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Lettera pubblicata il 29 Luglio 2010. L'autore, UomoSerio, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Cara Lilla, la chiave del tuo ragionamento sta nella distinzione che fai tra “accettare” e “sopportare”. Col tuo fidanzato ci litighi, poi tutto si risolve, mi dici, perchè tu (e credo anche lui) “accetti” i suoi difetti. Io sostengo invece che li “sopporti”. La dimostrazione è semplice. Se tu accettasti davvero lui per quello che è, e lui facesse lo stesso, non litighereste affatto. Non avreste alcun motivo di litigare. Il fatto che litighiate implica che nell’accettazione di cui parli sia compreso un elemento di insoddisfazione, di amarezza, di rabbia – il che tramuta quello che hai definito accettazione in sopportazione (vedi sul dizionario il significato di sopportare: accettare di subire una forma di sofferenza, cercando, per quanto possibile, di non farsi sopraffare). Ma al di là di queste sofisticherie, cosa ti fa pensare che io stia male da solo? Il mio problema è essere senza soldi, non essere solo. Da solo ci sto benissimo, tu non hai idea di che torture ho dovuto patire nei periodi in cui ero accoppiato. Questo indipendentemente dal fatto che la mia compagna fosse una brava persona o no. Solamente perché non ero più libero come prima. Non ho quella fame d’amore che sembra ossessionare tanta gente, credo che nella vita ci siano almeno 10 o 15 cose più importanti dell’amore, fra cui l’indipendenza.
Infine, dovresti capire che non siamo tutti uguali, e che tu sei disposta a sopportare (tu lo chiami “accettare”) una serie di cose, a ingoiare una serie di rospi e a digerirli, pur di conservare quel “legame d’amore” a cui tieni tanto, ci sono anche persone che a sopportare non ce la fanno, e preferiscono stare sole ma in santa pace. Io per esempio non posso sopportare (o accettare che dirsi voglia) una tendenza che ho riscontrato in tutte le donne, perfino quelle dal carattere angelico: il volerti fare i conti in tasca, per cui se ce le hai piene (o si presume che le potrai aver piene in futuro) sei interessante, se le hai vuote no. Poi c’è quest’altro rospo indigesto del fatto che le donne prendono ogni critica come un’offesa personale, e su qualsiasi discorso si faccia in generale, subito la buttano sul personale. Il marchio dell’idiozia, secondo me. Rimarrebbe la questione della concezione dell’essere umano… Tu trovi la gente meravigliosa, con tutti i suoi difetti. A me fa venire la nausea, tolte poche eccezioni. E’ una questione di sensibilità, per cui inutile insistere. Siamo diversi… Mi piacerebbe sapere a chi somiglia di più UomoSerio!
ti rispondo subito Lorenzo: a nessuno dei due, per altro io non assomiglio a nessuno del 99% degli esseri umani viventi in questa “epoca moderna”, e qua chiudo…datemi pure dell’esaltato, no problem.
chiudo davvero con questa constatazione: io ho ascoltato i vostri interventi, e mi sono sforzato di comprenderli, spesse volte anche condividendoli.
non ho trovato in gran parte dei vostri interventi uno straccio di ascolto nei miei confronti (ascoltare vuol dire sapere innanzitutto comprendere un certo discorso, senza capire l’esatto opposto – perchè magari lontano anni luce dal vostro vissuto – od essere convinti di certe “verità” che riguardano l’altro, senza conoscerlo e senza appunto neanche capire quello che dice, per poi scrivere fiumi di parole che per questa semplice ragione vanno in totale direzione opposta rispetto a quello che posso aver detto io…e magari appunto non per il fatto di pensarla necessariamente diversamente, ma per il fatto di non aver capito quello che posso aver detto, appunto per mancanza di ascolto).
Questa cosa l’ho notata anche negli ultimissimi vostri interventi che mi chiamavano in causa, e francamente sono stufo di ripetere per la miliardesima volta le stesse cose, per sentirmi dire “sì avevo capito” quando dalla risposta stessa mi è chiarissimo che in verità di quello che io ho detto non è chiaro un bel niente (non mi riferisco solo a Lilla), a prescindere dal fatto che si possa essere d’accordo o meno.
