Mi pare che la soluzione della strage di Erba, con la confessione dei vicini assassini, renda ancora più problematica la posizione dei “colpevolisti”, che vorrebbero a tutti i costi condannare la Franzoni per l’omicidio del figlioletto.
E’ un fatto che, contrariamente a quanto si pensa comunemente, l’80% dei delitti sono opera di persone che fanno parte dei conoscenti delle vittime apparentemente “normali” (amici, parenti, vicini, colleghi, ecc.), e non di estranei.
Nel caso di delitti commessi da madri nei confronti dei figli, normalmente il rimorso e lo stato psichico alterato portano la madre a confessare molto presto. Nulla di tutto ciò nel caso della signora Franzoni, che da anni grida la propria innocenza, e chiede quello che sarebbe stato giusto fare fin da subito: indagare tra i vicini di casa, anzichè concentrare le indagini solo su di lei, anche per colpa dell’accanimento mediatico.
Non avremo mai la certezza assoluta che la madre di Samuele Lorenzi sia innocente, ma è un fatto certo che nel breve lasso di tempo in cui si allontanò da casa per portare a scuola l’altro figlioletto, un vicino avrebbe potuto introdursi in casa sua e uccidere rapidamente un bambino di soli 3 anni. (per follia, vendetta, attenzioni rifiutate dalla madre, ecc.)
Oltre al fatto che la signora non avrebbe avuto modo di occultare l’arma, che non fu mai trovata.
Quindi, là dove vi è incertezza sulla colpevolezza o innocenza di una persona, dovere del giudice è assolvere, è il caposaldo della civiltà giuridica. Meglio un colpevole fuori che un innocente in carcere. Perchè se nel dubbio si lascia fuori un colpevole si commette un solo errore (non sempre è possibile risolvere tutti i delitti, purtroppo). Ma se si condanna un innocente, per la smania di “sbattere” qualcuno in galera e far vedere di aver risolto il caso, si commettono 2 errori imperdonabili: si distrugge la vita di un innocente e si lascia ugualmente fuori il vero colpevole.
Credo sia il caso di riflettere, e vedere che a volte anche le persone che vivono vicino a noi (come i due coniugi assassini di Erba) possono per futili motivi diventare belve feroci.
Trarre da questa tragedia la conclusione che la Franzoni non sia colpevole della morte del figlio è – secondo me – un’opinione, non un fatto; intendo dire che io non so se la Franzoni sia o meno colpevole, non sono né il suo difensore né il Pubblico Ministero, ma non intravedo correlazioni tra il caso di Erba e quello di Cogne, come Albert, con il suo ragionamento comunque lineare e rispettabile, propone. Piuttosto, stiamo attenti a coinvolgere vicini di casa od altre categorie solo in base a delle statistiche, ché può essere pericoloso, come appunto alcuni vicini di casa della Franzoni sanno bene. Una cosa sono le indagini, oneste e rigorose da parte degli inquirenti, altro è il tentativo, da parte di spregiudicati “principi del foro” che, per perseguire a tutti i costi il proprio mandato, coinvolgono i soggetti più disparati, con le motivazioni più fantasiose, spendendo anche tutta la propria influenza politico/mediatico/istituzionale, al fine di creare polveroni e permettere al proprio assistito di farla franca. Se non erro, le tesi del “famoso” ex avvocato difensore della Franzoni, sono state tutte demolite dai magistrati inquirenti, soprattutto quando prevedevano a tutti i costi di immischiare alcuni malcapitati vicini di casa della Franzoni, quali