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Ho deciso di rinunciare ad avere figli

di eglevittoria
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Luglio 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1.066 commenti

Pagine: 1 30 31 32 33 34 107

  1. 311
    M. -

    Questa mia frase “Secondo me ti sarà impossibile dare delle definizioni oggettive ed assolute” era scritta in seguito, e quindi collegata, alla frase precedente, ossia “Secondo te una donna femminile e dolce si alza dal letto alla mattina, e poi? Come dovrebbe essere e cosa dovrebbe fare?”.
    E la tua risposta è stata questa “Sinceramente non sono in grado di dirti quale possa essere la giornata tipo di una donna dolce e femminile così come non saprei fare altrettanto relativamente ad una donna che non sia tale”.
    La mia domanda era evidentemente pretestuosa, e retorica, ed aveva come scopo proprio quello di portarti ad una non risposta in merito, proprio per dimostrare l’impossibilità di mettere dei paletti fissi a certe cose.
    Allora, se il punto di partenza del mio ragionamento è che non esistono elementi umani oggettivi, validi per tutti nello stesso modo, ma tutto viene modellato in base ai propri gusti, visioni ed aspettative, il fatto che io è te abbiamo opinioni divergenti in merito, non fa altro che confermare la mia posizione.
    Dire “di me decido io” non è un rimprovero, ma una specificazione di me stesso, di come sono.
    Se io voglio dire una cosa di me stesso, quella cosa la scriverò io, non ho bisogno che lo faccia, fantasiosamente, qualcun altro.

    Comunque, visto che io e te, abbiamo una base ed un metodo di ragionamento completamente opposti, inconciliabili, non mi rimane altro da fare se non mettere un punto.
    Dipendesse da te, staremmo ancora a parlare del “ti passo a prendere domani alle 8”.
    E poi, ancora con ‘ste partigiane….era un paragone riferito a quanto scritto da Hurin. Avrei potuto scrivere anche “le donne ai tempi di Cleopatra”, ma solo per dire che la realtà donna-combattente/soldato donna-guerra è sempre esistita.
    Il mio riferimento alle partigiane non c’entra con questa tua nostalgia delle donne del passato.

    Tu ed io non abbiamo molti anni di differenza; gli aspetti culturali e sociali nei quali siamo nati e cresciuti sono sostanzialmente uguali, eppure non capisco da dove derivi tutta questa differenza abissale.
    Mi trovo molto più affine con la mente di Rossana e di Golem che sono più grandi di me, rispetto a quella di un mio coetaneo.
    Mistero…

  2. 312
    M. -

    Maria Grazia,
    l’unica imposizione veramente efficiente è quella dell’intelligenza. Per me il femminismo è la negazione di questo.
    In tutti i periodi storici le donne con un cervello fuori dal comune si sono “imposte” sugli uomini.
    Non nego che abbiano fatto più fatica, ma ce l’hanno fatta.
    Ti faccio un esempio italiano: Rita Levi Montalcini, ebrea, nata nel 1909.
    Ora, essere donna, essere ebrea, nascere in Italia agli inizi del ‘900 con il fascismo ed il nazismo alle porte, sulla carta significava una sola cosa: non valere nulla. Essere destinate al fallimento.
    Eppure non è andata così. Sappiamo tutti chi era e che cosa ha fatto Rita Levi Montalcini, sappiamo come si è “imposta”, e di certo non le sono venute in soccorso leggi in stile “quote rosa”.
    Ti riporto due sue dichiarazioni: «Credo nelle donne, ma non credo nei movimenti femministi».
    E ancora: «una volta inserita nel mondo accademico, non ho mai avuto problemi con i colleghi maschi».

    Spesso la società, pur con delle piaghe, corre più veloce e meglio della politica.
    Che si dia spazio al merito e vedrai che non ci sarà una gara all’imposizione. La forza non serve. Ci vuole cervello, intelligenza, e le quote rosa non garantiscono una scelta basata su delle capacità, ma è basata solo su un attributo sessuale. Tutto a danno vostro, ovviamente.

