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Ho deciso di rinunciare ad avere figli

di eglevittoria
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Luglio 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1.066 commenti

Pagine: 1 50 51 52 53 54 107

  1. 511
    M. -

    Golem,
    sono donne “nuove” per mentalità,e ovviamente queste “nuove” propensioni femminili riescono a manifestarsi là dove trovano terreno fertile. In questo caso relazionandosi con persone (noi due e chi la pensa come noi) che riconoscono e valorizzano il loro essere donne a 360° e non solo femmine.
    Sinceramente non mi è mai passato per l’anticamera del cervello pensare la donna in maniera diversa, in maniera più limitante.
    Però……c’è ancora un “nuovo” tipo di donna che mi fa un po’ impressione: la donna-pugile!!!!

    Un saluto a te e a tutti.
    Ciao

  2. 512
    Giampaolo -

    Golem, M.
    In sintesi, in due parole, mi descrivete com’è questa “donna nuova” ?

    Graqzie

  3. 513
    M. -

    Rossana,
    anch’io sono del parere che un albero che cade sia più rumoroso dell’intera foresta che cresce.
    Di giovani che costruiscono relazioni importanti, e su queste relazioni vogliono mettere radici, ci sono ed ho molti amici e conoscenti che mettono su famiglia, e lo fanno consapevoli di tutti i problemi che ci sono oggi, come ieri, ma non per questo si tirano indietro.
    Io la vedo così: se una persona ha dentro di sé dei valori forti, ed ha la forza di rispettarli e seguirli sempre, allora il contesto non potrà influire più di tanto sulla sua persona.
    Non mi è mai piaciuto essere una bandiere che gira in base al vento. Se la società di oggi è precaria e senza una meta, io me ne frego e non mi adeguo. Le mie certezze me le creo.
    A me le cose senza capo né coda, senza sostanza, non mi sono mai piaciute. Ribadisco che una società liquida è molle, adagiata, accetta tutto e non si ribella a niente.
    A me non piace e mi comporto in base a ciò che credo.
    Poi, potrà andare bene, male, non posso saperlo questo, ma intanto ci provo e semino. Poi si vedrà.

    Sicuramente un aiuto di buon senso da parte del legislatore DEVE arrivare. In una società sana i bambini non devono rappresentare un problema, invece da noi lo sono. Maternità, asilo nido che ti costa come una rata di mutuo, prodotti alimentari per bambini che costano come oro.
    Bisogna costruire una rete di aiuto attorno alle figure del papà e della mamma. E questo lo deve fare lo Stato.
    Dovrebbe imporre la costruzione di asili nido nei luoghi di lavoro, nelle aziende private, in cambio di sgravi fiscali.

    Che libro stavi leggendo?
    Ciao ciao

  4. 514
    M. -

    Giampaolo,
    personalmente per donna “nuova” non intendo una donna che prima non c’era ed oggi c’è, per questo ho scritto nuova tra virgolette.
    Comunque per donna nuova intendo una donna che, anche grazie ad una nuova visione che l’uomo ha nei suoi confronti, riesca a vivere e ad esprimersi in un contesto di parità, cosa che, magari, prima mancava.
    Per donna nuova intendo una donna che diventa sempre più partecipe in tutti gli ambiti della società: politica, lavoro, scuola eccetera.
    Io intendo questo per donna nuova. Una che vuole partecipare e non prevaricare.
    La prevaricazione è vecchia quanto il mondo, altroché rivoluzionaria.
    Donna nuova = parità.
    Tutto questo è reso possibile anche grazie alla collaborazione dell’uomo che, anche lui, è cambiato e di molto.
    Non sono d’accordo nel dire che l’uomo è rimasto sempre uguale a se stesso.

  5. 515
    Golem -

    Buongiorno a tutti. Rossana e M. Qualcuno ha scritto che è la capacità di adattamento il segreto della “sopravvivenza. Che si tratti di quella fisica o di quella intellettuale, da sempre la “vita” sul nostro pianeta si è evoluta con quella caratteristica. Chi non si adatta muore, chi non è flessibile scompare, chi non allarga i propri orizzonti e’ destinato all’isolamento.
    La donna o l’uomo nuovi hanno queste caratteristica: quella di “adattarsi ” ai cambiamenti e volgerli a loro favore, e l’età’ anagrafica non conta niente quando si possiede questa visione della vita.
    Chi pensa di cambiare il mondo per adattarlo alle proprie esigenze non potrà che lamentarsi della delusione che ne derivera’, e il richiamo al ” si stava meglio una volta” suonerà come una dichiarazione di sconfitta annunciata.
    Donne casalinghe o pugili che siano non importa se saranno soddisfatte di esserlo. Quello che conta e’ che finalmente uomini e donne possano SCEGLIERE, e sbagliare se sarà il caso, ma mentre cercano di realizzare se’ stessi da persone LIBERE.

