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Quando le cure e la forza non bastano

di ippopotama

Buonasera, scrivo per sfogarmi perché ne ho un enorme bisogno.

Dopo 3 anni di depressione, cure e tanta fatica da parte mia per uscirne mi ritrovo al punto di partenza. Mi capitano ancora momenti, sempre più frequenti,in cui non riesco a muovermi, in cui scoppio dalla voglia di uccidermi, in cui non riesco nemmeno a piangere per quanto sto male. Ho fatto di tutto per venirne fuori, ho sputato sangue. E non basta. Ero una studentessa lavoratrice, ero proprio brava, di successo. E poi il crollo. Adesso mi trovo dopo mesi di terapia ad avere la presunzione di provare a fare quello che mi piace veramente, cioè lavorare nella sanità (non medico). Ho 22 anni e mi accingo a sostenere un test che matematicamente non supererò. Lo so già perché faccio punteggi da schifo e non riesco a studiare come una volta. E allora mi chiedo che senso abbia tutto. Perché i miei sforzi non servono a niente. Ho un’età in cui non posso permettermi altri sbagli. Ho fatto una promessa, una stupida promessa a me stessa: se non passo mi uccido. Sono intrappolata da sensi di colpa che non mi fanno dormire la notte, mi sento finita, mi sento rinchiusa perché non riesco a fare niente per stare meglio, non ho nessuno con cui parlare, la mia famiglia sicuramente no, la dottoressa che mi cura è in ferie. Mi sento così inutile, perché sono nata se il mio destino è essere mediocre? Dovrò tornare a quel maledetto corso di laurea di ripiego che ho mollato e che mi fa schifo? So di essere una lagna ma io.. .avevo bisogno di dire quello che provo senza mentire, finalmente togliendomi la maschera. Non ce la faccio più. Io covo dentro da sempre la voglia di morire. Non mi è mai passata malgrado le cure. Non sono in grado di fare alcunché nella vita, quindi perché esistere? Sono stremata da tutto. Non ce la faccio più. Ho paura di me.

Lettera pubblicata il 17 Agosto 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 10 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Dovresti sforzarti di concentrarti su quanto ti può offrire la tua quotidianità. La cosa più “sbagliata”, a mio giudizio, è concentrarsi sulla politica o su tutte quelle realtà storiche in cui la donna smarrisce la sua essenza. Oggi mi è capitato di ascoltare lo sfogo di una ragazza che ce l’aveva con un politico… tra le righe s’intuiva che non stava, per dir così, vaneggiando. Il punto è che pretendeva di parlare di politica quando le donne al massimo possono farla. In politica non esistono uomini e donne, mi sembra scorretto far passare un messaggio che penalizza soprattutto le giovani donne. La donna vive male il compromesso e la politica è fatta di compromessi. La retorica sulle donne in politica ha avuto il potere di demotivare i giovani e di far crescere in loro un senso di frustrazione. Personalmente non farei mai politica perché per me viene prima l’essere donna. Non solo non la farei ma mi guardo bene dall’occuparmene… dopo la fine della seconda repubblica conosco appena i nomi di qualche ministro. Per secoli le donne non si sono occupate né di politica né di attualità. Se fossi sposata penso che non avrei tempo neanche per guardare un telegiornale.

  2. 2
    Yog -

    Calma. Distinguiamo i due problemi, quello psichico e quello del test di ammissione. Che terapia hai fatto? Che farmaci hai assunto? Comunque hai davanti un sacco di anni per trovare la tua via, non disperare.

  3. 3
    chaponine -

    Ciao Ippopotama, la matematica è un opinione e sicuramente se ti impegni a settembre ce la farai a realizzare ciò che vuoi. Anche se ti dico che l’ingresso nel corso di laurea che ami non ti aiuterà se non impari una forma mentis giusta. Veramente l’ingresso a questo corso di laurea vale la tua vita? O pensi che la tua vita valga di più?
    Vivere con la depressione non è semplice, ma si può uscire da quel buio, circondandoti di persone che ti vogliono bene e dandoti piccoli obiettivi quotidiani… Io so di cosa hai bisogno: di qualcuno che creda in te, che veda più lontano di dove vedi tu.
    Ti lascio la mia mail: chaponine@libero.it e se ti va contattami che ci facciamo quattro chiacchiere, anche perché sono quasi un tuo coetaneo.. Stammi bene

  4. 4
    Aggeo -

    Cara… Hai provato con tanti medici. Io sono persuaso che devi dare un opportunità al Cristo Gesù. Apri il tuo cuore, affidati é come se vedessi la tua situazione interiore l’ho vissuta. Ma ti assicuro che tu sei trasparente e assolutamente nota al Suo Spirito e che il Signore sta sopraggiungendo per combattere con te. Coraggio!