improbabili assassini. Ma, tornando alle statistiche citate da Albert, se escludiamo i serial killer e gli psicopatici (tipo un Donato Bilancia) che accoppano la gente per il solo gusto di farlo, credo che il fatto che questi episodi avvengano nella cerchia delle proprie conoscenze abbia una sua ovvia spiegazione logica: dov’è che maturano astio, odi, rancori repressi ? Ma nell’ambito delle persone che conosciamo e che frequentiamo più o meno con assiduità, naturalmente. Colleghi di lavoro, vicini di casa od altre persone che siamo obbligati ad incontrare anche quando non lo vorremmo …. E’ inevitabile che è in queste situazioni – e non altre, occasionali – che maturano simili fatti; è atroce, ma è così. Ma sono ancora più atroci le motivazioni alla base della vicenda: futili, banali, questioni di condominio che, per l’incapacità di comunicare correttamente il proprio disagio, si sono trasformate in una miscela esplosiva. Io, invece, vorrei proporre un’altra, di correlazione, tra questo fatto e quella miriade di altre “piccole” questioni di “ordinaria” e “quotidiana” violenza che avvengono nelle nostre case, nelle nostre città e che vengono troppo sbrigativamente marchiate come “ragazzate”, quali il pestaggio del ragazzo down nella scuola e filmato col telefonino o le angherie cui vengono sottoposti soggetti “diversi”, quali stranieri, persone in difficoltà, eccetera. La caduta delle barriere etiche, morali, del rispetto reciproco, del senso sociale; secondo me, sono questi i prodromi che permettono il verificarsi di episodi drammatici quali quello di Erba. Fabio.
mah! non userei questo caso per trarre conclusioni su altri casi, per quanto io sia in linea di massima d’accordissimo sul fatto che con la Franzoni ci sia stato qualcosa di storto, non solo la medioevale procedura “colpevole finché non si prova il contrario”, ma anche atteggiamento strani e poco professionali da parte di quell’industriale del cavillo che è Taormina e degli inquirenti.
il caso di Erba pone l’eccento su altri più gravi dilemmi:
1. a quale punto di degrado sta giungendo questa società?! infatti non si tratta di un caso unico e la violenza d’ogni tipo, dalla sessuale alla razziale alla pura violenza bestiale, sta dilagando sempre di più.
2. come si deve considerare gli accenti estremamente razzisti con cui da molte parti dell’opinione pubblica è stata giudicata la strage?! qualche imbecille li ha definiti “Padani”, ma gli imbecilli in Padania sono tanti.
3. chi e cosa garantisce che, quando l’acqua sarà ancora di meno e la papera non galleggerà più, la massa imbecille non comincerà a cercare i capri espiatori storici, come gli Ebrei ad esempio?!
il paese è allo sbando, io rimpiango di non avere una Monarchia costituzionale come quella spagnola e un Re degno di questo nome, come Juan Carlos, al posto di questa masnada di bandidos che s’abbuffa su una caricatura di repubblica democratica liberale.
mi preparo ad abbandonare la barca e invito chi ha buon senso a fare altrettanto.
non voglio stare qui ad essere angosciato da uno Stato Padrone e furfante, da Politici che parlano di Rilancio quando non può esserci rilancio di nulla se prima non se ne vanno loro stessi e non rifondiamo la Repubblica, da una società che mina sempre di più le basi della convivenza civile e che non sarà in grado di affrontare civilmente le tristi situazioni che l’impazzimento climatico genererà tra poco.
