Ho trovato una bella poesia tra le “scartoffie”.., non è mia. Mi ha fatto riflettere. Grazie a chi mi ha permesso di condividerla con voi.
Dopo un pò impari la sottile
differenza fra tenere una
mano ed incatenare un’anima.
E impari che l’amore non è
appoggiarsi a qualcuno
e la compagnia non è sicurezza.
E inizi ad imparare che i baci
non sono contratti
e i doni non sono promesse.
E cominci ad accettare le tue sconfitte
a testa alta e con gli occhi aperti
con la grazia di un adulto,
non con il dolore di un bambino.
E impari a costruire
le tue strade oggi
perchè il terreno di domani
è troppo incerto per fare piani.
Perciò pianti il tuo giardino
e decori la tua anima,
invece di aspettare
che qualcuno ti porti i fiori.
E impari che puoi davvero sopportare,
che sei davvero forte
e che vali davvero.
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Categorie: - Cultura
Non e’ anonima e il titolo e’ After a While di Veronica A. Shoffstall. Sono parole intense e profonde, e lo sono ancor di più nella versione originale inglese. E’ un inno ad amare se stessi quale ricetta per riuscire ad amare chi sta intorno a noi. Una sorta d’invito a vivere il presente prima ancora che aspettarsi un futuro radioso che potrebbe non arrivare.
Troppo spesso infatti, siamo nel presente e analizziamo la realtà attuale attraverso gli occhialoni delle pregresse esperienze–unico parametro di analisi che conosciamo—che ci impedisce di vedere in modo asettico e chiaro quello che davvero ci sta accadendo. In questa logica, col passare del tempo quel che e’ presente si trasforma in passato senza che sia realmente vissuto.
Proprio perché non abbiamo vissuto il presente che nel frattempo si e’ divenuto passato, guardiamo al futuro come momento di cambiamento, di miglioramento. Sogniamo, progettiamo, speriamo e, anche in questo caso lo facciamo senza occhi sul momento presente che ci passa vicino, ci sfiora senza esser vissuto.
Arriviamo quindi nel futuro con un carico di aspettative che anche quando si realizzano lo faranno con modalità differenti da quelle che attendevamo. Da questo nasce delusione, sconforto, e a volte angoscia e persino paura.
E il ciclo riprende nuovamente, ora il futuro e’ diventato presente, non si realizzato come desideravamo, e quindi diventato esperienza passata influenzerà, in forma di occhialoni, nuovamente la nostra capacità di vedere e vivere il presente. Un circolo vizioso dal quale non usciamo più.
Non esistono minuti inutili nel quotando vivere. Ogni istante e’ denso di significato e vita.
Vivere e’ QUI, vivere e’ ORA.
E pensare che l’ho tenuta per anni appesa alla parete senza neanche pormi il dubbio che l’autore non fosse anonimo. Allora grazie glosstar. E’ vero è bella anche in lingua originale. L’analisi è perfetta da metà testo in poi. La prima parte è un semplice, chiaro invito a vivere l’amore camminando vicini senza fondere le due vite come fosse una. Senza idealizzare l’altro, senza avere aspettative sulle persone, con la pretesa che l’amore sia un traguardo da raggiungere, che le persone possano essere una soluzione ai nostri malesseri, un rifugio alle nostre solitudini. Questa, ovviamente, è una mia umile interpretazione. “e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro” Kahlil Gibran.
bellissimo il testo di questa poesia
fantastica la frase: “Perciò pianti il tuo giardino e decori la tua anima, invece di aspettare che qualcuno ti porti i fiori.”
è un inno al reagire, bello!
“Vivere e’ QUI, vivere e’ ORA.” – non nel PASSATO, e nemmeno nel FUTURO!
concetto già espresso in precedenza, da svilupparsi ulteriormente in seguito…