Salve. Vi scrivo per una curiosità che poteva essere risolta solo sentendo altri pareri. Quanto è importante per voi esprimere i sentimenti? Ringrazio chiunque leggerà tutte queste parole, ma attraverso le mie riflessioni che mi hanno molto turbata e destabilizzata, ho sentito il bisogno di sapere cosa ne pensassero altre persone! Vi racconto. Sto con un ragazzo da un anno, non riuscivo a legarmi da anni ormai, a causa di maltrattamenti fisici e psicologici subiti in giovanissima età. Dopo anni di freddezza e paure, qualcosa rinasce, con molti blocchi e muri. Stiamo insieme da un anno eppure nessuno dei due ha mai pronunciato quelle due parole. Io sento di provarle in toto, ma non riesco a portare fuori, a manifestarmi verbalmente, mi sembra di impazzire dentro me stessa, ho il terrore che facendolo io diventi vulnerabile e possa essere manipolata/ferita nuovamente. Lui invece è una persona che ha estremi problemi a manifestare le proprie emozioni, motivo per cui è finita la sua scorsa e lunga relazione. Con i gesti, sento il suo affetto e, mi fa quasi paura dirlo, magari amore: nelle attenzioni, nella voglia di vedermi sempre, tutti i giorni, nonostante la stanchezza (lui è un giovane medico, io futura), etc. Ma a parole nulla. Neanche un ti voglio bene, o qualsiasi cosa possa, verbalmente, farmi sentire amata. Tranne nella distanza, se siamo lontani mi fa sentire quanto sente la mancanza. Allora mi sono chiesta: tutto questo, quanto incide su un rapporto? Niente, zero, negativamente? Voi che ne pensate? L’ex ragazza, nonostante una relazione apparentemente felice e perfetta, non tollerava questa “difficoltà” ad esprimere i propri sentimenti con le parole, finendo per interrompere la relazione, nonostante ci fossero duecentomila gesti che dimostrassero il contrario. Mi sono messa all’interno della situazione e ho capito che non vorrei mai superficialmente chiudere un rapporto per l’esistenza di una difficoltà palese, perché in precedenza ho dovuto parlare di sentimenti col mio ragazzo ed ho proprio letto nei suoi occhi la difficoltà di comunicare con le parole quello che prova. Non costringerei mai una persona a fare qualcosa che lo rende infelice. Io non sono di certo meglio, ma il mio blocco deriva da qualcosa che sto superando, da paure di fiducia e violenza, e già mettermi in gioco per me è la prova di sentire qualcosa di forte, perché per anni nonostante situazioni favorevoli non ho voluto proprio saperne perché non provavo alcun interesse. In sintesi: quanto pesa in un rapporto la difficoltà di portare fuori, con le parole e frasi affettuose, le emozioni? Sottolineo che a livello di gesti mi sento totalmente circondata da lui di affetto e attenzioni, e di tanto calore, anche nel mondo in cui mi guarda, anche se stiamo semplicemente prendendo una birra. Grazie a tutti per le risposte! PS: sono molto giovane, per cui sono aperta ad ogni parere e consiglio, soprattutto da chi ne sa sicuramente più di me
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Categorie: - Amore e relazioni
quanto è importante? per gli uomini zero, perché per loro contano i gesti più delle parole (e questi dici che ci sono), per le donne invece cento, tanto che senza le parole, senza il ti amo, davvero possono sentire di non essere amate (anche se non è vero). sta alla tua intelligenza passare sopra la mancanza di parole del tuo fidanzato, e non prenderla come mancanza di affetto (che non è). anche le nostre nonne lo sapevano, e ce lo insegnavano, a capire gli uomini. 😉
posso immaginare cosa tu abbia provato, in questi anni, e pensi che per essere amati basti dire un ti amo o un ti voglio bene. secondo me non è così. se vi volete bene si vede dai gesti non dalle tanto belle parole profuse e che sembrano traboccare d’amore.
secondo me bisogna diffidare moltissimo di quelli che si dichiarano in amore troppo a parole, perché le parole sono facili, immediate. i fatti sono importanti e soprattutto restano.
E’ importantissimo secondo me… Naturalmente le parole devono poi essere supportate da gesti e fatti (anzi spesso devono essere precedute e/o sostituite da essi), ma restano comunque importanti anche esse. Personalmente dissento (e diffido) da chi sottovaluta o dice di sottovalutare l’importanza delle parole. E’ un completamento nelle manifestazioni di un sentimento: fatti, gesti, parole, scritte, pensieri, e chi più ne ha più ne metta. Dimostrare all’altra persona che il sentimento (qualunque esso sia) può arrivare da tutte le parti.
Ti do due consigli: il primo è “prova”… se lo farai ti sentirai meglio. Magari crederai di aver fatto chissà che impresa, ma poi ci prenderai gusto. Il seocondo è: “rifletti sulla potenza delle parole”. Se lui ti insultasse ci rimarresti male no? E quindi se ti dicesse belle cose dovresti (specularmente) rimanerci bene 😉
Io penso che le parole siano molto importanti purchè poi corrispondono a delle azioni. Personalmente non amo i sottintesi, i gesti devono a volte essere anche accompagnati dal pensiero verbale per dare anche all’altro la consapevolezza di ciò che si prova. Mi rendo conto che non tutti sono capaci a manifestare a voce la chiarezza di un sentimento, ma quando questo è onesto perchè farlo solo vedere e non ascoltare?
I gesti sono molto più importanti delle parole.
Un maschio che sia tale, tace. Sei fortunata ad averne trovato uno. È maschio. Punto. E buon per te e per lui.
Yog, che intendi? Sono molto calde le tue parole. Grazie per tutti i preziosi pareri!
Esprimere i sentimenti è importante nella misura in cui ci si trova nell’impossibilità di non riuscire a realizzare il programma metodico della metafisica per diversi motivi. Nella mia famiglia non ci sono artisti nel senso reale della parola perché la norma si è realizzata nell’immediatezza dell’esperienza vissuta. Questo bisogno d’irrealtà si è manifestato determinando sconvolgimenti che sono stati attenuati dall’esperienza vissuta, appunto. Io ho sentito la necessita di vivere d’arte, ma le persone che mi hanno voluto bene in questo dover essere trascendente non hanno visto il mio destino personale; infatti io non ho mai pensato di sposare un artista perché questo sodalizio, eventualmente, nascerebbe da un bisogno di stare al mondo. Lo vedrei come un compagno, ma vivrei nella consapevolezza di non essere poi così importante per lui. Se lo fossi lascerebbe le scene per amore. I sentimenti scaturiscono dall’esperienza stessa. Il timore è naturale.
Questo pensiero porta all’annichilimento di ogni essere e non si può concepire nella sua assoluta purezza. Meglio non pensarci. A superare questo paradosso ci pensa la tradizione che mette in questione la vita reale per elevare a sfera normativa il desiderio (consuetudini, abitudini, ecc).Altre volte veniamo come anestetizzati e prelevati dallo stato di sovrana isolatezza che serve a conservare la soggettività psico-naturale del soggetto stilizzato che coagula l’amore di Dio. Quest’esperienza ha un carattere utopico-postulativo e culmina in una scelta. Per diversi motivi non è possibile comunicarsi.Si deve generare la fede per continuare la comunione spirituale.Nella coppia che fa esperienza della pura significatà imminente dell’amore(dopo una vita insieme, dopo i doveri coniugali, dopo un’esperienza che si trascina qualche nostalgia, ecc.)la liberazione da ciò che è trascendente muove il soggetto verso l’oggetto con sentimenti speciali che non minacciano l’integrità. Questo…