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Lettera pubblicata il 17 Luglio 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore eglevittoria.
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Rossana,
e se gli assolutismi avessero un valore per se stessi?
Io non lo so se sono avanti o no nella conoscenza di me stesso per avere “solo” 33 anni.
Per me 33 anni sono tanti, o meglio, sono tanto quanto bastano per pretendere da me stesso una elevata maturità, in certi ambiti.
In fin dei conti siamo tutti un po’ assoluti, anche quando diciamo che è tutto relativo.
Quando diciamo questo, “assolutizziamo” un nostro modo di vedere le cose.
Mi piace il gioco contenuto nella frase “tutto è relativo. Anche la relatività”.
È un giochetto, ma fa pensare.
Comunque non è che io sia questo campione di maturità.
Io sono uno che, a 33 anni, va ancora ad infilare gli struzzicadenti nel citofono di mie ex professoresse per farlo suonare, e lo faccio di notte, perché così si incazzano di più, e poi mi godo lo spettacolo del marito, in pigiama, che scende in strada tutto incazzato perché stava dormendo.
Più immaturità di questa…. però io ed i miei amici ci divertiamo e lo facciamo.
E probabilmente lo farò anche a 80 anni.
Sono molto più accondiscendente con gli altri, piuttosto che con me stesso, anche se la pensano in maniera diversa da me.
Ovviamente dipende con quali toni, e quali parole mi rivolgono.
Non mi faccio l’ombra di un problema ad insultare.
Reputo l’insulto una cosa salutare, e ti dirò, mi diverte.
Forse è stato questo mio modo di essere a tirarmi fuori da certe situazioni.
Sono state queste mie certezze, questi miei ideali, a darmi la forza.
Altrimenti avrei continuato a galleggiare sull’acqua come fanno gli stronzi, e magari avrei avuto anche la faccia tosta di lamentarmi.
Ho imparato che non si può pretendere che le persone siano fatte a nostra immagina e somiglianza, ma ho anche imparato che IO devo pretendere da me stesso di essere ad immagine e somiglianza di come IO voglio essere, di come IO vedo le cose.
Ovviamente prenderò altro sòle nella vita, magari deluderò chi non meritava delusione, ma di sicuro non mi nasconderò dietro un dito.
Quando dicevo ad MG che io sono il responsabile delle mie scelte, non lo dicevo mica tanto per dire.
M.,
vero: anche pensare che tutto è relativo può diventare un assoluto. purtroppo, però, essendo giunta a questa convinzione un po’ per indole, un po’ per formazione ma soprattutto per analisi di vari vissuti, temo che sarà difficile che possa rivederla. è probabile che in questo punto di vista abbia peso anche la mia NON sopportazione di imposizioni. posso sottomettermi a tutto o quasi, ma solo per mia volontà.
più che immaturità, secondo me, il tuo andare a rompere le scatole alle ex professoresse è giocosità, aspetto del temperamento bellissimo da conservare sempre, se minimamente possibile.
condivido quasi per intero l’ultimo paragrafo del tuo post 1051 che, a costo di soffiarti sotto il naso, rispecchia in alcuni passaggi la nostra comune matrice religiosa.
mi piacerebbe tanto saper insultare, o anche soltanto saper rispondere a tono sul momento, non ore dopo. ho, però, un grave difetto: è raro che mi arrabbi davvero ma, se e quando questo accade, non ho più limiti. qui, in più di 10 anni è successo una volta soltanto, e sono come impazzita per due o tre mesi nei confronti di chi mi aveva fatto perdere le staffe.
buona giornata!
“è raro che mi arrabbi davvero ma, se e quando questo accade, non ho più limiti. qui, in più di 10 anni è successo una volta soltanto, e sono come impazzita per due o tre mesi nei confronti di chi mi aveva fatto perdere le staffe.”
accidenti ross… non avrei mai pensato di essere -non volendo- il soggetto che avrebbe fatto inalberare qualcuno dopo dieci lunghi anni di quiete ! …. se ti può consolare, cercherò di fare tesoro dei tuoi insegnamenti e di imparare ad essere meno caustica con gli altri. ma sopratutto con me stessa.
un grande abbraccio.
