Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 13 Novembre 2018. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore nina.
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
Cavoli mi dispiace. Non ci voleva. Secondo me sarebbe stato un tocca sana, quindi venendo a mancare il suocero, si è complicata di più la situazione probabilmente. L’unica cosa che si può fare secondo me è quella di trovare qualche esempio più maturo di lui. Lo so che la prima mossa che viene in mente, è quella di portarlo da un terapeuta, ma ora di arrivare ad una svolta i primi risultati ci vorranno almeno dieci anni, sempre secondo me. La cosa che posso dirti non conoscendovi, è che la vostra storia comunque non è facile, non si superano facilmente certe vicende.
P.s. Il discorso fatto in precedenza vale anche per eventuali zii…
Ciao Nina, condivido in pieno l’analisi di Gabriele. É una storia di solitudine che ha scavato in profondità e ha “imbruttito” tuo fratello ma lui non é davvero cosí.
Ciao Nina, come da tuo suggerimento ho letto la lettera in cui parli in modo più circostanziato della situazione di tuo fratello. Effettivamente, come sospettavo, anche la sua situazione non è facile. Per quanto attiene all’aspetto psicologico, sottoscrivo in pieno l’analisi di Gabriele e per quanto riguarda l’aspetto sanitario, be’, posso addurti un esempio analogo. Colei che mi aiuta con le mie bambine in qualità di baby-sitter aveva un fratello che presentava gli stessi aspetti di carattere che descrivi tu. Ebbene, anch’egli aveva problemi di salute e purtroppo recentemente è venuto a mancare. E anche nel loro caso, il padre è molto tanti anni fa e la madre, ultraottantenne, ha problemi di salute e, pur non accusando sintomi di demenza, è piuttosto capricciosa e depressa e più volte la figlia – la mia baby-sitter – deve starle dietro altrimenti lei non si alza dal letto. Capisco quindi che la salute malferma incida pesantemente sul carattere di tuo fratello.
Ma pur simpatizzando con tuo fratello per la situazione difficile in cui si trova, credo si debba comunque imporgli di darsi una regolata e soprattutto, di non mettere in croce le persone che gli stanno attorno, soprattutto ora che anche vostra madre è in crisi. Io so cosa vuol dire vivere una condizione di debolezza: non ho, fortunatamente, una malattia che mi causi forti sofferenze fisiche, ma, fin dalla mia nascita, son cieco e questo mi ha spesso causato forti limitazioni e frustrazioni che mi portavano – e ancor oggi mi porterebbero – a essere arrabbiato col mondo intero. Ma mi sono imposto, negli anni, di lavorare su me stesso, cercando di riflettere e di conquistare quanto più possibile in termini di serenità e di equilibrio interiore, riconoscendo il dovere di cercar di viver bene io stesso e di non far sperimentare l’inferno a coloro che mi circondano. A questo e sicuramente difficile arrivare, ma io credo che possa – anzi debba – arrivarci anche lui.
Max,
sono contenta di ritrovarti qui e di ricollegare il tuo nick alla tua persona.
concordo con gli utenti che hanno apprezzato l’analisi e i suggerimenti di Gabriele come eccellenti, utili anche a me.
per quanto riguarda il “non far sperimentare l’inferno” a parenti e amici, temo che, se l’iniziativa non nasce dal soggetto interessato, difficilmente potrà essere presa in considerazione e messa gradualmente in atto. secondo me, ad alcuni livelli di sconforto e depressione è quasi impossibile che possano sorgere preoccupazioni e riguardi per gli altri.
un caro saluto.