Premetto che non mi va di essere giudicato, poiché se avessi potuto scegliere di certo la mia vita sarebbe stata diversa.
Ho 16 anni, ma credo di aver smesso di vivere appena finita la terza media. Il perché mi ci vorrà un po’ per spiegarlo.
Quando frequentavo le scuole medie mi spostavo sempre in pulmino, e questo ha segnato i ricordi più belli della mia vita, dato che stavo insieme ai miei migliori amici. In seconda, però, conobbi la persona che cambiò per sempre la mia vita. Ora si potrebbe pensare che questa sia l’ennesima storia di amore adolescenziale, ma non è così: quella persona si chiamava Anna, e aveva 6 anni. Essendo la sorella di una nostra conoscente, dopo un po’ di tempo si abituò a stare con me e un mio amico, e ogni giorno parlavamo e giocavamo insieme. Non c’è niente di strano, per una bambina. Ma per qualche motivo a me sconosciuto, quei giochi, quelle risate che condividevamo, scatenarono in me una strana sensazione, che all’inizio non comprendevo, ma che poi capii: ero innamorato. E’ una cosa deplorevole, per l’opinione comune, essere innamorato di una bambina, ed io lo sapevo, e lo so tuttora, ma non potevo controllare i miei sentimenti. Le giornate passavano, e il suo viso, con quei capelli corti, quegli occhi castani, quel foulard arancione che portava sempre in testa, mi piacevano sempre di più, e l’amore cresceva. Tanto che fu difficilissimo per me resistere per tutte le vacanze estive senza di lei. Al ritorno a scuola, l’anno successivo, mi aspettavo che le cose fossero ancora uguali, ma mi sbagliavo; lei ormai aveva le sue amiche, e non veniva quasi più da noi, da me, se non di rado. Né io avrei potuto andare da lei e parlarle, starle vicino. Che scusa può utilizzare un ragazzo per parlare con una bambina, per sedersi vicino a lei? Così tutto ciò che potevo fare era stare lì seduto a guardarla parlare, ridere, ad osservarla affascinato mentre assorta nei suoi pensieri innocenti viveva senza pensarci la sua infanzia. Ero triste, ma riuscivo a mascherare il mio stato d’animo. Sapevo che quello sarebbe stato l’ultimo anno in cui l’avrei vista, ma non riuscivo a trovare il coraggio di fare qualcosa.
Infatti, da quando sono alle superiori non la vedo quasi più. Ciò che ha mandato in frantumi la mia esistenza, però, sono state tutte le illusioni che mi sono fatto durante il periodo in cui non la vidi più: la pensavo com’era allora, sognavo di parlare con lei, di abbracciarla, mentre lei cresceva, e cambiava, come naturalmente fanno tutte le bambine. Un giorno la rividi, e quasi non la riconobbi più. Aveva i capelli lunghi, e il portamento da chi, al contrario di come la ricordavo, non vede l’ora di crescere. Da quel momento iniziò un lunghissimo periodo di tristezza per me. Sebbene dovrei dimenticare, ormai, ogni giorno la ricordo almeno un po’, ma ci sono giorni, come questo, in cui la nostalgia prende il sopravvento, e non riesco a fare a meno di ricordare quegli occhi, che mi guardarono per l’ultima volta quando, l’ultimo giorno di scuola, riuscii a parlarle. Quegli occhi grandi, pieni di innocenza, occhi desiderosi di conoscere la vita, lucenti e graziosi, come il suo dolce viso, e la sua piccola bocca, dalla quale usciva chissà per quale magia una stupenda melodia. Ricordi che il tempo sta degradando, sempre di più, e ciò mi ricorda che non potrò mai più rivedere la sua figura. Non potrò mai più ammirare i suoi capelli nascosti dal cappellino bianco che ogni tanto alternava al foulard, quel suo corpo così grazioso e fragile, quella sua risata forte e contagiosa. I miei ricordi mi stanno uccidendo.
So che alcuni mi odieranno per questo, ma confido nella serietà dei suggerimenti di quelli che non lo faranno. Sto pensando che mi sarebbe utile andare da uno psicologo, ma come potrei mai dirlo ai miei genitori? Non ci capisco più niente, ormai.
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso
Ammetto di avere un piccolo dubbio che sia una storia inventata e che tu sia sotto falso nome quell’utente che ogni tanto interveniva con discorsi fumosi per sdoganare la pedofilia. Mi spiace ma in un blog pubblico queste cose succedono.
Supponendo che tu sia vero, vorrei dirti che “fatti non foste per vivere come bestie, ma per seguire virtute e conoscenze” , parafrasando approsimativamente Dante. In altre parole tu devi ragionare con la testa. Lo puoi fare, e lo devi fare. Lo puoi fare perche’ non sei un’animale con i suoi istinti, sei un essere umano con la sua ragione. E lo devi fare, perche’ come vedi senno’ soffri, ti imbarchi in situazioni assurde, infatuato di una bambina e depresso perche’ cresce. Lo capisci che rasenta la follia questo ? E se non prendi in mano la situazione con la testa, rischi di deviare pericolosamente crescendo. Pensa alle tue coetanee.
Non cè nessuna legge che vieta di volere bene ai bambini, ci sono leggi che vietano di farci sesso (giustamente). Il punto è perchè tu non cerchi coetanee per un ipotetico approccio di tipo sentimentale ma ti sia invaghito di una bambina di 6 anni. Non devi dirlo necessariamente ai tuoi genitori ma è meglio che tu vada dallo psicologo perchè lo capirai da solo che non è una cosa normale
Fatti curare!
per prima cosa, si vai da uno psicologo e non hai bisogno di dirlo ai tuoi genitori, esistono, credo, consultori, dove il tutto avviene anche gratis.. ma dovrswti informarti
e seconda cosa, amico mio, trovati una ragazza.. e se non ci riesci vai a “donne” che magari vedendo com’è fatta un donna ti passa la fantasia.