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Quando parlare alle spalle può salvare una vita (o più)

di hope10

Vorrei chiedervi un parere sincero su un argomento molto delicato.
Sono mesi che ripenso ad un gruppo di amici che mi hanno informata sul partner di uno di loro che ha problemi a gestire atteggiamenti violenti. Mi sono informata io stessa da altre voci e so che è tutto vero e che la famiglia sta pure provando a fargli avere un aiuto professionale.

Il problema è che in passato ho taciuto gravi comportamenti – forse ancora più gravi di quelli sentiti – da parte del mio ragazzo nei miei confronti, e anzi me lo sono pure tenuto perdonandolo del tutto e vivendo più contenta possibile con lui anche se gli episodi non si sono attenuati anzi lui ha momenti di frustrazione sempre peggiori a meno che non sia molto di buon’umore. Di recente siamo andati più in intimità e purtroppo ho avuto modo di scoprire che lui si è sempre comportato in modo violento in famiglia fin da ragazzino – invece lui mi diceva che era colpa dello stress e dei miei difetti caratteriali in quanto non ha mai avuto problemi di rabbia – e la cosa peggiore è che ha calunniato un fratello e un’ex ragazza che hanno provato a dire questa cosa di lui ad alcune persone, li ha calunniati dicendo di essere lui stesso vittima delle loro menzogne e che mai avrebbe potuto fare i gesti di cui l’hanno accusato. Lui ha detto di loro queste cose a terzi quando ero presente anche io, dopo che ho scoperto che appunto loro dicono il vero e lui dice bugie, e io non ho avuto il coraggio davanti a queste persone di dirgli di essere un po’ più sincero dato che lo conosco troppo bene, non l’ho fatto perché ho avuto paura. La cosa brutta è che loro gli credono e pensano che sia il fratello che l’ex ragazza sono persone non buone di cervello come lui li ha convinti.

Ora stare assieme a questo gruppo di amici ha risvegliato in me un problema di coscienza. Penso che far girare certe voci non sia mai bello ma che sia importante perché potrebbe aiutare altre donne e qui sta la mia coscienza sporca. Ho sbagliato a non parlare? Loro non mi sono piaciuti nel loro atteggiamento, perché so con certezza che fin quando l’amico gli serviva per lavorare assieme se lo sono tenuto pur provando ad aiutarlo, e che l’hanno allontanato solo quando non gli serviva più per lavorare (ma comunque lui si è anche aggravato nei comportamenti e lo so con certezza). Ed io? Non sto facendo la stessa cosa? Ora che ci stiamo lasciando e io fatico a rimpiangerlo perché i suoi atteggiamenti sono gravi e ancora di più la perfidia di calunniare, so che quest’uomo si muoverà per il mondo e che avrà gli stessi comportamenti magari in un’età in cui la sua compagna futura potrebbe decidere di mettere famiglia e fare figli con lui. Mi sento male al pensiero di parlare con i nostri amici in comune perchè non voglio fargli del male, mi ha anche aiutato tanto nella vita, ma allo stesso tempo ho visto cose di cui penso che una donna debba essere informata almeno attraverso le voci delle persone. Non so che fare. Cosa dovei fare?

Lettera pubblicata il 16 Marzo 2019. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Relazioni

La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    Angwhy -

    I cacchi tuoi.

  2. 2
    Esther -

    Non serve dirlo agli amici comuni. Serve, invece, denunciare la violenza da te subìta alle autorità di competenza. Il resto sul suo conto verrà fuori da sé anche presso i suoi conoscenti come conseguenza logica delle sue cattive azioni, nei tuoi confronti in primis.

  3. 3
    Suzanne -

    L unico reale modo per non permettere a questi uomini di nuocere è evitarli appena si manifesta il primo episodio di violenza. Tu ci sei stata insieme, non so per quanto tempo, permettendogli di farti del male, ma anche, cosa ancor più grave, mostrandogli che c è qualcuna al mondo disposta a subire le sue prevaricazioni. Andare in giro a sparlare di questo tizio non ha alcun senso, anzi mi sembra più che altro un atto di vigliaccheria. Impariamo a scartare le persone nocive e forse la selezione naturale farà il suo giusto corso.