Usul,
chi definisce “Padani” quelli di Erba ha lo stesso grado di imbecillità di quelli che il termine “Padano” lo hanno inventato. Ora, io sono di Napoli ed abito a Bergamo e questa stronzata della Padania l’ho vista nascere (e tuttora pascere) qui; intendiamoci, non sto mica difendendo quelli che hanno definito la strage “padana” (a dire il vero lo sto scoprendo adesso), ma ad imbecillità (quelli che hanno inventato il termine) non può che corrispondere imbecillità (quelli che ora usano a sproposito un termine che già di per sé è uno sproposito). Insomma, vi è piaciuto ? E ora ciucciatevelo !! Per inciso, ancora ricordo quando ammazzarono quel povero disgraziato di benzinaio a Lecco, sentire il “Ministro” Castelli dire che “i Padani non si toccano !!”, quasi che ammazzare un meridionale fosse normale, o quell’altro c….ne di Calderoli starnazzare che Napoli è peggio di Baghdad … Per quanto riguarda gli Ebrei, scusami, ma mi sembra che calzi poco; semmai, oggi come oggi, il “nemico” che ci è stato imposto a modello negativo è il musulmano o comunque – nella classica guerra dei poveri – chi sta peggio di noi …. Abbandonare la barca ? Cosa vuol dire ? Andare all’estero ? Magari … Ma come mai all’estero ci sono molte più società che reggono ? Allora non è uno sfascio globale, ma uno sfascio nostrano … Non è altro che il prodotto della nostra cultura egocentrica, o meglio, egoistica, furbetta, meschina, antisociale e paraculesca, pronta ad andare in culo al primo perfetto sconosciuto che incontriamo, che si distrae un attimo. Abbiamo quello che ci meritiamo … Ma un ipotetico risanamento della nostra società malata non può non passare attraverso una rinnovata fiducia verso la nostra rappresentanza, verso simboli comuni e condivisi, verso ideali collettivi, verso le istituzioni, rispetto che mi pare sia molto scemato ultimamente, almeno a giudicare dai commenti di molti partecipanti ai blog, anche grazie all’idea che si è fatta strada negli ultimi anni di sostanziale strafottenza delle regole, portata avanti anche dalle massime cariche istituzionali fino all’altro ieri al potere. Pensiamo di andare in culo a tutti, agli altri, allo Stato, quando in realtà andiamo in culo a noi stessi. Ed è per questo che insisto, se vogliamo una società sana, ci vuole RISPETTO, RISPETTO, RISPETTO. Fabio.
Ho appena finito di vedere “Primo Piano” su Raitre e sono rimasto sconvolto dal vedere Vittorino Andreoli, eminente psichiatra interpellato per cercare spiegazioni a questo fatto, sostenere tesi sostanzialmente simili alle mie, con una foga che mi ha toccato il cuore …. Non voglio fare il “bello” di turno, ma credo ancor più in quello che ho detto. L’unica arma che abbiamo, soggettivamente, nel nostro piccolo, è NON CEDERE ALLA PAURA, cercare di non chiuderci. Non badare se l’altro parla in modo diverso da me, se ha la pelle diversa, se prega, mangia, ragiona in modo diverso dal mio …. Solo la comprensione reciproca ci potrà salvare o almeno il non cedere alle paure pompate da chi vorrebbe metterci l’uno contro l’altro … Andreoli parlava come un religioso, ma è uno che – a differenza dei religiosi – è immerso nel mondo della patologia mentale, in prima persona; ed ha detto, a paradosso, che ormai la “normalità” oggi è una forma di follia. Non tralasciamo la testimonianza di chi conosce da vicino queste cose … Ora sto guardando “Porta a Porta” ed anche qui il tema dominante è la “normalità” della follia, intesa come fenomeno diffuso in gente apparentemente “normale”, scatenata dalle paure e dalla diffidenza verso le cose che non conosciamo. Basta quindi con i “marocchini”, con i “terroni”, i “padani”, i “cinesi” e quant’altro ci viene proposto da chi ci ha fondato sopra addirittura un partito. Lasciamoci andare con serenità alle cose che non conosciamo e di cui abbiamo paura, che è l’unico sistema che abbiamo per evitare l’abbrutimento. Fabio.
Scusa Fabio, ma io non ho affatto tratto la conclusione che Annamaria Franzoni sia innocente, non ne ho proprio idea.
Ho detto solo che il caso di Erba dimostra che spesso dietro persone apparentemente “normali” si nascondono dei mostri e degli assassini.
E allora, perchè gli inquirenti del caso Cogne non hanno fatto la cosa + semplice e doverosa, cioè indagare anche sui vicini della Franzoni? Chi sono i vicini della Franzoni? San Francesco? Madre Teresa di Calcutta?
