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Lettera pubblicata il 2 Agosto 2011. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Leonardo88.
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Leonardo,
concordo che il comportamento della ragazza è stato da str..za. ti faccio alcune domande: al di là di come lei si poneva nei tuoi confronti, dalla storia del suo passato o dal mondo in cui ti ha introdotto, era possibile intravvedere le radici del suo vero modo di essere? ci sono state avvisaglie che potesse trattarsi di infatuazione da parte sua? ti ha mai manifestato problematiche da risolvere per il vostro stare insieme?
ti ha mai spiegato a fondo le ragioni per cui ti ha coinvolto nel rapporto? secondo me, non le sa bene nemmeno lei, così come non sa bene i motivi per cui ha deciso di invertire la rotta. non sono cose che si possono definire nero su bianco. a volte si hanno delle idee in merito, per scoprire poi, nel tempo, che ne esistevano anche altre, del tutto ignote nel momento dei fatti…
in ogni caso, quando si lascia un partner dopo un’illusione d’amore ci si dovrebbe sempre sforzare di essere il più possibile sinceri, ed anche amorevoli. se questo non accade, a mio avviso, la persona in questione non merita nè considerazione nè rimpianti. ma, si sa, questo è raziocinio!!!
non volevo raccontare la mia ultima esperienza. lo faccio solo per te. dopo circa 18 anni di solitudine emotiva, derivanti da una grande delusione, un uomo maturo, conoscendo il mio passato, mi ha indotta a riaprirmi all’amore scrivendomi “ti amo”, che per me sono parole pesanti, quasi sacre.
per mia sfortuna possiede un tratto che potrei forse trovare in uno su mille, e me ne sono innamorata, come una ragazzina, tanto che nel giorno del nostro primo incontro ho avuto un’amnesia globale transitoria di circa 10 ore, avendone trascorse sei in sua compagnia.
si è dimostrato subito renitente alle manifestazione d’affetto, mentre io lo colmavo di attenzioni e gli offrivo una passione repressa da molto tempo. la storia del suo passato m’induceva ad essere indulgente sulla sua chiusura. purtroppo, l’amore è il migliore degli avvocati…
per nove mesi, fra tira-molla vari, ho atteso che qualcosa più della sessualità (superlativa) maturasse in lui, poi l’ho lasciato perchè il rapporto era troppo sbilanciato.
avesse mai ammesso UNA VOLTA SOLTANTO che era interessato essenzialmente al sesso!!! no, ha continuato anche tre mesi dopo ad affermare che avrebbe voluto essere AMATO, quando si concedeva quasi unicamente in camera da letto! se mi dicesse la verità, e potessi scordare le volte che, mi ringraziava per piccole cose, potrei dimenticarlo più in fretta!
ho finito solo ora una lunga serie di esami per accertare se in quell’episodio di perdita di memoria (per niente piacevole) non ci fossero i germi per qualcosa di più pericoloso. credi che mi abbia chiesto a quali risultati sono approdata?
ed è anche lui alla soglia della terza età, con figli adulti e parecchi vissuti estremamente dolorosi alle spalle. si è chiuso nel silenzio, dopo aver affermato come sarebbe stato bello stare insieme se fosse stato più libero da impegni!
che se ne può dire?
segue da post 21
magari si potesse comprendere davvero un qualsiasi comportamento dettato dal sentimento con il raziocinio con cui tentiamo di analizzarlo! l’amore diventerebbe molto meno pericoloso e quanti altri eventi spiacevoli potrebbero essere evitati!
a mio avviso, quando il sentimento che proviamo è profondo avviene una lotta furibonda fra mente e cuore, e non c’è verso di venirne fuori se non dopo esserne stati lacerati e sconfitti dal tempo su ENTRAMBI i fronti…
il trasporto amoroso, quando è sincero, è quanto di più altruistico possa esistere al mondo: tende alla felicità dell’essere amato quasi più che alla propria. il rovescio della medaglia è che, quando l’incantesimo finisce, riemerge brutalmente tutto l’egoismo che connota qualsiasi atto o affetto umano. tanto prima si era tesi ad unire quanto dopo ci si impegna a distruggere tutto, quasi si dovesse annullare l’errore in cui si ritiene di essere caduti, incuranti del prossimo. anche quando si tradisce, l’altro non è più presente nè nella mente nè nel cuore di chi se lo lascia alle spalle.