  3. 313
    M. -

    Golem e Rossana,

    sarò crudo, ma preciso nell’esprimere la mia idea sul rapporto uomo-donna: a penetrare le donne con un fallo sono capaci tutti i maschi, ma solo gli uomini riescono a penetrarle con il cervello.
    La vera sfida, il piacere della lotta, la sana esaltazione delle differenze tra uomo e donna, sta proprio qui.
    Il fisico è solo la manifestazione di una bellezza, diversa per ognuna, ma la vera femminilità sta tutta nel cervello, nell’intelligenza. Ad ognuna la sua.
    Per accoppiarsi, e fare ciò per cui realmente serviamo (mandare avanti la specie umana) basta l’attrazione sessuale, l’istinto, ma per nobilitare ed esaltare il tutto, ci vuole testa.
    Questa è una battaglia bellissima, lo scontro di cervelli maschili e femminili, è una guerra stupenda, e non riuscirei a rinunciarci. C’è poco da star tranquilli in queste cose. Chi dorme non piglia pesci. In questo caso non piglia farfalle!!!

    Ciao a tutti e buon ferragosto in ritardo!

    P.s.
    Rossana….so per certo che tutte le decisioni prese per conto tuo e per tuo figlio, non sono state prese a cuor leggero. Hai accettato la lotta e la fatica di ricominciare. Tanto di cappello a te.

  4. 314
    rossana -

    M.,
    sono sostanzialmente d’accordo con quanto affermi nei tuoi post 312 e 313, con una leggera variante sul femminismo. a mio avviso, è stato, e forse può ancora essere utile, proprio per smuovere la massa, a grandi linee maschile, che difende i propri privilegi. un’azione d’urto in questi casi può essere necessaria per creare una falla nella diga, come avvenne a suo tempo nel mondo del lavoro tramite il sindacato.

    resta, invece, validissimo il concetto che dove e quando ci sono state donne in gamba, queste hanno conquistato il posto che a loro competeva a tutti i livelli, nonostante l’ostruzionismo con cui si sono dovute misurare. oggi, purtroppo, non vedo nè uomini nè donne validi, se non nell’arte di appropriarsi, come sempre, di beni materiali o finanziari, defraudando il prossimo.

    MOLTO interessante per me il tuo far riferimento alla testa in amore. da qualche tempo noto che il linguaggio maschio-femmina in ambito amoroso è spesso contrassegnato da un accenno al cervello per il primo mentre la seconda preferisce far capo al sentimento. inizialmente ritenevo che questa fosse una caratteristica espressiva di chi rasenta l’inaffettività ma con il tempo mi sono resa conto che è invece parte del linguaggio, che ha i suoi reconditi significati.

    ti sono grata per la comprensione umana che mi hai dimostrato ma anche per la chiarezza e la modalità con cui esprimi le tue idee, fermo nei concetti ma non prevaricante.

    un caro saluto.

  5. 315
    M. -

    Rossana

    “oggi, purtroppo, non vedo nè uomini nè donne validi, se non nell’arte di appropriarsi, come sempre, di beni materiali o finanziari, defraudando il prossimo”.
    E quindi l’onda d’urto dovrebbe creare una breccia per far passare che cosa? La mancanza di spessore, di cultura, più in generale, la mediocrità?

    La Montalcini non ha usato onde d’urto, né ha utilizzato il femminismo, eppure….
    E poi, solita sottolineatura, le donne vogliono affermare la donna chiamandola femmina? Femminismo?
    Chi ha doti per spiccare, spicca.
    Per incoraggiare questa cosa ci vuole un aiuto politico, ma questo aiuto non può consistere nell’obbligare a fare scelte in base al sesso, esempio, le quote rosa.
    Il femminismo che cosa ha portato? Ad affermare che la donna è padrona del proprio corpo? Rivendicazione legittimissima a mio parere, ma questo vi ha portato a diventare merce, il vostro corpo è diventato merce, pubblicità, fonte di profitto, come lo era, in forma meno appariscente, anni fa.
    Sia chiaro, se una donna decide di usare e mostrare la propria bellezza, fa bene a farlo, ma deve essere una scelta consapevole, e a volte non lo è.
    A me la pubblicità in stile “Saratoga, che per vendere il suo silicone e renderlo più accattivante, fa salire la signora Giovanna per guardarle in sedere, mi crea il vomito.
    Io sono a favore della parità di opportunità tra uomo e donna, fermo restando che riconosco delle differenze. Differenze che apprezzo.

