Eccomi di nuovo a sfogare i miei mille pensieri sulla tastiera… non c’è niente da fare… esternare aiuta a riflettere e a liberarsi, almeno in parte, dei propri malesseri.
Circa tre mesi fa finisce il mio più grande amore. Lo definisco così in nome di quanto avevo investito nell’uomo e nel rapporto.
Stretta al collo dalla disperazione di non avere più non solo il mio compagno e futuro marito, ma neanche un lavoro, la casa ‘costruita insieme e le mille e più prospettive comuni, mi sono abbandonata al dolore, senza mangiare per giorni, e pregando di poter chiudere gli occhi una volta per sempre.
Poi, pian piano, la vita ha ripreso a scorrermi nelle vene e ad accendermi gli occhi e la mente, e ho cominciato a scoprire chi fosse davvero l’uomo con cui mi ero accompagnata fino a quel momento.
Incredulità, amara incredulità, verità spiazzanti circa il suo conto. Una secchiata di acqua gelida a svegliarmi dal torpore di un amore bugiardo.
In questi tre mesi ho pian piano rialzato la testa, ho trovato un nuovo lavoro che mi accingo ad iniziare, ho cercato di recuperare contatti con persone conosciute in questo passato purtroppo ancora troppo prossimo e l’ho fatto con fatica. Ed è una fatica che continuo a fare. Perché per ognuna delle persone che reincontro devo rivivere il dolore passato e caricarmene dell’altro. Perché ciascuno di loro, come pietoso ambasciatore, mi infligge una nuova ferita aggiungendo dolorosi dettagli, consegnandomi la propria lama di cattiveria che quell’uomo si è preoccupato di lanciarmi contro senza alcun motivo.
Per ognuno una menzogna, sporche bugie sul mio conto, volte ad allontanare da me chiunque di loro.
Per fortuna alcuni di loro hanno avuto il coraggio di interessarsi alla verità. Con altri sarà ancora una lunga battaglia. Battaglia per la mia dignità violata.
Oggi, che sto di nuovo imparando a sorridere, che riesco di nuovo a respirare, lo incontro.
Per caso. Per strada. Con quella che è la sua nuova donna. O dovrei dire vittima? Lei senza nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi. Lei, che l’abbiamo conosciuta insieme, che mi coccolava e allisciava, puttana ruffiana.
Lui, con l’espressione angelica, a metà tra la tenerezza e la pietà. Come se nulla fosse.
E la rabbia mi morde allo stomaco.
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso
E’ il momento Aria di vedere le cose come sono, tante hyene e una forte leonessa che sei tu. Lo stai facendo, ed è una rarità in un mondo dove tutti si rifugiano nella tana degli sciacalli pur di trovare conforto. Se anche gli amici e il contesto gli danno retta, si rivelano della stessa pasta da quattro soldi.
E’ una lettera molto bella questa, i contenuti sofferenti sono in seconda linea rispetto alla reazione e alla dignità con cui stai affrontando la questione. Lasciaglielo tutto per intero il bimbetto, e seppelliscili di silenzio, e prendi le misure anche a quegli altri pestiferi là e tieni solo chi ci sta vedendo bene.
Aria,
scrivi molto bene. al di là del contenuto rattristante, è piacevolissimo leggerti e anche constatare la consapevolezza che hai acquisito, per niente comune alla tua età.
al prossimo giro, quando ti capiterà, tieni in maggior conto il passato della persona che ti interessa, soprattutto quello amoroso. non in senso assoluto, perchè con il tempo si cambia e si impara anche ad evitare alcuni errori fatti in precedenza.
a me è successo, a suo tempo, di sottovalutarlo o, forse, di sapravvalutare me. non farne un’indagine da investigatore privato ma cerca di prenderne visione nel modo più ampio ed obiettivo possibile. di solito è molto più affidabile delle parole…
la rabbia è comunque una reazione sana, più che giustificata per il male che ti ha fatto non solo sentimentalmente ma anche in ambito sociale.
sono a pezzi………………………………….mi sento un pezzo di nulla, come si fa andare avanti cosi……………….
Difido- sospetto- paure- dubbito-
– doppia faccia – ambigua—- un gioiello-…..
e mi rendo conto que non sono nulla….