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Lettera pubblicata il 30 Maggio 2010. L'autore, maledettoio, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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“essere soli significa essere indifesi, incapaci di penetrare attivamente nel mondo che ci circonda, significa che il mondo può accerchiarci senza che abbiamo la possibilità di reagire. Il bisogno più profondo dell’uomo è quello di fuggire dalla prigione della propria solitudine” (Fromm)
maledettoio,
per favore, o scrivi le cose o non le scrivi. perchè mai dovresti fare qualcosa che farà sì che ti possa odiare di più?
non farla, allora, o per lo meno non farla nel modo in cui non vorresti farla…
Rossana bella frase anche se a parer mio non mi si adatta completamente.
Comincia con “essere soli” e si sono solo non ho molti “amici”, ma non scordare che anche quelli che ho sono io a non volerli piu’ frequentare, ma per me non e’ tanto l’essere solo che fa male, ma sentirmi solo(a parer mio e’ diverso), una persona puo’ benissimo vivere sola a patto che non si senta sola(ovvero che comunque sta bene con se stessa). Sul fatto di “penetrare nel mondo” non mi sento(tutto sommato) incapace di farvi parte e’ solo che non mi interessa farvi parte cosi’. Sul fatto di reagire o meno be’ provasse pure il mondo, in qualche modo, a rompermi le ….., e vedrebbe se ho forza per reagire o meno. Sull’ultima frase sono completamente d’accordo, l’uomo fa di tutto per sentirsi meno solo, anche sbagliando avvolte, peccato io non riesca a comportarmi in certi modi, ma vabbe’ pazienza(ecco forse su questo mio modo di non essere la colpa, indirettamente, e’ dei miei). Comunque quando non si e’ proprio adatti a realizzare cio’ che si desidera, l’unica cosa e’ smettere di desiderare e di pensare. E cosi’ faro’ io.
A proposito lo so che c’e’ musica che puo’ tirar su(in teoria), io h osmesso di ascoltare le mie playlist o era un casino che non facevo che piangere e bere, e quelle diciamo troppo allegre non sono dell’umore e non le reggo proprio, quindi tendo il pc su radio italia ed ascolto quel che manda. L’unica cosa di “mio” che andora ascolto(e guardo) e’ elisir d’amore la versione col grande Pavarotti.
caro maledettoio,
quando ho scritto di valorizzare il proprio talento, non intendevo un lavoro tanto per far qualcosa ma darsi un po’ da fare per trovare, prima o poi, l’attività che fa per te, che ti possa dare un minimo di soddisfazione oltre allo stipendio a fine mese.
se non ti hanno voluto al primo giro per il lavoro nei boschi, avresti dovuto insistere, magari presso qualche privato. e anche per la sorveglianza notturna di una qualche villa o magazzino avresti forse potuto, con il tempo, trovare una collocazione dignitosa. possibile che l’essere economicamente autosufficiente in modo non del tutto sgradevole non ti abbia allettato per niente?
quanto alla formazione del carattere, invece, alla tua età non ha più senso addossare responsabilità ai genitori: sei “grande” ormai e devi poterti anche modificare, almeno un po’, se lo ritieni utile o necessario.
non amo la musica classica. a quello che ho capito tu invece sì. perchè ti piace elisir d’amore? Pavarotti piace molto anche a me, in interpretazioni meno impegnative. sono dischi di classica quelli consigliati per incidere sull’umore. proverò a cercare per vedere se ti posso suggerire qualcosa…
un abbraccio
questa l’adoro: è uno dei più bei ricordi della mia infanzia, benchè mi facesse piangere… ma non era la sola cosa che mi faceva piangere e, in compenso, la trovo ancora bellissima, proprio come allora:
Una furtiva lagrima
negli occhi suoi spuntò:
Quelle festose giovani
invidiar sembrò.
Che più cercando io vò?
M’ama! Sì, m’ama, lo vedo.
Un solo istante i palpiti
del suo bel cor sentir!