    Ciao Giampaolo. Ho letto il tuo post dopo aver scritto la prima parte di questo. Credo di aver dato la mia indicazione di cosa intendo per “una donna nuova” ( ma pure di uomo nuovo). Lo sono tutti coloro che sono sintonizzati sul tempo che vivono sapendo coglier i cambiamenti e adattarsi a questi.
    Quello a cui stiamo assistendo in questa epoca è l’emergere della figura femminile svincolata dai cliché cui l’avevano relegata norme etiche e sociali discutibili allora e anacronistiche oggi. Questa liberazione va accettata come inevitabile, quanto quella di nazioni che sono state colonizzate e che più tardi hanno conquistato la loro indipendenza. Ma per quanto riguarda il rapporto che si potrà realizzare tra queste donne e uomini del futuro dobbiamo dimenticare quello che ha caratterizzato i nosti genitori o i nostri nonni. Non sarà mai più così. Ma questo non significa necessariamente che sarà peggiore. Come dice giustamente Rossana, la differenza la farà sempre la QUALITÀ della persona, come succedeva cento anni fa e come succederà tra cent’anni.
    Giampaolo tu sei un’ottima persona, in buona fede, e lo sai, ma devi essere più “aperto” verso i cambiamenti, e soprattutto non cercare ” copie ” di femminilità idealizzate. Lascia ” aperto” il tuo cuore, SERENAMENTE. senza fretta, e vedrai che prima o poi qualcuna di quelle donne che ti piacciono farà il nido. Ma faglielo fare LIBERAMENTE, e poi deciderete voi se chiamarlo amore

  6. 516
    maria grazia -

    M
    io penso che tutti, bene o male, abbiamo dei valori saldi di riferimento. e a tutti noi, in cuor nostro, piacerebbe trovare il compagno/a ideale di vita. cambiano forse il modo di vedere le cose e l’ indole caratteriale, ma bene o male tutti puntiamo a una qualche stabilità nella nostra vita. in termini materiali, lavorativi o sentimentali. il problema non è tanto quello che vogliamo noi, MA QUELLO CHE VOGLIONO GLI ALTRI ! se io ad esempio COME VALORE DI RIFERIMENTO ho il rimanere salda al mio principio di rifiutare il maschilismo, lo rifiuterò IN TOTO. questo significa non comportarsi nella logica dell’ uomo maschilista ( cioè essere casta e pura mentre lui può fare tutto quello che vuole ) nell’ intento di trovare un “fidanzato”. I miei valori e i miei parametri io li ho mantenuti fino all’ ultimo e sono sempre stata coerente con me stessa. anche se questo per me significa stare da “sola” ( in quanto la maggior parte degli uomini, nella scelta di una compagna ufficiale, preferisce ancora donne non emancipate, perlomeno da un punto di vista sessuale ). Non mi si può quindi dire che non ho mai rispettato alcun principio di riferimento. Diciamo invece che forse i miei principi non sono in linea con la maggior parte dei miei connazionali. Ma questo può succedere, quando si ha uno spirito rivoluzionario. e per una donna accettare di restare sentimentalmente sola pur di rimanere FEDELE A SE STESSA, non è sempre facile !
    Ora, la stessa coerenza e linea di principio io non la vedo nelle coppie di oggi che si fidanzano e si sposano, e che poi finiscono per tradirsi a vicenda o per lasciarsi per futili motivi. questo mi fa pensare che io ho molta più struttura morale di quanta ne abbiano queste persone che, si presume, siano migliori di me ! perchè ho accettato una vita in solitudine e piena di difficoltà – sopratutto da un punto di vista emotivo – pur di non piegarmi al maschilismo o ad altre convenzioni che ritengo aberranti ( come ad esempio accettare un lavoro dipendente in cui vieni sfruttata e sottopagata ). questi invece non accettano di fare il benchè minimo sacrificio per tener fede ai loro “valori”. e allora ti ( E VI ) chiedo: dove sta la VERA COERENZA ? in queste persone o in gente come me ?