Non mi sentirete più, quantomeno non scriverò più niente a questo riguardo, per quanto mi riguarda (scusate il gioco di parole) è stato detto tutto quello che si poteva dire, cioè tutto e il contrario di tutto, con persone che hanno saputo ascoltare e altre che questo termine è fin troppo evidente che non lo conoscono, se non abbinato al solo sentire in termini acustici. Saluti
a mio avviso, Lorenzo ha messo il dito sulla piaga più dolorosa, quando afferma che per lui ci sono almeno 10 o 15 cose più importanti dell’amore…
mi piacerebbe sapere quanti uomini qui condividono questa sua affermazione…
altra significativa difficoltà relazionale, in parte conseguente alla prima, il concetto di libertà del maschio, così difficile da accettare da gran parte delle donne…
molto complesso l’equilibrio, da qualsiasi parte lo si voglia esaminare!
Premetto di non avere più letto attentamente i lunghissimi interventi che ci sono stati dal mio ultimo ingresso qui.Ma vedo una generalizzazione totale,da tutte e due le parti,maschile e femminile.La verità è che oggi nessuno ha più la minima voglia di impegnarsi (se così si può dire) a conoscere un’altra persona.Vige il menefreghismo e la legge dell’usa e getta,che ormai anche una persona viene tenuta in considerazione solo quando ci serve.Per me non è stato così,mai,quindi ho sofferto e soffro terribilmente.Vi metto qui un’estratto da un libro giallo,che secondo me,descrive benissimo la situazione odierna.Leggetelo.
<> disse Wallander.Linda lo guardò meravigliata.
<> disse Wallander.<> (tratto da “La quinta donna” di Henning Mankell)
Premesso che ognuno è libero di fare ciò che vuole (a condizione che non danneggi altri).
La serietà non è molto relativa. Se così fosse allora tutto sarebbe concesso: mentire, tradire, sfruttare… fare e dire le peggiori cose. Chi attacca le rare persone serie (considerandole “noiose, pesanti ecc.) lo fa per giustificare le proprie gravi manchevolezze.
Tanta gente spaccia per “amore” la mancanza di rispetto, tradimenti e crudeltà: sono interessati solo a divertirsi, a cambiare partner di continuo, ad esercitare le loro perverse nevrosi, soffrire e far soffrire per sfuggire alla noia. Sono persone con vuoto interiore e morale, immature psicologicamente e non hanno autentici sentimenti.
L’Amore per esser tale dev’essere reciproco. Poi tutto può finire, ma se finisce dopo una relazione di continui litigi non era amore.
L’Amore non si costruisce su ipocrisia, opportunismo e menzogne.
Evabbè Lorenzo mica si litiga sempre per lo stesso motivo, al mondo ci sono tante di quelle (stupide perlopiù) motivazioni per cui litigare XD comunque ti posso dire che da parte mia di insoddisfazione o di rabbia non ne covo, sarà questione di carattere, ma quando qualcosa non va non me la posso proprio tenere lì e lasciarla rodere. Cerco sempre un punto di incontro tra le nostre posizioni e a volte ci faccio due palle così a entrambi (tu mi odieresti a morte XD) però ha la sua utilità. D’altro canto non è che tra di noi ci siano grandi divergenze. Siamo molto simili come idee e ci troviamo bene insieme.
Comunque prendo atto della nostra diversità. Tu sei felice come stai, io lo sono come sto io, ognuno a modo suo, come è giusto che sia.
Non sono verità universali nè le mie nè le tue idee. Qualcuno la penserà come me, qualcuno come te, molti altri saranno casi a parte, così è il mondo 😛
Riguardo ai tuoi rospi indigesti: sono pregiudizi. E chiamami pure idiota se credi, ma sono certo d’accordo con quelle donne che se la prendono se fai discorsi riferendoli a “tutte le donne” senza aggiungere “che ho conosciuto” perchè in quel momento stai giudicando anche loro. O sbaglio?
uomoserio adesso provero a risponderti dal mio punto di vista cercando di
centrare nei limiti delle mie (e specifiche) umane possibilita la tua questione di
persona seria..
sempre se parti dall’idea che la cosa sia ben accetta e che altresi non pensi a
priori che gli altri non cerchino di ascoltarti.
innanzitutto cosa significa per te essere seri?..te lo sei mai chiesto veramente?
immagino di si,ma al contempo ti sei mai chiesto che significato puo avere la
stessa identica cosa per gli altri?!
