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Lettera pubblicata il 17 Luglio 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore eglevittoria.
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M. Ho letto attentamente il tuo post n. 431. Che dirti? Nulla! Sono totalmente d’accordo.
A volte ci siamo “piccati” su alcune questioni. Ma mi sembra che in linea di massima siamo d’accordo su molte cose.
Rossana, se difendo e appoggio qualcosa è la libertà di espressione, senza voler scomodare chi si sarebbe fatto uccidere pur di consentire che questo avvenisse. E così come faccio con gli altri apprezzo che fosse permesso a me.
L, peccato che tu non abbia compreso il semplice esempio della Fallaci, oppure sei troppo giovane per sapere quanto le idee e il modo con cui le esprimeva sono state oggetto di critiche anche pesanti nei confronti della scrittrice per prima e poi della donna. Credo che la stessa MG, e qualcun altro, che giustamente non ha commentato quella parte del mio intervento, abbia capito il tipo di parallelismo che ho voluto proporre, sperando che la vicenda professionale e sentimentale della scrittice toscana fosse più conosciuta.
Sono un po’ infastidito dal dover entrare spesso in particolari più dettagliati ogni volta che propongo un esempio, per doverne spiegare il senso, senza rischiare di essere frainteso ancora una volta. O forse sono io che non riesco a spiegarmi come si deve.
ciao Giampaolo,
rispetto, apprezzamento e arricchimento sono reciproci.
spesso sono persino contenta dei miei quasi 70 anni, perchè ne ho vissuto la gran parte molto intensamente. non mi reputo nè moderna nè superata ma soltanto aperta a quanto del presente e del futuro ancora posso comprendere e assimilare.
nonostante gli errori (inevitabili) e le difficoltà (inevitabili pure quelle), ho conservato la fiducia nel prossimo e la capacità d’amare. a me questo basta e avanza!
un caro saluto.
Rossana,
“non è che per caso il numero di donne uccise è più alto proprio nei Paesi in cui la donna è più libera (libera quindi anche di chiudere senza troppe spiegazioni una qualsiasi relazione amorosa quando questa non risponde più alle sue aspettative)?”
Ammettiamo che il motivo sia quello. Ammettiamo che anche i maschi del nord non accettino una donna libera.
Come viene definito un maschio del genere? Maschilista.
Quindi una società maschilista esiste anche nel nord Europa, e quindi non capisco perché far passare la società italiana come una gabbia per le povere donne che ci abitano, lodando la società nord europea che, numeri alla mano, ci dice che non è poi così tanto libera come qualcuno sbandiera ai quattro venti.
Quindi o ammettiamo che noi italiani non siamo più maschilisti di altri, anzi, oppure ammettiamo che il maschilismo in quanto tale, non è la scintilla che sfocia nell’omicidio della donna.
Le donne che vengono uccise dal compagno, non vengono ammazzate perché si è maschilisti, non vengono ammazzate perché sono femmine.
Quando accade un fatto del genere e si inizia a scavare nella vita della vittima e dell’assassino, si scopre che l’omicidio è il punto finale di un percorso di malessere, soffocato e trascinato per lungo tempo, che affronta l’uomo. Vuoi per dei tradimenti, vuoi per separazioni, vuoi per problemi con i figli. Per mille motivi.
Non esiste 1 solo femminicidio compiuto d’impeto.
Uno dei tantissimi compiti che svolgeva la famiglia, e per fortuna ancora accade, era quello di fungere da valvola da sfogo. Se all’interno di un nucleo famigliare c’erano dei problemi, si riusciva a trovare sfogo nella famiglia dei parenti. Si riusciva a trovare ascolto ed un consiglio.
Ora tutto questo sta venendo meno proprio perché manca la famiglia, mancano i fratelli, le sorelle, sempre più figli unici, mancano gli zii, i cugini, mancano punti di riferimento saldi e presenti.
Immagina un bambino, figlio unico, che vive con genitori separati e magari anche loro figli unici.
Questo bambino, se ha bisogno di sfogarsi con qualcuno, ma con chi lo fa se non ha zii, sorelle, fratelli, cugini?