I miei sospir, confondere
per poco a’ suoi sospir!
Cielo! Si può morir!
Di più non chiedo, non chiedo.
Ah, cielo!Si può morir d’amor.
Grazie di avermela riportata in memoria…
Rossana io no nprendo soldi dai miei da moltoo ma moltooo tempo.
Come ho detto ho lavorato in passato ed essere economicamente indipendente non mi provocava nessuna sensazione particolare, ed il fatto di non avere, al tempo, nessun vizio tipo bere o fumare quello che spendevo era per qualche fumetto, ma neppure troppi e quando uscivo, per il resto mettevo tutto da parte, Fino qualche tempo fa avevo quasi 10.000€ da parte (soldi miei), a e se te lo chiedi non guidavo prendere la patente per fare il comodo degli altri non mi interessava ed a me guidare non piaceva, come non mi piace ora che l’ho dovuta prendere per forza(2 anni fa), si capisce il perche’ no?!? In 2 anni che ho la patente fa un po il conto tu avro’ guidato si e no 1 volta ogni 15 giorni di media, tranne negli ultimi 2 mesi di vita di mio padre che facevo va e vieni dall’ospedale, ora in pratica non la prendo mai, l’accendo solo per la batteria. Non addosso ai miei nulla, infatti ho detto indirettamente, se non riesco a fare lo “stronzo” con le donne la colpa alla fine e’ solo mia e di nessun altro, e disgraziatamente che lo voglia o meno non riesco a cambiare questo lato del mio carattere. A me la musica non interessa di che tipo sia, basta che mi faccia provare qualcosa, be come tutto, e non per sbattere sempre da na parte, ma anche per questo Lei era speciale per me, perche’ mi faceva provare delle emozioni che nessuna mai mi aveva fatto provare. Bellissima una furtiva lagrima, bello tutto elisir d’amore, che comunque non e’ molto impegnativa a tratti pure divertente, se cerchi col mulo dovresti trovare anche la versione coi sottotitoli in italiano(registrata dalla tv), l’unica pecca e’ il finale poco realistico, nella realta’ nemorino partirebbe.
A pensavo una cosa, dato che bene o male sei l’unica con cui parlo e dato che hai detto che preferiresti non sapere, scrivero’ qui fino a sabato sera, poi non scrivero’ piu’ comunque. Anche se mi sa che mi daranno per disperso, quindi probabile, anche se preferirei di no, si parli di me.
maledettoio,
peccato! sono sicura che mi mancherai ma rispetto la tua decisione, come rispetto le decisioni di tutti gli altri. avrei voluto averti come amico, scrivendoci privatamente tutte le volte che avessimo pensato di avere qualcosa da dirci. il confronto con te è per me piacevole e interessante.
contrariamente a te, io sono molto estroversa e quasi non vivo se non comunico. purtroppo, le persone con cui ho potuto avere un dialogo stimolante sono state sì e no un paio, in tutta la vita. per il resto, parole gradevoli ma ben poco arricchenti.
sono stata sola interiormente abbastanza spesso: soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza, in famiglia. i miei anni in coppia, invece, sono stati solitari sotto il profilo fisico, in quanto ho convissuto solo per quattro anni. negli anni in cui le responsabilità di madre si sommavano a quelle di portare a casa la pagnotta, credo di non aver avuto il tempo di sentirmi sola…
in sintesi, credo che percepire una solitudine interiore sia una specie di lusso doloroso, in quanto fa più male quando si ha più tempo a disposizione. ora che non lavoro più e vivo sola da circa 6 anni, mi sento molto peggio psichicamente di quando ero presa da mille incombenze faticose da mattino a sera.
cerco di tenere sempre la mente impegnata e spesso non so stare se non ho la radio o la tv che chiaccherano per conto loro in sottofondo. affronto me stessa quasi soltanto quando sono costretta a viaggiare in auto. l’occhio alla strada non basta a distrarmi da me. no, ancora non mi sono abituata del tutto, e non so se mai riuscirò ad essere davvero a mio agio. credo che una cosa sia star soli di tanto in tanto, altra esserlo sempre.