Wow M., il tuo ultimo post è aria fresca! Bellissimo, mi piace molto!
Cerca solo di non deludere chi non lo merita, se puoi.. Un caro saluto
Rossana,
“quello che mi è più difficile accettare sono gli assoluti…”
“vero: anche pensare che tutto è relativo può diventare un assoluto. purtroppo, però, essendo giunta a questa convinzione un po’ per indole, un po’ per formazione ma soprattutto per analisi di vari vissuti, temo che sarà difficile che possa rivederla.”
Hai visto che anche tu hai le tue posizioni “assolute”, indipendentemente dal perché le hai assunte?
Oggi sono un po’ di corsa
Vera,
deludere chi non merita è una cosa che non vorrei fare, ma se ciò dovesse accadere senza il mio volere, allora mi aspetto una prova di intelligenza da parte delle persone con la quale ho un rapporto speciale, e pagherò pegno con me stesso. E ti assicuro che non sono uno che cerca scorciatoie o auto giustificazioni per le mie mancanze. Non MI faccio sconti.
Probabilmente ho preso il carattere, ed il mio secondo nome, da uno dei miei bisnonni. Era un avvocato, molto severo con se stesso, ma è stato un grande uomo, dalla disciplina ferrea. Viene ricordato ancora oggi.
Per me il culto degli avi, dei propri antenati, è importantissimo. È sinonimo di rispetto, di riconoscenza.
Il loro ricordo è essenziale per me, e doveroso.
Io, purtroppo, non l’ho conosciuto direttamente, se non per racconti, però utilizzo i suoi oggetti, lo tengo vicino a me così.
La firma sulla mia tesi di laurea l’ho fatta con lo stesso pennino che usava lui per scrivere.
Rossana,
anche io su questo forum ogni tanto mi arrabbio, anzi, più che rabbia mi piace sfottere, anche se sarebbe più corretto dire che mi piace scrivere ciò che penso, senza ricamare nulla.
Il perché te l’ho scritto prima.
Però, poi, sono costretto a richiamarmi alla realtà, e a vedere le cose per quelle che sono.
Farmi venire il sangue amaro dietro un pc, per via di cose che vengono scritte da gente che non conosco, né conoscerò mai, sinceramente mi fa sorridere.
A me fa tanto ridere quando vede gente che si incazza a non finire, scrive le risposte alle 4 di notte, al posto di dormire o fare altro.
Per me è il massimo, ma perché mi diverto di tutta l’assurdità.
Devo ancora capire bene, ma forse su questo forum ci sono interventi scritti da un marito in difesa della moglie che anche lei scrive qui!!!!
Per me è comica questa cosa, ed è così voglio, e devo prendere il virtuale.
Per questo non mi scompongo quando, in un’altra lettera, si tenta (ma butta male) di offendermi dandomi della vittima di abusi sessuali subiti da bambino, o si continua a chiedere, a mo’ di punzecchiatura, cosa dovrei pensare di uno che dicesse a mia figlia di 5 mesi se vuole un po’ di….pene maschile.
E vuoi non insultarlo, prima o poi uno così?
È nato apposta!
A me piace prendere in giro quelli che sono palesemente deficienti.
Sarò anche arrogante nel farlo, ma a me piace, e non avendo paura dei giudizi, faccio ciò che mi pare.
E sai come dà fastidio questa cosa….da morire!!!!
Ciao a tutti
Maria Grazia,
non è stato con te che mi sono arrabbiata. tu non sei offensiva più di tanto, nel senso che con te si può ragionare, se ci si impegna a capirti… come si può fare quasi con tutti, con un po’ di buona volontà…
la delusione peggiore l’ho avuta da un nick a cui ero affezionata, con cui non sono riuscita a mediare. non hai idea di quello che ho fatto, quasi a livello di stalking, per comprendere, in seguito, che ce l’avevo più con me stessa che con la persona in questione.
un caro saluto.
