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Lettera pubblicata il 30 Maggio 2010. L'autore, maledettoio, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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ancora una considerazione: anche gli ergastolani più rozzi e ignoranti trovano il modo di rendere più confortevole la loro cella o di far qualcosa per migliorare la loro esistenza di reclusi. possibile che tu non trovi proprio NIENTE che ti possa appassionare o almeno interessare?
potresti allevare uccellini o cani di razza… coltivare orchidee o ciclamini… fare qualsiasi altra cosa ti dia un minimo di soddisfazione e ti mantenga in contatto con il resto del mondo…
almeno in questo ti dovrebbe essere di supporto l’intelligenza… certo che bisognerebbe prendere una definitiva decisione di fondo: mi adatto a quello che mi passa il convento e lo valorizzo oppure ci sputo sopra e penso a come togliermi di mezzo?
vivi la tua vita ANCHE come una condanna (per molti di fatto lo è) ma cerca, come essere umano pensante, di renderti e di renderla migliore. in qualsiasi modo ti sia congeniale…
Xmaomao Tutti a cominciare da me,abbiamo conosciuto momenti in cui le forze dello spirito vengono a mancare e ci sembra che la vita non abbia alcun senso.Anche questo e’ normale cara maomao,poiché’ la vita e’ fatta anche di questo,ma e’ la nostra gran voglia di non lasciarci andare,di combattere,di voglia di vivere che ci fa andare avanti..Un caro saluto e un abbraccio a te
Rossana se io sia o meno intelligente non lo so. So solo che sono come sono. Capisco che per quel che riguarda gli altri sto sbagliando, ma non mi pongo piu’ il problema.
Non voglio, come dire, vivere tirando a campare, l’ho già fatto per troppo tempo. Ho provato a cambiare e non è cambiato nulla, ho provato a fare una vita più normale che mi fosse possibile e non e’ cambiato nulla, anzi le cose son peggiorate, non vedo il motivo per tirarla ancora per le lunghe.
Morire presto a modo mio o morire lentamente soffrendo dentro per me son due cose molto differenti. Sul fatto che non mi appassioni più nulla o che non mi vada più di fingere di stare bene, che ti devo dire non e’ certo una scelta è così e non so che farci, se a te propongono di fare qualcosa e a te proprio non va o ancora peggio ti fa stare ancora peggio con te stessa che fai? la fai comunque? Restare come dici tu in contatto col resto del mondo non mi fa che desiderare di morire ancor di più proprio perchè mi fa pensare a quelle cose normali che ogniuno prima o poi nella sua vita vive e che io non vivrò mai. Sul fatto che darsi da fare su questa terra non serve, non sono daccordo, serve a patto che oltre a far star meglio altri faccia star meglio noi stessi. Non dirmi che per te ad esempio sapere che comunque sia nei tuoi figli e magari i tuoi nipoti, resterai sempre nel cuore, non conta nulla. Se si costruisce qualcosa e lo si fa con amore si sa che qualcosa di noi restera’ sempre, e questo gia’ non e’ poco. Non dico mica che altri non son come me e che magari non trovan un modo dentro di loro per tirare avanti, c’e’ chi sta peggio e chi sta meglio, ma ogniuno affronta le cose a modo proprio, proprio perche’ siamo diversi. Io come ho gia’ detto per quel che riguarda me stesso trovo che sia inutile per me andare avanti solo per vedere che succede, non la trovo una cosa per la quale valga la pena vivere. Per il resto be mi rendo conto che saro’ un problema ma non piu’ di quanto lo sarei restando vivo.
I carcerati non si pongono problemi di un certo tipo, non fan molto testo.
Se sapessi di poter vivere con me stesso sempre facendo le cose senza crearmene nessun problema forse lo farei, ma non fa per me. Figurati quanti problemi mi faccio, l’altro giorno ho visto un topo bello grosso nel mio cortiletto, l’ho cacciato, ma non so perche’ mi ha fatto simpatia, ho quindi trovato un modo per catturarlo con una scatola da scarpe, l’ho preso e l’ho messo in un bidone della spazzatura, consapevole che ne sarebbe uscito. Sai perche’ l’ho fatto? sapevo che prima o poi qualcuno del condominio avrebbe messo una trappola e l’avrebbe ucciso, ma non solo, sapevo anche che se lo avessi ribeccato dinuovo nel cortiletto, avrei si potuto ricacciarlo fuori, ma avrei anche potuto tirargli una legnata e lasciarlo secco li per terra senza provarne rimorso(ma solo in quel momento, poi non lo avrei piu’ scordato). Sarebbe dipeso solo da come fossi stato di umore in quel momento, che ti posso dire e’ stato un topo fortunato.
