Spett.le direttore Pietro Visconti,
Le scrivo dopo la lettura dell’articolo in Libertà del 17/04/2019 relativo al percorso ciclopedonale in San Giorgio Piacentino.
Comprendo la necessità di sintesi dello stesso, quindi in questa sede, se mi sarà consentito e pur non avendo titoli per ufficializzare un’opera come giusta o sbagliata, cerco di focalizzare alcuni punti sull’argomento.
Tralascio i commenti espressi da diversi e occasionali passanti transitati in via Ferrari, alla vista di quanto eseguito. Non potreste riportarli in stampa perché il sarcasmo sa essere feroce.
Il più cortese che ho sentito proponeva di cambiare il nome del paese in San Giorgio Arlecchino.
L’impatto visivo parla da sé e l’obbligo progettuale e normativo a tali scelte di massiva colorazione, trova applicate soluzioni alternative in Piacenza ma anche in altre città e su percorsi ben più pericolosamente trafficati.
Quando, alle perplessità espresse al Vs giornalista, dall’amministrazione di San Giorgio si risponde che le vernici adottate non sono tossiche, si evita di considerare che le stesse sono diluite in solventi vaporizzati nell’aria; sono salubri?
Il personale dell’impresa che le utilizza, usa maschere di protezione solo a causa dello smog?
Se al posto di una banda ristretta di colore che delimita una corsia, ricopro completamente dei marciapiede o una pista lunga chilometri, quanta vernice in più uso, quanto diluente in più uso, quante ore di lavoro in più occorrono. Tutte voci di costo che credo incidano il bilancio comunale a discapito di altre necessità.
La manutenzione da ammaloramento sarà a carico dei comuni, giusto? Sarà più costoso ridipingere una banda colorata o un’intera superfice, a volte anche molto ampia, per chilometri. E il deterioramento sarà più evidente in un caso o nell’altro?
Il percorso, in parte è ciclopedonale per poi improvvisamente diventare solo in uso pedonale. E il ciclista che fa? Nella parte in comune non si capisce dove e come può percorrerla chi, ed è bidirezionale?. La simbologia è esaustiva o crea incertezze?
Potrebbe sembrare una battuta, ma sull’aumentata sicurezza data dalla colorazione chi è daltonico potrebbe eccepire.
Chi esce da casa col veicolo è obbligato a attraversare la pista, problema che non si pone se la stessa fosse fatta passare dal marciapiede opposto. La scelta del percorso, in alcuni punti, potrebbe essere migliorata sia in favore d’uso all’utilizzatore finale, ma anche meno impattante sulla proprietà privata?
Sicuramente sì, le alternative sono possibili.
Noto che la gran parte delle persone, podisti e non, che percorre via Ferrari evita accuratamente il percorso scelto ed evidenziato (che sia scomodo?) preferendo la carreggiata stradale o il marciapiede opposto. Verificare per credere.
Non dubito che sia stato organizzato dall’amministrazione una informativa negli anni scorsi, ma personalmente non ho avuto riscontro su questo dai vicini di quartiere. Immagino che comunque in quella sede difficilmente siano state date informazioni di dettaglio su come sarebbe stato evidenziato il percorso in progetto.
Ora l’amministrazione si dice disponibile a eventuali modifiche a fine lavori, ma che senso ha perseguire queste scelte per poi eventualmente, nel tempo, spendere altri soldi per migliorarne le criticità.
Affrontarle sin da ora non sarebbe opportuno?
Ritengo sia un peccato che le cose utili e pregevoli presenti in questo progetto siano sminuite a causa di quanto sopra.
Cordialmente, La ringrazio per l’eventuale ospitalità.
Giorgio Molinaroli
San Giorgio Piacentino
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Mah. Io uso vernici ad acqua, ma non servono per tutto, qualche volta un paio di litri di diluente sintetico me li caccio nei pormoni, ma sto ancora benone, non ne farei un dramma. Per il resto non so, aspettiamo la risposta del direttore.