Salve..mi chiamo Emma e mi sono permessa di scrivere al nostro quotidiano in quanto da tempo verifico stranezze e incongruenze nel concorso “vota il tuo campione piacentino”. Già recentemente ho letto di persone che si sono lamentate per la “brillante “idea di togliere i famosi 25 punti. Iniziativa che vedeva in risposta dalla Vs redazione che i ragazzi e bimbi partecipanti a questo concorso avrebbero avuto dalla suddetta una lezione di vita . Onestamente mi pare al quanto assurdo insegnare ai nostri giovani che per far fronte alle difficoltà della vita si debba far in qualche modo del ,passatemi il temine, male al prossimo. Di per se lo sport dovrebbe essere aggregazione , unione e un punto di partenza per costruire un mondo più pulito basato sulla solidarietà e onestà..sull’impegno e la costanza e non che per arrivare primi taglio le gambe a qualcuno . Un insegnamento sarebbe stato il contrario e regalare a chi in difficoltà e in coda aveva pochi punti . Io non pretendo di insegnare nulla a nessuno,ma credo altresì che quando ci sono concorsi che vedono bambini come partecipanti sarebbe cosa buona e giusta dare un piccolo riconoscimento a TUTTI..ai bimbi basta una caramella non essendo ancora inquinati dal volere e dall’apparire degli adulti. Termino sottolineando che le troppe incongruenze di questo concorso mi hanno deluso e fatto riflettere . Come possiamo sconfiggere o quanto meno lottare contro i brogli,le ingiustizie che subiamo ogni giorno da chi ci governa quando in una iniziativa cosi casereccia vi sono numeri che non tornano eppure la matematica non è mai stata un’opinione. Detto questo ringrazio chi leggerà queste mie righe e mi auguro che , pur non essendo del mio stesso parere, abbia avuto spunto per riflettere.
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Categorie: - Riflessioni
Ciao,
il tuo pensiero mi sembra pienamente condivisibile. E’ anche vero che queste manifestazioni, dal mio punto di vista, contribuiscono a tenere viva quella cultura proletaria che si sposa bene con la sensibilità degli abitanti dell’Italia centrale. Secondo me è una grande risorsa. Ti spiego anche perché… e ti dico anche perché a livello nazionale non potrebbe funzionare , e perché l’Italia non diventerà mai una nazione proletaria. Queste prove ti consentono di assuefarti al senso di oppressione che provi quando realizzi di trovarti in un ambiente in cui sei chiamato a conformarti ad un regolamento che è nell’aria e che razionalmente reputi giusto. Per natura potresti avere un rapporto cattivo con il silenzio, ma questa tua inclinazione ti potrebbe portare a cadere nel ridicolo. Ti posso assicurare che non è da tutti avere le cosiddette antenne. La persona potrebbe addirittura non accorgersi del momento che sta vivendo e la cosa potrebbe portarla a sentirsi ancora più in soggezione quando le persone glie lo fanno notare. Sul web è facile capire cosa si prova. L’Italia è il centro della cristianità proprio perché il popolo italiano ha una sensibilità spirituale molto accentuata che non si unisce sempre al discernimento. Stare tra la gente significa anche abituarsi a dire qualche bugia. C’è invadenza, ma la cosa alle volte fa piacere. Alla luce del tabù del silenzio. Dire cose a caso (oppure elaborare teorie) per il piacere di sentire la presenza di qualcuno. Un piacere che in alcuni contesti ti potrebbe costare caro. Ancora oppressione.
L’essere umano porta sulle spalle il peso di un’ingiustizia indimenticabile che alimenta il sentimento antireligioso. Il rifiuto pascoliano della lotta di classe deve per forza appoggiarsi al recupero dei valori religiosi del cristianesimo primitivo, del francescanesimo o dell’evangelismo pacifista, ma questo – oltre ad essere impensabile di per sé perché ci sono momenti della vita in cui non né vuoi proprio sapere di queste cose, ed è un tuo diritto- non è fattibile perché le idee che ci portano a stare su fronti opporti contribuiscono a tenere unito il tessuto sociale. Una persona molto sensibile rischia di ammalarsi, di vivere cioè in uno stato di perenne agonia. Questo termine di origine greca si riferisce al “combattimento finale”, quello che segnerà la conclusione del nostro pellegrinaggio terreno.
Io sto raccogliendo domande e risposte di questa saga rosselliana. I miei nipoti devono sapere.
Emma, hai capito che non è la redazione giusta, vero? Non siamo tutti così però.
Questa lettera ha turbato molto Rossie. Non scrivete più certe cose.
Comunque alla luce del tabù della valeriana, vince chi conduce vita sana. E, se cento conigli non fanno un somaro, meglio un prodigo di un avaro. Purchè non mantecato. Guapp.