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Lettera pubblicata il 7 Ottobre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore uqbardeva.
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Shokingmytown,
non ti ho fatto complimenti per le sueguenti ragioni, in ordine sparso, così come mi vengono alla mente:
– mi hai dato indirettamente della superficiale e facilona, solo perchè pensavo in senso ampio (generalizzando ma anche analizzando la guerra tra i sessi a tutto campo) mentre tu asserivi che gli studi scientifici sono più validi delle conseguenze delle attuali leggi applicate a chi le trasgredisce e intendevi riportare l’osservazione ad aspetti più ristretti…
– ho percepito fin dal tuo primo post una grande differenza di mentalità e di studi tra noi (tendo a essere razionale ma sono pur sempre, come donna, abbastanza contraria ai concetti troppo scientifici – tendo ad andare a sensazioni e ad istinto).
– di solito si apprezza chi percepiamo più affine a noi: i complimenti sono sempre rivolti indirettamente a noi stessi.
– mi hai fatta sentire, a torto o a ragione, di molto inferiore a te, e di conseguenza incapace di misurarmi con le tue stesse armi senza dovermi impegnare a fondo, e adesso io non mi impegno più a fondo su quasi niente…
– non è mio interesse convincere nè blandire nessuno: mi piace semplicemente riflettere in compagnia e imparare sempre meglio a conoscere il mio prossimo, specialmente se molto diverso da me, ma a condizione che questo non comporti troppa fatica.
non so se sei più intelligente di me ma di certo il tuo modo di ragionare è molto diverso dal mio, e devi avere almeno una laurea, mentre io non arrivo nemmeno alla maturità…
le nonne, le madri, le sorelle e le maestre non erano il mio obiettivo di confronto ma solo le compagne di vita liberamente scelte.
sì, mi ha fatto, come sempre mi fa, male ricordare di essere stata bistrattata dall’uomo che avevo scelto e in cui avevo fiducia per essermi comportata correttamente nei suoi confronti, come avevamo concordato di fare, e come lui non aveva fatto mai. ho perdonato ma non dimenticato…
faccio fatica a comprendere la violenza delle donne di cui parli in quanto io non sono per niente violenta. forse la mia aggressività è stata stroncata dalla violenza di mia madre nei miei confroni durante la mia infanzia (anch’io ero monella!).
esistono dunque donne violente (madri comprese), così come esistono uomini violenti. di questa riflessione, a cui mi hai indotta, ti ringrazio, lieta dell’utilità ricavata dal nostro interscambio.
buon pomeriggio!
Dancan,
grazie per avermi precisato l’età.
non posso che concordare sul fatto che rispetto e fiducia sono i pilastri su cui si regge ogni tipo di rapporto, sia nelle parole che nei fatti.
per la scelta di un partner, entrano in gioco molti più fattori, a complicare la relazione, dato che si dovrebbe poter condividere in larga misura almeno gran parte delle principali scelte di vita (è più importante la carriera e il denaro o la famiglia? si condivide il desiderio di avere figli? quanto è importante per ognuno dei partner la sessualità?). questo a seguito di un’attrazione fisica di base, di gradimento dei valori dell’altro e dell’educazione/formazione che dimostra di aver ricevuto/acquisito.
e qui spesso casca l’asino, in quanto spesso si sceglie in base ad altri criteri (la bellezza e la sensualità, per l’uomo – la sicurezza e la possibilità di dominio, per la donna). la scelta di un proprio simile pare essere più proficua, nel tempo, ovviamente non se entrambi sono, ad esempio, irascibili e di natura nervosa…
mi scuso di essere prolissa ma riesco a ragionare e ad esprimermi solo così.
l’uomo, per la cultura che lo circonda e per la sua stessa struttura genetica è, e cresce, come elemento “rozzo”, sicuro di sè (a volte anche troppo, tanto da essere ostico al dialogo e poco incline agli adattamenti). la donna, invece, cresce insicura e bisognosa di sentirsi protetta. essenzialmente per questo, credo, tenta troppo spesso di plasmare l’uomo, per sentirlo più suo, più rassicurante in quanto più simile a lei, ed è logico che questo possa essere accettato solo in parte dal suo partner.
dovrebbe farlo meno, se ne fosse capace. d’altro lato, il maschio dovrebbe essere più comprensivo nei suoi confronti, e sforzarsi ad essere più paziente, pur restando fermo nel suo modo di essere. si deve trovare una mediazione tra i due opposti, ma soprattutto si deve essere oculati nelle proprie scelte di base (un artista, ad esempio, dovrebbe evitare di scegliere come compagna una donna che non ami la trsgressione e la libertà per sè stessa, in prima battuta).
quanto poi a ricordare sgarbi o mancanze d’attenzione risalenti a anni prima, mentre l’uomo si concentra al massimo sull’ultima settimana, anche questo fa parte della sensibilità, insicurezza e maggior vulnerabilità, della donna. qualcuna ci marcia troppo, di certo. personalmente rifiuterei a priori chi continuasse, reiteratamente, a farmi sentire in colpa… nemmeno i genitori lo dovrebbero fare.
concludo il mio messaggio a Dancan con alcune osservazioni sulla modalità della donna di non denunciare passo a passo le difficoltà relazionali che incontra con il suo partner ma di “esplodere”, tirar fuori di tutto e di più in una tremenda sfuriata occasionale oppure “chiudere” all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno.
credo avvenga innanzitutto per il suo atavico allenamento alla sopportazione, per accettare con un sorriso (o almeno senza muso lungo) tutte le prevaricazioni che deve subire fin da piccola (il fratello o il cugino preferito per il solo fatto di essere nato maschio, l’orientamento a prendersi cura di noiosi servizi ripetitivi per la casa e per i famigliari, la limitazione della sua libertà in quanto a rischio di gravidanze, gelosia del padre compresa, ecc…). ci si fa talmente l’abitudine da non accorgesene quasi più, e ci si sforza talmente tanto per essere accettate e gradite che non è nemmeno necessario chiedercelo in modo esplicito.
infatti, difficilmente un uomo deve chiedere a una donna di fare qualcosa per piacergli di più (salvo, forse, proibirle di continuare a frequentare i suoi amici). lei, invvece, se desidera che il suo uomo si avvicini un po’ di più a come lei lo vorrebbe, lo deve chiedere, e magari pure più di una volta. e lo fa, in tutti i modi che le sembrano più adatti, salvo stufarsi, quando proprio constata che lui non ci pensa nemmeno a fare il minimo sforzo per aderire ai suoi desideri, e a quel punto chiude, PER SEMPRE, in quanto lei ha già esaurito TUTTI i suoi tentativi di trovare un punto di incontro, espliciti o impliciti che siano stati.
forse ora le cose sono un po’ cambiate ma credo che di fondo possano ancora essere considerate nel modo che ho esposto, per diretta esperienza.
siamo creature fragili, psicologicamente, da trattarsi con cura. ci rendiamo conto benissimo quando questo avviene, quando siamo tanto importanti da essere considerate e rispettate, così come comprendiamo al volo quando non lo siamo più, o siamo appena appena tollerate, magari per utilità sessuale…
“gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere” è il titolo di un best seller sulle diffrenze tra i due sessi, che esistono, eccome, per fare il bene ed il male della coppia, a seconda di quanto questa si impegna a comprendere il diverso…