e purtroppo esiste sempre uno dei due che ama di più benchè non si riesca quasi mai a capire chi stia vivendo, in un preciso momento, il sentimento più profondo. a volte, poi, i tempi non coincidono nemmeno nella consapevolezza. chi può comprendere a fondo l’evoluzione anche soltanto del proprio sentimento?
forse l’atteggiamento distruttivo è indispensabile per poter ripartire e riprendere a sognare. sì, perchè alla fine dei conti solo di sogni ad occhi aperti si tratta, che molto raramente reggono alla luce della realtà crudele di cui è impregnato l’essere umano fino alle midolla, scorrere del tempo incluso.
temo che solo chi non ama profondamente sia in grado di padroneggiare del tutto il proprio comportamento in tutti i suoi aspetti.
credi non tenda anch’io a pensare che l’uomo che ancora amo è orrendo? cerco di convincermene tutti i giorni, ogni volta che lo penso, più volte al giorno… ricordo i suoi “grazie”, che ancora mi commuovono… penso abbia avuto timore di legarsi perchè da un momento all’altro posso dovermi trasferire in un altro continente, ma a che serve tutto questo? a lui non interessa impegnarsi con me (stava già tentando di sostituirmi con una signora più giovane, che a suo dire, gli complicava molto la vita), nè può accettare che si resti amici.
affermava di apprezzare i miei messaggi via mail ma non risponde più ad essi da tempo… l’ultimo, dopo aver accennato a un grosso guaio in cui si era cacciato, si chiudeva con “un abbraccio silenzioso”. e allora perchè dirmi, solo poco prima di chiudere, che gli faceva piacere ricevere posta da me? perchè oppone alle mie richieste di spiegazione il silenzio? per il solo piacere di sentirsi desiderato il più a lungo possibile? non è questo anche più crudele di un no schietto e tranciante?
la verità è che comunque si venga lasciati, se si è ancora presi, non ci sta bene. facile a comprendersi, mentalmente…
E’ significativo vedere che per quanto ci si possa muovere nello spazio e nel tempo, per quanto si possa variare tutto il variabile, i meccanismi dell’emotività umana rimangano sempre gli stessi. Mi dispiace per la tua delusione. Io sono un bambino a confronto, e di certo la mia delusione non compete con la tua. Ma le dinamiche e le sensazioni credo siano molto simili, come lo sono per ogni altro deluso. Dicevo, è significativo perchè ciò mette in evidenzia come in fin dei conti è vero quando si parla di legalità strutturali per quanto riguarda l’amore. Altro che astrazione e magia. Così mi spiegava la mia ex, per lei era magia. Io di contro sono sempre stato per la razionalità. Mi affascinano i racconti e le storie magiche, ma se rimangono tali. Poi puoi anche evitare di andare a fondo nelle cose, puoi scegliere di omettere certe motivazioni, ma tutto ha un significato. Se le radici del suo essere erano evidenti? Certamente si. L’ho sempre vista come una ragazza un po’ acida ed egoista. Perchè me la facevo andare bene? Risposta semplice, perchè l’amavo. Risposta illusoria e altruistica, perchè comprendevo che il suo essere dipendeva molto da una difficile situazione familiare. Risposta reale ed egoistica, perchè avevo paura di non trovare nessun’altra e di ritornare alla mia vecchia vita solitaria. Se ci sono state delle avvisaglie? litigavamo spesso, per la mia eccessiva gelosia (paura di perderla e ritornare solo) e per la sua immaturità che veniva fuori in varie occasioni. Ma soprattutto litigavamo perchè annoiati. Ci eravamo chiusi al mondo, nel nostro nido d’amore che ha retto fin quando a potuto. Altro che due cuori e una capanna.
