano che c’è nel grembo, lo si chiamava “bambino”, ed un bambino è un essere umano.

    Domanda provocatoria però vorrei una tua risposta:
    se partiamo dal fatto che condizione economica e sociale possono giustificare la soppressione di una vita per metterlo al riparo dalla sofferenza, allora perché non si può procedere a somministrare l’eutanasia a tutti quei bambini poveri, abbandonati, infelici e che vivono una vita non dignitosa, dalla quale, probabilmente, non avranno vie di fuga?
    Se l’aborto è visto come un mezzo per mettere alcuni a riparo dalla sofferenza, perché non è possibile sopprimerli tutti, a maggior ragione quelli già nati, visto che hanno un carico di sofferenza maggiore, e che cresce sempre di più, rispetto ad un feto? Se l’aborto serve anche per un controllo demografico, perché non utilizzarlo anche per abbassare il numero di abitanti della Terra.
    Dove sta la differenza?
    C’è comunque qualcuno che decide sul destino di un’altra persona. Quindi il principio è uguale, le motivazioni identiche, e la fine pure.
    https://www.google.it/search?q=aborti&espv=2&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=_VIEVKjyGMXMyAODwoLADQ&ved=0CAYQ_AUoAQ&biw=1280&bih=633#facrc=_&imgdii=_&imgrc=zvlSAPZpaOsDeM%253A%3B8M6AmpmybLuEXM%3Bhttp%253A%252F%252Fwww.centrosangiorgio.com%252Faborto%252Farticoli%252Fimmagini%252Ffeto_abortito.jpg%3Bhttp%253A%252F%252Fwww.centrosangiorgio.com%252Faborto%252Farticoli%252Fpagine_articoli%252Faborto_e_coscienza.htm%3B1206%3B843

    Aspetto tue risposte.
    Buona giornata.
    ciao

  3. 653
    maria grazia -

    M.
    mi scuso per i toni troppo concitati dei miei commenti prima, ma devi capire che il tema dell’ aborto è particolarmente sentito da noi donne, e la discussione in questo caso può prendere una brutta piega. Tu continui a confondere il DARE LA VITA con il DARE LA GIOIA. sono due cose diverse ! il feto può anche rappresentare una vita umana già in essere, ma questo non cambia il mio discorso. Se nel feto vengono riscontrati problemi organici per cui la vita del futuro nascituro sarebbe insopportabile, è un atto DOVEROSO verso quel bambino/a rinunciare a farlo venire al mondo. e lo stesso dicasi per casi in cui l’ aborto viene praticato perchè i genitori non si trovano nelle condizioni socio-economiche per poter allevare un figlio come conviene ! L’ etica di cui a te piace tanto parlare la applichi in senso astratto e ideologico ( tipico della mentalità maschile in generale, e non solo di quella “maschilista” ) ma qui si parla di VITA REALE, DI CONCRETEZZA PRATICA. in questa dimensione il discorso cambia, e quello che CONTA VERAMENTE è l’ EFFETTIVA soddisfazione delle persone rispetto all’ essere venuti al mondo.

  4. 654
    M. -

    Rossana, anche i miei scritti sono pieni di “secondo me” e non a caso. La storia che hai riportato ci riconduce sempre al solito punto: far pagare agli altri i nostri conti, le nostre mancanze. Agganciare la vita a teorie basate sui numeri può essere pericoloso, perché se capita di dover impersonare quel numero in più, allora nascono i problemi. I problemi nascono quando non si considera la vita come tale, gli esseri umani come tali, ma come numeri, come scarti. Se si riuscisse, invece, a capire che certi valori non possono e non devono essere accostati a numeri, allora anche quel figlio/numero in più avrebbe potuto ricevere la considerazione come essere umano, e non come qualcosa di barattabile. Dare un valore altissimo, non negoziabile, a certe cose, è follia?

