Il rumore mediatico del “caso” Kyenge finisce per coprire e quasi rimuovere dalle coscienze quello ben più assordante, se si vuole ascoltarlo, del “caso” kazako.
Anche la parossistica, quanto, mi viene il sospetto, mediatica “ira” del Presidente Napolitano, molto somigliante a quella di un qualunque Padreterno assiso sul trono, si rivolge più alle insulse dichiarazioni di Calderoli che mio nonno avrebbe invece liquidato molto rapidamente, pacatamente e saggiamente con un: “Chi più ne ha…”, sembra coprire e nascondere il più profondo e genuino imbarazzo per una vicenda che definire imbarazzante è puro eufemismo.
La cosa probabilmente si risolverà nel modo tutto italiano, e anche un po’ bigotto, che conosciamo bene: vale a dire quello di nominare la solita Commissione d’inchiesta (ma sono mai giunte a qualche conclusione chiara e definitiva queste commissioni?) e, quando il clamore si sarà smorzato, rimuovere dall’incarico qualche funzionario di second’ordine.
E il Governo?
Leggo su un libriccino pescato casualmente in libreria: “Quando un governo perde l’onesta, son tempi tristi. Quando un popolo accetta tale perdita, son tempi disperati.”
Sottoscrivo.
Laura Trevisan
16/07/2013
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Politica