Io stesso ho forti dubbi che proprio in quei 10-15 minuti un vicino pazzo sia entrato in casa sua e abbia ucciso un bambino di 3 anni.
Però è possibile, e se è possibile non si può rischiare di distruggere una madre che forse è innocente.
Ricordo un caso assolutamente incredibile di un tizio ucciso a New York parecchi anni fa da un colpo di arma da fuoco mentre circolava in moto ai bordi dell’East River.
All’inizio la polizia mise sotto accusa una persona con cui c’era stato qualche litigio, e forse in Italia quello sarebbe stato incarcerato e poi condannato.
Alla fine, indagando bene, si scoprì addirittura che la vittima era stata colpita da una pallottola vagante partita dal fucile di un tizio che, sull’altra riva, si divertiva a sparare ai barattoli. Aveva mancato un barattolo e la pallottola era rimbalzata sull’acqua e aveva colpito quello che casualmente passava sull’altra riva.
Insomma, c’è un solo criterio da seguire quando, dopo aver davvero indagato a 360°, non si è certi di aver trovato un colpevole: assolvere.
Ti dirò anche che io non sono un “innocentista” ad oltranza. Ricordo, come penso molti che hanno superato i 40 anni, il caso Sutter. Milena Sutter, 13enne, venne rapita e trovata uccisa in mare a Genova, nel 1971. Fu arrestato e processato Lorenzo Bozano, che in 1° grado era stato assolto. Ma in appello e Cassazione Bozano fu condannato. Non c’erano vere “prove” a suo carico, ma una montagna di indizi: Bozano non aveva alcun alibi per le ore del rapimento, era stato visto appostato vicino a casa Sutter e vicino alla scuola svizzera frequentata dalla ragazza. Gli era stato trovato un biglietto in tasca con la frase: “affondare, seppellire, murare”, aveva detto ad amici che la cosa migliore per risolvere i problemi di denaro era rapire un ragazzino e ucciderlo subito dopo aver chiesto il riscatto. Aveva dei lividi e graffi alle mani e alle gambe (compatibili con lo strangolamento in auto della ragazza). Alla sua muta da sub mancava proprio la cintura piombata (che fu trovata addosso al cadavere di Milena). Aveva precedenti penali per tentato stupro di una minorenne. Aveva tracce di orina sui sedili dell’auto. Era stato visto scavare una fossa su una collina fuori Genova, ecc., ecc.
Il caso Bozano-Sutter è l’esempio lampante di cosa significa indizi gravi, precisi, concordanti, che sono richiesti se in mancanza di prove certe si vuole condannare un imputato.
Ma nel caso della Franzoni non abbiamo nessun vero indizio: solo un malessere (continua)
Solo un malessere notturno della signora, che sentendosi soffocare aveva chiamato agitatissima il pronto soccorso, poche ore prima dell’assassinio del figlioletto.
Su ciò si è voluto costruire a tutti i costi circa una presunta malattia nervosa della donna che, ricordiamo, è stata già sottoposta una volta nel primo processo a perizia psichiatrica ed è stata ritenuta sana di mente (lei giustamente non ha voluto sottoporsi a una nuova perizia).
Ma se anche Annamaria Franzoni fosse nevrastenica, come pensa qualcuno, ciò non sarebbe sufficiente a ritenerla un’assassina. Il mondo è pieno di nevrastenici e depressi che si lamentano e rendono penosa la vita di chi li circonda, ma non farebbero male a una mosca. Mentre ci sono assassini calmissimi e glaciali.
Insomma: ho detto, e ripeto, alla fine che in questi casi fortemente incerti il minore dei mali è assolvere, per lo meno non si rischia di sbattere in galera un innocente e lasciare lo stesso in giro il vero assassino.
Invece è solo la presunzione di alcuni inquirenti e PM, che non vogliono ammettere di avere sbagliato, o vogliono mostrare nel curriculum di aver “risolto” un caso importante, a fare a pezzi un principio giuridico fondamentale: “IN DUBIO PRO REO”, se c’è dubbio, si assolve.