Poi mi ricordo, soprattutto agli inizi, litigammo per via del nostro passato. Lei era la mia prima esperienza (prima di lei solo pochi eppisodi ma mai una storia) mentre io ero gia il suo 4 ragazzo. E lei ha tre anni in meno di me. Tutti lasciati da lei. Mai stata più di un mese o due senza un uomo. E lei stessa affermava che non li amava, ci stava per non rimanere sola. Ma io ero Lui per lei… Beh comunque io ho sempre diffidato, non è un comportamento che apprezzo in una donna e non ho nascosto la mia delusione quando mi raccontò del suo passato. Però non potevo giudicarla e sentenziarla per questo. Con me in fin dei conti non ha fatto nulla che non avesse gia fatto in passato. Per questo un po’ me lo aspettavo. E qua entra in gioco quello che secondo me risulta essere il collante con il quale l’amore può esistere: la sessualità. Io, e mi dispiace essere arrivato a questo modo di vedere, ritengo sia proprio vero che sia tutto li il segreto dell’amore. Perchè ci stavo bene insieme, nonostante tutto? Perchè ero così perdutamente innamorato di lei e del suo essere? Perchè mi piaceva fisicamente, per una sessualità appagante e per paura di perdere questa possibilità fisica. E’ dalla sessualità che si innalza il valore spirituale e morale di una persona. Ogni sua qualità viene amplificata, ogni sua…
…caratteristica divinizzata e ogni suo sogno assecondato. Certamente una persona simile o con gli stessi interessi rappresenta una garanzia in più per il perdurare della storia. Semplicemente. E’ cosi semplice come il saziarsi con il solo pane. Puoi farcirlo come vuoi ma in fin dei conti hai bisogno di mangiare, stop. Per apprezzare di più un pasto puoi insaporirlo, e questo varia a seconda del tuo gusto personale. Ma lo scopo lo si raggiunge mangiando anche cibo sgradevole. E’ cosi semplice l’amore, è così facile in realtà da comprendere e da sintetizzare. E’ un compromesso tra ciò che ti serve a livello pulsionale e tra ciò che può garantirti il perdurare di tale necessità. Anche il concetto di bellezza a mio avviso rientra in questo perdurare. La verità è che noi rifuggiamo di continuo dal principio di realtà: ci inventiamo divinità che ci proteggono, giustizie meritocratiche, amori celesti.
Guardare in faccia la realtà, come dicevi te, è una cosa da cui ce ne teniamo il più possibile alla larga. E tuttavia è proprio la realtà a determinare le nostre azioni.
Nella realtà io ho perso il mio amore sessuale, al quale avevo conferito qualità celesti, almeno per me. Era la mia ragazza-ideale, o ancora più esattamente, il mio ideale. Era la medicina delle mie ferite, ma in realtà era semplicemente un placebo. Ero io a conferirle questo potere risanatore. Perchè lei era semplicemente una persona, come lo è ogni persona! La verità, ammesso che si possa chiamare così, è che noi non accettiamo il buio. Non riusciamo ad accettare di non sapere. Abbiamo paura di ciò che non vediamo. Ogni cosa deve rientrare nella cornice dell’evidenza della ragione. E la fantasia è un’arma portentuosa dell’essere umano per placare l’irriquietezza primordiale. Nel mondo di persone con le quali possiamo trovare delle sintonie ce n’è a chili. Per ognuno di noi, per ogni “specialità”. Ma il non sapere dove si trova, sia nello spazio che nel tempo, ci terrorizza. E il fatto è che non ne esiste solo una. Per la stessa ragione per cui noi stessi mutiamo in continuazione, o per lo meno potenzialmente ne abbiamo la facoltà. Immagina un campo rettangolare nel cui interno tante palline colorate si muovono casualmente sbattendo le une tra le altre. Cambiano colore con frequenze differenti: talune rimangono per lungo tempo sulle stesse tonalità, altre spaziano dal rosso al verde al giallo freneticamente. Stessa cosa vale per la velocità e per la traiettoria: alcune saranno lente e lineari, altre veloci e incostanti. Quando due palline nel momento in cui, ad esempio, si trovano a rappresentare il blu si scontrano, ecco, li nasce l’amore. Tutto questione di tempistica e casualità, ma la certezza è che più ti muoverai, più palline incontrerai e più avrai la possibilità di trovare la pallina del tuo colore.
