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Lettera pubblicata il 3 Dicembre 2010. L'autore, buongiornoatutti, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Ciao buongiorno. Avresti pouto continuare, si possono scrivere 2 risposte consecutive, non in totale. E sarebbe stato utile avere altri elementi. Comunque quello che hai aggiunto mette chiaramente in pista una considerazione; figlia unica tu, figlio unico tuo figlio.
Lasciamo perdere le sentenze spicciole che si possono scrivere su un forum. Io non ho nessun titolo medico, quindi non azzarderei mai una diagnosi, non credo che tu abbia bisogno di un medico, ma di una voce amica che ti aiuti a riflettere…e faccia crescere. E’ mia convinzione che lo stato di FIGLIO UNICO sia una sorta di iattura che
impedisce uno sviluppo armonico della personalità. Ci sono vari testi che confermano questa mia affermazione,ignoriamoli, parliamo di vita vissuta. Io sono il 5° di una famiglia di 6 figli. Come si usava una volta, e sono convinto che tanti mali che affliggono le famiglie striminzite, derivano proprio da questo stato. Oggi nessuno fa più di due figli. Dal mio punto di vista, è nascere già con un handicap, che creerà come già si vede nei fatti, tanti mi-sento-solo, nessuno-mi-capisce ecc. ecc. Dico questo perché io (ho 62 anni e sono vedovo da 5) ho sempre un fratello o una sorella con cui parlare, e nessun amico
potrà mai sostituire la comprensione che abbiamo l’uno per l’altro, qualche volta si litiga, ma il giorno dopo nessuno se ne ricorda più.
La prudenza mi fa frenare nell’accettare la definizione che fai di tuo marito-smidollato-mollaccione, mi piacerebbe sentire anche il suo parere, visto che sei “spartana e picchi con i calci”, ci tengo a precisare che mia madre non ha mai alzato un dito su noi 6 figli, se fai il rapporto 6 a 1 puoi immaginare le gatte che aveva da pelare, anche quando forse qualche scappellotto ci poteva stare, lei col ragionamento riequilibrava i rapporti nelle nostre beghe. Io ho due figlie, come già ho scritto sopra, ne hanno combinate di tutti i colori, cresciuto alla scuola del ragionamento e del riportare nei giusti parametri le punizioni, la volta che mi sono sentito più cattivo è stato quando vietai a mia figlia di vedere un cartone animato Candy mi sembra…durò 5 minuti, non ho avuto il coraggio di privarla, mi bastava il fatto che avesse capito che non tutto gli era permesso. Non è diventata una musicista, ma al corso di laurea scelto da lei ha preso 110 e lode.
Purtroppo per chiarire un pensiero che non lasci nessun dubbio nell’interpretazione del discorso,mi sto dilungando molto, ma non mi piace trascurare CONTINUA
nessun particolare. Sento su di me il tuo non sapere dove battere la testa. Probabilmente hai avuto anche tu una educazione “spartana” e leggere questo marziano che non ammette le punizioni corporali, ti traumatizza. Se hai seguito bene tutto il mio discorso, ti posso dire che il tuo malessere ha origine lontane, fin dalla tua famiglia di origine. Essendo radicato in te questo unico modo di educazione, la
situazione non ha sbocchi. Tuo figlio è già un disadattato. Sta crescendo male, a 16 anni ha conosciuto già il ricatto, le percosse, la violenza. Inorridisco. Scusami la franchezza, ma dici certe cose con una tale naturalezza che nel mio modo di pensare non trovano nessuna collocazione. Il nuoto è un pretesto! L’unico consiglio che mi sento di darti è di azzerare il tuo modo di concepire la sua crescita attraverso i tuoi parametri, quando dici tutto il tempo sprecato e i soldi spesi…Se non cambi rotta immediatamente ti troverai di fronte una montagna insormontabile! Sei tu che devi cambiare, confrontati con quello che ti ho raccontato di me e della mia famiglia, tutti e 6 abbiamo raggiunto il massimo di quello che le nostre ambizioni (modeste) ci consentivano. Nessuno è salito su un podio, ma ora che non ci sono più i genitori, siamo felici di incontrarci e delle modeste mete raggiunte. C’è amore fra di noi.