L’orgoglio e la rigidità degli investigatori, e la loro riluttanza a cambiare opinione, è la cosa peggiore che possa capitare a una persona indagata.
Io ho conosciuto personalmente alcuni PM, e ricordo molto favorevolmente, per il suo grande rigore morale e onestà intellettuale, il dott. Ugo Paolillo (ora procuratore capo a Rieti). Paolillo fu anche PM a Milano negli anni ’70, e condusse molte inchieste importanti (inizialmente aveva seguito anche la strage di Piazza Fontana)
Ebbene, in un caso di omicidio (delitto dell’università Cattolica del 1971) in cui c’erano molti sospettati, ma nessun vero indizio forte, alla fine dopo mesi e mesi d’indagine rigorose archiviò, non si mise a “perseguitare” il più antipatico, come purtroppo hanno fatto altri PM.
Lo voglio citare perchè raramente ho conosciuto un inquirente così disposto a sentire le opinioni di tutti, e ad evitare di “partire a testa bassa” con la presunzione di voler risolvere subito il caso, o per la vanità di avere l’attenzione dei media.
Lei era ed è un PM che ha sempre indagato con estremo rigore e scrupolo assoluto.
x Fabio
“quando ammazzarono quel povero disgraziato di benzinaio a Lecco, sentire il “Ministro” Castelli dire che “i Padani non si toccano !!”, quasi che ammazzare un meridionale fosse normale”
mi pare che allora le interviste che inneggiavano alla “padanità” degli omicidi fossero fondate e questo è o non è un grado di allarme?!
“Per quanto riguarda gli Ebrei, scusami, ma mi sembra che calzi poco; semmai, oggi come oggi, il “nemico” che ci è stato imposto a modello negativo è il musulmano”
i musulmani sono stati definiti in un’altra delle interviste televisive “arroganti, puzzolenti e gente che ti porta all’esasperazione”.
questo non è il modello di un capro espiatorio, ma di un nemico. sono due cose diverse. di solito, quando una società degenera, come sta facendo questa, non sono i nemici a essere presi di mira, ma quelli come gli Ebrei, ossia il materasso storico delle botte. siccome gli estremi xenofobi e razziali sono stati riconosciuti come componenti della premeditazione omicida (cfr. ad es. porta a porta ieri sera), questo è un altro grado di allarme.
quanto poi al rispetto che tu reclami per le istituzioni etc…, io ti dico che anzitutto il rispetto deve andare al prossimo in generale. le Istituzioni sono un’altra cosa, che deve servire, non essere servita come accade qui.
se servono bene, meritano rispetto; se servono male o non servono o pretendono d’essere servite, devono essere abbattute e sostituite con ciò che fornisce le garanzie che uno Stato deve fornire; questa è la Democrazia liberale; il resto è pura demagogia.
le nostre istituzioni hanno cessato di meritare rispetto quando sono diventate fine a sé stesse, ossia il giorno dopo essere state concepite da quella banda di pseudocostituzionalisti che sono ipocritamente e retoricamente definiti “padri fondatori” e i politici che le hanno usate sono dei papponi.
non sto a fare l’elenco delle stronzate scritte nella nostra costituzione perché non ho voglia di stimolari discorsi che hanno una certa probabilità di finire in sterile polemica, ma chiunque abbia approfondito la materia non ha difficoltà a capire di che si parla.
siccome non mi pare che l’arco costituzionale abbia grande intenzione di riformare ciò che doveva essere riformato dal 1949 e siccome non mi pare che la maggioranza degli italiani sia qualificata come popolo, le conclusioni restano quelle di prima.
Non sono per niente d’accordo con te Albert!!! Secondo me la Franzoni è colpevole…è stata lei!!! Non lo so se a te sia mai successo di perdere una persona molto cara…beh credimi che non vai a piangere tanto in giro, addirittura in televisione, e poi ci scrivi anche un libro!!! Questo non è amore per il proprio figlio…è esibizione!!! Lei doveva urlare la sua innocenza??? Beh, si è resa proprio redicola!! Secondo me quella donna è malata!!!
