Capita che qualche anno fa (quasi 20) una persona vinca un concorso – per operatore – nella pubblica amministrazione; titolo di studio richiesto: licenza media. Negli anni trascorsi questa persona ha cercato con impegno di imparare un lavoro dando sicuramente molto di più di quanto le è stato corrisposto e le mansioni richieste e svolte sono state sempre più impegnative fino a raggiungere il lavoro svolto da un funzionario direttivo. Possibilità di carriera: nulla!! Adeguamento economico del lavoro svolto: zero!!
Capita anche che un collega qualche anno fa (quasi 20) vinca un concorso – per funzionario – nella stessa pubblica amministrazione; titolo richiesto: diploma di laurea. Negli anni trascorsi questa persona non è mai stata in grado di imparare quanto richiesto dal proprio ruolo e le mansioni richieste e svolte sono state sempre meno impegnative fino a raggiungere il lavoro svolto da un semplice operatore. Possibilità di carriera: illimitate!! Preferisco non fare confronti economici!!
Non credo che nessuna impresa privata abbia mai retribuito un manager che di fatto svolge ruolo da usciere ed un usciere che svolge ruolo da manager. Non credo nemmeno che, negli anni, abbia potuto continuare ad aumentare il livello economico del manager che fa l’usciere e non abbia mai potuto riconoscere (almeno economicamente) le capacità dell’usciere che svolge il ruolo da manager.
Oggi che il mio collega poco volenteroso ha ricevuto anche gli arretrati per una nuova progressione di carriera io non riesco più a trovare motivazioni e sento di aver bisogno di un analista, altrimenti sarò destinata ad andare a far parte della lunga schiera di pubblici dipendenti lavativi.
Pubblica Amministrazione, ve lo spiego io come funziona!
di
achira
Lettera pubblicata il 12 Maggio 2007. L'autore, achira, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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cara Achira, credo che quello che scrivi sia il più grande problema della p.a.: la mancanza di valorizzazione del merito, e la tendenza all’appiattimento verso il basso.
Da cui derivano le inefficienze, la delusione di chi lavora, la voglia di lavorare di meno perchè tanto il merito non è riconosciuto.
Colpa anche del sindacalismo nostrano, che pensa solo ai rinnovi contrattuali e a difendere i lavativi.
Se ci fossero incentivi legati alla produttività, ai risultati, ecc., (pur lasciando un minimo stipendio di base), ci sarebbero gli incentivi per lavorare meglio, da parte di molti.
Però credo anche che non sia colpa solo dei singoli lavoratori, se le cose non vanno bene.
Vedevo a Report la settimana scorsa la situazione tragica degli uffici giudiziari, la mancanza di cancellieri, di mezzi informatici, archivi caotici, fascicoli sparsi ovunque, ecc.
A volte lavorare in certi uffici pubblici sarebbe impossibile anche per il più volenteroso, mi pare.
Sicuramente però bisognerebbe finirla con tutti questi “automatismi” di carriera, slegati dal merito e dai risultati.
E’ possibile sapere se negli uffici della pubblica amm.ne(ex Provveditorati agli studi) è ammesso portare e usare radio ricetrasmittenti, ed infine quali sono le responsabilità di un commesso usciere che possa fare entrare gente estranea fuori dagli orari di ricevimento. Se qualche malintenzionato commette un reato o se si commette un furto a cosa ricorre il commesso?
grazie
Rispondo allo sfogo della lettera di achira- ai commenti di albert
Nella p.a. succedono anche queste cose ma perchè le regole non sono quelle di un settore privato che invece di dare pari opportunità al personale in realtà è un sistema rigido e classista, mi spiego:
a) se entri come cat. D (quadro con laurea obbligatoria)hai migliori opportunità di carriera, ma non legate al merito (devi avere le spalle coperte dal politico o dal dirigente)
b) se entri come opertaore cat. B puoi avere anche 5 lauree ma devi aspettare minimo 20 anni per arrivare alla cat. D e vincere i concordi interni, indipendentemente dal fatto che fai il lavoro di Einstein!
c) infine come si fa se il dirigente non gli frega nulla di creare il percorso di carriera per te-operatore-pagato male frustrato e sull’orlo di una crisi esistenziale, che si sbatte per fare il lavoro del funzionario? Non si deve fare più il lavoro della cat. D ma si fa quello di operatore perchè nel privato fai la mansione per la quale sei pagato, no? Io ho iniziato a fare così e sto molto meglio, mi sono presa una laurea almeno potrò fare un concorso da D, invece di continuare a sbattermi 11 ore giornaliere tra lavoro e viaggio per anni, facendo mansioni da D e tante ore non pagate per sentirmi dire dal dirigente dopo che chiedi se ciò ti verrà riconosciuto neglia anni, che dovevo accontentarmi di fare un bel lavoro…!! Sai però il portaborse del politico di 26 anni, in due anni è stato assunto come cococo 36.000,00 anno e veniva 2 gg. alla settimana,il suo lavoro lo facevo io, mentre lui pagato profumatamente nel contempo faceva un master e infine gli hanno preparato il concorso da D e l’hanno assunto in ruolo. E’ giusto fare il proprio lavoro, ma nulla di più perchè queste cose di fanno girare le palle e allora capisci che devi pensare a quello che è meglio per te…è chiaro il mio concetto maturato dopo 25 anni di lavoro?
Attendo commenti..numerosi