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Lettera pubblicata il 22 Ottobre 2013. L'autore ha condiviso 23 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Giulia Gabbia.
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Un grazie di cuore va a voi tutti per i vostri calorosi interventi
Sarebbe bello dire “mai dire mai”, sarebbe bello credere che tutto può cambiare, che la persona che amiamo torni da noi. Sarebbe bello poterla perdonare e ricominciare tutto da capo e creare così un bellissimo quadro, più bello del precedente, dai colori sgargianti e dalle forme sinuose e dolci. Io sono nata in una famiglia dove mi hanno insegnata a non perdere mai la speranza, dove mi hanno sempre spinta a dialogare e a dire la mia. Mi hanno sempre ascoltata con rispetto e hanno sempre dato valore a quello che dicevo. Sono sempre stata riconosciuta una persona sensibile e dolce, ma non sempre questo mi ha portato a vivere bene fuori dalla cerchia dei parenti e degli amici più stretti. Sono stata delusa tante volte e tante volte ho perso la speranza. Ma il mio primo amore è tornato dopo tanti anni sotto un’altra veste. E questo mi ha dato speranza di nuovo. Il rispetto e la fiducia non erano mai stati intaccati e ora il mio primo amore mi sta vicino dopo un altro amore finito male.
Non siamo propriamente amici. Però c’è una stima tale che ci permette di stare vicini senza la volontà di rovinare nulla. Non dimenticherò mai quell’abbraccio al cinema, i baci rubati dappertutto, l’amore nei campi, il bagno in piscina e le coccole a casa sotto le coperte vicino al camino. Ero molto giovane, ma come quell’amore puro non ho più trovato nulla. Con il mio ultimo ragazzo è stato amore, forse un amore più intenso e maturo, ma per come è finita… Beh, forse preferivo l’innocenza e la purezza del mio primo amore.
“- Sei tu, la mia ala perduta. Eravamo insieme nella nostra vita passata, ma un giorno senza un perché ci siamo persi. Tuttavia questo perdesi era destinato a svanire e noi ci saremmo ritrovati un giorno. Adesso quel giorno è arrivato.
Quelle parole fecero aprire in me una voragine nei miei ricordi portandomi a vedere i momenti accanto alla mia ala, accanto a quel ragazzo che possedeva l’altra parte di me, e ricordai tutto.
– Amore, sei tu?
– Sì sono io – detto questo si avvicinò e stringendomi a sé, afferrò la mano e iniziammo a volare verso il cielo che ci avrebbe ospitato nel suo infinito azzurro per tutta l’eternità senza mai più separarci”.
Angelo, Dreamer, Uffa e affini, voi usate il termine amore confondendolo con l’immagine onirica dell’amore di cui,( di quella sì) siete innamorati. Ho appena risposto ad un ragazzo (Dudy88) che è interessato ad una ragazza che è stata lasciata ma si dimostra ancora presa dal “lasciatore”.
Ho scritto che non c’è maggior afrodisiaco per una donna (ma vedo che anche gli uomini ne sono colpiti) che essere abbandonate, e che se per loro il rapporto non si è esaurito, quell’abbandono è come se cristallizzasse l’immagine dell’amato per sempre. Non importa se questo è un idiota, uno stronzo o quanto di peggio c’è in giro, è sufficiente che vi abbia fornito un pò di quella “bellissima sofferenza” che subito scatta la sindrome Anna Karenina, e quel personaggio che di voi probabilmente non ricorda neppure il nome, entri nell’Olimpo dei miti da sognare.
Ne avete molta di strada da fare prima di notare la differenza tra l’illusione e l’amore vero. Spero imbocchiate la strada giusta e la scopriate alla fine, quella differenza, anche se capisco che sognare è più bello e più facile che vivere la realtà.
Galooth,che male c’è a sognare? Ho detto,mi pare,che esistono vari tipi di amore dal mio punto di vista. E si,sono convinta che quell’amore incondizionato di cui io parlavo,quello che mi ha annientata,quello folle,era probabilmente un amore per l’amore. Più che lui,mi piace ricordare come mi sentivo,le emozioni che provavo,quantoero disposta a ,ettermi in gioco,non aver paura di rischiare,non aver paura di perdere nulla. E che male c’è a cullarsi in questo ricordo,in questi sogni e ricordare la semplice e pura emozione,per alcuni addirittura priva di riscontri reali?
Poi,amore è anche costruire,progettare,stimare etc….ma quello appartiene ad una sfera,non meno pura ma,semplicemente diversa. Se oggi tornasse il ragazzo di allora,per cui ho provato la follia,non lascerei il mio uomo. Per cui provo un amore concreto,un amore maturo e costruttivo. Con cui ho investito,e che non sognerei mai di lasciare o tradire.