Fata dice
“Secondo me quella donna è malata!!! ”
è possibile! in ogni sua apparizione la Franzoni m’ha sempre lasciato non poco perplesso come personalità. questo tuttavia non ha nulla a che vedere con la procedura giudiziaria, per la quale occorrono 3 cose:
1. il movente;
2. l’occasione;
3. l’arma.
nel caso della Franzoni queste tre cose non sono mai state chiarite; viceversa, la corte ha richiesto quale potesse mai essere il movente dell’esterno alla famiglia segnalato dal Taormina. molto anomalo!! tipico di una situazione da colpevole predefinito!!
alla faccia della giustizia!!
x Fata86
e dove sono le prove della colpevolezza della Franzoni? Nel fatto che ti sia antipatica e sia andata in TV a proclamarsi innocente?
Ma quando non ci andava dicevano che era colpevole perchè non si difendeva, e allora? Se va in Tv è colpevole per alcuni, se non ci va è colpevole per altri.
E poi perchè non avrebbe dovuto andare in TV, visto che il sig. Vespa e lo psichiatra Bruno (lo stesso che aveva ingiustamente accusato il padre di Tommaso Onofri di Parma) le hanno dedicato dozzine di trasmissioni a Porta a Porta dove l’hanno processata e accusata?
E sul fatto che ci siano persone che scrivono un libro sulle persone care uccise, ti potrei citare dozzine di esempi: dai genitori di Ilaria Alpi, al fratello di Peppino Impastato, al figlio del generale Dalla Chiesa, ecc., ecc., quindi che razza di criterio logico è dire: “quella pubblica un libro e va in TV, quindi è colpevole” ?
Per condannare una persona, te lo ricordo, occorrono PROVE o INDIZI gravi, precisi, concordanti.
Altrimenti chiunque potrebbe sospettare di chiunque.
Su quello che è amore per il proprio figlio, ti inviterei a non voler giudicare a vanvera una persona che non conosci.
Mi risulta che la Franzoni abbia avuto un altro figlio, oltre a quello che aveva prima di Samuele, e non abbia mai avuto problemi con i bambini, tanto che le madri del suo paese le affidano tranquillamente i loro figli.
Comunque c’era un altro signore che, come te, credeva che quando uno viene accusato e processato qualcosa doveva aver fatto, e aveva una fiducia cieca nella giustizia.
Sai come si chiamava? ENZO TORTORA!
Sì proprio lui, che dopo essere stato condannato da innocente come camorrista, per le calunnie dei pentiti, si fece promotore di battaglie per una giustizia più efficiente e “giusta”.
Se ti sbattessero in galera da innocente ti garantisco che cambieresti idea.
Vuoi sapere quanti sono gli errori giudiziari in Italia?
CENTINAIA DI MIGLIAIA!!
Soltanto tra il il 1980 e il 1995 sono state contate ben 300.000 persone scagionate nei vari gradi di giudizio penale. Persone che inizialmente erano state processate,arrestate spesso, e spesso condannate.
Quindi persone per le quali lo Stato ha formulato accuse che poi si sono rivelate infondate.
O addirittura persone che, come un imprenditore milanese che poi fu risarcito con parecchi milioni di euro, erano state condannate anche in via definitiva (lui ottenne dopo anni la revisione del processo) perchè aveva l’auto dello stesso modello e colore di un grosso trafficante di droga.
Quindi se vuoi farmi un discorso serio, razionale, e documentato, bene, se invece vieni qui a parlare con le viscere lascia perdere.
Le frasi che scrivi denotano poco autocontrollo e parecchia isteria da ragazzetta inesperta e presuntuosa, direi che la neuropatica sei tu, non Annamaria Franzoni.