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Lettera pubblicata il 10 Febbraio 2014. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore cam.
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Qualsiasi cosa accade nella famiglia del ex io credo ci si debba stare lontani, giusto per il fatto che l’ex ci ha allontanato senza darci neanche una possibilità, si deve andare altrove qualsiasi cosa capiti, io la penso così
Concordo con Max. Posso dire che finché è un messaggio, va bene, ma la chiamata soprattutto se sai che ti fa stare male è troppo. Soprattutto se sta con un’altra.
È una cosa grossa, sono d’accordo, ma non è compito tuo stargli vicino. Purtroppo perché la fine di un amore rende tutto più complicato, soprattutto se ci sono stati dei torti.
Max per me non è stato facile, specialmente perchè i miei genitori e i suoi sono molto amici e di fronte ad una cosa tanto grave quanto quella che è successa a suo padre mi sono sentita di chiamarlo, senza neanche un dubbio o uno scrupolo. Sono certa di aver fatto la cosa migliore, non dubito di questo neanche per un attimo. Il problema è che fa male realizzare che, quella, non è più la tua famiglia e che di fronte a queste tragedie sei comunque solo un’estranea. Tutte cose che già sapevo, ma che ieri ho vissuto ancora una volta.
Cara Michi, hai visto nuovamente quello che ho provato di dirti prima, sei un estranea e nonostante i vincoli di amicizia tra le rispettive famiglie, questo non cambia nulla, rimani purtroppo un estranea.
Sarò drastico, ma se tu mi mandi via, io me ne vado, ad un certo punto per davvero.
Anche nella mia famiglia è successo un avvenimento molto grave ma alla ex non mi è venuto neanche in mente di fargli sapere ciò.
Morissi domani, che la ex lo sappia non mi importa più nulla
Max
Quanto hai ragione Max. Sono perfettamente d’accordo con te.
Cam, ti leggo in ripresa 🙂 e hai fatto bene a gestire la cosa nel modo piu’ costruttivo per te. E’ molto importante trovare in noi stessi costruttivita’, accoglienza, protezione. Concordo con Max: se si verifica un vero distacco emotivo ed empatico, all’insegna dell’individualismo, e tanto piu’ se non ho piu’ stima di una persona, perche’ dovrei renderla partecipe della mia quotidianita’, scelte, avvenimenti? Se la complicita’ e’ venuta a mancare, se tanto piu’ l’altra persona ci ha allontanati e ha distrutto un mondo di confidenza ed empatia… Ma comunque se una persona ha bisogno di “staccarsi” dopo la fine di una relazione. Il resto, pero’, e’ anche questione di equilibri, buon senso e amore per se stessi. Ci relazioniamo con amici e parenti di una persona anche sull’1:1 e non per forza si diventa estranei..a livello interiore e anche esteriore. Pero’ puo’ volerci del tempo per vivere serenamente questo, ovviamente anchela’ e’ questione di reciprocita’ e non deve essere un pretesto per mantenere un piede nella vita di un ex. O starci male perche’ suo zio o che ti parla, ma non sei piu’ con loro tutti ad andare in gita sulla neve. Mi spiego? Per carattere io mi sposto e rispetto me e gli spazi altrui. Non manterrei un rapporto per tenere un piede nella porta, non voglio trovarmi in imbarazzo io e non voglio mettere gli altri in imbarazzo. E penso che la via della guarigione passi proprio nel ritrovare la propria sana individualita’ rielaborando anche il fatto che i ruoli sono cambiati. Se la madre di lui ti voleva bene davvero e aveva simpatia per te non e’ che ha subito una lobotomia nei tuoi riguardi, tu generico, ma se ora ha un’altra persona in casa con suo figlio (o figlia ecc) sua nuora non sei tu. Ed e’ chiaro che se vi vedete e c’e’ imbarazzo perche’ la fase di rielaborazione non c’e” stata e’ molto meglio prendere aria e non forzare o starci male. Puo’ darsi che le strade si dividano o che un giorno ci si possa incontrare e chiacchierare con serenita’..penso pero’ che ci voglia sincerita’ con se stessi e anche il lasciar passare il momento in cui molte cose turbano, fanno male, staccarsi e’ difficile. Insomma, fermo che ripeto non credo alle forzature e penso che sia piuttosto impossibile che “a caldo” una persona non abbia bisogno di un sano distacco