Quindi, non è su lui che devi lavorare ma su di te! Magari con l’aiuto
che riterrai opportuno, ma togli IL NUOTO dal centro dei tuoi pensieri e mettici TUO FIGLIO, pensa al SUO benessere, non al TUO.
Se metti insieme tutto quello che ho scritto e lo leggi attentamente,
dovrebbe esserti chiaro dove sono gli errori, da una sola parte: LA TUA. Se vuoi possiamo continuare, ma prima rifletti attentamente.
Se vuoi, possiamo scriverci anche in privato, ho scritto molto, può essermi sfuggito qualche particolare. Ciao TS
Toroseduto io sono figlia unica e non sono una psicopatica che costringe suo figlio a fare qualcosa che non vuole e che se non vince lo prende a calci, ma stiamo scherzando!La cosa fa rabbrividire!
Basta frasi fatte sui figli unici! Siamo persone normali come le persone che hanno fratelli e sorelle. La signora ha seri problemi comportamentali che dovrebbe risolvere con uno strizzacervelli in gamba (dico in gamba perché non tutti sono all’altezza del compito!)
Io ho avuto un’educazione molto rigida, ma i miei non hanno mai alzato neanche un dito su di me, anche mio padre ha avuto un’educazione molto rigida soprattutto se si pensa che mia nonna è nata sotto la dominazione austriaca, sto educando i miei figli con rigidità, ma non ho mai alzato un dito su di loro. La signora deve ringraziare solo il fatto che il figlio e i parenti non si siano rivolti ad un tribunale minorile per togliergli il figlio dalla custodia! Io personalmente lo avrei già fatto! Ecco poi perché avvengono parricidi o filicidi!
Mario,
chiariamo alcune cose!
1° La storia di una persona,le vicende (di gioia e di angoscia)che ha vissuto,che lo hanno travolto con la loro prepotenza uno se le porta sempre con sè,dentro di sè.Dobbiamo smetterla con i discorsi dei condizionamenti e delle influenze,dobbiamo piantarla con queste beceraggini.Un’esperienza è un’esperienza,è tua e ti appartiene e non c’è modo di sfuggirgli.Tu puoi dannarti quanto vuoi,affaticarti fino allo stremo ma lei ti insegue,ti rincorre e ti raggiunge!E diventa parte,fondante,del tuo modo di affrontare il mondo.Perchè accogliamo l’idea che se il dolore acuisce la tua sensibilità allora questo è un “condizionamento” giusto,mentre,al contrario,se ti rende indifferente e lontano è una reminiscenza dalla quale liberarsi? In un caso come nell’altro in noi,nell’uomo,c’è questa ambivalenza.Potrei scomodare Freud,il quale ammetteva che l’agire è influenzato dal nostro passato.Ma più di Freud può la vita che si vive,quella che ci interpella ogni giorno! La mia vita,come quella di chiunque!Piantiamola con le favole una buona volta.
2° E’ devastante avere dei cattivi genitori (e qui ne abbiamo un esempio da manuale…psichiatrico,e dopo mi permetterò di dire qualche parola).Ancor più dilaniante è sapeve di avere un “padre” (biologico,sarà acnhe per questo che mi oppongo alla concezione organicista del disagio mentale? Mah,pùò darsi,e questo a conferma di quanto al primo punto si diceva…)che dista da te non più di 4-5 km,e che tu non ha mai visto,mai sfiorato,mai udito l’eco della sua voce.Devastante è questo sentirsi ignorati,inesistenti,irreali,illusori,insussistenti.Tu hai comunque delle esperienze a cui raccordarti,nelle quali ricercare te stesso,e trovare uno stimolo ad essere diverso e migliore.Io questa possibilità non la ho.Ho concluso!
