Ultimo saluto, poi il nulla.
Niente più sacrifici, niente più pensieri. Soltanto pace.
Eterno riposo, in quella dimensione a noi sconosciuta, dove tutto ciò che conosciamo non ha più un senso, dove forse ritroviamo i nostri cari, perduti in un tempo passato. Oltre ai nostri cari, si trovano anche persone che possono raccontarci la loro vita terrena, quello che hanno fatto per la loro patria, per la loro chiesa, per la loro gente. Quelle persone, senza distinzioni di sorta, ci donarono i frutti della loro mente, del loro coraggio, della loro umiltà, della loro saggezza, della loro vita. Quelle persone, le ritroveremo lì, forse a ricordarci o insegnarci, un qualcosa che abbiamo dimenticato. Il rispetto.
Rispettare le regole, rispettare il prossimo, dalla nostra nascita alla nostra morte. Ci è sempre stato insegnato, dalla chiesa e dallo stato, ma la chiesa e lo stato con le loro parole, si fermano all’ultimo respiro di una persona.
A malincuore, scopro che nel momento in cui si muore, si entra in un’enorme stanza, dove le anime del passato sembrano, agitate, irrequiete, quelle anime non hanno pace, sono nervose, vorrebbero parlare, gridare, sbatterci in faccia i nostri e i loro diritti. Abbiamo inventato i diritti, a volte rispettati e a volte meno, tutti rivolti a persone in vita, per i defunti nessun diritto. Un solo diritto gli basta, uno solo per placare l’animo di quelle anime, ed è il riconoscimento da parte della chiesa e dello stato, del posto in cui riposare. È contrario all’essere civile far pagare un posto per la tumulazione, come se si stessero vendendo degli appartamenti. Il posto o loculo che sia, deve essere riconosciuto a un defunto, a prescindere da chi fu, per rispetto di ciò che materialmente o spiritualmente ci ha donato. Solo in un contesto non si può recriminare nulla alla chiesa e allo stato, dove se la cavano egregiamente con un parroco ed una ruspa, quello delle fosse comuni.
Provo vergogna per questa chiesa e questo stato, che si dimostrano irrispettosi, nei confronti di coloro, che inconsapevolmente gli hanno creduto da sempre, e fieri di aver dato tanto, varcano l’entrata, sicuri di passare a miglior vita.
In onore a …: L’eterno riposo dona Loro, o Signore, e splenda ad Essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen.
Assistente contrario
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Categorie: - Riflessioni
Ciao assistente contrario…
Mi ha interessato il tuo pensiero. Leggendolo, ho trovato dei punti in comune col mio… e mi ha spinto a riflettere non poco.
Molto spesso, infatti, mi sono trovato a discutere sull’utilità o meno, l’importanza o meno che abbia pagare una sorta di affitto per l’aldilà. Aldilà che (mi sembra) tu credi esistere con certezza. Io non ne sono tanto sicuro, più che altro però lo vorrei.
So che sembra macabro dirlo, ma effettivamente non lo è. Frequento spesso i cimiteri; anzi, un solo cimitero; anzi, non un cimitero ma una bara soltanto. Ci vado perché so di poter abbandonare lì un fiore a qualcuno che ha abbandonato tutto il resto, nella mia testa i pensieri si rincorrono trovando a volte la pace, a volte no. Ma sostanzalmente, lo faccio perché è ormai una consuetudine, è quel che mi hanno insegnato da piccolo… Se non avessi alcun luogo per abbandonare un fiore, lo terrei con me. E i miei pensieri rimarrebbero comunque chiusi nella mia testa. Sempre trovando a volte la pace, a volte no.
Se dovessi agganciarmi al tuo “eterno riposo” – tra l’altro bella filastrocca che, da piccolo, ho imparato anche io – ti direi che colui che eternamente riposa lo farà a prescindere da un loculo pagato, dagli affanni terreni degli affitti. Eternamente riposa anche chi è stato cremato. Anche un suicida che non ha avuto un funerale. Anche chi in un incidente d’auto è esploso bruciando ed è finito spegnendosi nel mare. Ora eternamente riposa fra le lenzuola degli abissi, e ti assicuro che i miei pensieri sanno raggiungerlo anche se non possono farlo i miei fiori abbandonati.
Se può tranquillizzarti, credo che la morte non sia una condizione di interesse. Noi crediamo sia importante discutere delle loro tombe, confondiamo la LORO personale pace con la NOSTRA che vogliamo affibbiare loro.
Dimenticando spesso che chi ha raggiunto la pace eterna non ha bisogno di un letto di zinco foderato in legno pregiato. Non si chiude in una confortevole casetta di marmo per riposare, non gli interessa più avere un giardino fiorito intorno.