Ciao, sono un ragazzo di 20 anni e ultimamente la mia vita sta precipitando sempre più in basso.
Da sempre non ho mai avuto un rapporto con mio padre, anche se viviamo sotto lo stesso tetto, ogni volta che lo vedo, cerco di evitarlo per non sentire le sue bestemmie e la sua arroganza (sto settimane senza vederlo) .
Fin dai tempi della scuola le amicizie che mi sono costruito sono state gran parte false, perché cercavo di rendere la mia vita interessante, con avventure classiche di famiglie unite, ma in realtà la mia faceva proprio schifo, anche se mia sorella e mia mamma hanno fatto tanto per aiutarmi a vivere bene. Non ho mai avuto una vera relazione, perché lo stato in cui vivo non me lo permetteva, e come vivere negli anni ’40, dove il massimo era scuola-casa.
Crescendo mi stavo rendendo conto di quello che era la mia vita, e pur bastava poco perché migliorasse, ma invece no, sempre sotto leggi prepotenti e arroganti di una mentalità chiusa e cattiva.
Arrivato fino ad oggi con uno sconforto sulle spalle e una tristezza cui non posso condividere con nessuno, dentro mi sento soffocare e la mia paura più grande è quella di arrivare a 60 anni e pensare alla mia vita e dire “che malinconia”.
Ora sono disoccupato da più di un anno, non ho più rapporti con amici da allora, e vivo alla giornata, a volte senza parlare con nessuno a volte senza mangiare o condividere qualcosa con qualcuno.
La mia unica speranza di andare avanti, è di riuscire a rifarmi una vita con un buon lavoro, avere nuove amicizie e riuscire a staccarmi lentamente dalla mia famiglia per avere persone attorno che mi possano aiutare veramente. Per ora arrivo solo alle tre di notte a piangere sul cuscino, l’unica maniera per sfogarmi un po’.
Lettera scritta da una persona apparentemente normale.
Non ho mai avuto un rapporto con mio padre
di
vonwu
Lettera pubblicata il 21 Aprile 2010. L'autore, vonwu, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
La lettera ha ricevuto finora 9 commenti
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Ciao Vonwu, devo scusarmi perché mi sento un pò arruginita. Amavo parlare di queste cose, convidiverle. Ma poi. Poi qasi un anno fa lessi una lettera simile alla tua, solo più arrabbiata e da allora cambiai profondamente.
Una volta me la cavavo, dicevano che la mia empatia era davvero un pò efficace, ma oggi sono davvero trabocante di rabbia, voglia di cambiare le cose e una punta di rassegnazione da riuscire a farti dire sorpreso “wow, mi ha capito”. Non succederà. Però proverò a parlarti molto francamente, perdona se sembrerà un pò burbero.
Sono più o meno una tua coetanea. Come te, anch’io sono l'”apparentemente normale”, ma in realtà ci sono dei sentimenti che mi porto dentro da quando ero piccolina. La mia infanzia è stata lo specchio del mio presente.
Non ho vissuto una storia particolarmente drammatica, eppure il mio vissuto interiore è tale. Però nessuno lo può capire perchè..beh, perchè apparentemente sono “normale” o similmente “n.”.
Sono cresciuta sentendomi sola, sentendomi addosso e contro una durezza che io, bimba allora vivace, solare e sensibilissima non solo non comprendevo ma che subivo come il male che il mondo mi stava facendo.
I miei sorrisi erano vani. La mia genitilezza era calpestata. Della mia buonafede ci si approfittava. La mia innocenza era motivo di vergogna per me stessa.
Ho imparato a badare a me stessa, intendo a livello psicologico, e fin da piccola mi sono imposta, anche a causa del mio orgoglio, all’autosufficienza, fino al limite massimo consentito.
Amici non ne ho mai avuti, ad eccezione dell’unico ragazzo che mi abbia amata, ma che ora non mi ama più.
Vuoto emozionale. Ho bisogno di esternare a qualcuno un mio disagio, ma quel qualcuno non c’è. Se parlo con conoscenti (ovviamente solo accennando!) capisco che parliamo linge diverse. Sai, se devo cercare una parola che forse possa rendere l’idea credo che FRUSTRANTE sia la più adatta.
Ho 19 anni, sto perdendo gli anni migliori ma non posso farci niente, risci a capire?
Per Aloneinside
Accidenti se capisco, però nonostante i sentimenti che hai descritto, sono abbastanza simili a quelli che ho provato e che sto provando, mi sembra ancora di essere l’unico in questa situazione chiuso fuori dal mondo. Ma tutt’ora, con che mezzi riesci a “sopravivere”?cioè cosa fai per farti scivolare tutto a dosso? aspetto una tua risposta
Premetto col dirti che non si può generalizzare, ogni persona ha la sua storia. E’ dunque normalissimo che tu senta che la tua situazione è unica. Perchè così è. Anche i vissuti più simili sono tra loro almeno un pò divergenti.
Lo sai cosa dice il mio professore di filosofia? Che niente è più vero della vita. Ce l’abbiamo, è nostra e dobbiamo viverla, è contingente e necessario. Ad essa si incontrano il caso, il carattere e il destino. Insieme creano le più svariate complessità di combinazioni.