  4. 4
    Anonima -

    Fatti i fatti tuoi. Non si parla alle spalle. Ormai non l’hai detto. Ormai e’tardi, prenditi la responsabilità e le conseguenze delle tue azioni se dovesse succedere qualcosa. Sei colpevole di omissione, ora non puoi rimediare a una cosa non fatta quando andava fatta. Prendersi la responsabilità di se stessi e dei propri sbagli significa crescere e maturare, e anche dalle altre lettere che hai scritto mi pare tu ne abbia molto bisogno, di crescere e maturare.

  5. 5
    hope10 -

    @Esther Va bè la denuncia conta meno di niente adesso, perché ci siamo fatti anni allegri e contenti rispetto a quando mi sono trovata con la sua mano formato livido sul braccio o rispetto a quando io ero già morta di paura per le sue urla e mi ha colpito con un ombrello per zittirmi completamente, dato che ancora volevo reagire (avevo ragione nella discussione dove lui perse il controllo e volle imporsi e infatti giorni dopo parlandone lo ammise lui stesso). Finché sono queste stupidatelle sia io che i familiari possiamo dire quello che vogliamo ma non c’è ragione di denuncia o di intervento da parte delle autorità, ed è questo il problema. Persone come lui fanno il bello e il cattivo tempo con le donne e con gli anziani mentre sono perfetti agli occhi della società, magari hanno grandi carriere e sono persone che si sono sempre mostrate piene di responsabilità, e sul lavoro non commettono atti del genere perché rischiano di perdere tutto quello per cui hanno lottato.
    Infatti quando leggo le aspre parole di @Anonima mi rendo conto di quanto si colpevolizzi spesso la gente anche nelle situazioni in cui magari discute di un problema che l’ha vista vittima: “Prendersi la responsabilità di se stessi e dei propri sbagli significa crescere e maturare, e anche dalle altre lettere che hai scritto mi pare tu ne abbia molto bisogno, di crescere e maturare.”
    Sicuramente devo crescere e maturare, ovviamente queste parole dette così servono più a poco che a qualcosa, ma va bè.

  6. 6
    hope10 -

    @Suzanne”Andare in giro a sparlare di questo tizio non ha alcun senso, anzi mi sembra più che altro un atto di vigliaccheria. Impariamo a scartare le persone nocive e forse la selezione naturale farà il suo giusto corso.”

    Questo è quello che mi ha convinto negli anni a non dire niente. Mi ero detta a un certo punto che se ci fossero stati altri episodi lo avrei denunciato e lo minacciai di questo mentre eravamo in viaggio per ragioni di lavoro sue, lui da lì si è mantenuto molto nei miei confronti forse per paura forse per amore, ma l’ho visto avere reazioni da denunce in famiglia in particolare con la mamma, e poi ho saputo anche dal fratello e dall’ex che loro sapevano di episodi in cui aveva messo le mani addosso ad un genitore in uno dei suoi attacchi di rabbia, e questo mi ha fatto sprofondare.
    Ho scritto questo post perché quando ho saputo del partner di una mia amica ho pensato: “meno male che me lo stanno dicendo”, perché tante cose di recente – non ve le sto a raccontare tutte – mi hanno fatto capire quant’è importante quando si conosce un uomo che queste voci abbiano fatto il giro. Altrimenti molti si nascondono e tu magari con un così non ci vuoi avere a che fare, come ha fatto appunto il mio ragazzo che mi parlò a lungo del suo carattere e oggi so che mi ha volontariamente omesso questa sua “caratteristica”, cosa che reputo grave perché ha fatto passare la sua ex per pazza mentre invece probabilmente la ragazza lo lasciò proprio per questo.

  7. 7
    Rosa love -

    Non viviamo in un’epoca in cui veniamo esortati a seguire una lista di comportamenti pratici. Il mondo è cambiato e ci limitiamo ad agire con misura, ma non è detto che le cose alte siano le più sicure. La troppa ambizione porta a fare danni maggiori. L’ideale di prudenza del saggio si fonda sull’occultamento della verità e sul negazionismo. L’attiva ambizione nelle relazioni sociali e nelle amicizie porta ad essere miopi nella vita di coppia e talvolta anche in famiglia. Le reazioni estreme non sono riconducibili a comportamenti arditi e sconsiderati, ma riprendono il tema della calamità naturale e si superano con l’aiuto di Dio, perché in quei momenti è naturale pensare che si deve lasciare tutto. Già da questo si dovrebbe capire. Bisognerebbe farsi un esame di coscienza perché le cose non sono destinate a cambiare. Magari si potesse cambiare! Quando ci abituiamo al cambiamento cominciamo a compiacerci della nostra fortuna e la situazione misteriosamente precipita.

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