Venendo al merito di quanto scritto da questa signora,io non posso (e non voglio)spogliarmi dei miei panni di psichiatra.Spego il perchè!Vedi,tu,ed altri,giustissimamente,potete affidarvi a delle sensazioni,a delle impressioni.Potete (e dovete)esprimervi con i “non credo”.Ma io (in quanto psichiatra) davanti a questo delirio,e sottolineo delirio,devo,necessariamente,dire con franchezza e fermezza ciò che appare (agli occhi di uno psichiatra)palese in tutta la sua PERICOLOSITA’ (eterodiretta).Avrai notato l’avverbio “qua” che facevo seguire a “signora”.Era una “tecnica” (anch’io conosco le mie),uno stimolo,un invito.Niente,il nulla!La signora prosegue sulla sua rigidità CONTINUO
è ormai in un delirio pervasivo e accecante.Le mie non sono impressioni.Ma hai letto le sue parole per la miseria? Ora anche il compiacimento per la denigrazione (sua)e l’indifferenza (del figlio)nei confronti del marito.Mio caro amico Mario,abbiamo tentato con Gibran,con sant’Agostino,con la dolcezza e l’esortazione lieve e soave ma nulla,il vuoto.Chi pensi che pagherà la cambiale di questa follia? Una giovane vita di 16 anni!
Signora,io non ho mai inteso dire che lei fosse una psicopatica (non è tale tra poco le dirò perchè).E,ancora meno ho azzardato diagnosi su di lei.Infatti sia il termine diagnosi sia il suo nome l’avevo virgolettati.Era solo una provocazione! Ma quello che le dico ora no!!! Lei,signora,non è psicopatica (si informi sul significato del termine)lei,signora,si sta perdendo nell’abisso di una psicosi schizoaffettiva che condannerà la vita di suo figlio. Psicosi signora! Intende? Psicosi!
Se le persone le si vuole realmente AIUTARE bisogna avere il coraggio di porle dinanzi a una realtà che li pervade e che loro non percepiscono!Il Muoversi con passo felpato,in questo caso,non serve e non porta a nulla,a nessun giovamento.
Signora lei ha tratti caratteriali “egosintonici” (cioè lei li percepisce come normali quando in realtà sono patologici)e delle condotte “alloplastiche” (cioè lei tende a cambiare l’ambiente -e le persone-e non se stessa).Signora,la prego,prenda consapevolezza di questo e chieda aiuto a uno specialista.Salvi se stessa e dia una speranza di fututo sereno a suo figlio!
E,se posso,un consiglio:piangere va bene,Shakespeare diceva che “più chiaro è il volto dopo un tale lavacro”.Ma,mi creda,oltre a piangere per le parole di uno sconosciuto senza volto e senza voce,pianga (e rida se ne ha l’occasione)osservando la vita di suo figlio.Pianga (e rida se ne ha l’occasione)per e con suo figlio.
Signora mi creda,io non ho niente contro di lei,e anche se le potrà sembrare assurdo,non ho inteso attaccarla ma esserle d’AIUTO!