forse puo darsi che il tuo concetto di serieta non possa corrispondere e in esatta
misura con gli altrettanti concetti di serieta che ogni singola persona puo sentire
o pensare in proposito,e questo sarebbe il primo punto su cui credo sia bene
riflettere..
fatta la dovuta scrematura,il fatto stesso che tu pensi che sei facente parte di
quell’1% metteresti automaticamente a un livello inferiore il restante 99% e questo
potrebbe indicare poca umilta e un sottile disprezzo per il genere umano,ma che
(guarda quanto e’ paradossale la vita!) che tu voglia o no ne sei facente parte a
pieno titolo come tutti gli altri..e questo a mio avviso sarebbe il secondo punto su
cui rifletterci almeno un po..
terzo punto (ma qui centra esclusivamente la mia idea,senza avanzare la pretesa
di alcuna condivisibilita e qualsivoglia comprensione) la ragazza dei sogni non
esiste come non esiste l’idea stessa dell’amore ideale che a cominciare dai film
hollywoodiani anni 50 fino alla famiglia felice del mulino bianco,versione anni
90,ci e’ stato propinato supinamente,cosi da metterci in testa che uno deve
passare (e far passare) l’intera vita INSEGUENDO idee fasulle e irrealizzabili,e cosi
all’infinito,incidendo con questo a dei danni di proporzioni incalcolabili,sia per le
singole vite che per l’umanita tutta..sara forse questo il concetto stesso di serieta
a cui ti sentiresti ispirato?!..sara forse questo il concetto stesso globale di
“modernita” in cui veniamo forgiati sin dall’infanzia?!
ed ecco spiegato (in breve) il motivo per cui il mondo va al contrario,perche
effettivamente,come io stesso ritengo e forse come tanti altri che le cose vadano
appunto in questa direzione,perche ne abbiamo noi stessi un concetto distorto.
il concetto di “serieta” dovrebbe secondo me ripartire proprio da questo punto e
non come sempre accade di prendere fischi per fiaschi e dare per vero cio che e’
solo una finzione che rimane cristallizzata nella nostra mente con tutte le
distorsioni che ne derivano..
per Fabio
Stai rispondendo a me? sono giorgio, non sono uomoserio. 😉
Se tutti i concetti diventano relativi e ognuno li interpreta come meglio crede, allora si può dire e fare tutto e il contrario di tutto: anche far reati gravi per motivi ideologici.
Ovvio, ognuno è diverso, ma ci sono valori che “dovrebbero” esser condivisi in quanto esseri umani. C’è una serietà oggettiva, non solo nel campo affettivo.
Nel mondo degli affari se non paghi i debiti: non sei serio. Non è questione di opinioni.
Nel mondo del lavoro se arrivi in ritardo sempre o rubi: non sei serio. Non è questione di opinioni.
Nel mondo degli affetti se non rispetti il partner: non sei serio. Non è soggettivo. Puoi aver tanti difetti, ma se non ami, sfrutti, inganni, tradisci e imposti la relazione con falsità d’ogni tipo: non sei serio. Vale per uomini e donne.
Se poi la moda attuale “depenalizza” i comportamenti “scorretti” e trasforma la maggioranza in opportunisti senza sentimenti, non per questo la serietà e (soprattutto la verità) devono far le valigie e trasferirsi su Marte.
Premesso che non sono moralista ed i bigotti non li approvo.
Ora mi rendo conto che è irrealistico trovare abbastanza persone serie da formare una società più vivibile: perchè nel “mondo al contrario” gli emarginati sono le persone serie e le carogne sono quelli che ottengono quasi tutto. Vedi oggi il Tg: truffe, corruzione, omicidi. Gli onesti sono considerati fessi. Chi ama senza condizioni, sfigato.
Tutto questo accade perchè non c’è serietà.
Nessuno vuole il partner perfetto senza difetti, ma è troppo chiedere un minimo di rispetto e verità? Che Amore è se è basato sugli inganni?
Giorgio mi è venuto da piangere leggendo il tuo intervento: di persone come me ce ne sono…sì, l’1%…tu sei uno di questi, tutti gli altri li hai descritti perfettamente, e ben inteso: loro si definiscono come persone serie ovvio…anche le puttane dicono di essere persone serie, come diceva Lorenzo.
non ho potuto non intervenire dopo il tuo post.
condivido ciò che dice giorgio….quanta sofferenza…non ce la faccio più.