No Rossana, non voglio confrontarmi con nessuno, il fatto di conoscere o sapere di non essere l’unico, cosa che gia’ sapevo, per me non fa differenza. E non cerco aiuto, l’ho gia detto mi sembra. Volevo solo poter dire cio’ che provavo riguardo una mia situaione e su come un altra persona era quasi riuscita a cambiairmi, pure se non credevo che potesse accadere, e l’ho fatto.
Tutto il resto son parole, spiegazioni e risposte a cio’ che voi mi dite, ma che in me, aime’, non sortiscono nessuna emozione, lo so e’ brutto dirlo e sentirselo dire, ma non ci posso fare nulla. Vedi un altro brutto lato del mio carattere, io sono un indeciso cronico, se non mi sento obbligato(occhio non se sono obbligato) non prendo una decisione, la cosa pessima(credo) e’ che quando ne prendo una, non la cambio, perche’ ritengo di aver ben valutato tutte le altre possibilta’, anche se mi rendo conto che non sto facendo la cosa migliore secondo gli altri.
Per il resto be potrei fare come fan tanti, andarmene a puttane quando mi va di sco...., o trovarmi una che mi ama e fingere di amarla, metterci su famiglia e magari tradirla alle spalle, e crescere dei figli a cui voler bene.
O potrei fare come fan molti ripetermi di continuo “son solo per scelta” e tirare avanti cosi.
O trovarmi una “scopamica” magari fidanzata con un altro poveraccio che si illude di essere l’unico e prendermi cio che mi da.
Ma che ti posso dire, non son cose che fan per me, non ci riuscirei.
Non val la pena vivere, secondo me per ste cose, come non val la pena vivere per mangiare o pagare le tasse, ne tantomeno per spendere i guadagni in fumo, droga ed alcol. Per un po puo’ andr anche bene ma poi sa da finire. Gia’ per dirtene una non sai quanto io sia emotivamente combattuto sul fatto che in quasi 2 anni ho speso quasi 9000€ in ste cose, di certo ben spesi perche’ mi han aiutato a tirare avanti in sto periodo per evitare di dare un dolore inutile a qualcuno che stava gia’ morendo, ma certo buttare cosi’ tanti soldi per uno come me che rispetta anche il valore di un solo € lavorato non e’ certo che la consideri una cosa postitiva.
maledettoio,
anche se so che i miei riscontri non ti saranno molto utili, rispondo alle tue domande:
1) “se a te propongono di fare qualcosa e a te proprio non va o ancora peggio ti fa stare ancora peggio con te stessa che fai?”
ho fatto per 38 anni, in media per 10 ore 5 giorni alla settimana, un lavoro che non era proprio quello che avrei desiderato (più mandare avanti una casa, seguire figlio e anziani pressochè da sola) ma l’ho accettato perchè era il solo che sapevo fare e che mi permetteva di far fronte alle mie responsabilità. tu, purtroppo o per fortuna, a quanto mi pare di aver capito, NON ne hai e non te ne sei cercate. quindi…
2) “Non dirmi che per te ad esempio sapere che comunque sia nei tuoi figli e magari i tuoi nipoti, resterai sempre nel cuore, non conta nulla.”
qui, hai “toppato”, nel senso che non mi dà alcun piacere nè soddisfazione immaginare che il ricordo di me sopravviverà 30-40 anni dopo la mia morte. cosa vuoi mai che me ne importi, quando non ci sarò più!
in buona sintesi, concordo con te che non c’è molto da rosicare nel vivere con la tua sensibilità, dimostrata dall’episodio del topo e dalla riprovazione che senti per la spesa, accuratamente calcolata, relativa ai tuoi “supporti psicologici”.
in quale regione vivi? ti va di dirmi qualcosa sulla tua infanzia e sulla tua famiglia?
Rossana no alla prima domanda non hai risposto, non era riferita ad eventuali obblighi o responsabilita’, ma a cose da fare tanto per farle per distrarti, che so andare al mare, andare a correre, cose cosi’ intendevo io. Non mi riferivo certo a cose che uno si sente obbligato a fare, anche io ho tirato altri 2 anni perche’ mi sentivo obbligato, ma non c’entra.
