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Questa è la realtà?

di persemprestanco

Sapete.. è difficile esprimere i sentimenti che sto provando in quest’occasione… parlo a voi consapevole del fatto che, molto probabilmente, le mie parole potranno sembrarvi estremamente fuori luogo, prive di realtà, in un certo senso patetiche..
Parlando con un amico mi sono reso conto di non essere l’unico ad avere una percezione diversa della realtà; parlo di una percezione che esula dai confini sensoriali.. parlo della percezione dell’esistenza intesa come quella maglia che, ristretta dai troppi lavaggi, finisce per andarci stretta.. si..la vita, questa vita.. mi va stretta.. e molto probabilmente andrà stretta anche a voi che inconsapevolmente vi dirigete verso ciò che reputate i vostri obbiettivi, senza rendervi conto che lottate per qualcosa che non esiste.. una sostanziale illusione che ha come unica destinazione il nulla.. il buio.. dimensioni che, a differenza vostra, io percepisco anche adesso.. so di non essere l’unico.. chi di voi non ha provato almeno una volta il tormento del vuoto? l’angoscia del nulla? siamo condannati a vivere alle soglie della malinconia come se un vento freddo avesse spazzato vie le nostre aspettative ridotte a poche giallognole foglie autunnali.. è tormentante, snervante ma magnificamente sublime.. è incertezza del vuoto, salto in un baratro senza fondo, corsa senza meta.. è l’attesa dello sposo all’ingresso della chiesa.. ma è anche il dolore di una vedova che ha perso il marito, di una madre privata dei figli.
Capisco che tutto questo è per voi assurdo ma è così.. nulla è vostro, nulla lo sarà mai.. la vostra percezione della vita ha ridotto la vita stessa in un campo disseminato di gramigna dove gattoni ci muoviamo in cerca di luce e riparo.

Lettera pubblicata il 24 Novembre 2008. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    jad -

    noi siamo nostri,e non è poco,anche se veramente devo dire che l’esistenza,se poco poco ci si ferma a riflettere seriamente,è priva di senso,non è sempre facile dargliene uno,io stesso faccio fatica,in effetti sto qui fermo nella mia stanza e mi sento vuoto come spesso mi accade,non so che direzione prendere perchè tutte le direzioni mi sembrano inutili,xkè tutto è solamente un passaggio,xkè non esiste una meta,xkè il risultato di tutte queste mie riflessioni mi ha reso apatico verso gli altri verso il mondo esterno,vorrei solamente starmene in pace da qualche parte senza dovermi per forza integrare co sto mondo che non mi a di niente

  2. 2
    persemprestanco -

    ascolta..il nostro obbiettivo non deve essere il “voler dare un senso” alla vita..pensarlo significherebbe presupporre che sia possibile darglielo e non è così..come precisato in una lettera che ancora non ho publicato ma publicherò presto credo sia necessario idealizzare l’obbiettivo non tanto come meta ultima ma come punto di sprono per qualcosa di piu grande..ho percorso molte stade in vita mia..strade che finivano per non avere piu segreti per me..non fuggivo,semplicememte mi inseguivo..credo sia questo il punto..l’unico vero obbiettivo al quale tendere è la continua e inesauribile ricerca di noi stessi,in un mondo che ruota così velocemente noi siamo la nostra unica certezza..come hai detto tu stesso noi siamo nostri..

  3. 3
    Koala -

    Non non è assurdo, quello che scrivi, lo provano tutti. Ma la nostra nemica se non la fermiamo ( la mente ) può indurci a vedere tutto completamente nero. Non ti scrivo frasi fatte, ne ti rimproverò affatto, momenti orrendi li passiamo tutti, ma visto che siamo su questa terra, cerchiamo di aiutarci gli uni con gli altri. Io mi sento bene, quando posso nel mio piccolo, aiutare una persona, anche solo parlando, cercando di dargli conforto. Sai i nostri problemi, visti dagli altri, appaiono sotto un altra luce. Mi auguro che la tua visione della vita migliori, incominciando dalle piccole cose, un saluto

  4. 4
    fausto -

    se ti impegni ancora un poco arrivi a sartre… leggi la nausea di sartre. ti butterà giù… ma vale la pena

