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Lettera pubblicata il 5 Maggio 2013. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore bimba.
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via una certa cifra per stare tranquilli. no, il mio non e’ un chiederti il 730, il tu e’ soprattutto generico. pero’ molta gente ha stipendi intorno ai mille euro, magari a termine o precari, e con quei soldi paga un mutuo o un affitto, paga le bollette (anche se non si fa sei docce al giorno e spegne le cose se non le usa e se ha freddo si mette un maglione in piu’) e fa la spesa (anche se dove costa meno) e paga la tassa sui rifiuti, la tessera del bus o del treno se non il bollo dello scooter ecc ecc. Ti pare sia facile con 1000 euro vivere in tre o in quattro? a meno di non avere il dono della moltiplicazione del pane e dei pesci? No,perche’ io conosco chi lo fa. perche’ uno dei due ha perso il lavoro e meno male che il nonno aiuta. e non per andare in vacanza. anche perche’ i bimbi hanno problemi di salute e non tutto e’ gratis. Io non dico che i figli non di debbano fare ma se una persona con un lavoro precario e malpagato o altre difficolta’ oggettive qualche dubbio se lo pone direi che egoista non e’ affatto, tanto piu’ se un figlio anche lo vorrebbe ma si mette anche nei panni di suo figlio e non solo del suo desiderio di averne. francamente io di preoccupazioni economiche ne ho avute e non per mani bucate e c’e’ una differenza tra tagliare le spese superflue e non avere i soldi. e avere comunque delle spese da cui non si scappa. in tutta onesta’ meno male che non avevo un figlio. per lui, non per me. per me perche’ penso che un conto e’ non viziare un figlio,un altro non sapere come fare tu e quindi soffrire per tuo figlio. Se poi una persona di figli potrebbe mantenerne 10 e non li fa per me comunque non per questo e’ egoista. avere figli o no non e’ un discriminante. Guarda, magari fosse cosi, molti figli non starebbero male o porterebbero addosso gli egoismi dei loro genitori. vale anche il contrario, beninteso. ma non basta partorire un figlio (o adottarne) per essere/diventare persone migliori. sei chi sei e diventi padre o madre. il resto e’ storia, di ciascuno. e te lo dice una che ha una bella famiglia alle spalle, pemsa che si possa vivere con semplicita« e anzi sia un bel valoree e ci si scambia rwgali fatti a mano e la cosa normale e\ una rwte di scambio tra amici di passeggini ecc e vestiti pee i bimbii i e abche a 19 anni non avrei mai pensato di abortirei pee i wuando c’era il dubbio che fossi incinta anche se sincersmente non pensavo ad avere un figlio. a parte che la situazione globale era molto migliore di oggi, perche’ oggi i 20 enni faticabo a trovare lavoro mentre io allora studiavo ma di lavori ne trovavo.. quindi era piu’ facile pensare a volerlo di mettere su faniglis allora che oggi. a Ma per il resto ne ho anche viste di tutti i colori. E anche indipendentemente dal reddito o dalla scolarizzazione, dal credo, dal mestiere ecc.o dal credersi altruisti nel mettere al mondo figli o adottarne. amche prr wuesto qdo sento dire (in generale) che a non averne si e’ egoisti e ad averne no… Magari fosse vero, guarda
Luna
ti rispondo su questo punto perché il resto della tua lettera sviluppa questo stesso punto. il punto a cui ripondo è: “secondo te le persone veramente in gravi difficolta’ economiche sono egoiste se non fanno figli? “.
