Riprendendo i contenuti di una mia precedente lettera alla quale hanno risposto in molti, torno a chiedere:
quali sono i più frequenti errori dei genitori nei confronti dei figli? Che cosa impedisce tra loro un vero dialogo?
E, siccome non credo sia possibile che sia sempre colpa di mamma e papà, ONESTAMENTE, quali sono le responsabilità dei figli in questi spesso difficili rapporti con i genitori?
E, eventualmente superati gli ostacoli, ci può essere tra loro una vera ‘amicizia’, una ‘complicità’, una ‘condivisione’ ?
Mi aspetto, come in precedenza, risposte toste, critiche, ma anche autocritiche.
Grazie.
Mau.
( capmau2003@yahoo.it )
lasciateli vivere,lasciateli sbagliare,fate in modo che siano loro a
venire da voi,non pretendete che capiscano le vostre sofferenze,le
vostre vite,insegnate loro ad aprire la mente e il cuore non solo ciò
che secondo voi è giusto o sbagliato,potrebbe non far parte delle loro
credenze,la vita è un susseguirsi di novità,non di appartenenza al
passato.
Ho conosciuto genitori che hanno distrutto figli solo perchè non
riuscivano loro stessi a staccare il cordone ombelicale,lasciateli
liberi di sbagliare non esiste un padre che abbia salvato un figlio
nemmeno Dio con Gesù sulla croce.
Ognuno di noi ha diritto a vivere secondo la propria verità,i figli
non ci appartengono,li facciamo per dare loro l’opportunità di
vivere…e basta,non per disegnare sulla loro pelle ciò che noi
saremmo voluti essere.
Una figlia
Ottima domanda. Da quello che posso dire io direi..
Errori più frequenti dei genitori verso i figli:
– non educarli ad essere autonomi / indipendenti o essere troppo assillanti / invadenti con loro
– non aiutarli economicamente per i studi o per avviarsi nella vita quando invece potrebbero
– farsi l’amante o lasciare andare in malora la propria coppia fino a divorziare, non curandosi delle ricadute sui figli
– intromettersi e creare casini con il partner dei figli
Errori più frequenti dei figli verso i genitori:
– egoismo e ingratitudine verso i genitori “buoni”
– insufficente fermezza verso i genitori “cattivi”
– fare i bamboccioni non curandosi del disturbo recato ai genitori
Questi errori creano poi situazioni spiacevoli dove il dialogo viene meno, perche’ e’ spesso difficile convincere l’altra parte delle proprie ragioni. Da canto mio per esempio prima di riuscire a tagliare il cordone ombelicale ho dovuto per qualche mese tagliare i ponti.
Ci sono ragazze che conosco che a 23 anni non possono uscire di sera perchè i genitori glielo impediscono, e invece ragazzi lasciati allo sbando da genitori che CREDONO che i loro figli siano i più intelligenti e in gamba di tutti e invece sono finiti in brutti giri.
Non mi piace dire, la colpa è dei genitori, o la colpa è dei figli, la dobbiamo smettere di puntare il dito per pulirci la coscienza, il figlio chi lo cresce? Un genitore. E se cresce male o bene in parte (la maggior parte) è colpa/merito dello stesso genitore.
Non bisogna viziare i figli, ma neanche sminuirli, mia madre non mi ha mai fatto una carezza, o detto brava quando prendevo un bel voto a scuola, e sono cresciuta piena di insicurezze, e me le devo portare dietro, per tutta la vita.
Non è facile fare il genitore, lo so, però la responsabilità di queste nuove generazioni, viziate, fannullone, schifose come dicono tutti è stata pure vostra, un figlio non si cresce da solo, ma intorno ad una famiglia, e assorbe tutti i comportamenti e le cose che vede in giro, sta ad una madre o un padre insegnargli cosa è giusto.
Non mi sembra che in una scuola, siano i ragazzi ad insegnare all’insegnante, ma il contrario, così come non sono i figli che devono educare i genitori, ma l’esatto opposto.
Ciao a tutti, riprendo questa discussione perchè la trovo interessante.
Premetto che sono una ragazza di 25 anni e non posso parlare da genitore, ma posso esprimere il mio parere da figlia.
Concordo a pieno con il commento di Colam’s e aggiungo qualcosa di mio.
