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Lettera pubblicata il 16 Febbraio 2013. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Hopeful.
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Ciao a tutti. Rispondo rispettando l’ordine d’arrivo dei post indirizzati (anche) a me.
Ciao Sarah. La tua storia assomiglia sotto molti aspetti a quella di una mia cara amica che si è accorta un bel giorno di essere stata “utilizzata” dall’uomo nel quale aveva riposto molte delle sue speranze. Un individuo che ne ha sfruttato la sua buona fede oltre che le scarse risorse economiche di cui disponeva, rendendola quasi incapace di reagire se non attraverso lo sfogo che ebbe con me, ormai quatto anni orsono.
Fu questo racconto che mi incuriosì, per l’immagine di lei che ne risultò e che contrastava con quella che appariva nella vita di tutti i giorni.
La donna allegra, disponibile, generosa e coraggiosa nell’affrontare le difficoltà della vita che conoscevo nel privato, era succube di un individuo gretto, opportunista ed egocentrico, ma che lei si ostinava a vedere in maniera diversa, adducendosi mille giustificazioni per non accettare quella che era la realtà dei fatti, al di là di quella incredibile che un bel giorno scoprì.
Questa realtà si presentò quando lei si rese conto che lui conduceva una doppia vita, sotto lo stesso tetto, con la sorella di lei (entrambe le donne vivevano a casa di lui, che era un lontano parente delle due. Anche lì per motivi economici), creando, praticamente una relazione da harem.
Le due sorelle, si scoprirono nemiche, tanto questo individuo le aveva plagiate, giocando sporco sui sentimenti di due persone che si erano appoggiate a questa figura maschile, tra l’altro lontano parente come dicevo, per avere un minimo di aiuto anche psicologico nel momento in cui si erano trasferite a casa di lui per motivi di lavoro, in una città lontana da quella di origine.
Ho sopportato pazientemente e per almeno un anno lo sfogo di questa donna 40enne che per 10 anni aveva creduto candidamente nelle fandonie del bellimbusto, sino ad invaghirsene, nonostante si rendesse conto e constatasse di essere sfruttata.
Ma ho pensato che finalmente si fosse convinta del soggetto con cui aveva a avuto a che fare.
Si era trovata un suo appartamentino, ma, mano a mano che passavano i mesi, si sentiva sola, le mancava la sorella e quel “clima familiare” nel quale primeggiava LUI.
Dopo qualche altro mese, con la scusa di una festività, si rivede con la sorella e con lui, e lentamente ritorna alla base!
Soffre sempre di intestino irritabile, una settimana sì e una no va dal medico, e ogni tanto ci sentiamo, stando bene attenta a non far trapelare la difficoltà che ovviamnte vive in questa situazione assurda che ha scelto di mantenere.
E perchè l’ha scelta? Perchè la solitudine è peggiore della “cattività”. E’ una donna a metà, ma il suo bisogno di avere e di “essere” di un uomo (… possibile che non riesco a trovare uno straccio di uomo!) il bisogno di di avere un ruolo femminile, anche farsesco, l’ha spinta ad accettare le condizioni del suo carnefice, che specula, come ha fatto il tuo ex, sulla “debolezza”, sia fisica che psicologica di lei.
Seg.
Tu scrivi: “Ripensandoci,ho sempre voluto vedere del buono in lui. Sentivo dentro di me come se ci fossero due persone,una pacata,tranquilla ma apatica e distrutta e l’altra una bestia feroce…” E la stessa cosa che diceva lei, seppure in maniera diversa.
In certi momenti, la rabbia si scatenava verso quell’individuo ma non sfuggiva che l’odio dimostrato era l’altra faccia del suo attaccamento per lui che lo stesso aveva tradito, l’astio verso la sorella che le aveva tolto la priorità, senza sapere che la sorella era nelle stesse condizioni.