  7. 517
    L. -

    M., totalmente d’accordo con il tuo ultimo commento.

  8. 518
    rossana -

    Golem, M.,
    il libro che ho portato con me ieri è “La storia dell’arte raccontata da Flavio Caroli”, accattivante non solo per la conoscenza che l’autore dimostra su un tema vastissimo ma anche per la sintesi e le parole (innovative nella loro ricercata originalità) con cui la esprime.

    facile, sintetico, profondo: da suggerire senza riserve a chi ama l’arte.

    buona serata a tutti!

    PS: incredibile come in una discussione così accesa si sia raggiunto un punto d’equilibrio abbastanza concreto fra più visioni, in fondo neppure troppo contrastanti ma solo percepite con sfumature d’entità diverse. mi verrebbe da concludere, parafrasando Shakespeare: “molto rumore per nulla”. in realtà, mi sembra che QUASI tutti i partecipanti siano stati indotti da una personalità forte e assertiva a fare uno o due passi indietro, nel rispetto del punto di vista altrui, motivo d’arricchimento piuttosto che di scontro, soprattutto per quanto si è pronti a recepire.

  9. 519
    M. -

    Golem,
    imporre a se stessi e poi perseguire il principio della parità, significa fare un bel passo avanti nella strada verso la libertà individuale, ma questa nuova visione, a parer mio, non nasce dall’adattamento ad una realtà calata dall’alto, ma è il frutto di scelte prima personali e poi collettive. Il processo di adattamento al quale hai fatto riferimento è, come giustamente hai detto, antico, ed opera una selezione.
    Sopravvive che si adatta. Ma questo processo ha sempre funzionato e funzionerà per questioni legate alla natura. Se nasco in un paese dove c’è tanto sole, mi ci adatto, e avrò la pelle nera. Se nasco dove fa tanto freddo, mi adatto, e avrò una folta pelliccia.
    L’adattamento così inteso, nei processi storici e sociali, non esiste, perché società e storia sono sempre stati lo specchio di SCELTE politiche, personali, eccetera. Galileo, Leonardo e compagnia, sono stati dei grandi intellettuali proprio perché non si sono adattati. Ma non si sono limitati a dire “io non mi adatto”, ma hanno proposto altre vie di pensiero basate sulla propria esperienza, sui propri studi.
    Se molti intellettuali si fossero adattati sarebbero sì sopravvissuti a teste decapitate e a roghi, ma per fortuna non l’hanno fatto.
    A molti sociologi piace usare il termine tolleranza come sinonimo di accettazione ed adattamento a tutto.
    Intanto il termine tolleranza è di origine metallurgica ed indica la capacità di un oggetto a subire pressioni esterne prima di arrivare a rompersi.
    Quindi una società ha sì un margine di tolleranza, ma superato il quale si spezza.
    Quindi, sempre secondo me, accettare tutto senza tener conto che prima o poi il margine di tolleranza finisce, non significa voler piegare il mondo a propria immagine e somiglianza, ma soltanto non essere dei pozzi senza fondo nei quali buttare di tutto e di più.
    Se poi si accetta di farsi trascinare dalla corrente perché tanto così è, e poi si supera il famoso punto di rottura, allora non bisognerà sentirsi delusi.
    Il valore della famiglia può convivere benissimo con il principio di parità. Esistono fiumi e fiumi di esempi concreti, noi due compresi.

  10. 520
    M. -

    Quindi, se ammettiamo che lo spirito di adattamento e di selezione naturale è finalizzato alla sopravvivenza, ed ha come scenario operativo Madre Natura e basta, perché nel mondo intellettuale molti personaggi intellettuali hanno dimostrato che l’adattamento culturale sarebbe stato deleterio (pensa se Galileo si fosse adattato al pensiero della Chiesa) e se ammettiamo che la società, che poi passerà alla storia, è il frutto di scelte, allora lo spirito di adattamento in queste due sfere, sociale ed intellettuale, non esiste.
    Personalmente nel modo di vivere stile “mi faccio trasportare dalla corrente” non vedo spirito di adattamento, né rivoluzioni, ma incapacità o paura o scelta di mettersi in gioco

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