  5. 5
    Spectre -

    Ma certo che lo capisco, e per del tempo ho convissuto con una persona che macinava questi pensieri abbastanza continuativamente. Poi però ha capito quel che le andavo dicendo da tantissimo tempo, quando io parevo soltanto pragmatico e terra-terra, e la sua vita è cambiata. Lei li vedeva come palliativi, io come una via per prendere le cose più concretamente e vivere meglio. ora lo fa, e sta meglio. Forse è tutta lì la chiave: trovare anestetici piacevoli, che non siano troppo forti da farci perdere contatto con le sensazioni profonde, ma abbastanza carichi da lasciarci vedere solo quel che è meglio vedere.

    Rendere tutto un po’ relativo.

  6. 6
    silvana_1980_tradizionalista -

    Eh no, eh eh puntualizziamo: lo sposo deve essere in anticipo rispetto alla sposa!!!! Altrimenti rischia il no all’altare.
    Scherzi a parte (ma sarei anche capace di farlo perchè sono una sostenitrice del fatto nche il buongiorno si vede dal mattino)….si ho conosciuto il vuoto, la delusione, l’insoddisfazione…ma bisogna avere la pazienza e il coraggio di non farsi travolgere e cercare delle alternative ( e non parlo solo di un altro uomo, ma anche nuovi interessi…insomma…qualcosa che ti distolga dalla mente un pensiero TROPPO patologicamente fisso)
    questo è il mio parere

  7. 7
    xaver -

    Le categorie di sarte, possona calzare a pennello, con quanto dici.
    Fausto e’ un buon intenditore.
    Tuttavia condivido il senso. Diro’ anche di piu’ senso ed evento non hanno logica. (adorno)
    Allora ci vuole una reazione, che non deve essere rivolta a riempire vuoti esistenziali, ma semplicemente volta a cercare di non sprecare questo tempo che abbiamo.
    Che sia sofferenza, gioia o qualunque altra cosa. Diciamo che delle volte e’ piu’ bello credere nella malinconia che nel benessere. Perche’ in fondo e’ piu’ godibile.Dal canto mio mi accontento di tutto quello che mi capita, cercando di viverlo fino in fondo, delle volte con moderazione altre volte con eccesso.
    In fondo tutti vogliamo solo vivere e questo non e’ poco. Se ritornassi in vita una cosa non farei piu’ leggere quei c.... di libri che ho letto, la cultura fa male. Affina i sentimenti e incalora le donne e gli uomini, e li rende appasionatamente ‘malinconici’ perche svela un falso mondo, un mondo che non dovrebbe esistere, fatto di pensieri, e non di azioni.
    A questo punto mi verrebbe da dire e se ad una passività esistenziale sartiana opponessimole gesta di d’annunzio, o di pound (non sono di destra, il primo che me lo rinfaccia lo picchio), non sarebbe piu’ salutare? Oppure Hemigway?
    Certo il dolore di una vedova, oppure il l’incertezza che lo sposo arrivi sono degli esempi calzanti, ma sicuramente la vedova ha avuto una vita, e la sposa che aspetta ha fatto una scelta….
    Ma soprattutto, dobbiamo pensare di non essere cosi’ meravigliosamente esistenziali, oppure dannatamente unici, ma che siamo simili a milioni e milioni di uomini di questo pianeta, pertanto se pensassimo di meno e se ci rendessimo conto di essere un tantino terra terra ci renderemmo conto che forse la vita va’ vista diversamente…ma il mio dilemma rimane sarte o d’annunzio…..confuso o felice….e qui concludo…solo banalita’ …..

  8. 8
    uncittadinoitalianoignoto -

    Io personalmente sono un visionario, (probabilmente anche a causa di funghi allucinogeni che ho preso svariati anni fa) vedo ad occhi aperti cose che gli altri non vedono… ora… io non so spiegarmelo ok? Ma certe volte quei fasci di luci, quelle forme, che in certi sporadici attimi compaiono davanti a me.. sono diventati veri e propri “spettri”, “fantasmi” in movivimento… non che avessero un lenzuolo in testa, no, erano esseri invisibili dei quali potevo percepire ad occhio nudo il colorato contorno (per 6-7 secondi!!!)
    … oserei definirla: esperienza “Dantesca”… 😉

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