  5. 5
    nevealsole -

    Ho la tua età. Difficile commentare quando in ogni tua parola rivedo gli ultimi quattro anni della mia vita. Anche io ho preso farmaci e cambiato molti terapeuti, è un percorso molto doloroso. Affettivamente la depressione crea legami malati, e quelli presenti da prima vengono spezzati. Scarsa autostima, ipercritica verso se stessi, eccessivo senso di responsabilità, convinzione di non dover pesare sugli altri. Diagnosi diverse che ti confondono, psicoterapeuti che ti scavano in ogni angolo del cervello, ti fanno litigare con i genitori, e genitori impotenti che ti hanno dato i soldi per curarti ma per il resto sono stati incapaci di mettersi in gioco quando è stato loro chiesto. Tempo perso, poi sensi di colpa e corse in preda all’adrenalina per recuperare tempo, relazioni, perché o recuperi o ti lasci morire. Ti sembra di muoverti in un cerchio. Ridi dei tuoi progressi sapendo che una ricaduta è dietro l’angolo. La senti arrivare, ti tappa la bocca ti silenzia, ti abbatte non puoi muoverti nemmeno. Quegli oggetti sono gli stessi che c’erano quando stavo bene… Come fanno ad essere ancora uguali, quando io invece sto marcendo? Di un dolore osceno, inumano, non voluto? Perché devo passare per una sfaticata quando appena sto meglio faccio il doppio del mio dovere?

    Qualcuno mi ha condannato per sempre lasciandomi con queste parole: “Non guarirai mai”.
    Qualcun altro mi disse la stessa cosa, un professore. Lo odiai.
    Oggi so che è una parte di me e che non può andarsene più. Quando stavo così male avevo una creatività fuori misura, comunque non credo che il dolore nobiliti, anzi rende grezzi a volte.
    Giusto il consiglio di dare importanza alla quotidianità… Ho apprezzato molto Rossella… Non odiarmi, non voglio fare propaganda, ma giusto anche cercare Gesù Cristo. La consapevolezza del suo amore suscita ogni volta in me un pianto che mi scuote, e che viene da lontano.

  6. 6
    idra40 -

    ..l’incipit della tua lettera ,mi suggeriva da subito l’immagine di una donna della mia età.
    Umanissima fase di transizione e difficoltà,bilanci,qualche fallimento da mettere in conto,da accettare anche.
    In modo maturo però, sereno.
    Parte stessa della esistenza.Che non è fatta di successi ,obiettivi raggiunti sempre,di ordine delle cose pedissequamente seguito.

    Ma questi sono pensieri adeguati per una donna di 40anni, come me, con alcune delle carte anche brillantissime che il destino le aveva dato,e che certi eventi hanno profondamente rimescolato.
    La mia pervicacia e la mia razionalità,
    unite ad una esperienza forte fatta da sola,
    400 km a piedi in agosto di qualche anno fa,in spagna ,sulla via di Santiago,le lacrime per il dolore alle gambe, la fatica,la Bellezza di quanto stavo vivendo,hanno
    restituito serenità e forza a quel disordine
    che per un breve tempo mi aveva indebolito.

    Cara Ippo,non ho voluto ammorbarti di noia con qualche sprazzo della mia esistenza,
    ma te l’ho voluto raccontare per darti modo di fare le giuste e razionali differenze :
    tra la tua età e la mia, ad esempio.Quando ho letto 22 anni, ho strabuzzato gli occhi.
    Il tempo gioca tutto a tuo favore,e questo non è poco. Il tempo non ti insegue, non ti sta dando ultimatum.Te lo dai tu, ma in base ad una severità e ad un rigidissimo parametro che tu hai stabilito per te stessa.
    Giustissimo non cullarsi,ma neanche indossare un cilicio.
    Non percuoterti così , Ippo.

    Fai una cosa però: respira.Fermati,soffermati.Guardati.
    Guardati allo specchio,ricomponiti.
    Perchè in questi momenti, non ci si riconosce neanche più.Ci si perde,ci si sente come in una specie di vortice ,di
    maelstrom che inghiotte e non dà scampo.

    Ippo,non hai alcuna ragione per entrarci in quel tunnel buio.

    Impegnati come sai fare,sono certa che puoi farcela.
    Piangere con mal di testa tremendi annessi e connessi, ti toglie concentrazione e ti ruba tempo prezioso.
    Pensa solamente a fare un tentativo,per ora.
    Procedi per gradi,e tieni a bada l’ansia, se possibile.