Insomma, due donne, normali, con un lavoro, intelligenti, seppure provenienti da un ambiente non metropolitano, si contendevano uno squallido individuo che le stava sfruttando bellamente, riuscendo a plagiarle a tal punto che non riuscivano a reagire con un minimo di dignità, tanto le aveva deprivate di autostima.
Sì perchè il punto sta proprio in quella parolina: autostima. Tutti i casi che ho citato, riguardanti il fenomeno dell “dipendenze” psicologiche di molte donne, partono dalla bella predisposizione genetica di cui ho più volte accennato, e quando trovano l’interlocutore sbagliato degenerano negli episodi che conosciamo, con le mille modalità soggettive di cui abbiamo dibattuto aspramente su questo forum, ma con un esito sempre uguale: sofferenza, delusione, mortificazione, e ulteriore crollo della stima di sè.
Questo che ti ho descritto è un caso clamoroso che io definirei molto vicino alla sindrome di Stoccolma, dove la vittima si “innamora” del carnefice, (anche se ci sarebbe una logica etologica legata alla sopravvivenza, ma non voglio entrare in un vespaio).
Ma ti posso dire che ne ho scoperti anche di più…normali, tra persone insospettabili, anche molto vicine a me, dove si scoprono donne di valore, anche belle e intelligenti che si perdono dietro individui, bugiardi e opportunisti conclamati, che le hanno prese in giro per anni ma che, sotto sotto, non dimenticano mai. Come se quel comportamento così chiaramente egoistico e, diciamolo, più o meno coscientemente sadico, toccasse dei tasti nell’animo di tante donne, e che in qualche modo fa sì che quegli squallidi personaggi non solo non si estinguano, ma continuino a vegetare benissimo. Come dicevo, basta dare un occhiata ai forum che trattano l’argomento per farsi un’idea del fenomeno. E anche questo è un fatto, non una mia interpretazione.
Luna, io mi arrendo. Ti ringrazio per i tuoi suggerimenti che terrò in considerazione, ma ormai è inutile continuare un dibattito quando diciamo le stesse cose: “Gli istinti esistono ma poi è l’interazione di questi con i mille fattori costitutivi di una persona che fanno il risultato di quella scelta”. Ho cercato di fare una sintesi telegrafica degli esiti del dibattito. Spero di non aver omesso qualcosa
A proposito. Stamattina sentivo via radio di uno studio dell’Università di Groningen, dove dicevano che le donne piccole scegono “istintivamente” uomini molto alti per avere figli normali.
Dilettanti?
ciao samuel,la storia della tua amica è decisamente tragica. Per fortuna la mia è durata molto meno e non ci ho rimesso soldi :).Parli di autostima,si vero,donne che sembrano forti sotto sotto non hanno una forte autostima,verissimo,fuori hai una corazza ma con delle crepe e sotto una fragilità impressionante.Voglio raccontarti un altro aneddoto:Sai quando la mia autostima è salita?Se ci penso mi sembra strano.Il mio ex sbavava per la sua ex,paragonava tutte a lei,lei era una divinità,voleva semplicemente colmare quel vuoto,magari con lei aveva colmato l’assenza di una mamma,andata via lei gli serviva un rimpiazzo.Finchè lei era solo una vaga immagine nella mia mente pensavo a cosa avesse più di me ma quando l’ho vista e sentita tutto è cambiato.So di peccare di vanità e presunzione ma sai cosa mi sono detta?Io sono molto meglio,sono più carina,più giovane,molti uomini,anche più grandi mi notavano,sono simpatica e soprattutto non sono una donna che nonostante abbia un compagno flirta con l’ex quando lui ha un altra,non sono una persona così egoista e schifosa,ho cominciato a vedere ogni dettaglio per demolirla,i miei capelli sono setosi,i suoi crespi e disordinati,io ho una boccuccia di rose lei un muso da cavallo,lei alta ma secca,io più bassina ma proporzionata senza nulla da invidiare a nessuno.So che possono sembrare affermazioni cattive ma mi sono servite e non mi vergogno a dirle.Una volta,sempre nell’ultimo periodo, avevo un vestitino che esaltava le mie forme,corto,mozzafiato, gli dissi “guarda cosa hai perso per quello scorfano!”.Samuel io ho offeso questa donna a parole,lo ammetto,come ammetto di non essermene pentita ma mi è servito a non cadere nell’errore di credere che lei è chissà chi e io un topino bruttino. No,non è così, io so di valere molto, gli ultimi mesi mi faceva molta pena e se ho cercato di non avere contrasti con lui è stato per questo ma la sua aggressività e la sua presunzione non mi hanno permesso di vedere quel qualcosa di buono di cui ti parlavo,non potevo,all’inizio pensavo che anche se non mi avesse mai amata un po’ di bene me ne voleva,alla fine ho pensato che non me ne ha mai voluto e va bene così,la mia vita è andata avanti e sono felice così. Peccato per la tua amica,si sta rovinando la vita.