Ba si avro’ toppato sulla seconda, e’ che io vedo i figli come aver lasciato un qualcosa di se che resta e non solo per 30 o 40 anni. Bo mi chiedo pero’ a che profarli se non ci importa cosa siamo per loro che sia da vivi o che sia da morti. Solo per mettere al mondo un altro nato per pagar tasse? Bo io li vedo come un segno di amore che oltre al resto tramandoano anche un po di noi. Ma forse sbaglio anche qui, non me ne stupirei.
Non mi va di parlare di dove vivo, sai sono diventato un po paranoico sul discorso, anche per accedere qui uso un proxy switcher per cambiare l’ip, comunque sono nato siculo. Infanzia, nulla di che per lo piu’ ero gia’ anche troppo chiuso allora e mi facevo gia’ troppi problemi, ma si vedeva molto ma molto meno di ora, se vuoi sapere se mi odiavo gia’, si, pregavo spesso la notte di non risvegliarmi piu'(non farti strane idee non sono successe cose strane di notte a casa mia ne altrove). La famiglia ba un casino come, o piu’ o meno, tutte, credo, nulla di particolare, discreto rapporto con mia madre, quasi totale indifferenza con mio padre, anche se comunque so che non mi voleva certo meno bene di mia madre, ma avevamo troppo la testa dura entrambi credo. Comunque non ho quasi nulla da rimproverare ai miei, tranne due o tre cose che credo abbiano in maniera indiretta influenzato anche il mio carattere, ma sono io che ho scelto di reagire male a certe situazioni che possono capitare.
maledettoio,
scusa, non avevo capito la prima domanda. anch’io ho qualche difficoltà a trovare veri e sentiti interessi (diciamo meglio: passioni).
qualche risultato decente, per lo meno a livello di piacevole passatempo, l’ho trovato per qualche anno in una collezione di oggetti di scarsissimo valore, che mi potevo permettere e che mi dava un’estensione vastissima di ricerca, spingendomi anche a uscire di casa, almeno nella bella stagione.
poi sono passata ad altro, on line, che mi consente di restare in superficiale contatto con mio figlio, che vive da anni dall’altra parte del mondo. ho scoperto che è anche un ottimo antidoto alla depressione…
anche tu, però, sfuggi quasi sempre i chiarimenti di maggior interesse: non mi è per niente utile non conoscere le “due o tre cose” che hanno influenzato il tuo carattere, perchè è proprio di quelle che ero in cerca… tua madre era affettuosa con te? ti faceva sentire amato?
ti potranno sembrare domande stupide ma è nella prima infanzia, oltre che nel carattere, che si delineano i nostri percorsi di vita, soprattutto quelli legati all’unica cosa che secondo me, alla fine della fiera, è veramente importante: cioè alla capacità di amare se stessi e alla conseguente capacità di amare gli altri.
il discorso della propria realizzazione personale ed affettiva è invece molto complesso. anche qui l’erba del vicino è sempre più verde…
chi non ha avuto modo di unirsi in modo stabile a un compagno/a o, avendolo fatto, non ha potuto avere figli, spesso rimpiange la totale o parziale sterilità della propria esistenza.
chi invece si è messo in gioco, magari anche troppo e con scarse precauzioni, si può trovare anche più vuoto e più spento. infatti, sono pochi quelli davvero soddisfatti della coppia che si sono costruiti o dei figli messi al mondo (che ora rendono un inferno la loro quotidianità) oppure possono anche essere mortalmente feriti per averli perduti…
i figli sono tuoi soltanto nell’infanzia, poi a poco a poco se ne vanno, com’è giusto che sia. sempre che siano stati VOLUTI da entrambi i genitori, amati e rispettati, e non abbiano richiesto troppi sacrifici o privazioni. a livello personale, non credo di aver nulla di particolarmente valido da tramandare, nè sono troppo soddisfatta di quanto ho saputo e potuto dare in eredità affettiva… lll
a tutti la vita riserva batoste e delusioni. sta a noi e alla nostra scelta di fondo impostare al meglio quello che resta dei nostri giorni, scelta sempre soggettiva.
Oggi ho visto un film, City Island, personalmente l’ho trovato lento, un po noioso, nulla di che insomma.
Ma una frase mi e’ restata impressa: “ogni citta’ caotica ha bisogno di un isolola di pace, come ogni anima caotica ha bisogno di un luogo di quiete”, si vede era destino che io non lo trovassi, forse e’ questo che mi manca e senza il quale non riesco piu’ ad andare avanti.