a me piace questo aforisma di Jim Morrison: “La solitudine è ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno”. tu, come la trovi?
so di aver fatto parecchia confusione fra i termini isolamento e solitudine. per me l’isolamento è volontario, la solitudine, no. ma, per non sentirmi sola, ho bisogno di relazionarmi con persone particolari, che non trovo facilmente. oppure di stare anche in silenzio, con una persona altrettanto silenziosa nella camera accanto, come quando mio figlio era bambino…
l’auto è un accessorio utile, come tanti altri, se hai la necessità di usarla, come il cellulare. per quanto mi riguarda, amo lo stile francescano: cerco di non farmi mancare quanto mi è necessario o piacevole, niente di superfluo, ad eccezione, forse, di qualche libro…
un abbraccio
per maledettoio:
Gitanjali e il Giardiniere
Murato in te
È solo notte.
Apri gli occhi,
fuori di te
troverai luce infinita. (R. Tagore)
—
anche questo mi piace abbastanza:
Per vivere soli bisogna essere o un animale o un dio, dice Aristotele. Manca il terzo caso: bisogna essere l’uno e l’altro, un filosofo.
(F. Nietzsche, Crepuscolo degli idoli)
questa me la autodedico:
Nessuno è veramente solo a questo mondo: ognuno ha il proprio dio, il proprio dolore o il proprio orgoglio a fargli compagnia.
(Giovanni Soriano, Maldetti, 2007)
Rossana a me la macchina fa venir solo, ancor di piu’ la voglia di andarmene, quando guido avvolte il piede sull’accelleratore preme quasi senza che me ne accorga, sopratutto in autostrada. Guido da poco e poco l’ho gia’ detto e mia madre mi chiama pie’ veloce. Le unichc cose che mi fan mantenere un pochino il controllo sono: il sapere di non essere solo in macchina(di solito), il sapere che ci potrebbe andar di mezzo qualche poveraccio che al quale magari la vita piace ed l’indicatore di velocita’ che controllo piu’ spesso che posso(per evitare le due cose dette prima) o sarebbe gia’ da tempo che sarei finito spiaccicato da qualche parte. Si forse e’ vero che tenendo la mente e contemporaneamente il corpo impegnati si evita di pensare avvolte, ma per quel che riguarda me e’ inutile, tanto prima o dopo ti ritrovi un momento fermo e da solo a pensare a te, e se non ci fosse un momento simile durante il giorno a fine serata comunque e’ inevitabile che arrivi, prima o poi a letto ci mettiamo tutti(o quasi) e li i pensieri volenti o nolenti arrivano comunque. Non conosco R.tagone, non leggo molto a dire il vero, non so perche ma mi da fastidio farlo a casa, solo 1 estate e’ successo che ogni libro che mi capitava a tiro lo divorassi, mi alzavo la mattina alle 8, mi lavavo, mi mettevo sulla bici e mi sparavo 15km per arrivare ad una spiaggia che mi piaceva particolarmente e restavo li fino le 17, avvolte la mattina veniva qualche amico, avvolte il pomeriggio qualche altro, su quella spiaggio ho letto tantissimo(ma comunque parlo di tanti ma tanti anni fa). Bella l’ultima frase ma mi chiedevo che succede se l’orgoglio non lo hai piu’ e neppure un dio al quale credere? Bella anche la frase di J.Morrison la condivido, la cosa peggiore e sapere di poter dare qualcosa di particolare e sentire di non aver nessuno a cui darla. Ma forse ripensandocci, no, la cosa peggiore e’ sapere che avresti potuto dare qualcosa di particolare e non te ne importa piu’ nulla di darla a qualcuno(ma forse questa si riferisce di piu’ alla voglia di morire che alla solitudine).