SAMUEL: buondì 🙂
No che non sono dilettanti ;)ma proprio per questo sanno leggere le loro stesse ricerche, dare un certo peso ai risultati in un contesto e anche se sentono una cosa che riguarda la ricerca alla radio. E molto spesso, sapessi quanto spesso, i ricercatori ecc si incazzano per come i risultati delle loro ricerche vengono veicolate dai media. “Volete le percentuali, vero? Perché alla gente piacciono… ma cerchi di far capire veramente il significato di quella percentuale, per favore… Tanto lo so che farete quei titoloni su un solo concetto e messo in un certo modo :(“.
No che non stiamo dicendo proprio le stesse cose, ma cio’ non significa che io ti “stia dando contro”. Anche perché dal punto di vista personale la tua idea non mi lede. Mi può cambiare dal punto di vista dell’informazione, volendo. Mi dici che nel tunnel c’è una tua amica… fermo restando che non sei uno psicologo e uno psichiatra e per lei non puoi fare probabilmente piu’ di quello che fai, per saperne di più li leggerai davvero quei testi che ti ho indicato? O anche no 🙂 Anche perché parli della tua amica che era così e colà ed è diventata diversa pur essendo una donna intelligente ecc ecc forse potrebbero darti spunti interessanti sul concetto, ad esempio, di manipolazione.
Che è una gran brutta bestia… e il fatto che Sarah sottolinei pure che era in un certo momento della vita quando ha incontrato quel personaggio non è accessorio. Ci sono dei momenti della vita in cui possiamo avere le difese più basse, e certi nostri istinti lavorano peggio o si fanno sentire di meno o meglio si ascoltano di meno.
Anche il fatto che una persona dica che vede il buono nel suo aguzzino ha delle ragioni che vanno al di là del voler vederlo migliore solo per masochismo ecc.
Qualcuno diceva, in sintesi: la lotta contro la violenza e la manipolazione non è una battaglia delle donne contro gli uomini, ma una lotta di uomini e donne nei riguardi di problematiche che investono uomini e donne.
E non solo perché l’uomo che agisce certe dinamiche patologiche non è “l’uomo” e uomini stessi sono dolorosamente coinvolti nella violenza subita da madri, sorelle, compagne (se figli di uomini patologici), amiche, colleghe… e provano indignazione per il comportamento di altri loro “simili” per genere.
ma anche perché non è assolutamente vero che agli uomini non succedono queste cose. Succedono eccome, anche se per ragioni fisiche la violenza fisica è spesso più preponderante nell’uomo verso la donna. Ma molti di questi uomini “patologici” sono figli di donne “patologiche” e violente e manipolatrici. E nel caso delle madri violente la violenza è anche fisica.
Avrei molte, moltissime storie di uomini che hanno avuto/hanno madri violente, e non solo in tenera età quando la violenza è sul bambino.
Molte storie di uomini adulti coinvolti nel ruolo di “vittime” in storie di violenza, psicologica e morale.
