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Prezzi Italia a confronto con Germania e Olanda

di lipsia

Buongiorno, appena rientrata in Italia, mi ritrovo a fare i conti con le differenze marcate che ho potuto constatare in questi giorni mentre ero in viaggio tra Germania e Olanda.
1) Stipendi: un operaio specializzato guadagna da un minimo di 2500 euro per 7/8 ore di lavoro
poi ci sono i vari premi di produttività e di presenza. Un apprendista contabile intorno alle 1500 euro.
2) Affitti: un appartamento medio (70 mq) costruito intorno agli anni 70/80/90, 400 euro mensili, in vendita neanche 50.000 euro, con cantina e garage. (Zona Colonia, Essen, Eindoveen)
Gli appartamenti sono normalmente riscaldati con acqua calda che circola in tubi esterni alle pareti, ed è proveniente da una centrale che ricicla quella di scarto delle aziende circostanti.
E già a livello uno si ha un buon potere riscaldante
Per cucinare si usa l’ elettricità che costa meno della metà che qui da noi.
3) Non esiste accattonaggio fuori da supermercati o nelle strade, e i molti extracomunitari sono integrati e quasi tutti in possesso di attività propria, e/o comunque di un lavoro.
Diversamente, viene espulso.
4) Generi di consumo di prima necessità: pane (industriale) 1 euro al chilo, al forno da 1,28 a 2 euro max, latte, formaggi e yogurth meno della metà che qua, esempio breve yogurth da 200 gr. al costo di 0,19, un litro di latte 0,40.
E il discorso vale anche per carne, verdura e frutta.
Non c’è molta dispersione di marchi, e in genere i prodotti sono locali, tranne che nelle grandi catene di distribuzione (LIDL, PLUS, KAUFLAND, REAL), inoltre per i prodotti con prossima scadenza a 7 o 10 giorni, vengono effettuate delle vantaggiosissime svendite, così è possibile acquistare un cartone di yugurth da 30 pezzi a 1 euro, un cartone da 12 litri di latte a 2 euro e via di questo passo.
La vigilia di Pasqua, mi trovavo in Olanda e al costo di due euro abbiamo comprato un sacco trasparente contenente 5 Kg di frutta fresca mista, confezionata per tipo: fragole, uva, banane, ananas, mango etc..
E anche per la verdura uguale, stesso peso, varietà diverse, stesso costo.
In italia invece, piuttosto li buttano.
Anche i cosmetici, gli stessi prodotti e le stesse marche costano circa il 70% in meno, guardate che è tantissimo.
I trasporti ferroviari sono leggermente più cari che in Italia, ma comfort e pulizia si evincono alla grande, inoltre le ferrovie tedesche hanno sempre una buona quantità di offerte al 50% sia per trasporti nazionali che internazionali.
Non lo so, mi sembra tutto una bella favola, ed invece è la triste realtà di un confronto di quello che viviamo qua in Italia.
Lo so già, che qualcuno mi risponderà: e perchè non te ne vai allora?
Ma sia chiaro che, la mia non è una lamentela, solo un voler riportare alcuni paragoni di paesi europei in cui, come in Italia, vige l’ euro, E’ così difficile e irragiungibile per noi un traguardo del genere?

P.S. i DVD 15 centesimi di euro cad.

Lettera pubblicata il 27 Marzo 2008. L'autore ha condiviso 44 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Consumatori

La lettera ha ricevuto finora 19 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    AtomicGarden -

    L’Italia fa schifo ma non solo per questi motivi.
    Abbiamo 4 monumenti e 2 quadri del c… e pensiamo di essere ancora il Bel Paese.

  2. 2
    robinhood2 -

    Grazie Lipsia per le tue informazioni. Qualcosa di molto simile c’è anche in Germania, dove gli stipendi sono molto più alti rispetto a noi, soprattutto per il personale qualificato, in possesso di lauree o diplomi specializzati, anche se in Germania va un po’ peggio dell’Olanda.

    L’Italia sta andando in malora, rendiamocene conto. Quando un Paese non è più in grado di retribuire adeguatamente chi svolge mestieri importanti per la collettività, e magari ha studiato anni e anni per ottenere una preparazione adeguata, e deve invece vivacchiare con stipendi da fame, in condizioni di precariato, allora vuol dire che non c’è futuro.