Non ho parlato di fare figli lo stesso se si hanno gravi difficoltà. Ti riporto la mia frase:
“il problema è che purtroppo oggi non sempre basta uno stipendio per mantenere una famiglia anche se si vive in stile “monacale”… se si tratta di uno stipendio basso purtroppo il problema è insolvibile… se lo stipendio non è proprio basso basso che non ce la fa a mangiare neppure una persona, mi sembra egoista (il contrario di quello che dice Luna) non farli i figli, togliere la possibilità di una nuova vita…”
qui dico che escludo a priori dal mio discorso chi non ce la fa neppure per sé, dunque sono esclusi quelli che prendono 1000 euro, è ovvio che non possono mantenere una famiglia con i costi di oggi, a meno che non vivano in un paesino che dà zero spese…
“il contrario di quello che dice Luna” è proprio spiegato da te ampiamente rispetto al mio punto di vista. per te sono egoisti quelli che vogliono fare un figlio non pensando che oggi costa e che ci sono varie difficoltà, io dico il contrario, premesso sempre che escludo – lo ripeto – chi ha proprio uno stipendio basso basso.
guarda, anche io ho vissuto nelle privazioni, e non parlo di viaggi, vestiti firmati, che già quello sono il superfluo… parlo di possibilità ridotte di comprare vestiti e scarpe, parlo di non andare dal parrucchiere, parlo di non avere visto mai un ristorante se non per le occasioni particolari dove venivi invitato, tipo matrimoni ecc… volevo andare durante la scuola a fare un breve corso di studio di inglese a Londra con la mia classe, non ho potuto. per l’università ho scelto un posto vicinissimo, per non gravare sul bilancio. vacanze con gli amici? ma quando mai… noi abbiamo sempre vissuto con un solo stipendio, 5 persone, 2 genitori e 3 figli, mai una vacanza da qualche parte, mai regali per nessuna occasione… insomma ti direi che non ho mai visto e fatto nulla di nulla per tutto il tempo che sono stata a carico dei miei. forse per questo dico che dire “un figlio costa troppo” lo trovo eccessivo. si può vivere con poco. la gioia di avere un figlio io non la toglierei così facilmente per un pensiero economico sul futuro, che tanto a tutti può capitare di fallire, anche ai ricchi. io continuo a pensarla così, magari sbaglio io, ma veramente ritengo che hanno ragione Samuel e Ofiuco in questo argomento. Se non ci si lancia non si vive mai, e non si fa vivere neppure gli altri, e per “altri” intendo il partner che vuole un figlio e il figlio stesso che potrebbe nascere… è questo l’egoismo per me.
ovviamente, e lo ripeto un’ultima volta, sono esclusi i casi in cui chi vorrebbe un figlio non ha i soldi neppure per sé per mangiare.
BIMBA, ciao, come ti dicevo non capivo a cosa si riferisse il “contrario”. Premetto che ovviamente ognuno la pensa come vuole e vivo questo nostro scambio di commenti come una chiacchierata, non come un dialogo in cui si dovrebbe cambiare idea dando ragione all’altra. Se dovessimo cambiare idea non sarebbe certo per un forum, bensì per personali considerazioni anche contingenti.
Mi sembra che l’argomento sia comunque interessante, visto che parla anche di scelte personali in un contesto sociale.
Francamente penso siano molte le persone che oggi hanno uno stipendio di 1000 o poco più euro, o anche meno, e spesso, come si diceva, non con sicurezza continuativa. Se escludiamo coloro che guadagnano intorno a quella cifra il fatto che le donne oggi lavorino (fermo restando che possa anche loro non dispiacere farlo o amare il lavoro che fanno) rientra comunque in una luce diversa rispetto al fatto, come alcuni dicono, che casalinga sarebbe meglio, ma le donne non vogliono saperne.
