Salve a tutti, mi chiamo Federico Degni Carando e vorrei sensibilizzarvi relativamente al progetto che io ed altri amici italiani, sloveni, croati, serbi e bosniaci stiamo portando avanti: superare le divisioni del passato e guardare al futuro per un adriatico vissuto INSIEME.
Purtroppo, l’ultimo governo italiano ha fatto di tutto per allontanare le sponde adriatiche: l’istituzione di una “giornata del ricordo” per l’esodo istro-dalmata basata su menzogne storiche come quella della “pulizia etnica” non fa che diffondere odio e risentimento nei confronti dei nostri “fratelli europei” ex-jugoslavi.
Per il riavvicinamento, invece, si sta battendo la mailing list TERA DE CONFIN, di cui vi segnalo il link: http://it.groups.yahoo.com/group/tera_de_confin/
Saluti a tutti
Federico Degni Carando
www.federicodegni.it
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Categorie: - Mondo
Federico Degni Carando non è salito sul Toscana per fuggire al terrore, non ha mai conosciuto un partigiano titino, non ha perso la sua casa, non conosce per niente la storia degli Istriani ai quali nessuno può insegnare cosa sono le foibe: ha copiato la favola di Scotti Giacomo su Josef kombol-Giuseppe Cobolli Gigli con la quale si è messo sulle spalle il reato di calunnia aggravata a mezzo internet nei confronti delle famiglie Cobolli di Capodistria che hanno dato allo Stato cinque medaglie d’0ro al V.M. nelle due grandi guerre; quindi dovrebbe star zitto e non scrivere tante fandonie: se racconta la favola di Josef Kombol nel quartiere dei prufughi a Trieste, Via Baiamonti, trova subito un pescatore con le braccia di Popeje che gli cava tutti i denti. Qui non posso farlo, ma in privato gli posso dire che a ze proprio un gran mona, visto che conosce il veneto, come l’ho detto a tutti i presentatori del falso storico del nostro illustre connazionale, e nessuno ha ribadito perchè ci vuole un secono per andare alla più vicina Stazione dei Carabinieri col suo scritto e fare una querela:il fatto che lui vuole dimenticare ilo nostro esodo e i nostri morti lo fa rendere ancora più odioso: Come fanno i triestini a dimenticare la bandiera jugoslava issata in segno di conquista e non di liberazione, con la ‘Trst je nasa’, ‘Istra je nasa’ e così via. E’ meglio che finisca qui senò il comento durerebbe all’infinito. saluti Vasco Vascon