Forse tutta questa storia delle palline serve solo a complicare quello che volevo dire, però mi piaceva come metafora =)
Quindi la nostra è solo paura di non sapere come, dove e quando reincontreremo una persona che si sintonizzi con il nostro modo di essere. Probabilmente, sarebbe curioso, in futuro si inventeranno un modo per segnalare dove e chi sono le persone più simili a noi. Non mi sorprenderebbe affatto vedere una cosa del genere. E forse non è nemmeno una brutta idea. Certo più pregmatica, ma efficace.
Però…
Però l’esperienza insegna che quando un uomo affronta le proprie paure, le comprende e le vince, allora in quel momento si sente realizzato.
Quindi, dopo tutto questo parlare, dopo tutto lo sfogo, ritorno a dire che sono comunque sia felice di ritrovarmi in questo vortice. A patto di venirne fuori! L’illusione che ho vissuto è stata comunque sia una dolce illusione. Ma, dato che vivere illudendosi non è produttivo, allora è stato meglio conoscere il prima possibile tutti i risvolti di una dipendenza affettiva: non potevo limitarmi nel conoscere solo quelli piacevoli..
E ora che sono svezzato mi auguro di in futuro, quando e dove sarà, chi lo sà, riuscirò a vivere il rapporto in un modo migliore.
In realtà giudico tanto l’aggressività e la cattiveria della mia ex. E’ constatato che non sono frutto della mia immaginazione. Ma il mio orgoglio, il mio stare male è sempre indice di quella medesima pulsione aggressiva ed egoistica. Lei ora sta bene. Se fosse solo una conosciente o una parente, ciò che conterebbe sarebbe solo il suo stare bene, la sua felicità. E allora, ancora una volta, che cos’è l’amore? certo potrei pensare se fosse solo una conosciente che non ha agito proprio correttamente. Ma io non credo che le toglierei il saluto. Alla fine l’ammunirei per il suo comportamento ma poi mi riterrei contento per la sua felicità. E perchè questo? perchè non mi coinvolge emotivamente la cosa. L’amore, quello romantico, è un invenzione nociva. E’ come la religione. Regala delle dolci illusioni. ma, a costo di ripetermi, l’unica cosa che più mi mancherà sarà quella stessa illusione. Perchè è vero che il conoscere la realtà aiuta a giostrarsi meglio nella vita, ma la potenza della fantasia è un qualcosa di effettivamente trascendentale. Si può adottare uno sguardo naturalistico del mondo per meglio comprendere e meno soffrire. Ma ciò che anima le nostre emozioni è proprio ciò che non esiste.
@ Rossana
Belle riflessioni.
Sai come la penso , non sono una persona superficiale,ma al di là delle parole,bellissimo quanto a volte illusorio corollario di una storia,tendo molto alla concretezza nella valutazione della qualità di un sentimento,e forse ti ricorderai quando si tocco’ l’argomento in una delle nostre “schermaglie”e tu parlavi entusiasta del nascere del sentimento per quella persona in cui vedevi, proprio per le sue sofferte vicende , quasi una garanzia, cosa ti dissi?
L’unico parametro di valutazione,rimane per me,cosa sia capace di fare,rinunciare,mettere in discussione,rischiare, senza la garanzia di poter ottenere nulla in cambio,senza neppure il pensiero di poter ottenere qualcosa in cambio , chi dice di amarci.
@ Leonardo
L’uomo e la donna , esseri così diversi , quasi antagonisti , ma perfettamente simbiotici nella fusione intima dei loro corpi .
Ma quella intima perfezione è imperfetta quando non si uniscono anche le anime e le menti , i respiri e le sensazioni.