La vita stessa è complicatissima, è una rete intessuta di molteplici sfumature, bisogna cercare di coglierne il più possibile ma soprattutto nel modo più profondo possibile per crearci la nostra, individuale, via d’uscita..
Sai, in fondo non c’è una “strategia”, non c’è una “tattica”. Non c’è un come fai a tirare avanti. In realtà tutti tirano avanti, a loro modo e in qualche forma. Non è questo il punto.
Quello a cui devi mirare è come faccio a VIVERE? Nel senso più pieno, completo e soddisfacente dell’esistenza.
Io vivo..ok, ti sembrerà un’idiozia, ma vivo del superfluo, che tuttavia è necessario (n.b. è un paradosso, ma non una contraddizione!)
Vivo di sogni, di progetti futuri, di filosofia, delle mie idee e della mia musica, dell’emozione che mi trasmette un film, della riflessione alla quale mi conduce un buon libro. Senz tutto questo, a livello prettamente pratico, si può vivere. Tuttavia, io senza questo non vivrei, mi limiterei aridamente e sterilmente a sopravvivere.
Non è utopia quando ti parlo del desiderio radicato in me, viscerale e incorruttibile, di voler praticamente cambiare sempre in meglio, progredendo innanzittutto per me stessa. Quando guardo la foto di quando ero piccola, le dico “non posso farti questo, ti meriti di meglio”. Pensa al bambino che sei stato..si merita solo di sopravvivere?
No, si merita l’astrale al quale solo tu stesso puoi tendere, con la tua testa, la tua anima, il tuo cuore.
(è finito lo spazio, ma non avrei finito, caspita!
Ciao vonwu.
Fin da piccolissima, ho ringraziato dio per avermi fatto un dono meraviglioso: mia mamma.
E stata sempre lei a starmi accanto quando, a partire dalla tenera eta di 7 anni mio padre comincio ad appellarmi in tutti i modi.
Per lui ero una piccola smorfiosa, viziata, scansafatiche che voleva tutto facile.
Cio perche avevo piccoli problemi di apprendimento e avevo un’insegnante che mi seguiva in matematica a casa. mio padre non mi ha mai, mai, mai dato amore, affetto, non ha mai avuto un gesto d’amore nei miei confronti, e cio si e protratto fino ad ora, che ho 26 anni.
Quando avevo 13 anni, lui fece avance sessuali a quella che era la mia migliore amica, una bambina (si, perche a quell’eta si e ancora “bimbe”)di 13 anni. le tocco il seno e chiese che rimanesse un segreto.
Quando avevo un mese se ne ando all’estero per incontrarsi con la sua amante.
Quando avevo 18 anni scoprii che da 6 anni aveva una vita parallela e un altro figlio con un’altra donna… ,ma lui si scuso?no, disse che se mia madre l’avesse lasciato sarebbe stata tutta colpa mia e che me ne stessi zitta.
Mesi fa, in seguito ad un brutto litigio, cerco di darmi un calcio in faccia.. si hai capito, come non si fa neanche con l’ultimo delle bestie… e io un essere ignobile e bastardo cosi lo dovrei chiamare padre?ah no, grazie. ora grazie a lui sto facendo terapia per cercare di ritrovare la fiducia negli uomini e capire che non sono cosi egoisticamente bastardi. ti sono vicina, appoggiati ad una persona a te cara, come io sto facendo con mia madre, e ce la farai, ne sono convinta.
Perche, checche ne dicano questi vigliacchi (che “uomini”) non sono, noi abbiamo una gran forza interiore… molto piu della loro, sicuramente. forza e coraggio!!
Ce la faremo!
L’unica soluzione è perdonare. Ti consiglio una lettura che mi ha aituato molto: “Nato due volte”. Autori: Premartha e Svarup. Edizioni URRA
Ciao io ho vissuto come te l’assenza di un padre, ho ricercato un secondo papa’ (fino ai 30
Anni circa) in diversi adulti che ho incontrato nella vita . Oggi a 52 anni mi rendo disponibile ad un rapporto padre e figlio a Milano e a distanza.
Solo con giovani maggiorenni motivati che non abbiano secondi fini.
Chi vuole mi contatti. Su FB Alberto Tullio .
Stai scherzando A.T.? Fare il padre putativo è prerogativa solo dei San Giuseppe. È più difficile che fare la mamma. Il rapporto è più intellettuale che istintivo.
Anch’io non ho avuto un padre praticamente, ma se devo dirla tutta, alla fine, e per come sono diventato, mi ha fatto solo bene.
Mah. Un padre putativo, dici.
In America la maggior parte dei padri al compimento della maggiore età porta i figli dalla putativa preferita.
Altrà civiltà. Con il tempo risparmiato sono andati sulla luna quasi 50 anni fa.
come si sono giovani che vorrebbero essere figli, ci sono anche adulti (come me) che vorrebbero essere padri.
Perchè non competarsi?
vonwu forse non avrà mai un amore paterno dal suo vero padre, perchè non averlo con maturità e serietà da un secondo padre?