Credo che alla base del malessere che si crea ci sia una profonda incomprensione. Non so se sia solo il mio caso, ma ho notato che ogni volta che tento di parlare con loro dei disagi che mi creano succede il pandemonio. Se faccio notare a mio padre i comportamenti scorretti che ha non mi sta a sentire perchè è di una presunzione inaudita. Per fare un esempio, oggi è successo questo: stavano trasmettendo al tg un servizio sul “Principe” di Machiavelli, io e mio fratello l’abbiamo studiato a scuola, quindi sappiamo benissimo di cosa si stesse parlando. Mio padre cosa fa? Mette in atto una specie di suo gioco, che non ho mai sopportato. Ci chiede chi fosse il “Principe” di Machiavelli, ora voi vi chiederete “che male c’è?”, il male sta nel tono della sua voce, non era una domanda fatta perchè era curioso di sapere chi fosse, lui lo sapeva benissimo, era un modo per sminuirci. Era un modo per far vedere che lui sa tutto e noi non sappiamo nulla. Mio fratello si è arrabbiato e se n’è andato. Io ho cercato di spiegare a mio padre più o meno tranquillamente qual è il mio punto di vista, ovvero quello che ho spiegato a voi. Ma non mi stava a sentire, non ha sentito una parola delle cose che ho detto e mi dava pure le spalle. Questo è uno degli esempi di quello che succede ogni giorno. Io tento di dirgli delle cose e lui non mi ascolta. Allora che cosa puoi fare tu da figlio? Ti viene da rispondergli male, da non considerarlo.
Invece se provo a parlare con mia madre dei suoi comportamenti che non mi vanno bene mi ascolta, ma se la prende a male, non riesce ad ammettere di aver sbagliato, usando svariate giustificazioni ed i suoi comportamenti si ripresentano puntualmente. Per esempio io non sopporto quando invade la mia privacy, lei lo sa benissimo, glie l’ho detto mille volte, ma lo fa lo stesso, le ho detto che mi dà fastidio che parla della mia situazione sentimentale con le sue amiche e poi scopro che lo ha fatto ancora, oppure a volte l’ho ritrovata che sbirciava tra le mie cose. Io mi sento oppressa e questo influisce su tutti gli aspetti della mia vita. A questo punto non so che fare, immagino che la mia situazione non cambierà mai e mi ritrovo a fantasticare su quando finalmente potrò andare via di casa, perchè non ce la faccio davvero più.
Voi che siete genitori, che consigli avete da darmi?
Secondo me l’errore che commettono i genitori è di pensare di sapere sempre tutto, siccome hanno più esperienza, a volte credono anche che i loro comportamenti siano quelli giusti, in maniera indiscutibile. I figli forse sbagliano nel modo di cercare di farsi capire, o di spiegare cosa c’è che non va. Per stare bene bisogna riconoscere ciò che tutte e due le parti fanno per il bene della famiglia.
Concordo con Colam’s. Sere fa una vicina di casa mi raccontava delle “pretese” di sua figlia: era ovvio, praticamente, che suo marito desse una parte della sua liquidazione alla figlia per finire la casa. Ovvio che quando sua figlia decide di passare da loro manco telefona e si presenta a pranzo o lascia i bambini. Di fatto lei ha deciso che ai suoi genitori va bene cosi. Sua madre mi ha detto: e se non avessimo potuto darle i soldi? Se io e mio marito non avessimo il tempo e le energie per tenere i nipoti che pure adoriamo? Se dopo una vita che mio marito lavora volessimo stare del tempo insieme noi due e avessimo gia’ preso un impegno quando lei sbuca senza preavviso?
Cla’, neanch’io sono ancora un genitore, ma potrei dirti questo: da piccoli pensiamo, forse, che i genitori siano genitori e basta. Come figure di riferimento e “guida” anche noi ci sentiamo piu’ rassicurati se percepiamo che sono piu’ “risolti’ e ne sanno piu’ noi. In realta’ per varie ragioni (e chi in maniera piu’ estrema purtroppo) cogliamo anche delle loro incongruenze, ansie, il fatto che ci scaricano addosso delle aspettative o nervosismi di cui pero’ non cogliamo l’origine (il che genera in noi anche sensi di inadeguatezza o di colpa o atteggiamenti di opposizione anche a seconda della nostra fase della vita – e della loro – e delle dinamiche tra loro e in famiglia). Dietro all’eccesso di severita’ magari c’e’ ansia, dietro altri eccessi in un verso o nell’altro la loro biografia e loro insicurezze, ricalcare il modello in cui sono cresciuti loro o fare diversamente “per non essere come i loro genitori” e anche il mix inconsapevole delle due cose. Perche’ non accettano le critiche? Per carattere certi, sicuramente, ma davvero solo perche’ pensano di saperne di piu’? Non sono un genitore ma ho l’impressione che sentirsi dire da un figlio “tu con me hai sbagliato” sia una cosa che li destabilizzi molto al di la’ della mera messa in discussione. La mia ex suocera ha fatto errori madornali coi suoi figli e