Storie di famiglie in cui certe dinamiche sono “consuete” e investono
gli individui al di là del sesso e ne sono “portatori” insani individui al di là del sesso.
Allora ti do perfettamente ragione quando dici: @che in qualche modo fa sì che quegli squallidi personaggi non solo non si estinguano, ma continuino a vegetare benissimo.
Ma quegli “squallidi personaggi”, a diversi livelli”, sono uomini e donne. Perché la violenza è molto spesso una catena, e allora bisognerebbe spezzare la catena e un effetto domino. Per cui, anche, le stesse persone possono rivestire nella vita anche il doppio ruolo: vittime/carnefici, per usare dei termini più semplici. Anche se si preferisce parlare di “funzionamento”.
Purtroppo è molto difficile che una persona che agisce una serie di dinamiche ne prenda atto e chieda aiuto e si curi. Le sue strategie sono molto radicate, sono un modo per stare in equilibrio, hanno ragioni profonde, sono spesso anche apprese. Un linguaggio “emotivo” e comportamentale distorto. Ma qualcosa si può fare perché dei luoghi comuni non sembrino rendere “accettabile” o comunque quasi “inevitabile” l’avverarsi di certe dinamiche.
Guarda che io ho capito quello che dici. Ma avendo conosciuto non solo “vittime”, ma anche “carnefici” da vicino, e le loro storie, purtroppo devo dirti che parlare di componenti “istintuali” in un certo modo significa quasi, involontariamente, “giustificare” qualcosa su cui invece molto si può fare. Perché se lavorando su di sè le persone escono da queste situazioni e rileggono anche le loro ragioni in modo diverso, e i loro stessi “comportamenti” appresi, o le loro “distorsioni”, delle ragioni ci sono.
Un esempio. Ho conosciuto un “carnefice” da vicino, ci ho lavorato insieme. Sono andata a “recuperare” la sua compagna in situazioni limite. Quel “carnefice” era davvero, e te lo posso dire, anche una persona con moltissime qualità. Dico era perché non c’è più. E non c’è alcuna ipocrisia in me nel provare dispiacere per la sua morte, in giovane età, quando tra l’altro aveva da poco ricominciato un percorso per tentare di uscire dalla sua spirale di violenza. Una storia terribile la sua, a monte.
Dicendo ciò non giustifico in alcun modo le sue strategie che non guardo con alcun buonismo. Togliere lei da lì è stato salvarle la vita. Una donna che nè prima nè dopo ha mai avuto storie di quel tipo. Ne parlavamo l’altro giorno, e non certo con rimpianto dei suoi “bei tempi andati” da quel punto di vista.
In una vita completamente diversa che è tornata “normale” ricordava degli episodi e adattamenti. C’ero e so di cosa parla. C’ero nel suo percorso per venirne fuori. Li ricordava tenendoli presenti come parte del suo percorso ma anche guardandoli con il distacco di chi ne è fuori.
Ma lui, colui con cui ha condiviso quel periodo, era stato una vittima a sua volta. So cose del suo passato che fanno piangere, per lui, davvero.
Ed era un uomo.
Ciao!
Ciao Sarah e ciao Luna. Sono telegrafico perchè sto scappando.
Sarah, un pò di amor proprio, anche se condito con apparente narcisismo, non guasta all’autostima, specie se ci si deve liberare da certi parassiti.
Luna mi scrivi:”…Anche perché dal punto di vista personale la tua idea non mi lede. Mi può cambiare dal punto di vista dell’informazione, volendo”. Non ti volevo nè ledere ne farti cambiare opinione, semmai volevo cambiarla io, l’ho detto più volte, ma non ci sono riuscito. Comunque leggerò appena possibile i testi che mi hai indicato, chissà.
Visto però che mi dai questi consigli con pertinenza, vorrei sommessamente fare altrettanto con te, riguardo ad alcune considerazioni che sia io che Andrea e Rossana ci siamo permessi di fare riguardo al tuo modo di esporre le idee. Ti assicuro che potrebbe esserti utile, e non sto facendo del sarcasmo, credimi.
