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Lettera pubblicata il 30 Maggio 2010. L'autore, maledettoio, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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maledettoio,
ritorno un po’ indietro nel nostro dialogo, e cioè al tuo non essere “stronzo” con le donne. se ti è stato insegnato così, non posso che apprezzare. anch’io ho inculcato a mio figlio il rispetto per la donna. mi accusa spesso di averlo fatto troppo pesantemente e di esserne ora succube. a te posso dire che, quando ti guardi allo specchio, dovresti poterlo fare sempre serenamente. a lui, nemmeno questo potrei dire, in quanto mi volerebbe addosso se solo osassi cercare di spostare la responsabilità del suo modo di essere e di agire su di lui… ha qualche anno meno di te ma ancora non è giunto a capire che non può sempre scaricare su altri quello che non gli piace o non accetta di sè.
nella frase che faceva riferimento al non essere mai soli nella solitudine, riferendomi a me, intendevo sottintendere che la mia compagnia, quella che in qualche modo mi spinge a essere più sola di quanto vorrei, è il dolore.
se ti riesce, e ti va, procurati il libro di Carlo Emilio Gadda “La cognizione del dolore”. manca il finale ma, a mio avviso, l’autore descrive mirabilmente la difficoltà di comunicare, di vivere e di amare. mi piace molto anche “Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez: molto più leggero e fantasioso del primo, che dimostra comunque come tutto passi e ben poco resti del vivere umano, sempre e comunque abbastanza solitario…
contrariamente a Pavese, i due autori conoscono bene almeno quanto lui quanto sia difficile campare ma hanno accettato la sfida di continuare a vivere. potresti farlo anche tu (mica hai il problema di Pavese!), se solo lo volessi. basterebbe puntellarsi un po’ qua e là: venirmi a far visita, per esempio. ti potrei ospitare da me per qualche tempo, e bada: non ricevo nessuno da anni e anni…
quanto al momento da sfuggire a notte fonda, prima di dormire, basta allenarsi e si riesce quasi sempre a dribblarlo: basta mettersi a letto quando non riesci più a tenere gli occhi aperti, oppure farsi un trattamento auto-rilassante, ed è fatta! anche se, ovviamente, non in modo permanente…
assaggi:
http://it.wikipedia.org/wiki/La_cognizione_del_dolore
http://it.wikipedia.org/wiki/Cent'anni_di_solitudine
siccome temo che non ariverai alla fine delle 7 generazioni che sono descritte nel libro, riporto di seguito il paragrafo di sintesi da non perdere, in quanto quello per me più significativo:
“La solitudine del titolo è dunque la condizione di ogni uomo all’interno di questo microcosmo: i vivi si agitano e combattono senza tuttavia muoversi da uno stesso punto e i morti ritornano sulla terra come sagome, così solitarie e affrante che finiscono per diventare amiche di quelli che erano stati in vita i loro peggiori nemici. (Prudencio Aguilar)
Il messaggio finale, che dà tutto il senso della tragedia umana, mostra come infine tutte le vicende attraversate dai personaggi portino l’ultimo della stirpe a comprendere l’entità dell’incapacità di evolversi. Troppo tardi, perché nel momento stesso in cui egli arriva alla scoperta che ha valso cent’anni di solitudine (la decifrazione delle pergamene di Melquíades), scatta la punizione “divina” sotto forma di un biblico vento che spazzerà via ogni traccia del villaggio, ormai quasi una cittadina, e dei suoi abitanti. Insomma, in definitiva la storia corale della famiglia Buendía, affollato crocevia di speranze, desideri e sogni… una famiglia così densa ed impregnata di forti sentimenti ma così chiusa nelle sue effimere illusioni da sprofondare nella più sconsolante e più irrimediabile delle solitudini.”
Rossana ti ringrazio per i libri consigliati, ma ammetto che non li cerchero’ neppure, non ho voglia di leggere proprio nulla.
Allo specchio non mi ci guardo mai tranne per la barba, cosa che comunque accade molto raramente, l’ultima volta e’ stata circa 4 mesi fa, e credo, forse mi ci guardero’ in questi giorni perche’ ora la barba mi porta davvero troppo caldo, sa solo da vedere se trovo la voglia di mettermi a tagliarla. Grazie per l’offerta di ospitalita’ sei molto gentile Rossana, ma pensa che mia sorella e mio cognato sono anni che mi dicono di andare a casa loro per qualche tempo, loro abitano a quasi 1000Km da qui(che sarebbe anche bello lontano), ed io non ci sono mai andato e dubito lo faro’ mai, ma comunque non sarei una buona compagnia.
maledettoio,
immagino ci sarebbe una differenza fra stare da me e stare da tua sorella: da me saremo tra simili, senza bisogno di indossare maschere, nè di rispettare orari…
sei delicato e disponibile nelle tue risposte: sono contenta di aver avuto modo di conoscerti abbastanza a fondo, molto più di parecchie altre persone con cui sono in contatto da anni.
in tutta la vita ho avuto un solo amico maschio, un amico virtuale molto giovane, che abita in un continente lontano… parliamo in inglese, lingua adottata da entrambi per comunicare, quindi necessariamente abbastanza limitata, ma devo ammettere che mi ha dato più lui con semplici interscambi di superficie (a motivo della grande differenza d’età) in meno di un anno di altre amicizie durate decenni. è una questione di affinità. anche noi ci capiamo facilmente, sia pure in un dialogo che hai voluto pubblico…
abbi cura di te. un grande abbraccio.