ha cagionato loro traumi e sofferenze. Ancora oggi convinta di agire per amore e protezione fa obbrobri. Se la sottoponessero alla macchina della verita’ lei direbbe “sono stata una buona madre, ai miei figli ho dato il meglio” e per la macchina sarebbe sincera. Non e’ stata capace neanche di vivere il suo privato piu’ stretto di donna e moglie in un modo “normale” ma anche su cio’ si racconta le sue bugie. A oltre 70 anni se minimamente si rendesse conto di una serie di cose che fa? Cambia? Se si rendesse conto di certe cose le cade una vita di equilibri. Ad un certo punto piu’ che capisca lei e’ importante che i suoi figli capiscano, per loro stessi, amandola ma “prendendo le distanze” da certe dinamiche, non per forza una distanza fisica ma affrancandosi e gestendo diversamente il fatto che per lei ci sono dei “punti ciechi”. Non so perche’ tuo padre ha bisogno di fare il quiz su macchiavelli, non lo conosco. Col tempo crescendo ho capito piu’ cose dei miei genitori anche incastrando diversamente dei pezzi della loro biografia che magari sapevo o ignoravo, vedendo certe cose dal punto di vista di un’adulta rispetto a quando ero adolescente e gli adulti erano loro. A dire il vero mi e’ anche servito su certe cose su cui mi responsabilizzavo molto io che in seguito mi sia stato detto: ok, pero’ l”adulta non eri comunque tu. Ed e’ vero. Anche se oggi mi rendo conto che (e riconoscendo anche le cose buonissime che hanno fatto per me e che sono anche esempi e risorse mie che ho) che io stavo crescendo ma non e’ che loro avessero smesso di farlo e si fossero
svegliati perfetti una mattina e senza possibilita’ di errore perche’ avevano avuto dei figli. per quanto io abbia dei genitori che hanno vissuto l’esserlo con grande amore, impegno e serieta’ nel senso migliore del termine
A clacla87. “io e mio fratello l’abbiamo studiato a scuola, quindi sappiamo benissimo di cosa si stesse parlando.” Vedi clacla87 questa frase mi fa ritenere che vs. padre avesse ragione.Sapete benissimo di cosa si stava parlando? Ma avete letto il Principe o sapete solo chi ne è l’autore e le poche righe al riguardo presenti sulla storia della letteratura ? Vostro padre forse in modo un poco brusco voleva solo insegnarvi ad avere un atteggiamento più modesto e a non essere superficiali e ad approfondire le conoscenze.
Di errori reciproci ce ne possono essere tanti, alcuni comuni altri più peculiari caso per caso. In linea generale mi trovo d’accordo con quanto scritto da Colam’s.
Per quello che penso, ho sentito e vissuto io, credo che per genitori che hanno sacrificato molto per i figli tra i peggiori atteggiamenti che possono ricevere in cambio c’è senza dubbio l’ingratitudine e l’indifferenza. Essere trattati come delle nullità dopo che si è fatto di tutto per i figli è orribile.
Tra i più dolorosi che possa ricevere il figlio c’è la mancanza di stima da parte dei genitori (e tutti quegli atteggiamenti conseguenti) e la differenza tra fratelli: sentirsi non amati in genere e ancor peggio secondi a chi ti dovrebbe essere pari sono fardelli che lasciano buchi neri nell’anima, spesso diventano vuoti incolmabili, azzerano l’autostima, si trascinano e ripercuotono nell’età adulta e poi solitamente anche nelle generazioni future, rovinano le famiglie.
Bravo Albert, però magari dopo 3 anni lo hanno pure letto Il Principe. I figli si aspettano dai padri tempi di reazione dell’ordine al massimo dei minuti primi, non degli anni.
Molto interessante. Nel mio caso (sono una figlia) il rapporto con mia madre è pessimo. La considero una persona falsa e questo mi addolora, però è quello che penso. Una persona convinta di essere nel giusto anche quando la smonto verbalmente. Inoltre, cosa peggiore, sa far leva sulle mie debolezze per istigarmi alla rabbia, poiché sa bene l’effetto che – ahimè – ha su di me. Con mio padre non ho mai parlato e non credo di iniziare a farlo a 23 anni. Quando sono caduta in depressione ci sono voluti mesi perché si convincessero che la mia richiesta di andare dallo psicologo non era un capriccio. Poi ovviamente all’improvviso gran spavento e non ci hanno pensato due volte a sbattermi in una bellissima clinica psichiatrica. Dimenticavo: da più di due anni sto con un ragazzo e a casa quando lo nomino cala il silenzio e l’indifferenza fa da sovrana. Dispiace che genitori con figli drogati, figlie tr*** e altre disgrazie trattino invece i loro figli come angeli scesi dal cielo.
Non ho null’altro da dire perché i miei non mi hanno mai fatto mancare niente (economicamente), se io volessi mi farebbero fare tutti i viaggi che voglio. Quello che è mancato è stata la sensibilità che tanti genitori sembrano avere con il mondo esterno, e con i figli degli altri, ma non con i propri.