    Buon appetito a tutti

  6. 316
    rossana -

    M.,
    concepisco l’onda d’urto come rottura di schemi a livello di massa, per far passare un concetto di parità altrimenti respinto quasi da tutti con troppa forza e arroganza, soprattutto in carenza di leggi adeguate, che sarebbero le più utili, quelle che hanno permesso in altri Paesi veri cambiamenti.

    sempre stupisco approfondendo la condizione della donna nell’Egitto di cinquemila anni fa. lì sì che c’era davvero una volontà politica a favore di un complessivo, ammirevole equilibrio umano fra i sessi. esisteva addirittura il matrimonio a tempo, con accordi prematrimoniali sui beni da definirsi liberamente, senza intervento nè dello stato nè della religione, se non per analizzare controversie legali che potessero sorgere in seguito, in merito all’interpretazione degli stessi. mi sembra tuttora alluncinante che in Grecia e in Roma la situazione fosse del tutto diversa, così come, paradossalmente, resta diversa da noi, ORA.

    forse, non essendo donna e non avendo vissuto la gioventù prima della legge sull’aborto, non puoi immaginare cosa significasse allora una gravidanza indesiderata. l’orrore di mammane che agivano su tavoli da cucina e le emorragie successive che, se denunciate dal medico, potevano portare a grane giudiziarie, non solo ingiuste ma anche socialmente vergognose…

    secondo me, un primo passo collettivo s’imponeva. adesso, invece, mi sembra che le rivendicazioni siano diventate forse troppo individualistiche e scarsamente costruttive nell’ottica di un dialogo sereno, privo di eccessive acrimonie da entrambe le parti. al di là delle capacità delle singole donne, su cui concordo totalmente con te, per le altre, quelle che non hanno abbastanza forza o cultura per difendersi da prevaricazioni di tutti i tipi, un gruppo, composto indifferentemente da uomini e donne, che fosse in grado di portare avanti e di far approvare leggi adeguate potrebbe, a mio avviso, essere ancora utile.

    buon pomeriggio!

  7. 317
    M. -

    Rossana,

    di che cosa è fatta l’onda d’urto della quale parli?
    Quali comportamenti pratici? Quali azioni?

    La legge sull’aborto è stata una concessione giuridica dolorosa, per ciò che comporta, ma necessaria.
    Si è portata a galla una pratica che è sempre esistita, concedendo alla donna di uscire dalla clandestinità, e darle tutele maggiori in fatto di salute.
    Il diritto della donna di decide di sé e della sua salute, prevale sul diritto a nascere.
    Anche queste sono decisioni che non si prendono a cuor leggero, perché il valore che riconosciamo alla vita rientra nel ventaglio di tutti quei diritti che fanno parte della nostra cultura, e ce ne sono tanti.
    La nostra cultura riconosce un sacco di diritti, noi siamo la culla del diritto, e per questo credo che non sia così retrograda come superficialmente si tende a dire, dando un giudizio immeritevole alla nostra società.
    Ci possono essere delle difficoltà nel capire e scegliere quali meccanismi riescano a garantire meglio questi diritti, ma la politica serve proprio per questo. Serve a scegliere, ed in questa operazione di scelta un ruolo fondamentale ce lo abbiamo noi cittadini, prima ancora che i nostri politici, perché molte leggi non fanno altro che far emergere e fissare delle consuetudini sociali già praticate da tutti noi.
    Il valore della donna, il riconoscimento a lei di pari diritti, sono concetti presenti nella nostra cultura. Ci sono. Tocca soltanto continuare il cammino che abbiamo intrapreso che, per me, non può che migliorare.
    In fin dei conti noi italiani, tanto per parlare di noi, abbiamo tutta la base necessaria, tutta la cultura giuridica necessaria per arrivare a modellare una società femminile in stile nordico.
    Io sono fermamente convinto di questo.
    Ci vorrà tempo, ma una volta individuata la meta, non ci resta che continuare a camminare.
    Io sono più che fiducioso e convinto.