Per quanto riguarda le privazioni o le difficoltà, francamente non mi riferivo al fatto di parrucchieri e viaggi studio o di uscire spesso al ristorante (non sto minimizzando quello che dici, sia chiaro), ma piuttosto avere difficoltà in caso di spese mediche o di problemi connessi alla quotidianità. Anch’io ho studiato in sede e anche se tra le opzioni di interesse all’epoca c’era anche un ateneo fuori sede ho escluso la cosa a priori (a meno di non andare fuori sede come studente lavoratore, ma comunque quella città era molto costosa) e senza scompensi. Al liceo ho studiato lingue e durante le estati non ho mai fatto viaggi studio, come invece molti miei compagni di classe(ma neanche questo l’ho vissuto come un dramma), ma anche per indole, forse non l’ho mai visto come un limite. Anche quando vivevo ancora dai miei questo genere di cose le ho fatte con i miei soldi. Francamente credo che non vivere la famiglia di origine come un “bancomat” faccia solo bene da molti punti di vista, tra cui la capacità anche di trovare soluzioni, di far fruttare concretamente un piccolo budget e anche di apprezzare le cose ecc. Questa la mia esperienza personale. Non so se considerare quelle di cui parli privazioni, nel senso che è anche un modo semplice di considerare la vita. Poi potrei dirti che invece i regali ce li siamo sempre fatti, e a parte i regali più importanti che possono essere quelli delle occasioni speciali (diploma, laurea ecc) che per alcuni saranno cose da tutti i giorni, io ho un concetto di “regalo” come pensiero. Che può essere anche non connesso ad un’occasione specifica e che può essere anche ciò che vedi in giro, da pochi euro, ma che pensi farà sorridere quella persona o potrà esserle utile. Questo lo dico, te lo spiego subito, perché per esempio il mio fidanzato storico è cresciuto in una famiglia in cui “i regali non servono”. Francamente secondo me invece un senso ce l’hanno, che sia pure il fatto di preparare un dolce per qualcuno o di dargli una cosa tua
o scrivergli un biglietto spiritoso o comprare una stecca di cioccolato o una piantina. Idem i viaggi: non serve fare viaggi a Honolulu, ma una gita fuori porta con pranzo al sacco, un cinema in seconda visione, poter fare attività sportiva, comprare un libro a cui tieni non sono cose accessorie. Se mio figlio dovesse restare a casa da una gita scolastica (che è un’esperienza di socializzazione e indipendenza, e un’esperienza che rimane nel cuore) non sarebbe una cosa da poco secondo me. Così come se crescesse in una famiglia in cui la salute è messa in secondo piano, perché costa troppo prendersi cura di sè. Ragionamento che purtroppo molte persone, quando i soldi sono pochi, fanno, anche inconsapevolmente. Alcuni lo fanno anche quando i soldi ci sono, ma posso assicurarti che è con vivo dispiacere che vedo troppe persone dover entrare in quella mentalità.
Ho vissuto sempre con semplicità e con il senso che niente è scontato e niente è dovuto. Lo considero positivo. Neanche quando ero ragazzina pensavo: ora vado dai miei e chiedo loro dei soldi. Non ho mai ragionato del tipo: ho 200 euro ma compro un divano da 1000 e ci penserò domani. Cosa, mi permetto, che ha messo nella cacca tanta gente, negli anni in cui era tutto un pagherai tra 24 mesi ecc. Per me la gratificazione ha un altro parametro. Non è che tutti ce la fanno, alcuni non ce la fanno, ma ci penseranno domani. Ma domani arriva. Sinceramente so che può capitare che devi pensarci domani, però non può essere uno stile di vita. Se lo diventa è un casino, ha un peso. L’ho visto trasmettere ai propri figli, non certo con cattiveria. Ma è una cosa che pesa.
Quando i miei giovanissimi hanno cominciato erano anni in cui potevi andare sempre in meglio, vincendo un concorso o trovando un lavoro stabile. Oggi non è proprio così. Forse tuo padre aveva ragione di credere che il suo stipendio ci sarebbe comunque sempre stato.Era un punto fermo. Poi può succedere di tutto e si spera di no, ma viveva in una società in cui era ragionevole pensarlo. Oggi la questione non è solo dei soldi che hai oggi e che domani potrebbe accadere qualcosa stile ansia. Oggi nell’arco di periodi brevi di tempo le persone non hanno una continuità lavorativa e economica. Poi magari nel momento in cui possono (e non tutti possono) vanno via di casa, si sposano, hanno figli, ma i dubbi che si pongono alcuni mi sembrano leciti e non ingiustificati, non legati alla possibile tegola che potrebbe cadere chissà o al fatto che “un figlio costa troppo” perché pensano che debbano comprargli un passeggino della merce**s. Non dubbi legati a frenesie consumiste o al timore di dover privarsi di beni di consumo accessori per il fatto di avere un figlio. A parte che chissà quante persone incontri che non possono averne e non lo sai. Sapessi quante volte ho sentito dire di una coppia di lungo corso “sono egoisti, tsè” o vedere dirglielo in faccia, mentre invece avevano scoperto di non poter averne e avevano accettato la cosa con amore.