    Ciao

  5. 655
    Golem -

    Posso? Vorrei sottolineare un dettaglio che ritengo intressante e che attiene al modo con il quale le “culture” trattano il valore della vita. Mentre Ippocrate ad Atene pronunciava quella frase che diventò la base del giuramento omonimo, gli spartani operavano una selezione eugenetica assolutamente coerente con la loro morale. Poche decine di chilometri separavano le due città, ma la maniera con la quale le due popolazioni vivevano la loro etica differiva già nei principi fondamentali. Si può affermare che una era giusta e l’altra sbagliata? Io ritengo di no, in quanto entrambe le etiche erano funzionali ad una cultura che era stata scelta o comunque condivisa da quella popolazione.
    Oggi siamo nelle stesse condizioni, e naturalmente tendiamo a riferirci ai principi con i quali siamo stati allevati, abbiamo convissuto e siamo immersi nostro malgrado. Siamo cattolici anche se ci definiamo atei o agnostici e, seppure inconsapevolmente, i nostri principi e le nostre decisioni attingono ad un retroterra che, volenti o nolenti, ci appartiene.
    La diatriba su cosa sia l’embrione non sarà mai risolta, perché nell’embrione coesistono entrambi i principi etici occidentali che creano il dibattito pertanto la questione è irrisolvibile dal punto di vista puramente intellettuale. In questi casi L’UNICO soggetto che dovrebbe poter decidere al riguardo e sul destino del nascituro e’ chi ha l’onere della gestazione, e nessun altro, almeno fintanto il feto dipende “completamente” dalla madre e non ci si può aspettare che possa sopravvivere senza di questa. Solo da quel momento in poi entriamo nel campo delle regole dell’etica e della morale della cultura nella quale si presenta il problema dell’aborto, non prima.
    Saluti a tutti.

  6. 656
    rossana -

    M.,
    sto preparando una risposta alle tue due domande precedenti ma non è finita, perchè la questione è complessa e io mi perdo rincorrendo vari cani sull’aia… Inoltre, ora desidero andarmene un po’ in giro, in cerca di caprifoglio… ma, punta sul vivo, sperando di aver capito correttamente anche quello che accenni soltanto, non posso fare a meno di replicare subito al tuo post 654.

    Credimi, NON avrei MAI voluto far pagare a mio figlio il conto che ho dovuto saldare io, per riprendere a vivere. Purtroppo però, a mio avviso, se non si è stati amati e non ci è stato insegnato nella pratica ad amare, non è che non ci si arrivi mai ma costa senz’altro tempo, tentativi vari a vuoto e sforzi immani, che non tutti hanno la fortuna di essere aiutati a compiere.

    A poco più di 25 anni il senso materno in termini di tenerezza in me era quasi nullo; il mio compagno, discutibile finchè vuoi, mi ha lasciata sola meno di due mesi dopo la nascita del piccolo, che ha pagato e ancora sta pagando un conto salatissimo, per colpa nostra.

    Non è una questione di numeri. Capisco molto bene il tuo ragionamento. Sembri essere tu a non conoscere altre realtà che quella che spero sia la tua, com’è giusto che sia. Così come si può negare persino l’esistenza di qualcosa d’imperfetto quando si sta godendo di una quasi perfezione…

    Non è follia dare un valore altissimo, ineguagliabile, a certe cose. Bisogna soltanto distinguere, se possibile, i diversi valori che possono essere dominanti in una vita per ogni singola persona. Per me, a costo di diventare patetica, questo valore è uno soltanto: l’amore. Senza di esso non esistono non soltanto persone serene ma nemmeno relazioni umane di coppia gratificanti, le sole che possano aderire con gioia alla vita e al dare la vita, nella speranza di gioia.

    scusa la franchezza. a presto!

  7. 657
    maria grazia -

    “se partiamo dal fatto che condizione economica e sociale possono giustificare la soppressione di una vita per metterlo al riparo dalla sofferenza, allora perché non si può procedere a somministrare l’eutanasia a tutti quei bambini poveri, abbandonati, infelici e che vivono una vita non dignitosa, dalla quale, probabilmente, non avranno vie di fuga?”

    non puoi paragonare un feto con un bambino già cresciuto. il feto è un organismo primordiale privo di sensibilità e di coscienza ( cioè il cuore dell’ essenza dell’ essere umano ), un bambino già nato e sviluppato porta invece in sè la consapevolezza di essere vivo e ha già maturato L’ ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA, tale per cui VUOLE continuare a vivere, paradossalmente e nonostante tutto. L’ omicidio e il sopprimento di un embrione sono due cose totalmente differenti.