Le famiglie di oggi sono sempre più piccole, isolate, demonizzate, e se qualcuno inizia a partire di testa, questo dove va? Apre la porta di casa sua e trova il nulla, zero valvole di sfogo, e quindi tutti quei problemi che ogni famiglia ha rimangono lì, a macerare, e poi, uniti a tutti gli altri problemi, esplodono.
Secondo me, la soluzione a tutto quello che stiamo vivendo, è più famiglia, non meno famiglia.
La famiglia è da sempre la culla della personalità.
I semi che vengono impiantati nei bambini piccoli, attraverso l’educazione, saranno poi i frutti che quel bambino, diventato uomo, si porterà dietro tutta la vita.
Se io semino il nulla, se semino la solitudine, quel bambino si troverà senza niente.
Io mi ricordo che quando ero piccolino e mia madre mi sgridava, correvo da mia nonna perché sapevo che lei mi avrebbe coccolato e confortato, che avrebbe cercato di mettere una pezza a tutte le marachelle che facevo.
Per me mia nonna era un punto di riferimento, di forza, era il mio rifugio.
Stessa cosa verso i miei zii.
Ora, un bambino solo, senza una famiglia salda alle spalle, ma che fa? Dove va?
Ci vuole più famiglia, più genitori educatori, e meno genitori amici.
Qui c’è poco da fare le trottole. Qui, se si vogliono cambiare le cose, è bene iniziare a darsi da fare sul serio ed imparare a prendersi le proprie responsabilità e rispolverare il valore del sacrifio.
In Italia la donna è liberissima. Basta paraventi
Golem,
a costo di diventare polemica, siccome amo dire pane al pane e vino al vino, devo farti presente che, secondo me, appoggi la libertà d’espressione di Maria Grazia e non di altri, che forse ne avrebbero bisogno PIU’ di lei. non c’è niente di male a essere schierati… ad apprezzare qualcuno per le sue idee… riportando la sua personalità addirittura a quella di una scrittrice controversa come la Fallaci…
fine della trasmissione sul tema, almeno da parte mia.
scusa se la mia percezione su quanto leggo in parecchi tuoi post non collima con gli intenti che dichiari.
un saluto.
Parallelismo Che continuo a trovare fuori luogo ..e dal momento Che lo pubblichi la stanchezza te la sei guadagnata da solo, sai? E comunque ho letto quasi tutti i suoi libri…. Ma certo Golem, gli altri non capiscono, gli altri sono troppo giovani, gli altri…certo, sempre gli altri… A capire, a conoscere, siete solo voi. Eheh
M.,
concordo sui tuoi post 444 e 445. ho avuto una famiglia tradizionale, ottima sotto quasi tutti i punti di vista meno uno, per me parecchio importante, ma la sorte ha voluto che vivesse in casa con noi uno zio, solo come me. forse l’ho amato più di quanto non abbia amato mio padre e mia madre, per lo meno nell’infanzia.
se in me c’è stata possibilità di “salvezza emotiva” la devo quasi certamente a lui.
buona serata!
Purtroppo caro M. La famiglia di oggi non é più quel nucleo che hai descritto.
Oggi la società, ma soprattutto il modo di vivere, soprattutto nelle grandi città hanno praticamente distrutto quell’unione formata da fratelli, nonni, zii ecc.
Io l’ho vissuta, quel tipo di famiglia e so cosa vuol dire.
Ma oggi c’e’ dispersione. E ciò che hai scritto é sacrosanto.
Io vedo giornalmente figli allo sbando. Impegnati a tempo pieno nelle scuole fin dall’asilo. Genitori costantemente assenti. Impegnati tra lavoro e mille altre faccende. A volte ci sono i nonni. Ma tutti gli altri componenti sono spesso lontani o anch’ essi assenti.
E quando ci si separa ecco il patatatrak finale!
Sono totalmente d’accordo con quanto scrivi.
Quindi scusa M. stai in pratica dicendo che se un uomo arriva a uccidere una donna la colpa è della donna stessa che causa malessere all’uomo???? Stessa cosa se la riempie di botte? Un po’come dire che una donna che va in giro in abiti succinti e viene stuprata se l’è andata a cercare? Spero vivamente che nn sia quello che intendi…