Il sesso è solo il mezzo .E’ una espressione , non è il collante. Quanto piu’l’uno si abbandonerà naturalmente nell’altro , lasciandosi trasportare in un mondo immateriale , tanto piu’esso sarà appagante. E’ piu’importante saper costruire un rapporto sulla compensazione reciproca , consapevoli delle proprie differenze , che andrebbero interscambiate come qualità , sapendo ascoltare ed apprendere,l’uno dall’altro , affinchè la “fusione” avvenga in ogni momento.
Vedi,la conclusione della tua storia è identica a tante altre: Qualcuno, improvvisamente, inverte la rotta e sparisce .
E le nostre qualità non hanno saputo fare la differenza,come del resto il tempo passato e i sentimenti veri e puliti che abbiamo speso.
Neanche una parvenza di gratitudine le ha mosse al senso di colpa di poter voltare pagina , almeno ,a viso aperto.
Bene,forse ancora non ti rendi conto di quanta malvagità,risieda in questa superficialità. Una malvagità puntiva ( A che pro? Se chi è caduto in fallo non eravamo noi)che ti attacca l’anima e la mente e ti puo’ togliere ogni speranza futura.Ed in quest’ultimo concetto , soprattuto, risiede il male che senti dentro.
Oggi , ti chiedi ” Come ha potuto?”, domani ti chiederai davanti ad un altra ragazza “Potrebbe anche lei?”.
Se ti avesse confessato “Non ti amo piu'” , avresti una risposta . Ed in essa risiede la conferma dell’amore che ti ha dato e che adesso non puo’ piu’ darti.
Saprai per certo , di essere stato amato e che qualcuna potrà riamarti per come sei. E per quanto doloroso non perderai la speranza in un futuro.
Questo è il terribile inganno mentale delle risposte (quelle vere) “non date”.
Ma esse sono solo il frutto è dell’incapacità di qualcuno di saper costruire profondamente un rapporto e proiettarlo contestualmente nel futuro.Pertanto, non ci si puo’ aspettare altro che siano capaci di sparire , inseguendo il loro infantile egoismo. Lasciamoli dove sono e non cercare risposte in colpe che non hai . Cerca di riniziare a vivere.
ciao Leonardo,
hai scritto tante cose interessanti che fatico a trovare il bandolo per darti un riscontro “al femminile”. molto bella la similitudine delle palline colorate!
avendo temperamenti simili, entrambi abbiamo fatto l’errore iniziale di una tendenza altruistica alla comprensione dell’altro, più di quanto fosse necessario, e questo molto probabilmente potrebbe ripetersi in futuro, dato che si tratta di una caratteristica di fondo soggettiva che non muta da un giorno all’altro.
tu hai ammesso, con molta onestà, che per te era importante la sessualità e la prospettiva di continuare ad usufruirne in modo appagante. per me, invece, sarebbe stato più importante (visto che il sesso c’era, e pure molto coinvolgente) l’affetto, la compagnia, la condivisione dell’anima, che mi avrebbe permesso di continuare a condividere il corpo.
morale della favola: si tratta di due esigenze, diametralmente opposte, che devono essere soddisfatte almeno a livello minimo se si vuole anche soltanto ipotizzare che una relazione possa continuare nel tempo.
la tua lei, per tua stessa ammissione, è una stro..a palese. il mio lui è un mega-egoista in incognito, preservato dalla protezione del silenzio. ma questo non ci tira affatto fuori dal pantano in cui siamo caduti, nè serve razionalmente a spiegare quasi niente.
nel mio caso, mi sono innamorata perchè ero pronta a un cambiamento. parecchi eventi avevano contribuito a far sì che mi riaprissi, dopo tanto tempo, alla possibilità di una relazione amorosa e ho visto in questa persona tutto quello che desideravo vedere, senza essere minimamente sicura che possedesse nemmeno la metà di quello che intuivo (e purtroppo continuo a intuire) potesse racchiudere in sè. nel tuo caso penso di poter immaginare, da quello che hai scritto, che tu abbia visto in lei la fine di una solitudine che ti era diventata pesante. ma anche questo ci aiuta ben poco, al di là di sterili ragionamenti.