    Agosto è quasi alla fine ormai.
    E’ un mese molto duro,lo so,per chi non sta bene.
    Ma non sei sola.
    Anche qui c’è chi ti ascolta.E prova a porgerti una mano.
    A darti un aiuto,verbale solamente, data la modalità,ma sentito profondamente.
    Io so che ce la fai.
    Ce la puoi fare, se ritrovi te stessa, concentrata e rasserenata.
    Un abbraccio fortissimo.

  7. 7
    rossana -

    Ippopotama,
    concordo con Idra, di cui apprezzo l’equilibrio.

    Quando non limitato al legarsi a una sedia per impegnarsi a fondo nello studio, l’eccesso di rigore può essere più deleterio della “leggerezza”. Non si dovrebbe esagerare mai in niente, ad eccezione di quanto ci dona felicità…

  8. 8
    gimmy -

    Ciao ippopotama,
    penso che sei troppo severa con te stessa.
    Dalla depressione si può uscire, basta volerlo e non pensare sempre negativamente come fai tu; non sei nata per essere mediocre, sei nata per essere te stessa chiunque tu sia, voluta, desiderata e amata dai tuoi affetti; se in questo momento hai più difficoltà nella concentrazione è perche la tua mente a causa del tuo malessere psicologico è stata indebolita, di conseguenza fai più fatica ad applicarti nello studio. Non conosco le vicissitudini che ti hanno portato a questo stato, ma posso dirti che la scelta di fare una cosa che ti piace è la strada giusta per riappropiarti della tua vita. Devi continuare su questa linea, sforzarti anche se non dovessi superare il test, ci riproverai in un secondo momento. Non pensare alla morte come unica soluzione, solo perchè le tue fragilita al momento non ti consentono di realizzare i progetti che ti sei prefissata; sei in un età bellissima dove nessuno ti mette fretta, hai tutto il tempo che vuoi, non assumerti delle colpe che non hai, prendi coscienza del fatto che tutto si puo superare, il tuo è un percorso con più ostacoli. Abbi pazienza, la solitudine come sempre gioca a sfavore di chi vive quotidianamente nell’angoscia, la felicità esiste là dòve ci si accontenta e godersi quello che si ha, viviamo in un epoca dove fortunatamente non ci manca nulla, facendo dei confronti col passato; la vita non è facile per nessuno, lo puoi notare anche leggendo tra le varie esperienze citate in questo forum, sembra un libro di tante disavventure, ma che possiamo fare, rinunciare o insistere? fra le due è sempre meglio la seconda, perchè consente delle opportunità, le stesse di cui tu non devi privarti.

  9. 9
    Domenico -

    Ciao

    “Ho un’età in cui non posso permettermi altri sbagli”

    22 anni????? ma dai! la tua età è magica proprio perché puoi permetterti ancora un sacco di “errori” …

    detto questo io mollerei un po’ la lotta e mi lascerei un po’ andare “seguendo la corrente….” certe volte una lotta estenuante provoca ancora piu’ disagi…

    fai lunghe passeggiate , ascolta musica e cerca qualcosa di nuovo che possa un poì alleggerire i pensieri…

    dai che ce la fai…secondo me l’importante è proprio recuperarre energie….il contrario esatto di quelli che ti dicono ..dai ..lotta…non ti arrendere…

    con dispendi notevoli di energia e forza vitale….vedrai che migliorerà!

    PS: il tuo nick è troppo simpatico….c’è qualche motivo perché lo hai scelto?

  10. 10
    ippopotama -

    Innanzitutto volevo ringraziare tutti voi che mi avete risposto. Non avete idea del sollievo che donano le vostre parole. Mi avete anche fatto piangere, sapete? Dalla commozione. Temevo commenti cattivi, so che ci sono tante persone che amano girare il coltello nella piaga per sentirsi migliori. Ma non è stato questo il caso. E ne sono felice, davvero.

    Ippopotama… perché assomiglio a un ippopotamo 🙂 Sono “in carne”.

    Una cosa che mi fa sentire libera e felice è scrivere. “Talento” (così mi dicono) che coltivo dall’infanzia poi affinato dall’amore per la traduzione. Ma non ho tempo per dedicarmici perché “devo studiare”. Ci provo in tutti i modi a farmi entrare in testa la chimica ma non ce la faccio. Mi sorgono sempre nuovi dubbi. “E’ davvero ciò che voglio? Faccio bene a mollare gli studi linguistici e internazionali nei quali ottenevo risultati ottimi?”. Ho la testa così piena di ansia e domande che non c’è spazio per le risposte.

    Di nuovo grazie a tutti, di cuore. <3

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