  8. 318
    M. -

    “sempre stupisco approfondendo la condizione della donna nell’Egitto di cinquemila anni fa. lì sì che c’era davvero una volontà politica a favore di un complessivo, ammirevole equilibrio umano fra i sessi. ”
    A volte la donna non si trovava in un punto di equilibrio con gli uomini, ma ad un livello superiore.
    La donna faraona, e quindi divina, era nettamente superiore all’uomo “semplice”.
    Ma non per tutte era così.
    Le donne (e uomini) ridotti in schiavitù erano concepiti come oggetti, seppur avevano dei diritti.
    Sembra quasi un paradosso, ma è così.
    Quindi un punto di notevole squilibrio tra uomo e donna c’era in quel tipo di società.
    La differenza con la nostra società di adesso, è che questa forbice si è ridotta.
    L’idea di donna-oggetto, nel vero senso della parola, non fa più parte della nostra cultura occidentale.
    Per fortuna

  9. 319
    rossana -

    M.,
    intendo “onda d’urto” (che la politica non ha potuto fare a meno di accogliere) le numerose manifestazioni di piazza fine anni ’60-inizio anni’70 a favore dell’aborto, composte quasi esclusivamente da donne. quelle più famose restano le seguenti: 1975, Firenze, 10.000 partecipanti; 1976, Roma, 50.000, inframmezzate e seguite da altre che raggiungevano in media le 20.000, mentre, in alcune città del sud ancora si sputava addosso alle femministe per strada, non solo da parte di uomini…

    il germe della consapevolezza, e della successiva rivolta, nato durante le occupazioni delle università a partire dal ‘68 nella mente e nel cuore delle giovani più colte e più determinate, si diffuse abbastanza rapidamente. nel 1974 esistevano in sessanta città italiane più di cento gruppi consolidati, a matrice anarchica, di autocoscienza, coordinamento e “propaganda”, a cui appartenevano donne comuni, che non si erano mai impegnate in politica o per i diritti civili. il numero complessivo delle militanti non era quantificabile a causa di un’ulteriore diffusione capillare non codificata sul territorio. a titolo indicativo, la rivista che maggiormente le sosteneva, “Effe”, aveva una tiratura di 50.000 copie.

    è soprattutto grazie alle femministe se la legge sull’aborto, che doveva fronteggiare la potenza della Chiesa più di ogni altra approvata in quegli anni (1969: abolito il reato di adulterio, che puniva la donna, ma non l’uomo, con il carcere; 1970: introdotto il divorzio, poi confermato con referendum popolare nel 1974; 1971: abrogato l’articolo del codice civile che vietava gli anticoncezionali; 1975: approvato il nuovo diritto di famiglia, che sancisce la parità dei coniugi; 1977: legge sulla parità di trattamento nel lavoro), riuscì a diventare realtà nel 1978, dopo essere stata affossata nel 1974, suscitando le reazioni di massa di cui sopra.

    […]

  10. 320
    rossana -

    […] fin qui ho integrato i miei stupendi ricordi di “sorellanza” di allora con alcuni dati prelevati da “Il secolo delle donne” (E. Doni e M. Fugenzi) e da “Italiane” (P. Wilson). non posso, però, esimermi dal ricordare l’azione attiva sul territorio espletata per anni da piccole “unità d’azione” composte da donne (medico + infermiera) del Partito Radicale, che, rischiando il carcere, praticava aborti clandestini con una dolcezza e un’attenzione che allora fu, fra le donne, dirompente.

    ti ho risposto esaurientemente? per buona misura, e per onorare le donne che prima d’allora hanno dato ben di più, sia pure indirettamente, alla “causa femminile”, riporto alcuni dati di sintesi, rilevati dal primo libro sopracitato: “Le partigiane combattenti, riconosciute ufficialmente per aver preso parte ad almeno 3 scontri armati, sono 35.000. a 16 di loro è stata attribuita la medaglia d’oro al valor militare, 623 sono state fucilate o sono cadute in combattimento, 4.635 sono state arrestate, torturate e condannate durante la guerra. ma infinitamente più alto fu il numero di donne che fecero parte di quella che venne chiamata Resistenza non armata…”

    i numeri possono apparire piccoli, in entrambi i casi, ma grande è stato di certo lo spirito che ha sostenuto l’azione di tutte queste donne, a cui molto si deve, anche da parte degli uomini.

    domanda provocatoria: sai dirmi che fine ha fatto la pillola maschile, messa a punto dall’Università di Munster nel 1993, priva di effetti collaterali e capace d’inibire al 100% la fertilità nell’uomo?

    buon pomeriggio!

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