le modalità con cui le storie sono finite rispecchiano perfettamente i due generi. lei ti ha lasciato con spiegazioni vaghe, che forse nella sua scarsa comprensione degli esseri umani o nella sua evidente superficialità, avrebbero dovuto farti soffrire di meno. lui, sempre forse (voglio sperare) nell’intento di farmi soffrire di meno, si è fatto lasciare trascinandomi per mesi a rimorchio di vane speranze, che tuttora ancora non riesco a lasciar cadere. mi rassicurava che la passionalità e gli stimoli mentali che ero in grado di dargli valevano molto più di un fisico più fresco… lei è stata crudele nel sentimento; lui è stato vigliacco, sempre in merito al sentimento.
hai notato, inoltre, che mentre tu ti dilunghi a collegare alla sessualità tutte le bellezze di cui hai ammantato la tua donna io continuo imperterrita e monotona a parlare di sentimento? perchè, per me, di questo si tratta…
hai ragione quando affermi che si dovrebbe essere felici per la felicità dell’altro. questo, a mio avviso, potrebbe accadere soltanto…
(segue da post 27)
… se si fosse in grado di sublimare (tanto per cambiare) il sentimento, annullando se stessi. purtroppo, nell’evoluzione della vita di coppia, quando la strada che si ipotizzava comune diverge macroscopicamente per qualsivoglia motivo, ci si trova a volte di fronte al dilemma estremo “lui/lei o io?” ovvero alla cosiddetta “mors tua vita mea”.
in tal caso, ti assicuro che sono davvero pochissimi quelli che sono in grado di sacrificarsi, e spesso nei fatti concreti, al di là delle apparenze, non è neppure così. ho conosciuto da vicino una donna che ha deciso di rimanere accanto al marito (mai veramente amato) colpito da sclerosi multipla quasi soltanto per l’incapacità di immaginarsi a vivere da sola! la stessa identica ragione per cui l’aveva sposato!
non escludo che ci siano casi di vero e profondo amore, e ne ho pure potuto verificare per certo uno di persona, raro, appunto, come il vero amore, e cioè come le mosche bianche. non c’è pertanto da stupirsi se non sempre si riesce a pensare soltanto al bene di chi ci lascia o ci tradisce, infliggendo ferite mortali alla nostra psiche e alla nostra autostima.
come si fa, ritenendo di essere stati profondamente offesi o ingannati, a volere il bene di chi ci ha fatto del male? è già tanto se ci sforziamo a comprenderlo per quanto ci è umanamente possibile e non siamo animati da sentimenti di vendetta diretta o trasversale…
quanto, poi, all’imparare dai propri errori, questo può accadere soltanto in misura minima, in quanto le occasioni che ci si presenteranno in futuro saranno sempre diverse, e noi stessi non saremo più gli stessi. quindi… la baraonda ricomincerà, quando e come a lei piacerà, indipendentemente dalla nostra volontà, tale e quale o forse peggio, di quelle già vissute, con diversa entità, in precedenza.
si dice che la sensazione di solitudine che si prova se non si ha un/a compagno/a di viaggio sia dovuta a un’atavica percezione di timore di non essere abbastanza protetti dagli eventi nefasti che ci possono accadere. un’altra tesi, meno drammatica ma altrettanto pregnante, è quella che afferma che, essendo gli esseri umani socievoli per natura, non esiste vera felicità se non è condivisa.
per quanto posso aver capito in base alla mia esperienza e aver tratto da osservazioni sul campo durate decenni, non esiste leggenda che non sia supportata da un minimo di verità. l’amore romantico non è stato inventato di sana pianta, si rifà essenzialmente ai casi che coinvolgono conflitti dolorosi, laddove l’amore si lega in modo quasi indissolubile alla morte o alla sofferenza.
perchè mai questo tragico connubio? perchè il piacere e la gioia diventano più intensi se conditi dall’incertezza e dal dolore. meglio ancora se si protraggono per un tempo limitato, sfuggendo così all’inevitabile fine per consunzione.