Quanto a quell’uomo di cui parli non dubito che hai potuto intravedere la vittima che c’era in lui. Se si vuole tutti hanno una giustificazione per le azioni che compiono. Io sono meno misericordioso di te, e so che ci sono in giro un sacco di figli di puttana che sanno benissimo quello che fanno, e che trovano chi glielo lascia fare, perchè VOGLIONO credere che prima o poi quelle “vittime” cambieranno.
Insomma, se vogliamo credere che Cristo è morto di raffreddore nessuno ce lo impedisce, ma giustificare tutti a tutti i costi è anacronistico.
Ciao
Buon pomeriggio Luna, ho capito quello che intendi dire e non preoccuparti assolutamente e piuttosto mangia un buon gelato anche per me che oggi non ne avrò l’occasione!
Secondo me emergono cose interessanti dai contributi portati dalle persone e continuo a non capire perché questo sia letto come un problema o un modo offensivo.
Se interessato a un argomento non chiedo di meglio che qualcuno mi racconti delle cose che non so e che mi permettono di allargare la mia visuale. In particolare sugli argomenti di cui si sta parlando negli ultimi post più esperienze e piu’ approfondimenti si aggiungono e più la cosa mi sembra positiva.
Molto più costruttivo accogliere delle idee e approfondimenti che trattare la difesa della propria teoria a ogni costo come se l’argomento fosse il bambino nella storia di Re Salomone. Non si può allargare una teoria o anche rivederla se ci sono degli spunti nuovi?
E’ così importante tenersi un’idea fino alla fine dei propri giorni?
Samuel sai che non ho capito a cosa ti arrendi?
Certe cose su cui riflettere potrebbero forse servire anche all’autrice della lettera e per esempio che Sara ha scritto che si trovava in un periodo particolare della sua vita molto pesante.
Dei miei parenti in un periodo particolare hanno comperato in fretta una casa che era un bidone e sordi ai consigli altrui una casa che conoscendoli dubito avrebbero comprato se fossero stati più lucidi. Non è il solo esempio che potrei fare e alcuni riguardano anche me anche se non ho mai comperato una casa sbagliata.
Una casa non sono un uomo o una donna ma che un periodo particolare o di sofferenza possa influire sulla nostra emotività e quindi su delle scelte o che possiamo essere meno attenti mi sembra uno spunto molto interessante e che possiamo tenere in conto anche in base all’esperienza in altri periodi particolari che nel corso della vita succedono.
…stavo pensando: ma non è che in alcuni casi si sta usando il termine istinti nel parlare piuttosto di archetipi?
SAMUEL: perche’ tu forse leggi la cosa in chiave di “giustificazione”, io no. Io non ho detto che lui era giustificato a fare certe cose o a essere in un certo modo perche’ aveva subito violenza e ne subiva a sua volta, e le sue dinamiche le ho sempre riconosciute per cio’ che erano e come si manifestavano. Ho detto che esistono sia uomini che donne che hanno e manifestano certe dinamiche e che esistono sia uomini che donne che ne sono oggetto e che esistono catene di violenza. Che si possono spezzare con la consapevolezza anche del funzionamento di certe dinamiche. Nell’osservazione dei fenomeni e delle concause dei fenomeni non vedo cosa ci sia di giustificatorio e anacronistico. Anche perche’ di certe dinamiche, di dipendenza affettiva, ma anche di violenza psicologica,.morale, economica ecc si parla di piu’ e in un certo modo da tempi molto recenti. La Norwood fu un’apripista in tempi comunque relativamente recenti e anche rispetto alla violenza psicologica resistono luoghi comuni duri a morire. Cosa che non giova a combattere il fenomeno stesso o a renderlo comunque riconoscibile anche per chi lo incontra e deve al contempo peto’ spesso