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Lettera pubblicata il 19 Luglio 2016. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore kylie1.
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“sopravvivono solo i piu’ cattivi”una delle opinabili norme della cosidetta SELEZIONE NATURALE del nostro FAVOLOSO(?)pianeta Terra.A completamento di questa riflessione se ne potrebbero includerne altre come, ad esempio,la FORTUNA di essere FORTUNATI o essere al posto giusto al momento giusto per non parlare di quello che fa riferimento agli attributi maschili per emergere in questo mondo.
Ma leggendo che ti ritieni banale,semplice e ti basta una pizza in serenita’(dando per scontato la sincerita’ delle tue affermazioni)un primo passo(a mio modesto parere) verso il SUCCESSO personale e’capire che la VITA PUO’ESSERE TROPPO BREVE PER POTERSI VERGOGNARE(perche’in certi ambienti,estremamente snob,parlare di semplicita’sembra cosa da vergogna e non qualita’ da lodare)e quindi agire con la propria testa(meglio con familiari a fianco)anche a costo di subire la derisione e conseguente emarginazione sociale,ma essere comunque “appagati”.
PS:l’ultima citazione non l’ho creata io,ma un cantante di un gruppo di successo di alcuni anni fa(credo 20) di cui mi sfugge,temporaneamente,il nome che vedro’ il modo di ricercarlo se interessati.
Ragazzi, diciamo che secondo me io ho espresso quella che è la norma nel mondo, poi è chiaro che ce la può fare anche chi si impegna e via dicendo.
Ho voluto soprattutto dire, comunque, che mentre un tempo aspiravo al successo, oggi in qualche modo credo che “successo” debba avere per me un senso personale e non esteriore, perché l’esteriorità (i soldi la carriera ma a volte anche la relazione sentimentale “giusta”) si guadagna solo a colpi bassi verso il nemico molto duri e molto “bassi” appunto moralmente, a maggior motivo in crisi economica (ma vi posso garantire che pure prima dell’inizio della crisi era già così…ascensore sociale in Italia quasi assente del tutto etc…).
Pure per fare una cosa buona devi magari fare dieci azioni poco etiche.
Ma poi cos’è etico e cosa non lo è? Apriremmo un dibattito infinito per concludere che ognuno deve plasmare un proprio credo personale a quel credo essere FEDELE. Fosse anche puro machiavellismo, è lodevole che si sappia fare una scelta. Scegliere implica sempre rinunciare a qualcosa. Io apprezzo in fondo chi sa scegliere. Per esempio, io avrei dovuto in passato rinunciare alla serenità, alla semplicità, alla calma, per farmi il fegato amaro a studiare in una facoltà competitiva sul mercato ma non ce l’ho fatta. Invece ammiro delle mie amiche che da quando hanno diciotto anni non fanno che pensare ai soldi. Ricordo che eravamo piccolissime tra i banchi di un mondo a noi sconosciuto e loro già avevano stabilito tutti i passi del loro futuro. Inutile dire che oggi guadagnano e bene, e chissà che futuro le aspetta, mentre io ancora mi devo laureare.
Sono scelte.
Un’altra mia amica invece, pure essendo di famiglia povera decise a suo tempo solo di uscire con uomini ricchissimi. Siccome non è tanto bella, ne avrà beccato si e no due o tre nell’intera vita ma lei è felice così, perchè per lei è o bianco o nero, ha 31 anni e si dice di lei che non ne ha mai visto uno ma per lei chissene, o ricco o niente.
Per cui è buono che si insegua la propria realizzazione, o meglio è dignitoso, in ultimis è dignitoso in fondo. No?
Chi è semplice, appunto, si dovrebbe invece fare un esame di coscienza, e chiedersi: “ma io sono veramente semplice? Vivrei in una casetta in montagna senza wi fi, vestita di stracci, taglierei la legna, terrei galline e capre, la domenica alla chiesa del paese assieme ad altre persone semplici come me? Oppure vorrei tutt’altro ma non ho le palle per farcela e mi racconto un sacco di frottole? O forse ancora io sono una via di mezzo, ma in fondo nemmeno mi impegno tanto per ciò che voglio quindi che mi lamento a fare?”
Bè, sto cominciando a capire che io forse sono la vita di mezzo, effettivamente. Di sicuro tante possibilità non me ne sono mai date. E che ancora, forse ho voluto le cose anche in maniera troppo semplice ed immediata, non volevo cadere, sbucciarmi le ginocchia, e riprovarci ancora. E qui sta tutta la mia parabola esistenziale…
(A me piace concludere i miei post con una riflessione in cui mi vedo più intera, scusatemi se vi ammorbo, però confrontarmi mi è spesso utile proprio a questo, che è una delle cose più difficili per me.)
Mah. La gente di montagna peraltro ė sdentata a 50 anni e perlopiù alcolizzata. Stendiamo un velo sulla triste, e nota, sorte delle capre. In città al super trovi la narda senza dover ingegnarti con la pentola a pressione, perciò tieni duro.
Esame di coscienza perché si é semplici!!! Aahhahahahhhaaa!!! Questa stupidata mi mancava.