Ma i ricordi delle emozioni,quelli appartengono ad una sfera personale così intima che perderli è un vero peccato.Rimuoverli,è sciocco. Ci appartengono,e sono un qualcosa di autentico, È in un certo senso come ricordare l’infanzia…
Non c’è nessun male nel sognare, peccato che spesso il sogno sostituisca la realtà, o diventi una realtà parallela. Abbandonare l’infanzia, come la chiami tu, e’ difficile per tutti, ma rifugiarvisi, quando la realtà indica situazioni concrete da affrontare è pur sempre una forma di immaturità, o come nel caso che mi riguarda, una forma di nostalgia del passato che non rende molto sicuro il partner di essere quello giusto per quel sognatore.
Ti faccio una domanda concreta, prova a parlare con quel’ uomo che non tradiresti mai cosa né pensa di quelle tue nostalgie così romantiche, e vedrai cosa ti risponde. Ciao sognatrice.
Cari amici noto che tutti avete qualcosa da raccontare sull’amore ,chi bene ,chi male cmq, tutti voi avete dei ricordi io vi lascio con una mia poesia sempre rimanendo sulla tematica .. La dedico a tutti quelli che hanno provato una amara sconfitta sull’amore .
AMARA SCONFITTA
Come è amaro
il sapore della sconfitta
nella vana ricerca
di un sentimento
sempre negato.
Sopravvivendo
su di un cuore
che ha sempre
pagato .
Cammino
sul sentiero
perdendomi
nel bosco.
Aggrappandomi
ad un appiglio
che scivola
tra le impure farfalle
striate dai colori
che recidono l’anima
dalla morte
immaginata .
Il silenzio
si bea
nei lamenti
incarnato
sulle vane speranze
incrinandosi
con il cuore
che piange …
Questa poesia, offre diversi livelli di lettura chiave che vanno oltre il semplice significato del suo contenuto. Affronta la delusione subita, vivendola come un’amara sconfitta, forse avuta, dopo un estenuante lotta. La vita è un campo di battaglia, dove spesso non si vorrebbe partecipare per evitare inutili e dolorose sofferenze che scaturiscono anche da eventi esterni imprevedibili. Parole incisive, taglienti e veritiere, raccontano lo stato d’animo e le riflessioni in modo realistico, ma altamente concreto. Personalmente, la vita mi ha insegnato che alle volte si vince anche quando apparentemente si perde; ciò nonostante, condivido ogni parola da voi lasciata e comprendendo appieno il tutto
Galooth: @Ho scritto che non c’è maggior afrodisiaco per una donna (ma vedo che anche gli uomini ne sono colpiti) che essere abbandonate, e che se per loro il rapporto non si è esaurito, quell’abbandono è come se cristallizzasse l’immagine dell’amato per sempre.
Vero, indipendentemente che si sia uomini o donne per alcuni l’abbandono sembra cristallizzare il ricordo, ma non sempre tramutando la persona come un eroe, spesso anzi è il rancore, l’importanza che si da’ all’altra persona come colui che ha scelto di lasciare, abbandonare, a essere difficile da digerire per molti. Altre volte, semplicemente, quella persona piaceva, interessava di più tra mille e quindi, se davvero non è scaduta completamente attraverso i suoi comportamenti, anche se le cose non hanno funzionato, una persona non nega, a distanza di anni, un interesse che ha provato. Lo dici tu stesso però: “se il rapporto non si è esaurito”. Allora in molti casi la questione non è che l’abbandono sia un afrodisiaco sentimentale, che lega di più una persona che altrimenti se ne sarebbe infischiata o avrebbe trovato nell’amato difetti maggiori standosi assieme, ma che l’amore che proviamo per qualcuno, e che potenzialmente proseguiva su scenari di complicità e costruzione, non si spegne con l’interruttore soltanto perché l’altra persona cambia idea, registro, sentimenti o se ne va. Chi è veramente bisogno di vivere con le dita nella presa della corrente e poi viene anche mollato/a se la vive molto diversamente da chi amava qualcuno, ci stava assieme sul serio e con un rapporto “normale” e poi si ritrova improvvisamente in una situazione di abbandono.
Mia zia ha amato per 40 anni lo stesso uomo, e lo ha amato davvero, e se ha sofferto per il suo abbandono non è stato perché essendosi lui rivelato uno stronzo fetentone di colpo ha scoperto di amarlo di più. Prima non viveva con un uomo che apprezzava per i suoi difetti. Viveva con un uomo fatto di pregi e difetti e lo amava. Oggi non nega il fatto che si sia comportato in uno schifo di modo, ma, a parte la sofferenza che una separazione porta, non è neanche così facile, pur senza cadere nell’idealizzazione eroica, rielaborare che una persona che credevi di conoscere, amavi e avevi ragione di pensare che ti amasse, un giorno sia diventato “qualcosa” di totalmente diverso da chi hai conosciuto, che chi sembrava tenerci al tuo benessere ti abbia piantato un coltello nella schiena ecc.
E il fatto che lei non rimuova completamente il fatto che lui sia
esistito e i ricordi che appartengono comunque a lei, di cose positive che sono avvenute, non credo sia insano o cristallizzarsi.