combattere anche coi pregiudizi legati al fenomeno stesso e le sue caratteristiche effetti. nel sostenere la persona, lei, di cui parlavo in un percorso non c’era alcuna chiave “giustificatoria” nella chiave a cui accenni nelle ultime righe. Il mio approccio e’ completamente diverso e tanto piu’ perche’ e’ vero che un’empatia senza limite e “giustificatoria” e’ deleteria. Qualsiasi siano le ragioni un certo funzionamento ti lede e spostati. (riassumendo)..e nonpuoi fare tu qualcosa nell’altro in cui c’e’ una ragione per funzionare in un certo modo (riassumendo) anche se apparentemente (o anche realmente) mescola richieste di aiuto a lesioni attive di vario genere (riassumo). Ma nell’osservare un fenomeno dall’alto e nella sua complessita’
Esiste anche cio’ che ti ho scritto e non in chiave “giustificatoria” ma di modalita’ apprese. Lui le sue modalita’le aveva apprese in famiglia e non unicamente per un padre padrone . Cio’ non cambia il fatto che se incontri certe o talaltre modalita’ e se le tue modalita’ reagiscono in un certo modo e’ un grosso guaio. Tanto piu’ se sei oggetto di dinamiche manipolatorie oltre che violente e la destabilizzazione avviene su piu’ piani contemporaneamente. Che uno o una funzioni in un certo modo perche’ ci e’ nato o divenuto cio’ non cambia che manifesta certe modalita’, e delle sue ragioni si occupera’ lui o lei o il suo psichiatra se mai ci andra’ (per dirne una). Se parlo con chi si trova in una certa situazione la mia attenzione e’ per le dinamiche e per le strategie di adattamento/difesa ecc ecc. Pero’ nel caso specifico che ho citato so che a sua volta era stato oggetto di violenza. Non cambia il tipo di sostegno a chi si deve (se vuole) togliere da li’, ma e’ un fatto e se si parla di violenza e’ un esempio. Nel suo caso poi era deciso a affrontare i suoi problemi. Magari avrebbe rinunciato dopo tre sedute. Lei comunque se n’era gia’ andata e non era subordinata al fatto che lui si “curasse” o meno. Non era dipendente dal fatto che si curasse. Io no di certo. A me non cambiava nulla che lo facesse per se stesso prima ancora che per le sue relazioni. Ma e’ rarissimo che una persona che ha quelle modalita’ si affronti e lo fa per se’ (ecco perche’ non ha senso anche distruggersi e farsi distruggere pensando di sostenere chi “valuta” in termini di suoi equilibri e patologie di tenersi tutti i suoi malfunzionamenti e ci marcia su, uomo o donna che sia) e visto che l’intenzione sua (attiva, no parole parole parole per prendere tempo e manipolare) c’era posso dire: mi dispiace che non abbia potuto tentare di fare un percorso, in ogni caso suo e che chissa’ come sarebbe stato. La vita non si fa coi se, ma poiche’ lo conoscevo penso sia umano pensarlo. Cio` in generale: non si puo’ dipendere dal fatto .che agli altri importi di affrontare i propri demoni o problematiche e non e’ manco detto che cio’ che emergera’ da un suo percorso collimera’ con cio’ che vogliamo che sia – lo dico per chi rimane appeso all’idea «ha dei problemi ma se lo aiuto e resto cambiera`» e finisce in cura pensando di andarci per aiutare un altro/un’altra. E poi scopre che invece sta parleando di se’ e anche rispetto alla situazione contingente. Cio’ che dico e’ che su certi meccanismie in macro, e su come notarli e difendersene in modo sano, c’e’ ancora poca informazione. E molte storie nel forum dimostrano c…anche.quest o. – Il mio modo’. di pormi e’ quello di chi dopo mill illazioni (tra cui moralismo, chiusuramentale, t e il non vedere dei fenomeni sociali con il dover giustificare ogn affermazio oj allora ho spiegato il perche’. sul tena ora in oggetto ho preso parte ad una serie di riflessioni. pe il tema al di la’ del contesto.