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Lettera pubblicata il 10 Aprile 2009. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Cyber.
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“Illusorio..reale…la realtà la costruiamo noi interpretando le nostre percezioni col modello che della realtà abbiamo in noi stessi”
Costuiremo anche la “nostra” realtà, che però prima o poi si scontrerà con “la” Realtà, quella vera. Perdendo.
Maria Grazia,
penso che forse hai frainteso…tra di noi ora non vi sono problemi e la nostra intesa è molto forte.
Se leggi tutti i miei post uno in fila all’altro sicuramente ciò ti sarà chiaro.
Comunque riassumendo, dopo alcuni anni di strade separate ci siamo ritrovati,sposati ed abbiamo allargato la famiglia.
Mi trovo su questo forum perchè mi iscrissi diversi anni fa (al tempo eravamo separati) e da allora,saltuariamente, ricevo qualche mail quando il forum stesso si rianima.
Secondo me essere “cresciuti” insieme è stato un bene..ma comunque sia…ciò che conta è che ora siamo felici,e non è cosa da poco!
Concludo con una domanda : che rapporto sarebbe senza farsi travolgere dagli aspetti emotivi e passionali?
E’ certo una questione di sensibilità personale ma proprio per questo insindacabile (ciò che piace a te può non piacere a me,ma le cose non sono mai nè brutte nè belle,dipende da come le intendiamo noi..)
Umberto, se ho inteso male me ne scuso. Ma a questo punto, a maggior ragione dico che la vostra storia è un pò “un salto nel buio”. Vi eravate lasciati e poi dopo parecchi anni vi “ritrovate” e mettete al mondo un figlio. Non so.. io francamente non lo avrei fatto. Qualche volta ho ripensato anch’ io a persone del mio passato, ma alla fine ho compreso che se certe cose sono finite c’è un motivo. “Crescere” insieme non significa nulla. Perchè si può diventare persone mature e complete standosene per conto proprio così come si può restare “bambini” pur rimanendo uno accanto all’ altra. Tutto sta alle esperienze che si fanno, all’ ambiente che ci circonda, a quello che si apprende o non si apprende della vita, ecc…
Il farsi “travolgere” dalla passione di un sentimento io lo intendevo come il perdere di vista i nostri obiettivi più importanti e finire in un meccanismo fatto di percezioni distorte che ci portano ad affossarci in situazioni di dipendenza affettiva. Chi assiste dall’ esterno a situazioni di questo tipo, da spettatore neutrale e non da protagonista direttamente coinvolto, sarà sempre più obiettivo del diretto interessato, perchè il suo distacco emotivo da quella situazione gli permette di essere tale. Ecco perchè, ad esempio, quando inseguiamo qualcuno che non ci vuole ( parlo in generale non del tuo caso ) è sempre meglio considerare anche il parere di terze persone.
Che rapporto sarebbe non farsi travolgere dagli aspetti emotivi e passionali? Sarebbe un rapporto destinato a consumarsi in breve tempo.
Gli aspetti emotivi e passionali devono esserci in un rapporto destinato a diventare d’amore, ma se ci “travolgono” il rapporto sarà sì emotivo e passionale, ma fondamentalmente egoistico, proprio perché schiavi di esigenze che travalicano la volontà, come lo sarebbe la richiesta di cibo da parte un affamato, mentre l’amore richiede la “disciplina” di quelle emozioni per “mangiare” il cibo in modo giusto e soprattutto “farlo” mangiare come si dovrebbe.
Quasi tutti confondono l’amore con le emozioni della passione, che non dipendono noi. Da noi dipende la volontà che quelle emozioni diventino cose concrete. Come hai fatto tu “volendolo” quell’amore, e utilizzando sì le emozioni ma a favore della ragione, che credo, anzi sono certo, vi ha condotto a quel risultato.
Insomma, quello che voglio dire è che sono convinto che il cosiddetto “cuore” non debba mai “volare” oltre la testa se si vuole combinare qualcosa nella vita. Anche, anzi, soprattutto, in campo sentimentale.
Credo che Golem abbia sintetizzato mirabilmente ciò che volevo dire.
Aggiungo che il cuore vuol sempre volare ma col tempo la mente impara a fargli da ragionata zavorra.
Con l’energia del cuore e l’esperienza della mente,in viaggio tra i propri sentimenti…
E che la Vostra destinazione, qualunque essa sia,sia….”destinazione paradiso”!
Umberto? Paradiso non lo so, ci sono altre due “stazioni” prima di quella. Ma la destinazione finale è in quella direzione.
13 anni di relazione, finiti perché alla soglia dei 30 avevamo visioni e priorità diverse e si, ci eravamo anche annoiati uno dell’altro.
Passano due anni, abbiamo sempre avuto contatti quasi trimestrali tra auguri per feste e compleanni..andiamo entrambi a convivere, in preda alle fragole dei nostri nuovi partner che ci mettono il fiato sul collo.
Nella nostra ultima telefonata ci siamo detti chiaramente che siamo degli stronzi infelici che vivono senza entusiasmo con degli estranei… che ci mancano il nostro mondo, i nostri sogni e i nostri progetti.
Abbiamo scoperto di provare dell’affetto per i nostri partners ma non riusciamo a dirgli “ti amo”.
La minestra sarà riscaldata, pero’ é inutile, per lui ho provato davvero l’amore più puro e sincero del mondo e lui per me
“La minestra sarà riscaldata, pero’ é inutile, per lui ho provato davvero l’amore più puro e sincero del mondo e lui per me”
Abbiate il coraggio di essere coerenti coi vostri sentimenti…si vive una volta sola e certe cose vanno fatte al momento opportuno…o mai più!
In bocca al lupo!
UMBERTO
Chiara,
può succedere di non riuscire a vedere in tempo utile con chiarezza in se stessi.
è bello, comunque, che tu e il tuo ex abbiate mantenuto buoni rapporti, seppure non continuativi o sciftati sull’amicizia. potrete, quasi certamente, esservi ancora di supporto a vicenda.
attenzione, però, a non andarvi a mettere in situazioni troppo complesse e troppo inquietanti, che potrebbero arrecare danni non solo a voi ma anche ai vostri ignari coniugi. a scelte ufficializzate, è tardi per invertire la rotta.
non è infrequente che sia quasi impossibile dire “ti amo” a compagni di vita a cui si è legati da solo affetto.
Il mio primo amore invece è finito
molti anni fa.
Però non ho rimpianti è stato un gradino importante
della mia vita.
E’ servito a farmi crescere come persona,
rispetto a come ero prima di incontrarla
e cioè soprattutto troppo timido.
Almeno questa esperienza mi ha aiutato in questo senso
e ho incontrato il rapporto successivo due anni dopo
con maggior consapevolezza.