    Lipsia, nessuno ti dice di andartene, anzi! Io manderei via i tanti delinquenti che abbiamo, e magari vivono alle spalle altrui con retribuzioni da favola.

  3. 3
    lipsia -

    Spero in una diserzione di massa alle prossime elezioni, e chissà forse a qualcuno verrà il dubbio che qualcosa non va? Abbiamo a che fare, non con dei politici, ma con dei mestieranti, e sapete qual’è il vero male dei mestieranti?
    Che non sono ossessionati dal loro mestiere

  4. 4
    Daniela -

    grazie mi interessa sempre molto il confronto reale con altri paesi, perché mi da speranza che se qui va a scatafascio da altre parti c’è speranza

  5. 5
    lipsia -

    Elettricità, poste e telefoni, Record di reclami per la rete fissa. Conti correnti, commissioni troppo alte
    Italia bocciata dai consumatori
    I più delusi d’Europa. La luce costa il doppio che in Finlandia

    Primi sì, i cittadini del Bel Paese, in tutta l’Europa. Ma per la scontentezza, e per la rabbia, di fronte ai servizi pubblici e privati di cui dispongono: servizi inefficienti e anche carissimi, in confronto agli standard del continente. Lo dicono i primi risultati di un’indagine a vasto raggio sul mercato comunitario esplorato dal punto di vista dei cittadini, nei loro consumi più comuni, e lanciata dalla Commissaria europea per la tutela dei consumatori, Meglena Kuneva: una sorta di «pagella stilata dal consumatore», che conferma a suon di cifre certi malumori quotidiani.
    Primi, gli italiani, per quanto protestano contro l’inefficienza dei loro telefoni fissi (record nel numero dei reclami) e in parte anche di quelli mobili (quarto posto per i reclami, su 25 Paesi finora «esplorati»). E poi un coro di mugugni per le forniture di gas, il funzionamento della rete elettrica, e molte altre cose.

    Lituani felici
    L’elettricità, appunto? Contentissimi del loro mercato i lituani (82% di « customer satisfaction
    » o «indice di soddisfazione »), proprio loro che sono fra gli ultimi arrivati nell’Unione Europea e sono eredi delle disastrose linee sovietiche. E scontentissimi, invece, noi che della Ue siamo tra i fondatori, benestanti e — almeno in teoria — tecnologicamente avanzati: customer satisfaction
    al 35%, cioè a terra. Le forniture del gas, quelle stesse di cui parlano ora i giornali a proposito della presunta «truffa dei contatori»? Felici, o quasi, i nostri cugini greci: 87% di risposte positive; e all’altro estremo dell’arcobaleno europeo, disperati o quasi, noi italiani (appena il 36%, un vero pianto «greco», tanto per restare ai confronti con i cugini).
    Le poste, poi? Alla precisa domanda «come pensi che siano protetti i diritti dei consumatori nei servizi postali?», la media degli europei risponde «bene» nel 70% dei casi, e «male » nel 18%; noi siamo penultimi in classifica, superati in mugugni solo dagli spagnoli: circa il 32% degli intervistati italiani risponde infatti «male», e solo un 55% «bene» (e proprio ieri la Ue ha dato il via all’ultima ondata di liberalizzazioni in questo mercato). Dalle percezioni individuali, e dalle risposte su domanda, si passa poi ai dati obiettivi. E qui l’Italia ha sì un primato, ma che difficilmente può consolare qualcuno: siamo in testa a tutti per l’aumento dei prezzi del-l’elettricità, senza riscontro negli altri paesi della Ue. Ci seguono ben distanziati il ricco Lussemburgo, la Germania, l’Olanda, la Gran Bretagna.

    Segue

  6. 6
    lipsia -

    L’elettricità
    «Perché l’elettricità in Italia è due volte più cara che in Finlandia? », si chiede la Commissaria Kuneva. E infatti, da noi, luce e riscaldamento (o aria condizionata, durante le estati sempre più torride) sembrano quasi beni di lusso, se rapportati a ciò che accade in altri Paesi: noi paghiamo 16,58 euro per 100 Kilowattora, al netto delle tasse; mentre i francesi pagano 9,21 euro, per lo stesso quantitativo energetico; i finlandesi, 8,72 Euro; e i tedeschi, 14,33; tanto per restare agli esempi più «occidentali». Vero è che, ma questo le tabelle non possono dirlo, noi compriamo all’estero buona parte dell’energia che consumiamo, mentre i francesi ricavano quasi la metà della loro dalle centrali nucleari nazionali. Ma per spiegare altri dati sconsolanti, non basta forse la carenza di energia nucleare.