M.,
sto riflettendo sui miei assoluti: al momento ho identificato la libertà, innanzitutto, e l’uguaglianza (includendo in questa giustizia e dignità). forse ne troverò altri, o meglio ne avrò maggior consapevolezza, grazie al dialogo con te…
da parte mia, rispetto chi sento inferiore, per qualsiasi verso, molto di più di chi sento superiore. amo soprattutto l’armonia e la comprensione reciproca, almeno nei punti di vista in cui è possibile.
oltre a permettermi di affacciarmi sul mondo e di mantenermi aggiornata sugli animi, più che sui fatti, LaD mi consente, anche, di approfondire la conoscenza di me stessa nelle sue evoluzioni e di raggiungere, occasionalmente, una maggior comprensione di alcuni momenti del mio passato. ora evito, però, di affezionarmi a chicchessia e, a tratti, laddove la persona in questione non mi pare troppo sofferente, comincio anch’io a divertirmi, moderatamente, su schermaglie virtuali, di cui non sarei capace. chissà che prima o poi non impari anch’io a essere più libera nelle parole (hai hai hai, non è che anche la libertà mi stia diventando relativa?).
buon pomeriggio!
PS: dev’essere molto appagante provenire da una famiglia culturalmente e intellettualmente ricca ma soprattutto da una famiglia che ti ha dato modo di proseguire gli studi. se qualcosa mi manca, e magari mi mancherà per sempre, è proprio stata questa possibilità, prima promessa e poi ritrattata…
meglio così rossana ! perchè non mi piace l’ idea di essere così nefasta…
“non hai idea di quello che ho fatto, quasi a livello di stalking, per comprendere, in seguito, che ce l’avevo più con me stessa che con la persona in questione.”
è accaduto a tutti noi almeno una volta nella vita, quando tenevamo particolarmente alla persona o quando ci eravamo impuntati di CAPIRE.
“dev’essere molto appagante provenire da una famiglia culturalmente e intellettualmente ricca ma soprattutto da una famiglia che ti ha dato modo di proseguire gli studi. se qualcosa mi manca, e magari mi mancherà per sempre, è proprio stata questa possibilità, prima promessa e poi ritrattata…”
Mi riconosco in pieno in questo tuo pensiero rossana. credo che chi come me e te cresce in una famiglia spiritualmente e culturalmente povera, ne risentirà tutta la vita. e non mi riferisco solo allo studio accademico.
un caro saluto anche a te!
Rossana,
a dire la verità gli studi universitari me li sono pagati tutti io, studiavo e lavoravo, e vivevo per conto mio, ma a parte questo ho sempre studiato cose che mi interessavano, e ancora sto continuando a farlo.
La famiglia culturalmente ricca ha fatto un salto di due generazioni, nonni e genitori (i nonni hanno studiato fino alle elementari, per poi andare in guerra,ed i miei fino al diploma), per questioni legate alle classiche tragedie familiari che possono capitare a tutti.
Di sicuro i miei nonni mi hanno insegnato un metodo nel fare le cose, e mi hanno passato il messaggio che studiare non serve per fare un determinato tipo di lavoro, ma per essere, innanzitutto, un determinato tipo di persona.
E poi le cose veramente essenziali non si imparano tra i banchi di scuola, ma dagli esempi altrui.
I miei bisnonni, ed i parenti prima di loro, avevano il destino segnato, nel senso che DOVEVANO diventare per forza ufficiali, o medici, o avvocati, o preti o suore.
I colpi di testa non erano ben visti, perché si apparteneva alla classe alta della società di allora, dell’Italia del sud, ma nonostante questo poter volare alto, c’è sempre stato un legame viscerale con la terra, nella quale hanno lavorato generazioni e generazioni di miei antenati.
Io stesso, da ragazzino, andavo a passare le vacanze estive in campagna con il nonno. Sveglia all’alba, zappa in mano, e pochi vizi e “calci” in culo.
Se volevo una cosa dovevo provvedere con le mie forze.
Posso dire che la laurea in sé, il diploma, la licenza media o la quinta elementare, non fanno necessariamente la cultura di un uomo.
I miei nonni si sono rifatti grazie ai libri e per conto loro.
Sono stati un bellissimo esempio, chi più chi meno.