Con sincera (e dura)vicinanza,
Alessandro
P.S Ridiamo un pò? Faccio lo psichiatra non perchè,diventando tale,mi illudessi di driblare il dolore e la sofferenza.No assolutamente! Faccio lo psichiatra anche,e forse soprattutto,perchè mai mi accadesse nella vita che il mio dolore e la mia sofferenza fossero “curati” da uno psichiatra! Penso che le ragioni siano,date le mie parole,siano estremamente chiare. Mamma mia,capitare nelle mani di questi qua…
Sarà stata una scelta “inconscia”?Mah,può dar
Sì mio marito è un inetto , ingombrante con la sua presenza fisica , ma non si cura del ragazzo,lo porta solo ai convegni di moto GP o allo stadio a vedere la Roma giocare , distraendolo dal nuoto e facendo nascere in lui la passione per un altro sport .Mi giudicherete pazza ma io ero convinta che mio figlio fosse fortunato ad avere una mamma che si prodigasse cosi’ tanto per lui , lo dico sempre al mio tesoro che è fortunato ad avere una mamma che lo ha preso per mano e lo guida verso il successo … ma non lo faccio unicamente per lui , ma anche per me , sto cercando di ammetterlo … oggi ho tentato di recuperare facendo ,appena uscito da scuola,un bel pranzetto insieme senza parlare di nuoto , e facendogli trovare in camera una scatolina con 300 euro ed un biglietto con scritto : – Al mio Federico , con infinito amore dalla tua mamma.Ricordati , sei tutta la mia vita – .Ma se lo coccolo cosi’ posso avere un bel rapporto con lui e continuare a fargli fare nuoto agonistico ?
@ Flaminia. Cara amica, t’invito a fare quello che ho fatto io, digita su Google – sindrome figlio unico- in particolare questi 2 link.
http://e-ms.cilea.it/archive/00000186/01/Binetti_nuovi_scenari_familiari.pdf
http://magazine.liquida.it/2009/04/20/crescere-un-figlio-unico-consigli-e-domande/
[..]Per molti genitori unico equivale a speciale. “Deve” esserlo, forse per compensare una carenza del genitore stesso. Gli si chiede di essere il primo, di distinguersi. Gli si fa credere di avere qualità enormi, di essere un campione. Cose che però lui non sente: è lì, con le sue naturali insicurezze e paure, con la sua piccola e sana identità in costruzione. [..] continua.
@ Alessandro
Mio caro amico, mi sto convincendo sempre più che hai sbagliato mestiere. E’ la decima volta che tiri fuori la tua condizione di vittima della mancanza affettiva di un padre. Quando io ho parlato del fatto non avere un padre è brutto, ma avere un brutto padre, come è capitato a me,sai benissimo a quello che mi riferivo te lo avevo detto in privato, credendo di avere a che fare con un ragazzo maturo, non mi va di scrivere la mia esperienza in pubblico, non servirebbe a nessuno, tu ti sei soffermato a lungo sulla Tua esperienza. Sei salito sul pulpito in modo alterato ed esibizionistico, questo mi preoccupa. Come potrai curare gli altri se sei ancora pieno di astio e rancore? Io ti dissi che avevo nella maturità perdonato mio padre. Non sono laureato, ma sai che ho un’esperienza ventennale con i soggetti difficili, per un motivo molto semplice: ho rimosso i miei fantasmi con l’Amore. Potrei citarti il passo del Vangelo che credente o no, illumina chi è portato a svolgere una mansione di sollievo-aiuto-comprensione-amore, togli prima la trave dal tuo occhio
e poi potrai rimuovere la pagliuzza del tuo amico.
Non ho visto da nessuna parte nel tuo intervento presunto sapienziale un qualcosa che dovrebbero avere tutti quelli che fanno il tuo mestiere: L’Amore. Tu che vuoi distinguerti, tu che vuoi superare in sapienza i tuoi colleghi (il mio era un ruolo secondario, ma ho maturato una grossa esperienza nel saper riconoscere un buon medico) Hai ferito con una diagnosi a distanza, senza sapere, senza approfondire, senza guardare negli occhi, nel campo più delicato della medicina. Io sono fuori dal gioco, ieri ho avuto una notizia che
mi ha profondamente ferito nell’anima, ma non ne parlo, ho un’età che non debbo dimostrare niente a nessuno, tu ti sei esaltato CONTINUA
in modo immaturo e scorretto, Il mio amico direttore del centro in pensione anche lui, era uno che prima di arrivare ad una diagnosi parlava direttamente col paziente per giorni e giorni, ricordo le sue parole: Sondare l’animo umano, specie di un disturbato è la cosa più difficile e richiede una lunga indagine, un confronto con colleghi, sbagliare una diagnosi è il danno più grave che si può commettere!