  8. 658
    maria grazia -

    “Non è una questione di numeri. Capisco molto bene il tuo ragionamento. Sembri essere tu a non conoscere altre realtà che quella che spero sia la tua, com’è giusto che sia. Così come si può negare persino l’esistenza di qualcosa d’imperfetto quando si sta godendo di una quasi perfezione…”

    com’è vero rossana… com’è vero !! … e questo si può osservare in tutti gli ambiti della vita e con molte persone che incontriamo. e non solo relativamente alle gravidanze mancate !….

    “Per me, a costo di diventare patetica, questo valore è uno soltanto: l’amore. Senza di esso non esistono non soltanto persone serene ma nemmeno relazioni umane di coppia gratificanti, le sole che possano aderire con gioia alla vita e al dare la vita, nella speranza di gioia.”

    no rossana non sei patetica, SEI UMANA, è diverso ! le vere relazioni ( siano esse convenzionali o più “piratesche” ) sono quelle che in qualche modo portano a una crescita interiore dell’ individuo, a un’ empatia verso l’ altro, alla condivisione di aspetti umani e spirituali e non solo materiali ( come il sesso e altri appagamenti fugaci ed effimeri ). ma non tutti hanno sviluppato la maturità e la consapevolezza necessaria per riuscire a vivere con serenità e con coraggio, senza preclusioni, la nascita di un sentimento o anche semplicemente di una grande passione.
    anche la nascita di una nuova vita è qualcosa che merita attenzioni speciali, coraggio, dedizione, serenità, ma sopratutto DESIDERIO E AMORE. venendo a mancare questi presupposti, il bambino che nasce sarà infelice e porterà con sè ricordi traumatici e difficilmente rielaborabili.

  9. 659
    M. -

    Golem, gli Spartani operavano la selezione eugenetica, mentre ad Atene nasceva la consapevolezza di un diritto assoluto che andava salvaguardato. Tra queste due visioni, qual è che è passata ed è andata a costituire uno degli elementi della cultura occidentale? Le pratiche eugenetiche (le stesse rincorse dalla Germania nazista, è vietate dalla Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) o quelle di tutela e valorizzazione? A livello puramente istintivo, ci sentiamo più affini a ciò che facevano gli spartani o gli ateniesi?
    In Italia l’aborto si può praticare entro i primi 90 giorni, quindi 12 settimane. A 12 settimane il feto è in grado di effettuare i primi movimenti di riflesso, ha le unghie, iniziano a crescere i capelli, ha un cuore che batte ed un cervello e sistema nervoso già abbozzato, e questo gli permette di percepire alcuni dolori e fastidi.
    Che il feto non sia considerato come vita, non è vero, e l’ho scritto prima a Rossana. Gli antichi ed antichissimi indicavano il feto come bimbo, come dono, ma questo non impediva certe culture di buttare in pasto ad animali feti e bambini nati difettati.
    Quello che io vorrei sapere è se si può manipolare la vita altrui in base alla propria volontà. Se la volontà ha più valore dei diritti assoluti, e se la risposta è sì, vorrei sapere quali sono i confini di questa super volontà, perché io faccio fatica a trovarli questi paletti.
    Cosa ne pensi di persone, universalmente riconosciuti come grandissimi e capacissimi pensatori, come il papa, Bobbio, Pasolini e tanti altri, contrari all’aborto?
    Si sbagliano? Non sono in grado, in base alle loro conoscenze etiche, filosofiche, giuridiche, storiche, di creare un percorso logico assolutamente valido e coerente con ciò che la natura fa?
    Ciao

  10. 660
    Alfonso -

    “il feto è un organismo primordiale privo di sensibilità e di coscienza”

    Questo forum è letto da tante persone, quindi è doverso smentire subito una falsità del genere.
    Non è assolutamente vero, è scientificamente dimostrato che il feto sente i suoni provenienti dall’ambiente, che reagisce agli stimoli, che apprende, che sente il dolore. Il suo sviluppo intellettivo è già condizionato dagli stimoli che riceve nella pancia della madre. Per esempio situazioni di stress da parte della madre in gravidanza sono trasmesse al feto.
    Credi che fino all’istante in cui nasce il feto non sia cosciente e poi si accende improvvisamente?

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