Come possiamo effettuare una rimozione forzata di un pezzo della nostra vita che comunque ci appartiene anche se l’altra persona se n’è andata? E ciò non significa per forza mettere una persona su un altare.
Io non so, fermo che restare cristallizzati in un’idealizzazione è deleterio, quanto sia sano in realtà non accettare che una parte della propria vita, comunque sia andata, faccia parte del proprio vissuto.
Tra l’altro, per quanto non ci si innamori milioni di volte nella vita, anzi probabilmente non più di un paio, non è neppure detto che “il primo amore” sia uno solo. Molte persone conservano un ricordo vivissimo delle prime emozioni che hanno provato anche se il loro primo bacio non è stato “gettato via”, ma dato in un particolare stato d’animo. E non serve che la persona sia stata afrodisiacamente stronza o che si sia resa indimenticabile con azioni pessime. Non serve che vi sia un rimpianto per provare affetto per un PROPRIO ricordo.
I nostri ricordi appartengono a noi stessi e quindi ci sono ricordi che, indipendentemente da come l’altra persona si sia comportata, e anche indipendentemente da qualsiasi forma di rimpianto, sono nostri.
Certo è diverso se davvero una persona continua a stare nel passato pur vivendo il suo presente.
Ma è pericolosa, per esempio, anche la gelosia retrospettiva che dà ai sentimenti degli altri e alle emozioni degli altri delle valenze che magari sono molto differenti da ciò che la persona interessata da un ricordo prova. Fermo che si può avere le antenne e percepire gli irrisolti altrui.
Concorderai che alle volte i primi amori del parter possono risultare più indigesti dei propri, che ciò sia a ragione oppure no.
E a volte, paradossalmente, alcuni usano inconsciamente la “scusa” del primo amore della partner o del partner per non lasciarsi andare loro nella storia che vivono o per attribuire ad un nemico del passato, che magari neppure c’è concretamente, ogni possibile difficoltà anche propria del presente.
Tempo fa una mia amica mi diceva che lei non ha nessun problema a sedersi anche allo stesso tavolo del suo ex e della sua nuova compagna, non prova rabbia per loro e neppure interesse. Lui è parte del suo passato, punto, ma che è il suo compagno a farsi mille congetture su questa sua storia passata e confronti con il primo amore di lei.
Luna, le tue riflessioni sono corrette, ma penso si debba riconoscere che la condizione di “ancora amanti” abbandonati o non ricambiati, sposti i valori dei due soggetti su piani di forza diversi
Il soggetto rifiutato tende a diminuire il valore di sè, aumentando quello dell’altro. Il primo quindi si sente indegno dell’amore di chi gli/le piace e di cui ha bisogno, arrivando spesso ad accettare compromessi pur di vedersi ancora riconsciuto dall’oggetto del desiderio.
Questi compromessi si possono configurare a partire dalla semplice nostalgia, magnificata oltre modo dall’assenza di quell’oggetto amato e quindi dal nuovo valore dello stesso, come fosse diventato un bene raro.
Lo stato di “necessità” di un bene di cui si sente il bisogno accentua il valore dello stesso, a prescindere dal vero valore di quel bene, non so se mi sono spiegato.
Questa situazione, molto più frequente nelle donne da quel che leggo su questi forum, consente all’altra parte di approfittare molto spesso della condizione di dipendenza spianando la strada alla “stonzaggine” questa si molto più frequente nei maschi, stronzaggine tanto più intensa quanto è basso il livello qualitativo dell’individuo che la esprime.
Ecco perchè trovo grottesco che si continui ad “amare” chi non ti vuole. Pur comprendendo la difficoltà di abbandonare un sentimento che comunque ha dato un’identità sentimentale, come per altre cose della vita bisogna avere la capacità di capire quando ci si è sbagliati, o semplicemente è finita, anche se solo da una parte. Non credo, per fare una metafora, che tu resteresti al telefono se dall’altra parte avessero riattaccato da un pezzo. Chi resta ancorato a certe illusioni o romantiche speranze sta facendo un esercizio simile a quello descritto, oltre che inutile e deleterio per sè e persino per il desiderato altro che ti ha abbandonato.
Ho risposto ad una certa Dreamer su un altro forum, nel quale questa giovane donna descrive con dovizia di particolari un indimenticabile (per lei) personaggio che l’ha lasciata da 4 anni, che se visto senza gli occhiali rosa della nostra protagonista sarebbe giudicato poco più di uno dei tanti disgraziati che abbindolano le ragazzine con circonvoluzioni verbali e caratteriali, che fanno pensare a quelle ingenue poverette di avere a che fare con un genio incompreso, quando quasi sempre si tratta di “senzapalle” congeniti
Lei è ben fidanzata con un altro, ma dichiara “endless love” per il primo. Mah.
Vedi, quanto è meglio il sogno