Caro lettore,
mi sono sempre chiesto… che tipo di punizione bisogna adottare per ogni occasione? Che si parli di genitori, scuola, catechismo, le punizioni sono di tue tipi , secondo me : le punizioni severe e quelle intelligenti.
Lettera pubblicata il 21 Maggio 2017. L'autore ha condiviso 34 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Prometeo.
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Riflessioni
Io non sono stata mai punita perché i miei genitori non erano giovanissimi quando si sono sposati, considerati i tempi, ma li ho visti crescere. A casa mia c’era un certo ordine. Lo stesso che mi ha consentito di razionalizzare i malumori che si possono respirare in una famiglia che si sta facendo, una famiglia in cui c’è ancora spazio per la coppia e compagnia cantando. I miei genitori sono sempre stati molto uniti e, come si sa, soprattutto quando si lavora a contato con il pubblico possono nascere delle gelosie. Forse oggi sono più assuefatti alla vita casalinga, ma mio padre alle volte per scherzo parla delle seconde nozze di mia madre. Mi sembra una cosa alquanto improbabile. Comunque. Si tratta di un modo per esorcizzare la paura della morte. Per la stessa ragione si discute di più, ma fa parte dell’ordine naturale delle cose. Diciamo che come famiglia non dico che eravamo sottoposti alla casa paterna, nella persona del nonno, ma quasi. Questo rispetto di mio padre per la famiglia, di mia madre per mio padre e di conseguenza anche per i suoceri mi ha sempre fatto vivere la storia della mia famiglia come una storia tutta da scrivere. Mi sentivo importante, ma non ho mai avuto un rapporto di padronanza con l’ambiente. Non mi sentivo come un ospite, ma a pelle avvertivo che non avevo interessi da difendere o pretese da avanzare. Stavamo lì, e lì c’era tutto.
[…]Non avevamo bisogno di prendere niente. Ricevevamo anche degli omaggi. Tante persone, anche coppie senza figli, si sono affezionate a me. Mi piaceva molto parlare. Avevo degli “amici” (di famiglia) grandi che mi parlavano come si parla ad una persona adulta. Sempre in presenza dei miei genitori. Mi sentivo presa in considerazione e riuscivo ad affrontare con forza di volontà e risolutezza anche i giochi con i miei coetanei. A scuola ricordo di aver ricevuto una, mi sembra una, nota di gruppo. Quando ci organizzavamo per non entrare a scuola non mi facevo pregare. Ti parlo dei primi due anni di liceo. I miei genitori si fidavano di me. Ho cercato di essere sempre molto onesta.
[…]Volevo tornare sull’argomento. Le punizioni per me non sono formative perché la ripetizione di una frase che la maestra scriveva o faceva scrivere alla lavagna già negli anni novanta ti dava assuefazione. Una o due paginette di frasi da ripetere, ad un certo punto, ti sollevavano dal problema di dover fare delle altre cose. Anche a casa ti sentivi impegnata. Questo genere di punizioni avevano senso quando le idee religiose e spirituali erano ben radicate nella cultura. Non so fino a che punto una sospensione possa diventare motivo di mortificazione dell’ego. Non si va a fare la gita? Siamo sempre in partenza. Ai miei tempi non era così. Oggi siamo arrivati ad un punto in cui sì fa preso a discutere della pena di morte. Io sono contraria, ma al tempo stesso sono ben consapevole che si tratta della sola idea capace di suggerire il senso del limite. Davanti alla paura di rischiare l’anno le cose, forse, cambiano. Quindi è interessante vedere come in un mondo senza Dio non ci sono altri canali di comunicazione oltre la paura. Questo secondo me non è bello.
Non lo so, scrivente, varia da caso a caso.
Rossella, io a casa di mio nonno (patriarca siciliano) ero l’unica piccola e facevo un po’ come mi pareva, lui rispettava me e io lui, per non farci la guerra di potere. Lui 75 anni e io 5. Ma una lotta di potere antidemocratica l’ho combattuta per anni con lui: alle 20, si doveva vedere il tg, secondo lui. Io arrivavo prima e mettevo i cartoni, e dicevo: sono arrivata prima io, perciò stasera in questa casa si vedono i cartoni, e non il tg! E lui da lontano, perché si era rotto il femore, mi diceva, la vedi questa (la cinta)?, e lì capivo che era meglio lasciare la tv sintonizzata sui cartoni animati ed andare a fare altro. Ho capito come funzionava e ne ho tratto spunto di conseguenza. Per il resto tutto ok e rientrante nei canoni della normale convivenza: nonno era stato anche spodestato dal lettone e con nonna ci dormivo io, abbracciata ogni notte e ogni giorno, io e lei vivevamo l’una per l’altra ed eravamo innamorate 🙂 Anche io ero molto stimata in casa, ero un po’ strana devo dire, a mio solo avviso eh, attiravo l’attenzione sempre su di me, soprattutto in caso di ospiti, sapevo leggere e scrivere già a 4 anni e mezzo, e facevo tanti dispetti per avere più attenzioni, se era possibile umanamente avere “un di più”.
Rossella, sei molto dolce nei tuoi racconti. Potresti scrivere un romanzo sulla tua famiglia; ha il fascino del tempo perduto, alla Proust!
Le punizioni intelligenti non dovrebbero essere percepite come punizioni…
bello che a tratti torni un po’ l’atmosfera di Lad 2000, ricca di racconti personali, affascinanti nella grazia della loro soggettiva semplicità!
Forse “Cuore” di De Amicis mi sembra stilisticamente più affine. Che dici?
Per quanto mi riguarda, meno male che lo abbiamo perduto quel tempo. Posso dirlo senza essere “Frantinteso” dalla maestrina dalla “penna…Rossa?
Golem tu citi la compagna maestruna della penna rossa. Io ricordo che il saluto a pugno chiuso non ncque a sinistra, ma da Prometeo come rivendicazione di un gesto di ribellione in difesa di tutta l’umanità.Ed invito l’estensore di queste lettere a cambiare nick. Non vorrei trovarmi dopo la professionionista delle risposte fuori tema un salto di qualità con l’autore di lettere fuori tema. O almeno non nel nome di Prometeo.
A me qui mi pare il gioco delle coppie (di 2 di picche). A proposito di coppie: io alle elementari, nelle gare vincevo sempre e tutti facevano a gara, prima per avermi con loro, e poi avevano già vinto, perché per me era un instancabile divertimento.
Punizioni a me a scuola: mmmhhh… ero la cocca della maestra, le stavo sempre in braccio ed era innamorata di me, quindi punizioni finte.
Comunque, le punizioni devono essere correzioni fatte per amore fraterno, per la carità cioè con amore, e non per difendere il nostro amor proprio.
(Golem, difendimi dalle frecciatine inutili, per cortesia, fai la calamita va, non la calamità eh, mi raccomando. Insomma, parami i fulmini, quando vedi importunazioni alla mia persona, ambigue, sottili o sottese, o tutte e 3 insieme).
Buenas tardes!
La punizione deve essere esemplare. Per quello c’era il telefono blu: il numero era quello del più vicino centro di ematomologia. La Bibbia ce ne dà atto: la punizione peggiore è per Lucifero, ficcato ner ghiaccio secco.