(Molto piu’ sano e liberatorio, come sottolinea Cam) non sono neanche ‘assoluta’ nel cancellare per forza dei rapporti. Si puo’ essere amici tra ex? Non certo quando uno dei due ci sta male ancora o c’e’ ambiguita’, ne- per forza, ne’ di qualcuno di cui non ti frega essere amico/a e che non stimi. A volte accade che tra ex ci sia davvero un buon rapporto, magari proprio quando davvero entrambi stanno bene nella propria vita. Se e’ vero e spontaneo perche’ no. Idem la famiglia o gli amici di lui/lei. Se il rapporto che vale e’ davvero sull’1:1, reciproco e positivo e esce dall'”amico dell’ex/zio della ex”.ci sono parenti di un mio ex di tanti anni fa con cui, senza alcuna forzatura o “dipendenza” ho mantenuto rapporti positivi. L’altro giorno ho visto dopo diverso tempo per caso la sua “seconda mamma” ed e’ stato un piacere. Abbracci e come stanno i parenti vari, lui incluso. Ma e’ come se mi parlasse di un… cugino. Appena lasciati, tanti anni fa, io dovevo gia’ dare ripetizioni a sua sorella. E lui aveva un’altra. Mi chiesi onestamente: lo vuoi fare lo stesso? E mi risposi si’. ma proprio perche’ non era affatto un modo per esserci lo stesso, sbirciare, sapere, soffrire. Io mi ero staccata da cio’ che lo riguardava (io, lui sarebbe stato piede in due scarpe). E facevo la mia vita. Non volevo sapere cosa fa, dove va (anche se lui avrebbe anche voluto…).se mi faceva effetto entrare in quella casa (dove non lo incontravo e dove per tot “avevo vissuto”)? Si’. Eppure era anche terapeutico forse. Sulla diversa realta’. Non so. Non razionalizai troppo. Ma scelsi cmq qcosa che non ledeva cmq me. E anni dopo lavorai con una sua parente, me lo chiese lei, ma perche’ era lei, non perche’ era legata a lui o cmq un problema non era. E andai al funerale di suo padre perche’ per me suo padre non era un estraneo e perche’ andarci, con sincero dispiacere per lui e per loro, era spontaneo e non metteva a disagio ne- me ne’ nessuno. Senno’ non lo avrei fatto. Innanzitutto per me. Penso che su queste cose bisogna ascoltarsi bene. Se oltre all’affetto per la persona che sta male, il parente di lui o lei, non si e’ rielaborata la fine di una relazione o un “ruolo” diverso o sentire la persona turba attenzione. Il no contact ha un suo grande perche’ e la rielaborazione ha i suoi tempi. Con onesta’ e autoascolto.
Ciao Luna,
che piacere leggerti! Hai ragione su quanto scrivi. Io di più non potevo fare, perché ho perso la stima di questa persona, come dici bene tu.
Non mi interessa fare parte della sua vita, non so nulla di lui, lo considero un estraneo. E mi rendo conto, ogni giorno di più, che sono sempre più razionale nei suoi riguardi. Ho analizzato per mesi quello che è successo e, finalmente, lo sto mandando giù.
La cosa che mi aveva fatto più male era la sua cattiveria. Il fatto che fosse diventato più di un estraneo da un giorno all’altro.
Adesso, riguardando il passato, vedo che ogni cosa che mi ha fatto, dopo avermi lasciata, dimostra che provava ancora del forte interesse. Illogico, visto che mi aveva lasciata e aveva fatto di tutto per ferirmi. Augurarmi la morte, chiedermi l’amicizia e arrabbiarsi poiché non gliela concedevo,avvicinarsi in discoteca e guardarmi con degli occhi che facevano paura.
Capisco lui, poiché ha delle difficoltà come persone e anche in famiglia, ma non accetto di essere trattata così.
Non ho stima di lui, ho chiuso la porta. Definitivamente.