@BIMBA
sicuramente ti ricordi di me, ho letto quello che hai scritto qui e mi sembrava di rivivere dei momenti passati. lei e’ una che cerca le farfalle…
tu ricordi la storia senza dubbio e mi hai detto con una certezza assoluta “ha lei non interessi”. vorrei sapere come mai ne sei cosi’ sicura se infondo mi sembri ancora ferita e amareggiata per le’errore che hai commesso. solo una curiosita’non voglio prenderti di mira. comunque domani la vedo, le parlo chiaro, e prendero’ una delle decisioni piu’ difficili, per me almeno (magari a lei non frega assolutamente nulla). grazie
non sono ferita, parlo di quella mia storia per far capire come si può uscire da quella mentalità sbagliata che hanno molte donne oggi, e che ho avuto anche io fino a quella storia, ormai ampiamente superata. io sono cresciuta molto riflettendo molto dopo quella storia e ora mi sento molto più serena rispetto a prima riguardo le relazioni che vivo. ma è stato necessario un percorso mentale parecchio faticoso, avevo troppi luoghi comuni e aspettative sbagliate nella testa, ma la cosa che mi ha aiutato molto è stato osservare le altre donne che già erano nate mature o lo erano naturalmente diventate crescendo, e avevano storie felici. è stato osservando il loro comportamento con gli uomini che ho capito le mie pretese assurde e fuori dalla realtà.
riguardo te mi dispiace per i trascorsi fra noi, e se ti ho detto purtroppo di rassegnarti era per quello che hai raccontato nella tua storia, dove io, purtroppo, ripeto non ci ho visto molto amore per te, mi dispiace. spero che tu possa chiarirti con lei e capire anche il perché di quel suo comportamento quando vi vedete, nonostante il suo fidanzato di ora (comportamento che secondo me è un volerti usare) ciao
Uomini, non compromettetevi. Da quello che hanno scritto le donne, ormai l’avete capito: ben che vada, siete un ripiego, un meno-peggio, un vorrei-altro-ma-mi-accontento. Anche se fanno finta di essere tanto innamorate, le donne, quando arrivano a una certa età, si accontentano. Per loro, tutto sommato contate poco.
Parole sagge,abe,però che ENORME TRISTEZZA é la vita così. ??
Beh claudio, in fondo in fondo una volta che di si abitua all idea di essere sempre liberi e padroni del proprio mondo, oltre che provarci con tutte quelle che ti pare…ti posso garantire non si sta male
quando una di queste comincia ad allargarsi (pretendere figli, comandare posti e amici da frequentare , criticare tue passioni, lavoro, abitudini, personalità, modi di fare) cominci a sentirti mancare l aria.
come si è ben visto il resto non esiste e loro, dopo nn molto, Han già cominciato a stufarti
Oltretutto è sfiancante non poter intrattenere una conversazione che vada oltre il frivolo (vestiti, aspetto, sparlare delle persone alle spalle , spettegolare vicende private proprie o altrui, paranoie varie, becero femminismo)
Insomma tesoruccio cominci A diventare troppo peso per la mia fragile pazienza ?
Su da brava, vado a prenderti il soprabito e ti chiamo un taxi
Anzi…ho quel Carissimo Amico che mi sta Tanto a Cuore…ti faccio venir a prendere da lui!
?
E come canta zucchero:?senza una donna?come siamo lontani ?senza una donna?sto bene anche domani?.??=?
PS:esistono anche le ECCEZIONI(lo stesso zucchero ha 2 figlie) ,ma che segretamente confermano la REGOLA?nel dubbio (restando in tema musicale)AMICI MAI!!!