Ho l’impressione, che anche i nostri migliori uomini politici, mentre si sparano a vicenda bordate proponendo grandi riforme senza riuscire nell’intento, non si rendono conto che ci sono delle piccole riforme che renderebbero molto più facile la nostra vita.
Ho sperimentate alcune procedure complicate oggi in vigore che mi hanno lasciato stupefatto. Chi sa quanti casi simili qui sotto riportati ci saranno! Inviterei tutti quelli che hanno a cuore un mondo migliore a riportarli e farne il centro delle loro scelte politiche.
Esempio, avevo ereditato alcune azioni di una società immobiliare non quotata che tutti gli azionisti volevano di vendere da anni. Avevamo finalmente trovato un compratore. Occorreva nominare un Notaio, che ha richiesto la presenza fisica di tutti gli azionisti per il giorno della vendita con in mano anche il certificato di matrimonio per chi avesse condiviso i beni con la moglie. Chi era impossibilitato ad essere fisicamente presente doveva firmare una procura speciale ad altro azionista che sarebbe stato fisicamente presente alla firma. Essendo in quel momento in montagna a 400 km di distanza sono andato dal Segretario del Comune dove mi trovavo per autenticare la mia firma sulla procura. Ho pagato 28 centesimi (!!!) al Comune e comprato dal Tabaccaio una marca da bollo di 16 euro. Quando il Segretario del Comune si è accorto che si trattava di una procura speciale, cioè limitata ad una specifica operazione, mi ha detto che non poteva autorizzare la firma. Dovetti allora cercare il Notaio più vicino a 20 chilometri di distanza.
Risultato per vendere quattro azioni ho effettuato un viaggio a vuoto in Comune, ho perso una mattinata con un Notaio a 20 km di distanza la cui parcella è stata di 120 euro incluso una nuova marca da bollo di 16 euro.
Mi domando che differenza c’è tra l’autentica di una firma per una procura generica ed una procura speciale? Sembra fatto apposta per far guadagnare anche i notai. Come sia possibile che il Comune debba chiedere solo 28 centesimi di euro per autenticare una firma. E poi la marca da bollo. Una tassa statale sul rilascio di documenti indipendentemente di chi lavora per rilasciarli che sembra fatta apposta per fare guadagnare anche i tabaccai. Se il Comune mi avesse chiesto anche 50 euro senza dover andare dal tabaccaio e da un notaio avrei risparmiato e l’apparato statale avrebbe aumentato i suoi ricavi.
Secondo esempio: il Bancomat, diffuso in Italia, serve solo a prelevare contanti o a pagare gli acquisti in un negozio. Non può essere usato per fare pagamenti on line. Nel Regno Unito, dove normalmente risiedo da 50 anni, sono molto diffuse carte di credito o di debito. Con la carta di credito o di debito si paga di tutto: tasse e imposte, multe, permessi di parcheggio, taxi, cinema, teatri e tutto per telefono. Pagamenti con carta di debito o di credito sono preferiti ai pagamenti tramite banca perché pagando per telefono con carta di debito o di credito il beneficiario può controllare subito se il pagamento è andato a buon fine e non perde tempo per verificare un accredito bancario. Nell’interesse di tutti non sarebbe meglio chiedere alle banche di sostituire i Bancomat con carte di debito?
Terzo esempio: anni fa ho importato nel Regno Unito una Volkswagen comprata in Italia. La ho immatricolata per telefono. Ho ricevuto i documenti per posta pagando l’IVA con la carta di debito. Qualche anno dopo ho riportato la vettura in Italia. Sono dovuto andare non so quante volte personalmente in vari uffici per espletare la pratica. Mi hanno chiesto perfino il certificato di origine di una macchina comprata in Italia!
Ultimo esempio: i Tribunali Italiani non accettano pagamenti tramite banca o carta di debito ma solo pagamenti per contanti fino a €5000 e con assegni circolari per pagamenti oltre €5000. Il che vuol dire doversi recare anche diverse volte in banca per prelevare i contanti e poi recarsi personalmente oppure delegare qualcuno ad andare in Tribunale a fare la coda. Si sono dimenticati che prelievi giornalieri di contanti superiori a €2000 non sono permessi. Nel Regno Unito anche i Tribunali preferiscono pagamenti con carta di debito effettuati comodamente da casa.
Se l’Ufficio delle Imposte del Regno Unito realizza che ho pagato imposte in eccesso al dovuto mi scrivono una lettera e mi chiedono il numero del mio conto bancario sul quale effettuare il rimborso. In Italia bisogna fare domanda di rimborso altrimenti niente accade.
Col Brexit i cittadini della UE residenti nel Regno Unito da oltre 5 anni possono fare domanda attraverso l’EU Settlement Scheme per poter continuare a vivere nel Regno Unito oltre il 30 giugno 2021. Il permesso viene concesso per via telematica senza doversi recare in alcun ufficio scannando i documenti richiesti.
Il Regno Unito avrà tanti difetti come tutti i Paesi, ma nella semplificazione delle procedure e nell’uso dell’informatica è molto molto più avanti a noi. Il loro intento è palese: fare risparmiare tempo e quindi denaro allo Stato, alle Società di Servizi ed ai cittadini ed evitare il più possibile i contatti umani nella consapevolezza della difficoltà ad attirare dipendenti di alta qualità pagandoli poco.
I pagamenti per carta di credito o di debito girano istantaneamente sui circuiti informatici senza l’intervento umano. In Italia tutti sembrano ignorare la perdita di tempo di doversi recare personalmente in banca o in un ufficio statale o in aziende di servizi ed il costo per questi ultimi in personale ed immobili per ricevere il pubblico.
Non sarebbe nell’interesse dello Stato aver meno personale per gestire pezzi di carta e più ispettori per controllare il rispetto delle regole?
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Categorie: - Politica - Riflessioni
“Non sarebbe nell’interesse dello Stato aver meno personale per gestire pezzi di carta e più ispettori per controllare il rispetto delle regole?”
Certamente, ma evidentemente non se quello Stato è l’Italia…
La burocrazia è da sempre una spina nel fianco per l’Italia. Che servano delle semplificazioni se si vuole dare una bella scossa all’economia e farla ripartire è INDUBBIO. Ma sul favorire i pagamenti elettronici sono fermamente contrario, per un semplice ed evidente motivo. Sui pagamenti elettronici vengono cioè sempre applicate delle tasse, più o meno invisibili. Spostando “virtualmente” del denaro ci sono sempre delle spese, cosa che ovviamente, col pagamento in contanti non avviene. Con i contanti si ha inoltre una migliore percezione di quanto effettivamente si spende, ma questo è un motivo minore.
Morale della favola, sarebbero meglio i pagamenti elettronici solo se lo stato togliesse QUASIASI TASSA su di essi. Cosa che non avverrà mai, anzi, semmai le aumenterà ulteriormente. Quindi per me la cosa è da BOCCIARE, indipendentemente dalla comodità. Vero che evitando di recarmi un posto avrei forse comunque un risparmio, ma preferisco spenderli per me i soldi, non per lo Stato.