    Per esempio, quell’indice 2006 dei prezzi di cibi e bevande: se la media europea è fissata a 100, l’Olanda si ferma a 89 e l’Ungheria a 60, ma noi galoppiamo già a 109, siamo all’ottavo posto per gli aumenti (prima la Danimarca, a quota 150). Poi c’è il capitolo doloroso delle commissioni bancarie, prelevate ogni anno sui conti correnti: insieme con la Repubblica Ceca, la Germania e il Lussemburgo, l’Italia (o almeno, quelle sue banche «toccate » dall’indagine della Commissione Europea) mostra di avere le commissioni più fluttuanti ed incerte, dunque quelle potenzialmente più care per le tasche dei cittadini. Se in Francia un correntista può pagare in un anno (dati, questi ultimi, raccolti dal Commissario europeo alla concorrenza) da 0 a 36 euro, in Italia si parte dal limite massimo dei francesi: da 36 a 130 euro, un’escursione mozzafiato. La Germania fa anche di meglio o di peggio, per i correntisti è un ottovolante: da 0 a 144 euro; e però, sono più numerose le banche che chiedono commissioni comprese fra 0 e 50 euro.

    I raggiri
    Un altro dato rivelatore riguarda i consumi e i servizi in generale: nella media dei Paesi europei, oltre il 60% dei cittadini ritiene che fornitori e venditori rispettino i suoi diritti. In Finlandia si sfiora un serafico 85%, in Belgio si supera l’80%. In Italia, non si arriva al 50%: forse, chi ha risposto si è basato sulle esperienze personali, sulla propria conoscenza dei compatrioti e anche di se stesso. Anzi, senza «forse»: perché alla domanda «negli ultimi 12 mesi sei stato scorrettamente persuaso, o costretto, a comprare qualcosa o a firmare un contratto?», solo il 2% dei danesi o il 5% degli ungheresi risponde «sì»; ma in Italia, si arriva al 17%, e più gabbati di noi sembrano essere soltanto i lettoni, e i greci.

    Fonte: Corriere.it – Luigi Offeddu

  7. 7
    Bruno -

    Non penso che servano altri motivi, andiamocene tutti, facciamo capire che ci devono meritare, andiamocene tutti, abbandoniamo l’italia senza se e senza ma, io lascio per sempre l’italia a settembre, me ne vado in olanda e mi sa che e’ la migliore idea seguita dalla spagna.
    Abbiate coraggio andiamocene tutti.
    Avete notato che in italia e’ l’unico posto che non si impara l’inglese? lo fanno apposta per trattenerci qui, ci tappano gli occhi per non farci vedere il meglio in europa.
    Che c.... andiamocene tutti. ora.
    Se rimanete avete paura. per forza perche’ non credero’ mai a chi mi dice preferisco l’italia se ha meno di 40 anni.
    CORAGGIO SVAGLIATEVI!!!!!!!

  8. 8
    http://pastapippo.wordpress.com -

    Vivo ad Amsterdam da due anni e a conferma di quanto riportato nell’articolo, vi riporto il fatto che a fine mese risparmio, ovverosia metto in banca quanto in Italia era il mio stipendio netto.
    Questo penso dica tutto e liberi il campo da ogni contestazione sui prezzi degli affitti e quant’altro.

  9. 9
    carlo -

    l ‘italia è bellissima io adoro l italia ma non per questo uno ci deve vivere. presto andro in olanda a lavorare e sono sicuro che apprezzero ancora di piu l italia xke ci verro solo per le vacanze . vivere fuori ma non dimenticarsi del proprio paese è la cosa piu giusta da fare.ke ne pensate a riguardo?ciao

  10. 10
    ilvo -

    ho 62 anni, sono d’accordissimo con tutti, avete dimenticato di elencare i vantaggi delle tasse automobilistiche, le agevolazioni per il riscaldamento sia elettrico, gasolio o gas, assistenza medica sia in svizzera o germania, scuole di apprendistato, per i giovani, su tutti settori, per ora mi fermo ma chi non ha viaggiato per divertimento o per lavoro non lo può sapere,

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