Rossana il fatto per cui ho fatto l’esempio di mia sorella era piu’ per farti capire non vado da loro come non vengo da te perche’ comunque non sarei una buona compagnia, io oramai ho smesso di indossare maschere, ne porto solo 1 e solo temporaneamente. Sul fatto degli orari ho smesso di non rispettarli per far si che mia madre la notte dormisse, prima facevo cio’ che volevo, ora bevo fino a prender sonno. Se e chi vuo vedere di chi mi conosce che ho chiuso con tutto ha modo di vederlo, non mi importa piu’ che lo vedano, ne che vedano che me ne frego di me. Quei 2 o 3 amici che ancora insistono nel farsi sentire e vedere quando vengono a casa provano sempre quando vanno via ad usare la frase “ciao, ci vediamo” ed io taglio corto dicendo “sai dove trovarmi io sempre qui sto’. Qualcuno mi ha anche “minacciato” di venirmi a pestare e tirarmi fuori a forza, la mia risposta “provatecci”. Io oramai voglio solo una cosa e sinceramente e’ meglio per me e per gli altri che stia lontano da tutti, fino a che non la faccio, poi amen. Sul fatto che hai avuto solo un amico maschio, ba non sono molti i maschietti che riescono ad essere davvero solo amici di una donna. Comunque sul fatto di sentire di aver conosciuto meglio me o l’altro tuo amico non mi meraviglio il comportamento delle persone cambia qui sulla rete, parlare di persona, faccia a faccia, non e’ cosi’ semplice se almeno una delle due persone non e’ disposta a rischiare e difficilmente anche la piu’ aperta delle persone vuole correre questo rischio. Con questo voglio dire che forse come le altre persone, forse anche tu tendi a non mostrare certi tuoi lati pur, magari, volendolo fare, credo lo facciamo tutti. Lo hai detto anche tu tempo fa, le persone gia’ non vogliono affrontare i loro di problemi figurarsi quelli degli altri, preferiscono non sapere e non dire. Meno male che non ti sei riferita a me come ad un amico, so gia’ che come amico per le persone posso andare piu’ che bene, ma e’ una cosa che non sopporto piu’ sentirmi dire, sopratutto da una donna. Un abbraccio anche a te, mi prendero’ cura presto di me, anche se a modo mio, e contro i giudizi degli altri. Oggi Sabato come promesso ultima volta che scrivo.
Dimenticavo che ci stava la sessione delle 21. Stasera non so se ridere, piangere o bestemmiare un dio al quale non credo. E’ la Quarta volta che mi organizzo la serata per fare una cosa, cosa che tra parentesi trovo schifosa, ma che prima di morire voglio fare, ed e’ la quarta volta che succede qualcosa che manda tutto per aria, stasera devo decidere se stare a casa vicino alla gattina che sta morendo e non uscire neppure a bere(altro che fare cio’ che volevo fare), o se fregarmene mollarla a mia madre ed andare per la mia strada…ba vedro’ comunque un saluto Rossana, buona fortuna per tutto.
Mi sa che ci ho messo troppo a scrivere, amen apparira’ domani.
maledettoio,
no, anche il tuo ultimo post sulla gattina è stato pubblicato. mi dispiace per lei e per il dolore che ti sta dando. forse anche questo ha un senso…
è vero che in rete si tende a essere più aperti e più sinceri. ed è anche vero che, per una donna, è difficile avere amici maschi, che siano e restino solo amici. forse, però, alla mia età potrebbe essere possibile, soprattutto a distanza.
come già ho scritto, anch’io vedo pochissime persone per non far debordare, anche involontariamente, le mie difficoltà e per l’attuale incapacità di accollarmi, anche solo momentaneamente, le loro. ognuno ha il suo mondo di luce e di ombre e, spesso, più passa il tempo, più aumentano le ombre, per tutti.
se mi scriverai ancora, ti risponderò sempre volentieri. se non lo vorrai più fare, di certo penserò a te, di tanto in tanto. non allerterò nessuno, in quanto non è nelle mie corde interferire con le decisioni e la sensibilità altrui.
grazie per l’abbraccio e per l’augurio, molto graditi. ti stringo forte anch’io, adesso e soprattutto ogni volta che vorrai sentirmi vicina.
per maledettoio
“Questo corpo vestito di rosso leggero
dopo tanto pallore riavrà la sua vita.
Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi
e saprò d’esser io: gettando un’occhiata,
mi vedrò tra la gente. Ogni nuovo mattino,
uscirò per le strade cercando i colori.”
(C. Pavese)
maledettoio, credo che l’essere umano sia fatto di uno strano materiale, fatto per resistere a tutto, cade e si rialza mille volte con mille incrinature e se non riesce a farle rimarginare trova il modo di conviverci raggiungendo un proprio equilibrio.
Però proprio a questo materiale apparentemente così resistente può capitare che un giorno arrivi un colpetto, un colpetto insignificante, uno di quelli che non romperebbe neppure una porcellana, e chissà perchè va in frantumi.
E per questa cosa non esiste spiegazione, ne motivo, fatto è che non resta molto da recuperare.
Per fortuna questo non capita a molti e per sfortuna non molti possono riuscire a capire cosa si prova.