Ti chiedo da amico, ti senti soddisfatto del lavoro che hai fatto?
Tu che hai ancora la trave nell’occhio, sei in grado di poter liberare
una persona che neppure conosci dalla pagliuzza?
Non hai agito professionalmente nel modo corretto. Forse ha ragione tua madre che sarebbe meglio che tu facessi il medico generico, quando
avrai superato tutti i tuoi traumi potrai sentenziare in modo appropriato le tue diagnosi, dopo una lunga indagine.
P.S. Non ho trovato una parola d’amore per la tua paziente, sai quanta importanza ha in psichiatria questo atteggiamento.
da qui i miei dubbi sulla tua idoneità a fare carriera in psichiatria.
Hai 28 anni, rifletti con umiltà su quello che ho scritto, ti sono amico, e io divento amico solo quando mi sento amato, provi la stessa cosa per me o vuoi fermarti qui? Ciao Mario
@ Toroseduto e tu ti fidi di quello che scrivono su google? Meno male che non fai tu lo psicologo! Io conosco gente che ha 4/5 figli e che li vizia pur di non sentirli piangere ed urlare, che strano però di loro non si scrive nulla! LA colpa è sicuramente dei genitori che non sono in grado di farlo, sia che abbiano 1 che 10 figli.
Basta con questi stereotipi: il figlio unico è viziato, il figlio unico non fa amicizia perché non sa socializzare ecc.
Comunque qui non si sta parlando di figli unici ma di una donna che IMPONE la sua personalità al figlio con soprusi! Calci, schiaffi qui ci sono le basi per una bella denuncia di violenza su minore! Scherziamo? Mi domando perché la famiglia della signora non abbia ancora fatto nulla!
La signora per cercare di recuperare il rapporto con il figlio deve sottoporsi a visista medica psichiatrica (nemmeno psicologica) e poi cambiare il suo modo di agire e vedere le cose.
Ciao Buongiorno, ho da poco letto il tuo post,a cui fanno seguito 2 interventi miei. Per me non sei pazza, ma sicuramente qualche problema lo hai. Non azzardo niente, ecco, puoi documentarti da sola.
Nella mia risposta a Flaminia, ho messo 2 link e nel secondo ho trovato un brano che sembra scritto apposta per te. Ti consiglio di cliccare e leggere l’intero testo. Se fai l’intero percorso, cioè come ho spiegato a Flaminia, digitando su Google “sindrome figlio unico” troverai molte cose assolutamente da evitare, tipo la tua “fissa” sul nuoto, non vedo niente di male sul fatto che tuo marito porta il ragazzo allo stadio, sembra proprio che un solo figlio
per voi due sia troppo poco, e fatene un’altro paio, così lascerete in pace questo ragazzo supeviziato coccolato e frastornato. Forse è la cosa che più gli manca, un fratello o una sorella, per avere finalmente una famiglia più distaccata e completa….ma per favore…Smettila con il nuoto o morte, lascialo decidere a lui, tanto i trucchetti non fanno altro che danneggiarlo. A me piace il nuoto, il calcio e la formula uno, da spettatore, fa bene tuo marito ad allargargli gli orizzonti! Leggi attentamente quello che ho trovato nella mia ricerca, non ci vedi molto di te? E a dirlo non sono
quattro spelacchiati bloggher da strapazzo come noi, ma gente che studia il comportamento e le cose che sarebbero da evitare.
Allarga la tua mente, documentati, non perseverare negli errori fatti,
dalle botte e calci ai regalini da 300 euro sempre in virtù di fargli fare quello che vuoi tu. Sono due eccessi contrastanti, non è un comportamento normale il tuo, mi sono stancato di ripeterlo, lo stai soffocando io sarei già andato via di casa! E non aggiungo altro. Devi arrivarci da sola. Ciao TS