al di là di tutto questo, a parte una ferrea chiusura mentale al coinvolgimento, che neppure sempre funziona, quando ci succede di innamorarci davvero…
Ciao a tutti!sono chantal,sono in crisi e vorrei una vostra opinione.da quasi 2 anni frequento una persona molto ma molto più grande di me…una storia incasinatissima con miliardi di problemi sul come e quando vederci.ora ho 18 anni e qualche mese e da quando lui ha incominciato a staccarsi da me,tutto mi sembra un incubo.nn ho voglia di fare nulla..tanto meno di buttarmi in altre storie.rappresentava il mio punto fermo in ogni cosa..ora e’ distante,assente…lo so che mi vuole bene e che mai mi farebbe del male ma da qualche tempo ha iniziato a pensare che nn e’ giusto continuare la nostra storia…lui nn lo sa,xk io nei sentimenti sono spesso molto “fredda”ma e’ davvero la cosa + bella che mi si capitata..e’ incredibile come l’amore ti fortifichi e nello stesso tempo di distrugga..vorrei dimenticarlo o per lo meno nn provare questo dolore immenso…ma nn ci riesco.ogni cosa mi fa pensare a noi 2..la verita’ e’ che e’ l’unico al quale ho permesso di entrarmi dentro.come faccio?
(segue da post 28)
… (e questo non accade di certo spesso) diventiamo come gattini ciechi, destinati a rimpiangere amaramente il momento in cui acquisteranno la facoltà di constatare la realtà. il nostro possente imperatore altro non è che un palo della luce, vestito dei panni immaginati per lui. la fata dispensatrice di favori di ogni specie altro non è che una bambola di pezza, priva di luce e di tutti i poteri magici che le avevamo attribuito… e per dirlo in sintesi, alla Jim Morris: “E’ più dolorosa la morte di un’illusione che la perdita della realtà.”
tuttavia, a mio avviso, così come è difficile in particolare per l’uomo (che gode da millenni di una sessualità più libera) controllare gli impulsi del suo pene, è innegabile che, per maschi e femmine, sia altrettanto difficile controllare sempre gli impulsi del proprio cuore.
a volte penso che era meglio un tempo quando i matrimoni erano combinati e si imparava ad amarsi con il trascorrere degli anni, riscontrando sì nel partner le qualità che i genitori avevano individuato come positive per la coppia ma essendo anche, di fatto, ingabbiati per sempre in un dovere sociale di formare famiglia, quando non costretti da essenziali necessità economiche.
non che non sia possibile, partendo dal cosiddetto scoccare della scintilla o da una solida piattaforma di valori comuni, giungere al risultato di un amore profondo e duraturo. è semplicemente, tanto per cambiare, molto raro perchè, non essendo più coerciti da fattori esterni, sociali o economici che siano, questo risultato si deve basare sulla volontà, liberamente scelta giorno per giorno, da parte non di un solo individuo ma bensì di due, immutabili nel tempo nei tratti vitali per la coppia e sempre convergenti verso lo stesso obiettivo.
ora che tutto cambia e si evolve così rapidamente, più che mai si dovrebbe puntare a periodi, più o meno lunghi, di condivisione, pur senza escludere la possibilità di rafforzamento e di persistenza duratura del sentimento, impegnandosi anzi al massimo per rivitalizzarlo in continuazione, come sempre è stato necessario fare per mantenerlo in buona salute.
senza di questo inganno della natura chiamato amore per perpetuare la specie, la vita si snoda in tono minore. resta quindi indispensabile saper apprezzare e ricordare gli aspetti migliori del sogno, che sono quelli che ci siamo comunque meritati e conquistati, sia pure soltanto nella nostra fantasia, vittime come siamo degli scherzi del nostro inconscio e dei nostri più intensi desideri.
mi piace concludere questo sproloquio, che non migliora affatto la sofferenza che stiamo provando, con un pensiero di Proust: “I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero. La memoria, nell’affievolirsi, li allenta; e, nonostante l’illusione di cui vorremmo essere le vittime, e con la quale, per amore, per amicizia, per cortesia, per rispetto umano, per dovere, inganniamo gli altri, noi viviamo soli.” (da “Alla ricerca del tempo perduto”)